Tutte
le sere io e la mia famiglia ci riuniamo attorno alla tavola per
consumare la cena amorevolmente preparata da nostra madre.
Per "io e la
mia famiglia" intendo: mio fratello maggiore Edward, mia madre Trisha
ed io, Alphonse Elric.
Nostro padre
Hohenheim non ci raggiunge mai.
La sua
promessa di tornare presto è sempre vana, solo nostra madre
continua a sperarci instancabilmente.
Non che la sua
presenza su quella sedia, su questa tavola sia necessaria ma quel posto
vuoto, porta nel cuore di nostra madre una tristezza che non ci lascia
di certo indifferenti.
Anche se lei
cerca di non farlo notare sappiamo quanto tenga all'unione della
famiglia, non avere un marito e un padre vicino nella vita quotidiana
è piuttosto avvilente.
Puntuale come
un orologio svizzero esce dalla porta d'ingresso al crepuscolo sempre
con quella promessa sulle labbra.
Mio fratello
ed io ci siamo rassegnati ai rientri solo per la colazione come nel
vederlo sparire su per le scale.
Si confina nel
suo studio e a volte esce senza preavviso.
E' come
un'ospite, non si prende alcuna responsabilità e non si
preoccupa di concederci del tempo assieme.
Non tanto per
noi quanto per sua moglie, sembra indifferente a tutti, alla vita
familiare e soprattutto non si rende conto di far soffrire la donna che
in teoria ha sposato.
E' l'unico a
credere a quel falso sorriso sereno, al canticchiare allegramente
mentre cucina e si occupa della casa.
Non sa che le
sue mancanze lo stanno allontanando da noi.
Vive
nell'effimera illusione di una famigliola felice.
Dopo una cena
in totale silenzio dove l'aria tesa e velata di tacita tristezza
incombe sulle nostre teste, mio fratello ed io ci alziamo da tavola
attenti persino al possibile rumore delle sedie contro il pavimento,
chiediamo a nostra madre se le occorre aiuto ma lei come sempre
risponde "Va tutto bene, andate a dormire, io aspetto vostro padre
ancora un pò" sorridendo amorevolmente.
Così
lentamente ci dirigiamo alla stanza che condividiamo, quasi avendo
paura di rompere quel silenzio.
Entriamo, mio
fratello socchiude la porta e va a prepararsi per la notte mentre io
velocemente metto il pigiama e mi siedo incrociando le gambe sul suo
letto, aspettando il suo ritorno.
Ogni volta che
siamo soli, sento il bisogno di parlare con lui di questa situazione
che sembra durare anche a distanza di anni.
Nulla cambia e
purtroppo qualcosa mi dice che mai cambierà.
Le nostre
parole non contano, siamo solo bambini per nostro padre ed ogni nostro
tentativo di coinvolgerlo è sempre risultato inutile.
Cigolando la
porta del bagno si riapre e mio fratello mi raggiunge sedendosi al mio
fianco.
Quando lo
guardo senza nemmeno rendermene conto mi soffermo su ogni suo
particolare come a volerlo imprimere nella mia mente in modo
indissolubile.
I capelli
biondi come il grano delle campagne dove siamo cresciuti bagnati,
ricoperti da tante piccole goccie brillanti, i suoi occhi dal taglio
felino e dal colore così intenso, un'oro all'apparenza
liquido, le labbra sottili e rosee, il corpo piccolo ma abbastanza
forte.
Se mi sentisse
sono certo che mi griderebbe contro, non sopporta che le persone
sottolinino la sua bassa statura.
Anche se io ci
rido sopra e mi diverto nel punzecchiarlo un pochino.
-Fratellone...-
Esce dalle mie
labbra come un sussurro disperato.
Lui porta lo
sguardo su di me sospirando.
-Al, conosco a
memoria le tue parole, anche io sono preoccupato per nostra madre-
Socchiude gli
occhi tristi e stanchi, ma sembra rassegnato.
-Io mi
preoccupo della nostra famiglia, e anche della mamma...-
-Questa non
è una famiglia Al...-
Risponde con
tono rancoroso.
Nostro padre
non si accorge nemmeno della rivalità e della rabbia che
Edward prova per lui, del tacito rancore con cui finge di non avere un
padre, lo ignora anche le rare volte in cui si incontrano per casa, a
pranzo e a colazione.
-Ma
fratellone, non puoi far finta di nulla...-
-Io non faccio
finta di nulla, mi preoccupo per te, per nostra madre, ma non chiedermi
di interessarmi a quell'individuo!-
-E' nostro
padre...-
-Non merita di
sentirsi chiamare in quel modo-
Sospiro
esausto tanto è sempre il solito testardo, continuare a
parlare e cercare di farlo ragionare è inutile, anche se in
fondo non ha tutti i torti.
Inizia ad
asciugarsi i capelli lentamente.
-Al, noi non
possiamo fare nulla, ci abbiamo provato ma l'unico che può
cambiare la situazione è lui-
-Si hai
ragione....-
Sospiro
sconsolato.
Effettivamente
possiamo provare a coinvolgerlo tutte volte che vogliamo, ma il primo
cambiamento deve provenire da lui, dalla sua coscienza.
Torno al mio
letto lentamente, come ogni sera la conclusione è sempre
questa, spiacevole e angosciante ma tremendamente reale.
-Ora riposa e
non preoccuparti fratellino...-
Mio fratello,
come mia madre, sfoggia il suo sorriso falsamente sincero e
rassicurante.
Dopodichè
spegnamo le luci e la più confortevole oscurità
ci avvolge assieme al sonno.
-Con questi
abbiamo finito!-
Esclama Dante
dirigendosi verso Hohenheim.
-Non credo se
ne faranno vivi altri, visto come abbiamo conciato i loro amichetti-
Ride divertita
guardandosi intorno.
Si sofferma
sui cumuli di polvere a terra, una volta vampiri.
-Tu lo trovi
divertente Dante, io provo solo pietà per le loro anime,
sempre se ne avessero una...-
-Sono degli
schifosi vampiri! devono andare tutti all'inferno!-
Afferma
disgustata sputando a terra con il più sincero disprezzo.
-Il nostro
dovere come cacciatori è quello di proteggere gli abitanti,
non di uccidere per divertimento-
-Tzs! sei
così pacifista Hohenheim-
Non perde
l'occasione di avvicinarsi di più all'uomo.
-Ma forse hai
ragione, probabilmente erano così accecati dalla sete di
sangue umano da dimenticarsi persino che una volta erano come loro...-
Si allontana
di un passo cercando di chiudere il discorso.
-Non provano
nemmeno sentimenti caro, sono solo dei dannati notturni che aspettano
il giudizio dei cacciatori come noi, gli facciamo solo un favore...-
Ma qualcuno,
nascosto tra le ombre degli alberi non la pensa allo stesso modo.
Emette un
ringhio basso e gutturale osservando i due con i suoi occhi vivi e
rossi fin troppo iracondi.
-Per voi siamo
questo sporchi cacciatori? non proviamo sentimenti he? Me la pagherete
per averlo ucciso, vedremo se sarete dello stesso avviso quando io
porrò fine alla disgraziata vita di qualcuno che amate!-
Un'oscura
promessa di vendetta si spande nell'aria arrivando anche alle orecchie
dei due, che si voltano allarmati.
Ma troppo
tardi... ormai non c'è più nessuno e negli occhi
per la prima volta terrorizzati di Hohenheim compare l'immagine della
sua famiglia.
Così
si affretta a tornare a casa.
-Hohenheim!-
[Angolino Autrice]
Ed eccomi qui
^_^
Recentemente ho deciso
di tentare ad avventurarmi in un genere che non mi appartiene, ma si
deve cambiare rotta ogni tanto u.u
Espandere i propri
orizzonti (_ _)
Ho deciso di creare
questa fic ^^
Dove sono presenti sia
Vampiri che Licantropi.
E Cacciatori ^_^ come
potrebbero mancare?
Vi avverto subito, non
è la tipica storiella stile Twilight
nono u.u Per ora il
Rating è Arancione visto che non ci saranno descrizioni
particolarmente scabrose, ma comunque un pò di sangue ci
vuole è.é sennò che fic è?
Il sangue ci
sarà u.u ma non al livello critico così ho
ritenuto opportuno l'arancione. ^^
Questo è solo
l'inizio, non si potrebbe definire nemmeno prologo u.u
è una
manciata di quello u-u
Magari gia nel prossimo
ci sarà più azione **
I Commenti e le opinioni
sono ben Graditi ^_^
Confido di aggiornare
ogni settimana ^^ spero di riuscirci ^^'
Visto che questa
dovrebbe essere la mia prima Etero, non so se riuscirò ad
attenermi, ed è possibile che diventi una yaoi xD
Non ci posso fare niente
sono una yaoista ^^'''
^_^
Dedicata con tutto il
mio affetto a Fiamma
Drakon! ^_^
(e tutte le sue alter ovviamente ^.-)
Un Bacio!! ^-^
*°*Nii*°*
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