Mad's Sadness

Il Leprotto Marzolino vorrebbe bere del the.
Il the del Cappellaio Matto, in particolare, gli piace più d’ogni altro: sembra scorrere nelle sue vene come sangue e lo rinvigorisce tanto che comincia a tremare tutto, a dire cose senza senso – non che consuetamente abbiano un qualche significato logico; semplicemente, ne hanno ancor meno del solito – e a scagliare oggetti addosso alle persone.
Ma quando ha chiesto ad Alice del Cappellaio, la ragazza si è messa a piangere.
La Regina Bianca le ha cinto le spalle con un braccio e con l’altra mano si asciuga ripetutamente gli occhi, mentre l’amico roditore si sfrega il naso con un fazzolettino minuscolo.
Il Leprotto si limita a chinare la testa sulla tazzina vuota che si rigira fra le zampe.
Non gli piace tirare oggetti contro le creature – perché a SottoMondo non ci si può limitare al superficiale vocabolo persone – tristi.
Come se la loro tristezza potesse far svanire la sua pazzia.
« Che cosa è successo al Cappellaio? » domanda, innaturalmente quieto.
La Regina Bianca scuote il capo con cupa lentezza e schiude le labbra dalla delicata forma d’un cuore color vino scuro contro la pelle candida per emettere un sospiro. « La Regina Rossa gli ha fatto tagliare la testa ». È la prima volta che la Bianca Sovrana non la apostrofa come mia sorella.
Il Leprotto l’osserva per un istante con i suoi grandi occhi neri, iniettati di sangue a causa dell’eccessiva assunzione di the, poi rovescia la testa all’indietro e scoppia a ridere, con quella sua sgraziata risata che ha il sapore della follia.
Ride, ride a lungo, il Leprotto Marzolino, sino a sentire le lacrime sul pelo che riveste le gote.
Porta un braccio a stringere la pancia e solleva il gemello per scagliare la tazzina sul pavimento, dove si frantuma. « Il Cappella-aaha… morto…! Ah… è così divertente! »
E, la sua, è la disperazione più straziante dell’intero SottoMondo.