Disclaimer: I personaggi ed il
filone della storia su cui ho fantasticato
sono di Masashi Kishimoto. Non vi è alcuno scopo di plagio,
solo di svago e
intrattenimento.
Note dell’Autore: Questa fan fiction la dedico a coloro che
amo e a chi ho
perso.
Sono molto soddisfatto della
stesura, dell'introspezione e del
significato della fan fiction: le persone che abbiamo amato ci lasciano
sempre
qualcosa di loro.
Questa è una delle
fiction che appartengono al filone di Naruto, che
seguivo fino ad un anno fa, ma l’ho abbandonato un
po’ purtroppo >.<
Vorrei tanto scrivere qualcosa di
nuovo invece che proporre su EFP
vecchie (insomma, questa l’ho fatta a settembre/ottobre
credo! XD) storie, ma:
1)
Sono
troppo preso dall’esame che mi darò
mercoledì
prossimo per pensare di avere qualche ispirazione
°ò°. 2)
Sono in fase di ispirazione per Aveyond ( Ho
anche
giocato al nuovo videogame uscito, oh sì ♥) che, come ho
notato, non ha
riscosso poi tanto successo come sperato dal mio beta in una recensione
XD!
Comunque, torniamo a noi!
Grazie a tutti
quelli che mi hanno incitato a continuarla: ne è valsa la
pena! ♥
Alla prossima!
Dimmi, Kakashi…
Ti ricordi il primo giorno in cui
ti ho incontrato? Avresti pensato che
fosse quando tu e
altri due giovani
aspiranti ninja, di nome Obito e Rin, vi siete presentati a me per
insegnarvi
ad essere dei veri ninja.
Ma non è
così: la prima volta che ti vidi era mentre passeggiavo in
un
quartiere benestante, sotto la villa Hatake.
Perdona la mia poca attitudine alla
privacy, ma ricordo ancora bene che
dicevi freddamente:
- Non ho bisogno di un Team! Quelli
per me sarebbero solo un peso.
Preferisco avere solo un Maestro esperto che mi permetta di diventare
Jonin!-
- Calmo ragazzo- era la voce del
Terzo Hokage che ti parlava con molta
pacatezza - Già il fatto che tu sia diventato Chunin a 6
anni è stata
un’eccezione alla regola, oltre che un grandissimo onore per
te; non puoi
pretendere però di sovvertire ulteriormente il mio programma educativo-
Uomo severo…
- Ora non voglio urtare la tua
sensibilità… Ma tuo padre, Sakumo, non
avrebbe mai permesso che il suo amato figlio crescesse senza un
amico…-
…Giusto.
Detto questo uscite entrambi dalla
tua residenza e mi avvio
silenziosamente al punto d’incontro, pensando che forse io e
te non siamo poi
così dissimili…
Anche io sono stato riluttante ad
avere compagni di squadra… Se ti
conoscerò meglio, magari anche le nostre motivazioni saranno
simili, chissà…
E arriva così il momento
in cui ti presenti, come hanno fatto gli altri
due ragazzi del Team.
Attorno a te sembra formarsi
un’aura simile a quella che si prova quando
si è detto qualcosa di sconveniente.
Che disagio, non
c’è che dire; ma non importa! Non posso di certo
far
cedere la mia prima carriera da insegnante al primo ostacolo!
Do il via alle presentazioni, la
tua è di certo la più ridotta e povera,
ma d’altronde non posso obiettare di fronte alle tue
capacità combattive. Mi chiedo
se dovevo imporvi una prova di resistenza più complicata.
Meriteresti di essere
già Jonin, probabilmente, ma, come ti faccio
presente dopo la prima giornata di allenamenti, non è solo
il valore in
combattimento a formare un Jonin.
- La pianti - è la tua
semplice risposta e corri via per la tua strada.
Sei sempre stato molto incisivo,
questa è una tua peculiarità che ho
sempre amato.
- Perché piangi?-
- Non sto piangendo- mi rispondi.
Mi rivolgi le spalle, chino sulla tomba di Sakumo. Sembra quasi che un
pezzo
della tua anima sia ancorato a quella pietra. E sono passati mesi,
Kakashi,
mesi, da quando ci conosciamo ormai; ed anni da quando è
accaduto ciò per cui
qualunque esperto ninja è preparato. Eppure continui ad
ancorarti a quella
tomba, a quella morte, a quel ricordo.
- La tua temperatura corporea
è aumentata - ti ribatto secco. A rigor di
logica, non vedo per quale altro motivo la tua temperatura interna
dovrebbe
aumentare sotto questa pioggia e questo vento autunnale.
E non dirmi che hai la febbre,
perché durante gli allenamenti scoppiavi
di salute, agilità, grinta e individualismo; tutto regolare
insomma.
Ecco, hai avuto il buonsenso di non
contraddire.
- Mi lasci solo…- era
quasi una supplica, sussurri dalla maschera che
porti al viso, come a celare ogni tua emozione.
Quanto sei stupido, non lo vedi che
anche dalla stoffa si capisce che sei
triste?
Avrei voluto dirti di smetterla di
ancorarti alla morte di tuo padre, come
un’ammenda: tu non volevi che morisse per i suoi compagni di
squadra, non li
hai mai perdonati, vero? Non vorresti più nemmeno incrociare
le loro abitazioni,
troppo indegne per ospitare quelle anime graziate dal Fato…
- No…-
Quanto ti capisco.
E proprio perché
comprendo, non posso più sopportare che uno splendido
ragazzo come te continui a rovinarsi così una
gioventù.
Avanzo sicuro alle tue snelle e
slanciate spalle. Le giro, osservando il
tuo sguardo sorpreso, incuriosito, forse un po’ spaventato.
Ti cingo a me. Ti aspettavi che ti
picchiassi? Non potrei mai.
Perché…
- Io ci sono sempre per te,
Kakashi…- ti sussurro nell’orecchio,
poggiando il mento sulla tua nuca perlacea.
Non ti sento parlare. E’
segno che non hai nulla da ridire al mio gesto.
Improvvisamente ti sento muovere.
Avrei quasi pensato che volessi
spingermi via, ma è accaduto qualcosa che mi ha lasciato
stupito tanto quanto a
te ha stupito il mio abbraccio: mi stai stringendo, ti stai stringendo
a me, mi
stai ricambiando! E non come si farebbe con un amico a cui si vuole
bene; il
tuo è più l’abbraccio che ricorda chi
si riscalda vicino ad un allegro
fuocherello sotto una coltre invernale, il respiro lungo, profondo e
gaio che
si esala in una foresta di pini, il gesto d’affetto tra un
figlio ed un…
padre … Che sia questo
che vuoi? Una figura paterna,
piccolo Kakashi?
Ti sento mormorare debole che ti
manca tanto, ti manca da morire.
Non
voglio sentirti piangere, non
farmelo mai più sentire, per favore, Kakashi.
Ti sento stringerti più
forte, trovando ben presto pace per i tuoi sensi.
…
Mi chiedo se questo non
è anche l’abbraccio che una persona farebbe
all’amato…
Tum…
Tum Tum…
Tum Tum Tum...
Sai Kakashi..? Era
così che
batteva il tuo cuore in quel momento di tanti anni fa: forte e vigoroso.
Esattamente
l’opposto di come batte adesso …
Non volevo farti del male. Non
volevo che accadesse nulla di simile.
Avrei dovuto stare più
vicino a tutti e tre.
Sono spiacente, Kakashi.
Così dispiaciuto che mi
si frantuma il cuore a vederti davanti ad una
nuova tomba.
Era andato tutto così
bene tra noi due, avevi imparato ad essere un po’
più aperto, emotivo, sincero con te stesso, me, Obito e Rin.
Ti eri perfino aggrappato a me come
figura paterna, cosa che mi ha reso
una persona felicissima e più responsabile.
Ed ora guarda cosa ho fatto?
Vi ho mandati in una missione di
sabotaggio nel Villaggio delle Rocce.
Dannata Guerra Mondiale dei Ninja... Non avrei voluto che foste mandati
in
quella missione a causa della mancanza di ninja.
Mi odio profondamente; odio questa
guerra e, soprattutto, odio vederti depresso!
- Basta, Kakashi… Obito
non vorrebbe…-
- Che ne sa lei..?- mi fai con voce
apatica.
Avrei voluto che me lo strillassi.
Ho i brividi nell’udire
quella spenta tonalità.
Tra te e Obito, sembri tu il
vero morto.
Riportarti a casa non è
stata di certo tra le cose più facili. Rin mi ha
aiutato ed è andata via silenziosamente, triste e piena di
colpa.
Povera Rin, vorrei farle capire che
non è colpa sua se Obito è morto, ma
in questo momento quello che ha bisogno di più attenzioni
è Kakashi.
A letto mi fai:
- Dovevo morire io al posto
suo…- guardi il soffitto con un occhio
normale ed uno vermiglio, la maschera ancora in volto, come sempre.
- Non lo dire…-
- Obito è un ninja cento
volte migliore di me… Io sono solo…
Solo… Un
mercenario… Non conosco onore - dichiari poi.
- Hai semplicemente fatto
ciò che era più giusto secondo te: continuare
la missione. Era onorevole anche questo… -
La tua è sempre stata
una logica più fredda e pacata.
E mi piace, mi piace davvero tanto,
Kakashi.
- La colpa è stata
semplicemente la mia, che vi ho mandati in missione… I
miei tre ex-allievi più promettenti…- mostro un
accenno di debolezza e porto
entrambe le mani al volto, coprendolo.
Continuo a mormorare:
- Non avrei dovuto… Non
avrei voluto… Se conoscessi una tecnica che mi
permettesse di tornare indietro nel tempo, farei in modo di andare in
quella
missione di sabotaggio da solo, affinché nessuno muoia, ma
soprattutto…
Affinché tu non soffra così, Kakashi-
Le mani mi vengono levate dal
volto, scoprendo tutta la vulnerabilità del
momento.
Ricordo ancora le parole che
cambiarono per sempre il nostro rapporto:
- Avrei sofferto doppiamente,
Minato- mi sussurri dalla maschera, con
occhi umidi ma sereni, belli e forti.
Le tue labbra, che prima non potevo
vedere, adesso vengono scoperte dalle
mie dita. Tu non protesti al gesto.
Dio mio… Quanto sei
bello.
Le mie labbra, che si avvicinano
alle tue, fino a toccarsi dopo un mio
flebile:
- Arigatou…-
E tu, ancora non protesti, anzi,
rispondi lentamente, come se non
aspettassi altro. O forse sono io che non aspetto altro?
Chissà…
Mi sussurri fragile:
- Non andartene anche
tu…-
Ed ora io sono qui, dopo due anni
da quell’unico atto di debolezza.
Ti dissi quella notte che non
l’avremmo più fatto, che era sbagliato.
Quanto mi sono odiato per quello.
La tua reazione fu di silenziosa
comprensione. Non sai vivere senza una
maschera, eh Kakashi?
Allora perchè in tutto
questo tempo, da quell’evento, mi hai sempre voluto
nominare e parlare delle notevoli e precoci esperienze che hai avuto
con le
donne, Kakashi? Pretendevi
forse che mi
ingelosissi e ti tenessi tutto per me?
No, mio caro, mi piacerebbe
comportarmi così, difenderti e tenerti come
la cosa più preziosa che io abbia mai avuto, ma…
…
Sono pur
sempre il Quarto Hokage.
Come amo te, amo anche il mio
villaggio, la sua gente.
E poi voglio che tu cresca, e non
rimanga ancorato a me per così tanto…
Ho iniziato perciò a
frequentare Kuscina Uzumaki, ho cominciato ad amare
questa donna, l’ho sposata, ho avuto da lei il piccolo
Naruto, che adesso
mantengo tra le mie braccia.
Guardalo, ha i miei stessi occhi,
peccato che non puoi vedere il suo
sorriso, sta piangendo. Anche se ora ha questi sei graffietti al viso
ed un
sigillo al ventre, è comunque bellissimo, non trovi, Kakashi?
Sento un tuo panno pulirmi dal
sangue che esce dalle mie labbra
sorridenti.
- Non andartene anche
tu…- mi sussurri, guardandomi dall’alto verso il
basso.
Che ironia: le stesse parole di
quella volta.
Anche se sono dette dopo un bel
po’ di anni ed in un momento completamente
antitetico dal baciarci, hanno la stessa intensità, la
stessa bellezza.
Sai un particolare che mi affascina
di te, Kakashi?
Quando hai perso una persona cara,
tendi a copiarla:
Di Sakumo hai imparato ad acquisire
il senso ed il valore del lavoro di
squadra.
Di Obito, strano a dirsi, la
tendenza ad arrivare in ritardo, oltre che
il suo Sharingan; ma forse quello è più un dono
che ti è stato fatto, no?
Di me cosa copierai?
- Kakashi…- sussurro. Mi
sento sempre più debole.
Il Sigillo del Diavolo è
una vera e propria lama a doppio taglio.
- Minato..?-
- Voglio che tu ti prenda cura di
Naruto… Amalo…
Come se fosse un figlio… Amalo… Come io ho amato
te:
Intensamente… Ma da lontano…
Promettilo… Pro..metti che vegli su di lui- inizio
a guardare nero attorno alla figura del Kakashi sopra di me.
Sento Naruto acquietarsi.
Non piange più o sono io
che ho perso sensibilità all’udito?
Ma non importa se adesso piange.
Anche stavolta sei tu quello che ha
bisogno di più attenzioni, mio amato
Kakashi.
Indugi con occhi umidi prima sul
mio volto, che sorride serenamente, poi
su quella di mio figlio.
Ti vedo poi annuire lentamente,
incapace di fare altro.
Socchiudo gli occhi, rilassato.
Ora so che il mio Naruto
è salvo, grazie a te, che il mio villaggio
sopravvivrà ancora con te al suo fianco, che…
- Così… Non
smetterò mai d’amarti…- ti sussurro,
levandoti un’altra volta
la maschera dal volto.
Come un automa ti avvicini.
Le tue labbra sussurrano quello che
doveva essere un:
“Nemmeno
io” prima di baciare le
mie, morenti, sempre più fredde e immobili.
Un bacio immortalato dalla morte.
Sai, Kakashi..
Forse mi riterrai un po’
egoista, ma anche se tu hai perso così tante
persone care, se hai sofferto tanto, se hai visitato molte tombe, io
sono stato
il ninja più felice del mondo ad amarti e lasciarmi amare da
te.
Poterti dare ancora il sorriso, la
felicità, il mio Naruto, sono le mie “tecniche
speciali”.
Mi copierai in queste?
Spero proprio di sì
Addio, Kakashi...
The
End
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