L'uomo nero non è morto

di Asuka96
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Katy Patterson non era una ragazza molto coraggiosa, o meglio, non era ciò che si definisce una "fifona", ma non aveva abbastanza forza interiore per affrontare un pericolo come quello che le si presentava.
Forse era solo paranoica, o forse stava davvero succedendo qualcosa di strano.
Ventiquattro ore prima era stato ritrovato il corpo della sua amica e compagna di scuola, Debby Watson, coperto da lesioni provocate da coltelli e diversi graffi sulle braccia e sulla schiena, che luccicavano di quel color rosso spavaldo in contrasto con la pelle cerea; una scena da far venir la pelle d'oca. Katy non aveva visto il corpo dell'amica, ma il racconto della polizia era bastato perché la sua mente eseguisse una trasposizione virtuale della scena.
Non si avevano sospetti, non ci si sapeva spiegare chi potesse essere stato e perché, i genitori della ragazza erano disperati, ed in tutto ciò, l'unica che sapeva più di quanto avrebbe dovuto era Katy.
Lei e Debby ne avevano parlato molte volte nei giorni precedenti, entrambe avevano avuto degli incubi terrificanti, di un uomo dall'aspetto spaventoso che le inseguiva brandendo gli artigli che aveva alle mani. Debby aveva mostrato a Katy un graffio che le era comparso sulla spalla sinistra. Katy non aveva riportato segni o lesioni, poiché nel sogno era sempre riuscita a cavarsela scappando il più veloce possibile e nascondendosi ovunque poteva, e non appena l'uomo la stava per afferrare, lei si svegliava urlando.
Dopo una settimana erano giunte alla conclusione che quell'incubo non poteva essere solamente un incubo, e il fatto che lo avessero vissuto entrambe era segno che non si trattava neanche di una coincidenza.
Non lo avevano raccontato ai loro genitori, né a nessun altro, ma cominciavano a temere per il peggio.
Per Debby il peggio era arrivato infine, ed ora Katy temeva - e sapeva - che la sua ora non era molto lontana.
Ora, se ne stava in camera sua, erano quasi le 20:00, stava rannicchiata sul letto, con le braccia attorno alle gambe, aveva in mano il foglietto sul quale aveva riportato la filastrocca che l'uomo le aveva canticchiato nell'incubo:

L’uomo nero non è morto,
Ha gli artigli come un corvo,
Fa paura la sua voce ,
Prendi subito la croce.
Apri gli occhi, resta sveglio
Non dormire questa notte...

...non doveva dormire quella notte, doveva restare sveglia, o questa volta sarebbe toccato a lei. No, no, non poteva dormire, sarebbe rimasta sveglia, aveva troppa paura, non era abbastanza coraggiosa. Il suo coraggio non era mai andato oltre il limite di salire sulle montagne russe al luna park, guardare continuamente film horror e costringersi a soffocare la paura del buio la notte. Affrontare quella specie di mostro che sicuramente, in un modo o nell'altro, prima o poi l'avrebbe uccisa, non rientrava nelle sue capacità. No, non poteva, non ce la faceva.

To be continued.




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