Camminavo da un po’ in quell’umido bosco spettrale, il tonfo dei miei
passi riecheggiava diverse volte tra gli alberi immobili, creature
impaurite si nascondevano nelle ombre al mio passaggio, la nebbia fitta
m’impediva di vedere dove effettivamente stessi andando. All’improvviso
sentì un curioso squittio proveniente da pochi metri sopra di me, alzai
lo sguardo e vidi un buffo pipistrello mezzo umano che quando incontrò
i miei occhi si spaventò tanto che quasi cadde per aver smesso di
volare pochi istanti, frettolosamente si riprese e si diede alla fuga
nella stessa direzione in cui stavo andando io, capì di stare seguendo
la strada giusta e continuai a camminare. Ben presto mi si parò davanti
la sagoma scura di un gigantesco castello.Più mi avvicinavo al castello
più il paesaggio attorno a me si faceva nitido, alberi secchi e grigi e
pietre tombali ovunque si stagliavano contro la nebbia dipingendo
inquietanti sagome tutt’attorno a me.
Cercai una porta e quando la trovai, mi apprestai ad entrare nella
villa, percorsi pochi corridoi prima di imbattermi in un uomo con un
naso lungo e aguzzo, il candido camice era in contrasto con il grigio
tetro della pietra delle pareti, appena mi vide si spaventò moltissimo,
strillò con voce acuta e penetrante e cadde all’indietro con
un’espressione terrorizzata.
Boccheggiò un paio di volte prima di rialzarsi e cominciare a gridarmi
contro.
:- C-Chi diavolo è lei?! Come ha fatto ad entrare qui!? Se né … -
Proprio in quel momento arrivò tutto trafelato il pipistrello mezzo
umano, alle spalle del dottore, gli batté un colpetto sulla schiena per
richiamare la sua attenzione e gli sussurrò qualcosa all’orecchio.
Il Dottore trattenne il fiato, e il suo atteggiamento cambiò
completamente.
:- M-Mi perdoni signor Shichibukai, non sapevo che il supremo Moria
aspettasse qualcuno, e-ecco prego segua Hildon fin nelle stanze del
padrone.- disse tutto d’un fiato, prima di togliersi velocemente di
torno, lasciandomi con il pipistrello di nome Hildon, quello trasalì
quando lo guardai in attesa che si muovesse quindi cominciò subito a
svolazzare squittendo un :- m-mi sciegua - .
Attraversammo molti corridoio tutti uguali adornati da sinistri quadri
appesi alle pareti, mi sembrava che i loro occhi mi seguissero ed ero
certo di sentire dei sussurri alle mie spalle.
Salimmo per una scala esterna tutta inarcuata e dopo pochi altri
corridoi arrivammo in una stanza con pavimento a scacchiera nero e
rosso e le pareti chiare molto sfarzose, al centro della stanza c’era
una grossa poltrona bianca. Hildon che fino a quel momento era rimasto
in silenzio parlò tutto tremante.
:- S-Scignor Shichibukai, il sciupremo Moria arriverà qui a breve, mi
hanno detto che sci è appena scivegliato, lo ascipetti qui … - finito
di parlare si dileguò.
Immaginai che la poltrona al centro della stanza fosse proprietà
esclusiva del signore delle ombre perciò rimasi in piedi e cominciai a
leggere il mio libro da dove mi ero interrotto.
“ 1 Corinzi 13,1-7
Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli
ma non avessi amore,sarei come un bronzo che risuona
o un cembalo che tintinna.
E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri
e tutta la scienza e possedessi la pienezza della fede,
così da spostare le montagne,ma non avessi amore
non sono nulla.
E se anche distribuissi tutte le mie ricchezze e dessi il mio corpo
per essere bruciato,ma non avessi amore, niente mi giova.
L'amore è paziente,è benigno l'amore;non è invidioso,
l'amore non si vanta,non si gonfia,non manca di rispetto,non
cerca il suo interesse,non si adira non tiene conto del
male ricevuto non gode dell'ingiustizia ma si compiace della
verità.
Tutto copre,tutto crede,tutto spera,tutto sopporta. “ …
Cominciai a sentire i tonfi dei passi dell’altro Shichibukai
avvicinarsi, chiusi il libro e rimasi in attesa.
La porta si spalancò non appena cessarono i passi.
:- Bokun Kuma! Mi aspettavo che saresti venuto a farmi visita un giorno
di questi, dopo la disfatta di Crocodile non mi è stato riferito più
niente, cosa sarà mai successo questa volta ?-
Finì la frase con quel suo tono arrogante e mentre si dirigeva verso la
sua poltrona e ricominciava a parlare intonò una risata.
:- Kiishishishi, sempre a fare da piccione viaggiatore tu eh? Non ti
viene a noia di seguire gli ordini di quei parrucconi come un docile
cagnolino? Kishishi -
Si sedette e io rimasi in silenzio, non cedetti alla provocazione e
cominciai a parlare come nulla fosse.
:- Il consiglio deve sbrigarsi a scegliere il sostituto di Crocodile,
noi della flotta dei sette siamo una delle tre grandi forze che reggono
il mondo, non possiamo permetterci di restare senza un membro-
:- E quindi?-
:- Siamo stati convocati tutti a Marijoa per partecipare a una riunione
dei pezzi grossi della marina, parteciperà anche il Grande Ammiraglio
Sen Goku il misericordioso-
:- Arriva al dunque lentissimo pezzo di metallo-
:- Voglio semplicemente sapere se ci sarai oppure no, Doflamingo ha già
risposto di sì, naturalmente Boa Hancock si è rifiutata , di Jimbe non
ho notizie e Mihawk ha lasciato la risposta in sospe … -
:- Cosa ti cambia se partecipo o no?-
:- A me niente, io ci vado … -
:- Da bravo cagnolino … Kishishi -
:- Devo comunicare al governo mondiale i nomi di chi parteciperà e chi
no, dovrò riferire anche il tuo? -
:- Hmm no non verrò, non ho voglia di recitare in quel ridicolo
teatrino-
Assunse un espressione di sufficienza e si voltò verso la finestra
quando ad un tratto la porta della stanza si spalancò di nuovo.
:- Otosan! Ah! Lo sapevo che eri nella Dance Hall … guarda che cosa ho
trovato!-
Una voce gentile e squillante irruppe facendo girare all’istante sia me
che Moria, una ragazzina, non avrà avuto più di 17 o 18 anni entrò
camminando velocemente verso Moria seduto sulla poltrona, tenendo le
mani congiunte davanti a se, nelle mani era deposto un piccolo
uccellino impaurito.
Quando si accorse di me impallidì, e guardò Moria impaurita.
Guardai Moria, anche lui era pallido, più pallido del solito.
:- O-Otosan mi- mi dispiace! Non sapevo che ci fosse qualcun altro con
te, non sarà del governo?-
Moria non le rispose, si voltò verso di me e mi lanciò un’occhiataccia
di avvertimento.
:- E’ un altro Shichibukai come me, quante volte ti ho detto che se
arriva qualcuno della Marina o del Governo a Thriller Bark tu devi
restartene chiusa in camera eh?-
Moria la sgridò e lei abbassò la testa in segno di scusa.
:- Mi dispiace, scusa io non lo sapevo … - Pigolò con una vocina
sottile sottile.
Moria sembrò calmarsi un poco quando la vide così dispiaciuta.
:- Ormai il guaio è fatto … -
Sospirò e la sua attenzione fu richiamata dall’uccellino nelle mani
della ragazzina.
:- Che diavolo è quella roba? - le chiese avvicinando la sua testa a
lei.
:- E’… E’ un uccellino ferito , l’ho trovato in giardino, Cerbero lo
stava per divorare, ma io vorrei guarirlo, volevo chiederti se posso
portarlo a Hogback … -
:- Hogback si ritiene un genio non ti aiuterà mai a guarire uno stupido
uccelletto, e poi lavati le mani potrebbe essere malato … -
:- Se glielo dici tu lo farà di sicuro … ti prego Otosan … - Alzò gli
occhi lucidi per le lacrime e fissò Moria per qualche secondo,
l’espressione supplichevole della ragazzina sembrò convincerlo, sospirò
di nuovo e riallontanò la testa da lei.
:- E va bene, dì a Hogback che è un mio ordine, ma dopo questo basta
portare animali moribondi in casa d‘accordo?-
Il viso della ragazzina si illuminò in un sorriso sfavillante, dagli
occhi le scesero due lacrime di gioia e con la stessa voce gentile di
quando era entrata ringraziò Moria.
:-Ah! Otosan grazie mille davvero! Ti prometto che questo è l’ultimo!
Ultimissimo! Vado subito da Hogback ! -
Poi guardò l’uccellino che teneva in mano e io mi pietrificai.
Era una ragazza molto bella, l’avevo notato appena era entrata, ma
l’amore, la pietà disinteressata e affettuosa che vidi nei suoi occhi
in quell’istante mi lasciò senza fiato, come si poteva amare tanto una
creaturina tanto insignificante, appena trovata per terra?
Si girò e corse verso la porta, si voltò verso di noi e improvvisò un
grazioso inchino prima di scomparire per i bui corridoi della villa di
Moria.
Rimanemmo tutti e due in silenzio, Moria aspettava che fossi io a
parlare, lo sapevo bene, ma nella mia testa si susseguivano un
miscuglio indefinito di immagini e di domande. Il viso della ragazza
non voleva abbandonare i miei pensieri. Decisi di parlare prima che mi
chiedesse se ero morto. Gli porsi la domanda che si aspettava.
:- Ha detto Otosan? -
Lui mi guardò attentamente e io cercai di riprendere un espressione
composta.
:- Si-
:- Quella ragazzina è tua figlia?-
:- Proprio così-
:- Hai intenzione di spiegarmi qualcosa o aspetti che io provi a
indovinare? Perché dovrebbe nascondersi dal governo e dalla marina? -
Moria si alzò dalla poltrona e mi si avvicinò, mi guardò dritto negli
occhi e cominciò a parlare.
:- Sua madre apparteneva ad una famiglia di guerrieri particolarmente
bellicosi, la violenza dei suoi parenti arrivò a tal punto che lei non
se la sentì di continuare a combattere al loro fianco e fuggì, la
incontrai in un porto nell’ East Blue e si unì alla mia ciurma, il
resto lo puoi immaginare. -
Fece una pausa per tornare a sedersi.
:-La sua famiglia fu sterminata per ordine del governo perché i loro
crimini stavano diventando talmente violenti da rendere la situazione
insostenibile, tutti i membri conosciuti della famiglia furono
giustiziati e si promise una taglia di 100 milioni di Berry su
qualunque membro della famiglia si trovasse ancora in vita. Questo
avvenne poco prima della mia battaglia contro Kaidou, in cui lei, mia
moglie, rimase uccisa e mia figlia riuscì miracolosamente a salvarsi.-
Sospirò, non pensavo che Moria avesse voluto davvero bene a qualcuno.
:- Poco dopo un ufficiale della marina venne ad assicurarsi che mia
moglie fosse morta e mi chiese se avevamo avuto dei figli, mentì e
risposi di no, l’avrebbero uccisa se l’avessero trovata, per questo da
allora quando arriva un emissario del governo o della marina su
Thriller Bark la tengo al sicuro, non che mi assomigli ma ha il mio
stesso colore di capelli e la stessa pelle, anche se è di dimensioni
normali una persona intelligente potrebbe arrivarci tranquillamente E
la sua vita sarebbe in pericolo.-
Abbassò lo sguardo e rimase in silenzio per qualche minuto, forse
pensava che facessi una domanda, o stava rimuginando su come formulare
la proposta che aspettavo, all’improvviso si alzò in piedi.
:- Kuma! Non devi dire niente a nessuno di mia figlia è
chiaro? Se il governo la scoprisse verrebbero sicuramente a
portarmela via, e questo non lo posso permettere. Giuralo!-
L’espressione seria di Moria, il suo tono di voce in cui potevo
distinguere una nota di disperazione, ma soprattutto il viso della
ragazza che ancora mi riempiva i pensieri … Giurai.
Lui si tranquillizzò, camminò verso la finestra, il vento sibilava tra
gli alberi e le imposte delle finestre sbattevano forte, la nebbia si
stava diradando sospinta da un forte vento.
:- Tzè … Sta arrivando una tempesta, in segno di gratitudine per
stanotte sarai mio ospite, scegliti una stanza qualsiasi e potrai
riposare qui. Hai intenzione di pranzare o di cenare stasera?-
:-No-
:-Bene-
Mi congedai e lasciai Moria a guardare fuori dalla finestra, non avevo
intenzione di rimettermi a navigare quella sera, avrei accettato la sua
offerta. Percorsi altri tetri corridoi, aprì una porta a caso
e trovai un bagno, ne aprì un’altra e trovai un magazzino, andai al
piano superiore e finalmente trovai una camera, era spoglia e polverosa
quindi non era di nessuno. Per quella notte sarebbe stata mia, aprì la
finestra per far portare via un po’ di polvere e mi sedetti sul letto a
pensare. Il tempo volò mentre cercavo di assimilare tutte le notizie
scoperte quella mattina, la tempesta infuriò tutto il pomeriggio, il
vento ululava forte e la pioggia batteva violenta contro i vetri delle
grosse finestre.
In serata la situazione si calmò, non si sentiva più un filo di vento e
il cielo era ormai privo di nuvole e lasciava vedere una grossa luna
piena che illuminava candidamente tutta Thriller Bark.
Mi piaceva la luna, uscì sul balcone della mia stanza, sentivo il buon
odore della terra bagnata e della pioggia e la brezza fresca della sera
mi accarezzava la faccia, mi sedetti appoggiando la schiena al muro e
mi misi di nuovo a leggere, le pagine del libro illuminate dalla luce
della luna.
Riuscì a leggere solo poche righe prima che una finestra di un balcone
al piano di sopra si spalancasse e ne uscisse la figlia di Moria. Si
avvicinò al bordo della terrazza e protese le mani oltre la ringhiera,
anche se non era una bella cosa da fare, origliai e sentì cosa stava
dicendo.
:- Forza piccolino! Hogback ha fatto proprio un bel lavoro, è davvero
un genio! Adesso puoi volare, starai bene … sbrigati a raggiungere la
tua famiglia. -
Aprì le mani e vidi che dentro c’èra l’uccellino di quella mattina, lui
si guardò un poco attorno confuso.
:- Su vola … ! - lo incitò ancora la ragazzina.
L’uccellino apri le ali e volò via dalle mani che si erano prese cura
di lui fino a quel momento, fece un paio di giravolte in aria
cinguettando felice e dopo essere tornato dalla ragazza a salutarla si
addentro in quella notte limpida.
:- Buona Fortuna piccolino! - Gli gridò dietro lei.
Ancora una volta davanti a lei non ero capace di aprire bocca, in
nessun modo riuscivo a muovermi, a reagire a tanta bellezza, sotto i
raggi della luna si manifestava in tutto il suo splendore, anche se non
sapevo dire chi brillava di più tra le due. La pelle chiara di Moria su
di lei aveva tutto un altro aspetto, sembrava fatta di porcellana
fragile e liscia, i suoi capelli rossi ricadevano sulle sue spalle
delineando graziose curve, sembravano fatti di seta purissima sottile e
leggera. I suoi occhi chiari facevano un magnifico contrasto con le sue
ciglia scure e lunghe. Il fisico slanciato proteso verso il cielo.
Rimasi a fissarla pietrificato da tanta perfezione, azzardai un
respiro, ero rimasto in apnea fino a quel momento, lei lo sentì e girò
la sua testa verso di me con uno scatto.
Rimasi immobile, lo sapevo che lei mi vedeva, poi d’un tratto sorrise e
con una graziosa rincorsa saltò giù dal suo terrazzo per atterrare sul
mio.
Alzò lo sguardo verso di me e mi regalò un sorriso accogliente, per poi
inchinarsi.
:- Otosan mi ha detto che le ha raccontato tutta la nostra storia, non
rivelerà a nessuno della mia esistenza vero? Bartholomew-sama ?-
Alzò lo sguardo verso di me e io cercai di insegnare di nuovo alla mia
bocca come si dice no.
:- … no … - Mormorai con un filo di voce, non credo che mi
avesse sentito.
:- che cosa state leggendo ? -
Me la ritrovai sulle ginocchia, si sporgeva per leggere le parole del
libro e capire di che si trattava.
Mi metteva a disagio la sua vicinanza, ma non pensai che fosse
sfacciata o maleducata, era solo troppo bella per starmi cosi vicina.
Non le rispondevo così lei si voltò per guardami in faccia.
Era solo a poche decine di centimetri dal mio volto e non sembrava
provare alcun timore mentre io a guardarla negli occhi cercavo di
controllarmi dal tremare.
:- non le va di parlare con me?-
:- … sto leggendo la Bibbia - dissi tutto d’un fiato.
:- non ho mai letto questo libro … me ne leggerebbe qualche passo ad
alta voce per favore? -
Me lo chiese con un sorriso dolce e sereno, fu impossibile oppormi.
Sfogliai le pagine andando indietro e le lessi il passo che avevo letto
mentre aspettavo Moria, quando ebbi finito la guardai e lei guardò me.
:- Aah che belle parole … ha detto che questo libro si chiama Bibbia ?
Lo cercherò e lo leggerò a tutti i costi, legge davvero bene sa
Bartholomew-sama ?-
:- … p-puoi non darmi del lei … e … chiamami pure Kuma … se vuoi -
Temetti di stare arrossendo e mi abbassai il cappello sugli occhi per
coprirmi le guance.
Rimase in silenzio e perciò dovetti alzare lo sguardo per vedere che
faceva, mi sorrise serenamente e posò su di me uno sguardo molto dolce,
così simile a quello che aveva posato sull’uccellino ferito.
Era tutto il giorno che ripensavo a quel momento e più ci pensavo, più
mi convincevo di non desiderare altro da lei che essere guardato in
quel modo, con quell’amore negli occhi.
:- Va bene Kuma-sama , adesso si è fatto tardi e non è bene che io
rimanga sveglia fino a quest’ora, Buonanotte Kuma-sama, anche se ti
trovi sull’isola degli incubi ti auguro di fare dei bei sogni.
Ah! Dimenticavo, il mio nome è Shine, Shine Moria -
Saltò di nuovo fino al suo terrazzo, io rientrai nella mia stanza e mi
accovacciai vicino al letto, posai la Bibbia chiusa sopra al letto, mi
appoggiai una mano sul cuore, non l’avevo mai sentito battere tanto
velocemente. Non chiusi occhio quella notte.
La mattina dopo dovetti partire, desideravo fortemente di rivederla un’
ultima volta.
La cercai nel castello ma non la trovai, fui tentato di chiedere a
Moria dove fosse ma non intendevo rivelargli ciò che provavo, raccolsi
le mie poche cose e mi diressi verso la mia nave con una tristezza
immensa nel cuore. Raggiunsi la mia nave e partì, levai l’ancora e
spiegai le vele.
Mi chiedevo se non fosse stato tutto un sogno, tutta una mia fantasia
quando uno scintillio rosso attirò la mia attenzione verso il pontile
da cui mi stavo allontanando.
Shine mi stava salutando allegramente sbracciandosi più che poteva per
farsi vedere, mi guardava con quei suoi occhi chiari e mi
dedicò il sorriso dolce della notte passata.
Capì che ovunque fossi andato, qualunque cosa avessi fatto da quel
momento in poi, io non avrei mai potuto liberare la mia mente e il mio
cuore dall’immagine del suo viso.
Non l’avrei mai dimenticata.
ShichiBukai = Flotta dei sette
Bokun = “ Il Tiranno” soprannome di Kuma
Otosan = Padre
E’ la prima Fanfiction che scrivo da quasi 5 anni. Spero che sia venuta
bene.
Se avete altre domande da fare sui termini usati nella storia chiedete
pure. Se vi è piaciuta e non vi ha annoiato troppo potrei scrivere un
seguito. Fatemi sapere nei commenti. Grazie della lettura.
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