Non mi arrendo!
“Non mi arrendo!” sbotta Alexis
posando malamente lo zainetto sul banco. La ragazza che le è accanto sorride divertita alla biondina “Anche
oggi hai avuto a che fare con quelli?”. Si volta a guardarla furiosa, con il
fuoco negli occhi “Siiiiii!”
Margherita, così si chiama, sorride amabilmente spostando
una ciocca corvina dal viso e cercando di far calmare l’amica “Dai, adesso puoi
calmarti, non li rivedrai prima di domani.” L’altra le
lancia un’occhiataccia “infatti, è questo il problema, mi tocca rivederli!
Fosse per me li farei sparire dalla faccia della terra!” si siede tirando fuori
l’occorrente “Ma non posso! Non ho più quattordici
anni! Ormai se mi beccano mi sbattono in gattabuia!” ringhia. Ma non sentendo alcuna risposta dall’amica, ne provenire
qualche parola da resto della classe, alza lo sguardo, trovandosi davanti la
professoressa di matematica.
Spalanca gli occhi incredula
“Professoressa cosa ci fa lei qui?!”, l’insegnante inarca le sopracciglia
sistemandosi gli occhiali a mezza luna “Perché è così sorpresa di vedermi
signorina Austen? E’ il mio lavoro.”
Alexis scuote lentamente la testa,
guardandola come fosse un alieno “E’ che…lei arriva sempre in ritardo, quasi in
seconda ora direi, e mi sorprende vederla qui! Non l’aspettavo!” si porta una
mano alla bocca, mentre un gruppo di alunni pronuncia
un “Ooooh!” in coro. Ho veramente detto questo?! Si volta verso l‘amica sperando di
essersi immaginata tutto, ma vedendo l’espressione sorpresa e preoccupata di
Margherita, torna a guardare la professoressa che la guarda
inviperita. Tempo che suoni la campanella di inizio,
che Alexis si ritrova fuori dall’aula in punizione.
“Quella vecchiaccia!” esclama sedendosi a terra “Mica può
buttarmi fuori dall’aula così!” si guarda intorno
allarmata “Se mi becca il preside sono finita! Quell’uomo
non mi può vedere!”. Ed eccolo lì, percorrere il corridoio con suoi 1,55 cm… Si
alza di scatto, entrando di corsa nell’aula accanto e chiudendosi la porta alle
spalle. Salva! Fa un profondo respiro e volge lo sguardo alla
classe. Sbianca. La stanno tutti guardando. Chi curioso,chi
sorridente, chi stupito…ma la stanno tutti guardando! Ma non era vuota quest’aula?!
Una voce alla sua destra attira l’attenzione “Alexis che stai combinando?” si volta a guardarlo, è il suo
professore di grafica, un ometto basso e secco, con pochissimi capelli bianchi,
un paio di fondi di bottiglia che gli ingrandiscono gli occhi almeno due volte e
un cuore d’oro “Professor Coppola…” L’anziano professore sorride gentilmente,
mostrandole una sedia accanto alla scrivania “Accomodati Alexis,
così dopo che avrò terminato di fare l’appello mi spiegherai tutto.”
“Allora spiegami…spiegaci cosa
succede.” La ragazza alza lo sguardo confusa
“Spiegarvi?”. Il professore le fa cenno di girarsi verso la classe: sono tutti
attenti e concentrati ad aspettare che lei inizi! “E’ la prima volta che li
vedo così.” Ride il professore, seguito poi dal resto
della classe. Alexis non ha parole,
si vergogna a parlare con tutti quegli occhi puntati addosso. Il
professore la invita gentilmente ad iniziare. Prende coraggio ed inizia a
parlare “Come lei sa, la professoressa Stevenson
arriva sempre in ritardo.” Il professore annuisce “e
bene?”. La ragazza abbassa lo sguardo imbarazzata
“Pensavo che anche oggi arrivasse in ritardo, perciò me la sono presa comoda a
chiacchierare senza accorgermi della sua presenza… quando l’ho vista le ho
detto che…”
Il professore e gli alunni trattengono il respiro aspettando
che prosegua “che mi ha sorpresa vederla qui così presto dato che lei prima di
una certa ora non si fa vedere. Perciò mi ha buttata fuori
dalla classe.”
Alexis guarda pria il professore,
poi gli alunni, e velocemente delle risate invadono l’aula. Ma che hanno da
ridere tutti quanti!? Com’è imbarazzante , vorrei sotterrarmi.
Un ragazzo all’ultimo banco prende la parola, ma la ragazza
non lo guarda minimamente e continua a fissare il pavimento, imbarazzata. “Prof
Cop è vero quello che dice! Anche con noi l’ha
fatto!” “E ad alcuni ci ha anche sospesi!” continua
divertito un atro.
Il professore sbatte gli occhi più volte
guardando la classe “ragazzi qui bisogna fare qualcosa. Parlerò con la
professoressa stessa ed il preside!” le parole del professore vengono seguite da un lungo applauso. “Adesso è meglio che
tu vada, non vorrei che la streg—ehm volevo dire la
professoressa Stevenson non ti trovi”
“La ricreazione è il momento che preferisco di tutta la
giornata!” esclama felice Margherita prima di addentare una merendina. Posa lo
sguardo su Alexis che sta mangiando una mela “Alexis cos’hai? Te la sei presa
per stamane?”
“No.” borbotta la ragazza
addentando la mela e chiudendo il discorso. L’amica la guarda con
un’espressione di disgusto “ma come fai a mangiare quella schifezza?!” La ragazza la fissa gelida “Sei tu quella che sta
mangiando una schifezza! Io fino a prova contraria sto mangiando della frutta!”
cosa c’è di strano nel mangiare della frutta?! Oggi non è giornata, mi innervosisco per qualunque cosa! Persino per la cazzata con cui se ne è uscita
fuori la mia amica!
Margherita ride malignamente “Ma
nessuno mangia quella roba!” Adesso
basta! Alexis
con uno scatto si alza in piedi, poggiando una mano sul fianco “Solo perché voi
stupidi ragazzini siete fissati con merendine, pizzette e dolci, non capisco
perché anch io dovrei avvelenarmi!” i compagni
rimasti in classe e Margherita la fissano increduli. “Mangiate schifezze e vi mettete a dieta, continuate a mangiare schifezze e
continuate a mettervi a dieta! Ma cosa vi dice il cervello?!
O si continuate così, tanto chi se ne frega se il vostro corpo si indebolisce, chi se ne frega se tormentate quelli che vi
stanno intorno continuando a dire ‘oddio mi sono ingrassata di un chiletto, devo mettermi subito a dieta!’ ed intanto vi strafogate di merendine senza preoccuparvi di quello che
contengono!” riprende fiato, guardando una ad una le persone intorno a lei
“Perché perdo tempo con persone come voi?!” esce dalla classe senza degnare di
minimo sguardo l’amica. Percorre a passi pesanti il corridoio “Ho un po’
esagerato, ma almeno sanno quello che penso e come vanno le cose.”
Si siede sui gradini delle scale “Come se non bastasse oggi
sull’autobus ho rivisto quei ragazzi...” appoggia i gomiti sulle ginocchia “Possibile che pensino
solo al sesso? Spero proprio di no… quello che soprattutto mi ha infastidita è stato il fatto che abbiano preso in giro una
ragazza che non seguiva la moda… possibile che tutti debbano uscire con la
pancia scoperta e le mutande di fuori per essere se stessi? Che
ci troveranno di bello? Bo!” sospira sorridendo
amaramente “Va bè che anch
io sono parecchio critica,però non posso farci nulla,
certe cose proprio non le accetto.”
Si passa le mani sul viso “Di questo passo non troverò mai
nessuno…” mormora abbattuta.
Si alza in piedi per tornare in classe
quando sente delle risate provenire al laboratorio “Strano…il lunedì è
chiuso…” si affaccia alla porta. Si ritrae pallida “I ragazzi di stamattina!
Allora frequentano la mia stessa scuola!” si allontana in punta di piedi
sperando di non essere vista, quando qualcuno le va addosso scaraventandola a
terra dentro la classe. I tre ragazzi ammutoliscono fissandola sorpresi, mentre
Alexis si alza a sedere massaggiandosi il sedere “Ahi che botta…”
Uno dei tre scende dal banco e le si
avvicina porgendole la mano “Tutto bene? Ti sei fatta male?”. La ragazza
resta a fissarlo stupita, da dove esce fuori tutta quella gentilezza? “Cos’è,
hai perso la lingua?” domanda un altro ridendo.
“N-no” balbetta imbarazzata,
afferrando la mano del ragazzo “Tutto a posto grazie.”
“Ma come hai fatto a cadere?” domanda incuriosito il
ragazzo che l’ha aiutata ad alzarsi. Prima che possa
rispondere un quarto ragazzo entrato in laboratorio interviene al posto suo “Ci
siamo scontrati.” Posa la bottiglietta d’acqua su un banco “Tutto a posto?” le domanda guardandola tra il dispiaciuto e l’incredulo. Perché la sta guardando con quella faccia incredula?
“Sei Alexis vero?”
chiede gentilmente il terzo ragazzo rimasto seduto sul banco. “Si, come fai a saperlo?” Il
ragazzo che le è venuto addosso poco prima, ride divertito “Oggi sei entrata in
classe nostra dopo che quell’arpia della Stevenson ti ha sbattuta fuori, sei una forza, quasi
nessuno ha il coraggio di affrontarla.”
La ragazza giocherella con un anellino
imbarazzata, non
pensavo fossi capitata nella loro classe, “Veramente non l’ho fatto
volutamente, anzi mi sono accorta di averlo detto solo dopo…”
I quattro ragazzi scoppiano a ridere divertiti. Quello che
l’ha aiutata a rialzarsi le mette un braccio intorno
alle spalle “Piacere di conoscerti Alexis, io sono Davis!” “P-piacere!” balbetta
rossa in viso. Mentre il ragazzo che l’ha fatta cadere le porge la mano
sorridendo “Cameron, piacere.”
Sposta lo sguardo sugli altri due “Quello seduto sul banco è Samuel, mentre
l’altro è Christian”
“Piacere!” esclamano i due all’unisono.
Alexis sorride divertita e…felice!
Cosa che non capitava da tempo. Infondo non sono male…anzi sono simpatici! E sì,
anche io posso sbagliarmi!
Davis le scompiglia i capelli euforico “Benvenuta Alexis!
Da oggi fai parte del nostro gruppo!”
“Cosa?!”