Loveless
Correvo, correvo, correvo. Ma non bastava mai. Un solo urlo mi
risuonava in testa, un solo nome: il suo. Non poteva finire
così, non poteva! No, maledizione!
- Soubi! - urlai, anche se sapevo che non mi avrebbe sentito.
Perchè io non ero il suo Sacrificio.
E lui non era il mio Combattente.
E perchè Seimei, mio fratello, quel fratello che amavo e che
odiavo, quel fratello che mi aveva tolto tutto per poi donarmelo, quel
fratello, era tornato.
E perchè Soubi mi aveva cancellato dalla sua mente. Aveva cancellato i nostri ricordi.
Aveva gettato via il piccolo spazio che avevo creduto di essermi guadagnato nel suo cuore.
E faceva male, male da morire.
Allora perchè stavo correndo? Per cosa? Ma soprattutto: per chi?
Per Seimei, quel fratello che non riuscivo a smettere di pensare?
Per me, in modo da non avere rimpianti?
No... lo stavo facendo per lui. Solo per lui, anche se di quello che
avevo presuntuosamente chiamato mio Soubi, non era rimasto nulla.
- Soubi! - urlai di nuovo, pregando che il vento gli portasse la mia voce.
Seimei... una volta ti invocavo sempre, ricordi? Eri il mio sole, la
mia luna, il centro della mia esistenza. Solo tu esistevi, tutti gli
altri erano niente.
Chi dovrei pregare, adesso che tu ti sei rivelato il mio peggior nemico?
Chi?
Correvo. I miei piedi erano così veloci, eppure mi sembrava di muovermi troppo, troppo lentamente.
Soubi... Soubi... Soubi...
E poi, un dolore improvviso mi serrò la gola. Una catena mi
inchiodò sul posto. Quanto faceva male... ma ero così
felice... perchè voleva dire che l'avevo trovato.
La sua figura, inconfondibile, bellissima, si stagliò
all'orizzonte. Camminava con calma, mentre quel ferro incandescente
tagliava con crudeltà la mia carne, facendomi sanguinare. Quando
mi fu davanti, rabbrividii: non credevo che mi avrebbe mai rivolto
quello sguardo. Non a me. Impassibile, rigido, come se non mi vedesse
davvero.
- Soubi... - ansimai.
- Ciao Ritsuka - la sua voce era così bella, così bassa. Mi lasciava senza forze, come sempre. Mi svuotava.
- Uccidilo - una voce, dal vicolo vicino, mi fece trasalire. Mi girai a
fatica, e vidi Seimei. Mi guardava beffardo - E' un ordine, Soubi:
uccidilo -
- Soubi, no... - non riuscivo quasi a parlare. Improvvisamente sentii
un bruciore al fianco. Come se un coltello mi stesse scavando la carne.
Urlai.
Seimei aggrottò le sopracciglia - Uccidilo adesso, Soubi - il suo tono era velato d'urgenza adesso.
Impallidii quando lo vidi avvicinarsi: non si sarebbe fermato, lo
sapevo. Io, in confronto a mio fratello, non ero niente, per lui. Prese
la catena e la strattonò. Strappò le bende del collo,
lasciando in bella vista il nome del suo Padrone, quel nome che
condivideva con Seimei, quel nome così bello, e così
crudele: Beloved. Mi ritrovai ad un centimetro dal suo viso. Potevo
avvertire il suo respiro fresco. Non avrei pianto: non volevo farlo. Ma
il dolore al fianco era forte.
- Guarda, Ritsuka - mi sussurrò all'orecchio, così piano che Seimei non sentì.
Portò una mano al fianco dolorante, alzando leggermente la
maglia. Seguii il suo sguardo, e rimasi esterrefatto: sul fianco era
apparso il mio nome, inciso a fuoco.
- Mi inchino a te, Loveless - disse, sempre con lo stesso tono - Ti amo - mormorò.
Quelle due semplici parole, che mi aveva ripetuto così tante volte, mi fecero stringere i denti.
- Davvero, Soubi? - chiesi, ad un livello udibile anche da Seimei - Davvero? -
- Soubi, non perdere tempo! - ingiunse mio fratello - Ammazzalo, ho detto! -
Lo vidi stringere i denti: sapevo quant'era difficile, per lui, non
eseguire immediatamente gli ordini del suo Sacrificio. Mi guardò.
- Davvero, Ritsuka -
Una sola lacrima, di disperazione, mi scivolò sulla guancia - E
allora sii mio! - urlai, con tutta la forza che avevo in corpo. Sia
Soubi che Seimei sbarrarono gli occhi, sorpresi. Tutto era immobile,
persino il dolore al fianco sembrava essersi placato, al momento -
Sii... mio... - ripetei - Sei sempre il solito bugiardo, non fai altro
che infrangere le promesse che fai! Mi avevi giurato di proteggermi, e
invece sei tu ad uccidermi. Io ti odio! - una seconda lacrima
seguì la prima, mentre il silenzio diventava più profondo
- Ti odio, ma nonostante questo non voglio nessun altro vicino a me.
Anche se sei un bugiardo inaffidabile, non accetterò nessun
Combattente che non sia tu... non mi importa se non abbiamo lo stesso
nome, siamo noi a scegliere il nostro destino, Soubi! Siamo noi a
scegliere chi amare e chi seguire per il resto della nostra vita, non
un insulso nome! Quando lo capirai, stupido? - urlai di nuovo.
Posai la mano sulla sua, che ancora stringeva la catena. Soubi mi
guardava in silenzio. All'improvviso la risata di Seimei mi fece
trasalire. Era una risata acida, crudele.
- Piccolo stupido fratellino - disse - Lui è mio -
Non ascoltai mio fratello, continuando a fissare Soubi negli occhi - Cosa intendi fare? -
- Prima o poi il tuo Combattente arriverà. Il legame con lui
sarà molto più profondo del nostro - mormorò.
Strinsi la mano sulla sua - Soubi, lui non c'entrerà niente con noi -
Lo vidi chiudere gli occhi, quindi si avvicinò di più. Mi
prese il viso, e mi baciò. Io stentavo a crederci.
- Chi l'avrebbe mai detto... - mi sussurrò sulle labbra - Che
qualcuno sarebbe diventato più importante di Seimei, per me... -
A quelle parole, mi sembrò di scoppiare di felicità. Le
catene si spezzarono, ed io crollai in ginocchio, respirando
faticosamente.
- Soubi, non avresti dovuto farlo - la voce di Seimei pareva provenire
dall'oltretomba - Mi hai tradito, Soubi. Hai tradito il tuo Sacrificio
per un bambinetto comune -
- Io non ho tradito nessuno, Seimei - replicò pacatamente - Sto
solo eseguendo i tuoi ordini, no? Tu mi hai fatto credere di essere
morto, e mi hai ordinato di andare da Ritsuka ed essere il suo
Combattente. Mi incolpi se alla fine mi sono davvero innamorato di lui,
Seimei? - le sue labbra si piegarono in quel suo solito sorriso appena
accennato - Mi dispiace se ti ho arrecato danno, ma stavolta non posso
rimediare alla mia colpa -
Seimei storse la bocca - Non puoi rimediare, Soubi? - sussurrò -
Mi dispiace tanto, sai? Proprio tanto - i suoi occhi divennero folli -
Perchè vuol dire che ti dovrò uccidere -
Smisi di respirare: sapevo che lui non avrebbe reagito. Si sarebbe
fatto uccidere: chiedergli di andare contro il suo Sacrificio, contro
Seimei, era troppo. Mentre i secondi passavano al rallentatore, vedevo
mio fratello avventarsi contro Soubi. I secondi erano secoli, e non mi
resi nemmeno conto di stare urlando. Lui si girò al mio urlo, e
mi sorrise appena. Mi abbracciò di slancio, appena prima che il
pugnale gli si conficcasse nella schiena. Sentii il suo ansito.
Seimei ci guardò - Morite - sputò a terra e se ne andò.
Lui si accasciò per terra. Lo strinsi forte.
- No, no, non è possibile - continuavo a farfugliare.
- Ritsuka... - la sua voce era un sussurro. Lo guardai: le sue labbra,
nonostante tutto, erano distese in un sorriso dolcissimo - Ti amo,
Ritsuka -
- Soubi... - mormorai - Ti prego... -
- Ti amo - ripetè.
Singhiozzi mi scuotevano - A...anche io - soffiai. Lo vidi sgranare
appena gli occhi. Mi abbassai su di lui, e lo baciai - Ti amo -
Mi prese la mano, portandosela al cuore. Piansi più forte, nascondendo il volto nell'incavo della sua spalla.
- Non piangere -
- Mi dispiace, è colpa mia. Non avrei mai dovuto chiederti di scegliere me -
- L'avrei fatto comunque, prima o poi -
Lo abbracciai più forte - Vuoi morire con me, Soubi? - chiesi, piano.
- Non voglio, Ritsuka. Non sarebbe giusto -
- Non m'importa più di cosa è giusto o sbagliato. Voglio che tu mi risponda: vuoi morire con me? -
Presi il suo silenzio come un si. Presi la lama che aveva usato Seimei, ancora gocciolante del suo sangue - Allora uccidimi -
- No -
- Non posso chiederti di uccidere il tuo Sacrificio, ma me si -
- Ritsuka, non posso ucciderti proprio perchè ti amo -
Chiusi gli occhi - Sbagli: se davvero mi ami, uccidimi - lo baciai
ancora - Non costringermi a vivere anche senza di te. Non farmi questo:
portami con te, non rifiutarmi -
Lui prese il pugnale - Farà male -
- Non lo sentirò troppo se mi stringi - sussurrai.
- Stai tremando -
- E' perchè sono felice, stupido. Non avrei potuto immaginare morte migliore -
Sentii la lama gelida del coltello trapassarmi il ventre. Sbarrai gli occhi, stringendo i denti.
- Ti amo - mi sussurrò ancora una volta all'orecchio.
- Anche io - ansimai. Crollammo in ginocchio.
Com'era bello stare fra le sue braccia... erano così calde... e la sua pelle era così profumata...
All'improvviso una splendida farfalla dalle ali blu mi passò
davanti agli occhi. La guardai volare via, perdendosi nel cielo di un
accecante blu.
- Vedi, Soubi? Ho scelto io il mio destino, ho annullato il mio nome.
Non mi pento di niente - risi appena - Vorrei tanto poter incontrare la
mia sensei, adesso -
- Perchè? -
- Una volta le ho chiesto perchè esistiamo - sorrisi - Adesso sarei in grado di risponderle -
Il suo sorriso mi rinfrancò l'anima: entrambi respiravamo male.
Molto male. Alzò a fatica il mio viso, e mi baciò per
l'ultima volta. Così, con le sue labbra morbide che mi
accarezzavano e la sua pelle che mi cullava, morimmo. Nello stesso
preciso istante, la vita uscì da noi.
Vi chiederete come faccio a scrivere, se sono morto. E' una domanda
plausibile, lo ammetto. Soubi, accanto a me, mi guarda sorridendo, e io
non posso fare altro che arrossire: gli ho detto tante volte di non
guardarmi così, ma proprio non vuole capire. E' uno stupido...
ma credo sia anche questo a farmelo amare così tanto, no?
Comunque sia, questa è solo una piccola parte della lettera che
ho mandato a Yuiko, a Yayoi, alla mia sensei. E' stata l'ultima cosa
che mi è stata concessa di fare. Ho spiegato loro tutto
ciò che è successo. Non potevo lasciarli così.
Adesso ho finalmente finito. So già cosa accadrà: adesso
prenderò Soubi per mano, e insieme andremo avanti.
Passerò l'eternità fra le sue braccia, a guardare con lui
milioni di farfalle blu svolazzare nel cielo cristallino.
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