Yesterday
Yesterday {Ieri}
Ogni cosa in quella notte taceva, restava immobile e
silenziosa,
predisposta nell'ascoltare ogni singolo respiro di chi, incurante di
ciò che accade, resta con gli occhi chiusi, abbandonato in
un
mondo di sogni e di ideali impossibili.
Quando lei aprì lentamente le iridi azzurre,
però, tutto parve prendere vita all'improvviso.
Winry si mise a sedere con silenziosa agilità, mentre i
lunghi
capelli dorati le accarezzarono dolcemente le spalle seminude, da sopra
quella camicia tanto sottile quanto leggera.
Fuori dalla finestra regnava una notte puntellata di stelle e una
luminosa luna piena, custode di mille sogni infranti.
Winry si voltò al suo fianco e lì dove avrebbe
dovuto
esserci il corpo del suo ragazzo non c'era altro che un mucchio di
lenzuola scomposte.
Per un attimo fu presa dal panico, colpa dell'abitudine, ma dopo
qualche secondo rilassò le membra e si esibì in
un
vistoso sbadiglio, grattandosi la testa in un modo alquanto poco
femminile.
Guardò l'ora che lampeggiava nello schermo della sveglia sul
comodino: le 4:00.
-Accidenti-
Imprecò a denti stretti, rituffandosi tra le lenzuola e
scacciando ancora un po' le coperte con i piedi.
Ogni notte era un inferno nel vero senso della parola: c'era troppo
caldo.
Tentò di riaddormentarsi, girandosi sul fianco destro e poi
su
quello sinistro, mettendosi supina e a pancia in giù, ma non
c'era niente da fare.
Anche se sapeva che non poteva essergli accaduto niente non riusciva a
stare tranquilla.
Così si morse il labbro inferiore e, vincendo la riluttanza
di
alzarsi dal letto, si mise seduta e indossò le pantofole,
abbandonando la camera.
La casa era completamente immersa nell'oscurità e non un
singolo rumore infrangeva il silenzio della notte.
Winry non si diede nemmeno la pena di accendere le luci: Edward non
c'era.
Ora cominciava a preoccuparsi sul serio e, incurante del fatto che
indossasse solo una misera camicetta da notte, uscì
all'aperto.
Non appena fu fuori la investì una calda brezza estiva e il
dolce profumo che spesso impregnava i campi di Resembool.
Inspirò a fondo l'aria genuina di quel posto, tutore della
sua
infanzia, e ancora una volta si tranquillizzò: nulla poteva
accadere tra quei sentieri che l'avevano accolta così tante
volte.
Edward doveva essere sicuramente andato a fare due passi, non era cosa
impossibile che non fosse riuscito a dormire con quella calura
insopportabile.
Eppure un timore nascosto continuava a palpitarle nel petto, prepotente
e fastidioso.
Aveva paura che Ed potesse andare via, ancora una volta, e lasciarla
indietro, come sempre.
-Ah, che razza di pensieri!-
Borbottò, scuotendo violentemente la lunga chioma dorata,
scompigliando quelle ciocche di sole ancor più di quando non
lo
fossero già.
Winry fece un lungo e sofferto sospiro, non poteva starsene fuori di
casa in camicia da notte senza far niente e di tornare a dormire non ne
aveva proprio intenzione.
-Chissà dov'è...?-
Si chiese tra sé e sé, iniziando a camminare
senza una
meta precisa, ondeggiando un po' con le mani dietro la schiena e il
volto sereno.
Non ricordava più quando fosse stata l'ultima volta che
aveva
fatto una passeggiata sotto la coltre scura della notte, né
come
ciò regalasse una così bella sensazione.
Senza accorgersene giunse su una collina, la stessa dove giocava da
piccola, e allora lo vide, seduto a terra tra una miriade di fili
d'erba, il volto puntato sul cielo stellato e gli occhi dorati persi in
chissà quale strano pensiero.
Winry rimase ferma a qualche passo di distanza, osservandolo con
un'attenzione minuziosa e preoccupata.
Edward indossava dei pantaloncini neri e una T-shirt bianca molto
leggera.
Teneva la schiena leggermente piegata all'indietro e le braccia, una
sana e una in acciaio, a fare da supporto a quella stramba posizione.
I capelli li aveva lasciati sciolti, così che potessero
librarsi
in aria al minimo soffio di vento, e il viso era rilassato, non pareva
stesse vivendo nessun particolare turbamento.
Ma i suoi occhi, così assorti nel contemplare quel manto di
stelle schiarito,il suo sguardo, Winry conosceva bene quello sguardo e
sapeva che non celava nulla di buono.
Dopotutto lei era l'unica alla quale Edward non poteva nascondere nulla.
-Edo?-
Ed sussultò appena, voltandosi a guardarla con sorpresa
mista a
consapevolezza. Aveva come intuito la sua presenza, ma non se ne era
reso conto quel tanto da concepirne l'idea.
-Winry... -
Ripeté il suo nome in un soffio, come per sincerarsi che lei
fosse davvero lì davanti a lui.
Winry gli sorrise con innocenza e gli si sedette accanto, il sorriso un
po' scemato da quella sincera preoccupazione indotta dall'amore.
-Va tutto bene?-
Gli chiese con voce pacata, timorosa di svegliare ciò che di
sopito era rimasto in quella notte quasi scomparsa.
Edward batté le palpebre un paio di volte. Non lo avrebbe
mai
ammesso, ma quella comparsa così improvvisa sotto le luci
rossastre dell'alba lo aveva lasciato del tutto interdetto.
Winry aveva davvero la capacità di scombinargli l'intera
esistenza.
Decise di tornare con i piedi per terra e distogliendo lo sguardo
rispose con un secco “Sì”.
Winry si lasciò scappare un sospiro di sconforto: era sempre
il solito, mai a confidarsi con qualcuno.
-Lo sai che so che non è vero-
Le piaceva fare i giochi di parole, consapevole che questi non
piacevano altrettanto al ragazzo.
Edward si voltò a guardarla imbronciato, cambiando posizione
per
mettersi seduto con una gamba distesa e l'altra piegata a novanta
gradi, un braccio penzolante da questa.
-Sei perfida, smettila di guardarmi in quel modo-
In effetti Winry aveva anche il brutto vizio di puntargli addosso uno
sguardo così malizioso e curioso da indurlo a dire tutto
ciò che di più nascosto celava.
Lei piegò la testa di lato con fare innocente, nonostante
tutto facesse parte del suo diabolico piano.
-Io non ti guardo in nessun modo-
Rispose con apparente sincerità.
In realtà non gli voleva male, ma era stanca della sua
cocciutaggine e della sua stupida convinzione di dover mantenere da
solo tutto il peso del mondo.
Che gli piacesse o no, loro stavano insieme e a lei non poteva
nascondere nulla.
Stettero a guardarsi per una decina di secondi, intendi a combattere
una feroce battaglia interiore, ma Edward sapeva di aver già
perso in partenza.
-Sei terribile... -
Sospirò pesantemente, prima di alzare gli occhi al cielo
ormai tinto d'alba che sovrastava le loro teste.
-Stavo solo pensando-
Disse, mentre una brezza leggera lì investì di
colpo,
rapendo in un soffio quelle parole ricche di significati nascosti.
Winry spalancò un po' gli occhi.
Si abbracciò le gambe e vi poggiò sopra la testa,
osservando Ed in silenzio.
Edward pensava sempre.
Che si trattasse di se stesso o degli altri continuava a pensare, a
mettersi intesta complicati labirinti dove ogni volta, puntualmente, si
perdeva.
E rimaneva così, perso nei suoi pensieri alla ricerca della
giusta strada da prendere, senza sapere che a volte è sempre
quella più semplice, quella che scarti a priori
perchè
pensi di non meritarti un aiuto, piccolo o grande che sia.
-E a cosa pensi?-
Gli chiese ancora, pur intuendo la risposta.
Ed si riscosse e la guardò in tralice, cercando nella sua
mente un po' di spazio per elaborare un piano di fuga.
Purtroppo aveva troppi pensieri per permettersi una cosa del genere.
-A niente di particolare, pensavo a tutto ciò che abbiamo
fatto fino ad ora-
Lo aveva detto con disinvoltura e il tipico sguardo da “E'
una
cazzata e quindi non farci caso”, ma a Winry non era sfuggita
l'ombra lieve che aveva ombreggiato per un attimo nei suoi occhi.
E sorrise: il suo Edo era davvero un cretino, ma uno di quelli
colossali e irrecuperabili.
Affondò ancor più il viso tra le gambe, guardando
serena il cielo striato di rosa.
-Sei proprio scemo-
Lo schernì scherzosamente, pur celando dietro futili parole
altrettanti significati nascosti.
Edward si voltò verso di lei e la guardò storto.
-Chi sarebbe lo sce... -
-Smettila di farti del male-
Il tono ironico scomparso e gli occhi persi nell'orizzonte, Winry
troncò le sue parole con un sorriso gentile, simile a quello
di
una mamma che consola il suo bambino, ma intriso di un amore ancora
più profondo.
Edward le sorrise di rimando, alla fine riusciva sempre a far
preoccupare chi gli stava attorno, non era cambiato per niente.
La ragazza si girò di impeto a guardarlo, gli occhi ridotti
a due fessure.
-Lo stai facendo di nuovo-
Constatò con voce secca.
Edward le regalò il medesimo sguardo, incapace di capire che
cavolo avesse fatto.
-Che ho fatto?-
Domandò stizzito, fissandola tenace negli occhi azzurri.
Winry arricciò le labbra.
-Ti stai di nuovo incolpando, idiota di un fagiolino-
Ops...
-...-
Winry si mise in posizione, pronta alla fuga.
-CHI SAREBBE L'INSETTO PIÙ MICROSCOPICO E INSIGNIFICANTE DI
TUTTA RESEMBOOL?! CHI SAREBBE, EH?!-
E nell'impeto Ed aveva cominciato a rincorrerla, minacciandola di false
minacce e ridendo con lei tra quei fili d'erba che avevano da sempre
costellato la loro vita.
-Tanto non mi prendi!-
-Fermati così posso farlo!-
-Mica sono scema?!-
-Ho detto di fermarti!-
-Che fagiolino rompiscatole!-
-Che cosa hai detto?! Se ti prendo....!! Winry fermati!-
-Ma non ti vedo, dove sei?!-
-Smettila di prendermi in giro!-
Se la gente al villaggio non avesse avuto il sonno pesante, avrebbe
lanciato un bel paio di maledizioni a quei ragazzini scellerati che
gridavano come pazzi alle cinque di mattina, incuranti del fatto che
c'erano persone desiderose di dormire a quell'ora e che la sveglia era
regolata per suonare molto più tardi.
Ma a Edward e Winry non importava, perchè messi da parte i
dispiaceri non potevano frenare quell'indole particolare, adulta e
bambina allo stesso tempo, che animava così piacevolmente i
loro
corpi.
Alla fine, però, Winry dovette fermarsi prima di schiantarsi
a
terra sfinita e Edward ne approfittò per cadere in ginocchio
accanto a lei, anche lui senza fiato.
-Ma... ma che stiamo fa... facendo...?-
Disse senza voce, mentre la gola raschiava, implorando un sorso
d'acqua.
Winry si sdraiò supina sull'erba, un sorriso sincero sulle
labbra.
-Qualunque cosa sia mi ha sfiancata-
Rispose, ridendo un po'.
Edward la guardò male, gli occhi ridotti a due fessure e le
labbra strette in una linea sottilissima.
-Guarda che è colpa tua-
Constatò pacato, nonostante si evincesse chiaramente
l'accusa.
Winry scattò seduta all'improvviso, lo sguardo truce e la
stizza ben impressa nella voce.
-Di chi sarebbe la colpa?-
Edward avrebbe dovuto finire la questione lì, prima che
iniziasse un'altra lite, ma in certe circostanze non riusciva proprio a
comportarsi da adulto.
-Se non mi avessi dato del... del... beh, hai iniziato tu a prendermi
in giro!-
Borbottò, mettendosi seduto con le braccia incrociate e
sviando lo sguardo da quello fin troppo sicuro della ragazza.
Sul viso di Winry apparve un sorriso che non prometteva nulla di buono.
La giovane meccanica si mise in ginocchio e gli si avvicinò
piano, fino a quando i loro visi non furono così vicini da
poter
sentire sulla pelle il respiro dell'altro.
Edward, data la vicinanza, fu costretto a guardarla e
arrossì involontariamente
-Come ti avrei chiamato, scusa? Ah, giusto: idiota di un fagiolino-
Edward divenne ancora più rosso, ma di rabbia, e le si
gettò addosso, finendo entrambi per terra, lei sopra di lui
in
una posizione piuttosto ambigua.
Quando si accorsero di ciò ebbero un attimo di smarrimento,
poi
Winry scoppiò a ridere e Edward la guardò un
pò
stizzito, arrossendo lievemente, ma non facendo nulla per togliersi la
ragazza di dosso.
Alla fine sorrise anche, travolto dall'entusiasmo della giovane, e di
impeto avvicinò le proprie labbra alle sue e le
regalò un
bacio a tradimento.
Winry, dopo un altro piccolo attimo di smarrimento, si
imbronciò, nascondendo dietro quel finto broncio un tenero
grazie.
-Mi hai baciata a tradimento-
Si difese divertita, mantenendo l'aria offesa con difficoltà.
Edward assunse una delle sue migliori facce da schiaffi e le sorrise
beffardo.
-Uhm, scusa, allora che vorresti farmi?-
La stuzzicò ridendo sotto i baffi, era meno bravo di lei nel
nascondere quanto gli piacesse la situazione.
Winry gli sorrise complice e gli diede anche lei un bacio, prendendolo
di sorpresa e dando inizio ad una catena senza fine.
L'aria attorno a loro si fece più dolce e fragile, un
cristallo
di emozioni si susseguì nei loro petti e nei loro occhi,
mentre
sorrisi scomparsi lasciavano spazio ad occhi assorti e impregnati
d'amore.
Edward portò la mano sana tra i capelli di Winry e
avvicinò il viso della ragazza al suo, sfiorandole con le
labbra
l'angolo destro della bocca, per poi baciarla con un lieve fruscio.
Winry si lasciò trasportare, mentre le sue mani,
indipendentemente da lei, andarono ad accarezzare dolcemente il viso
del ragazzo.
Entrambi chiusero gli occhi per volontà di una forza
maggiore,
mentre il sole iniziava a sorgere, riscaldandoli con i suoi primi
raggi, un pò freddi eppure così caldi.
Il giovane alchimista socchiuse leggermente le iridi dorate e dissolse
il bacio per riprendere fiato, poi tornò a stuzzicarle le
labbra, macchiando di desiderio misto ad amore ogni centimetro di pelle
scoperto che riusciva a raggiungere. Molto lentamente si mise a sedere,
mantenendo Winry su di sé, e le delineò il collo
con
tanti piccoli baci, mentre lei affondò il viso nell'incavo
tra
la spalla sana e il collo del ragazzo, inspirando a fondo il suo
profumo e accogliendo con un timido desiderio tutte le emozioni che la
travolgevano in quell'attimo.
Le sue dite scesero lentamente sul petto del ragazzo, accarezzandone
con una certa curiosità già ripagata l'addome ben
allentano, e si infilarono quasi inconsapevoli sotto la T-shirt.
Edward, dal canto suo, non riuscì ad esimersi dal sorridere
compiaciuto e un pò rozzo la spinse indietro, facendola
cadere
supina su quel manto verde colorato d'oro.
Si guardarono per qualche attimo, prima che Winry parlò, non
riuscendo a trattenersi.
-Delicato come un elefante, vero?-
Lo schernì scherzosamente, ricevendo in risposta un bacio
altrettanto rude.
Dopotutto Ed era sempre così.
Non era un ragazzo dai gesti delicati e complicati, era più
un
tipo dai gesti pratici e immediati e a lei piaceva, perchè
riusciva a vedere tutto la sua dolcezza nel misero tentativo di
imprimerla nei gesti. Lui ci provava, ma non ci riusciva e alla fine
era ancora più dolce di quello che voleva sembrare.
-Guarda che ti tratto come una piuma-
Rispose a tono, un pò mortificato per quella sua mancanza.
Winry gli sorrise intenerita, ma anche con un pò di
autorità, ben conoscendo le intenzioni del ragazzo e non
volendo
assolutamente assecondarle, almeno non lì all'aperto con il
rischio di essere visti da qualcuno.
Edward la guardò attentamente negli occhi,
sospirò
affranto, consapevole di non potersi spingere oltre, e le si distese
affianco, tenendola stretta a sé con il braccio sano.
E Winry, poggiando la testa sul suo petto, sorrise ancora, accortasi di
quella piccola premura che le rubava sempre un sorriso: per non farle
del male o forse solo per una sua stupida convinzione, in quei momenti
Ed non la toccava mai con il braccio in acciaio, mai.
Rimasero così per qualche istante, osservando il sole ormai
sorto.
Winry spostò poi lo sguardo sul viso di Ed, di nuovo assorto
in
quell'espressione di finta serenità, e si lasciò
sfuggire
un piccolo sospiro di sconforto.: per non farle
del male o forse solo per una sua stupida
convinzione, in quei momenti Ed non la toccava mai con il braccio in
acciaio, mai.
-Ed-
Edward la guardò con occhi interrogativi, ma Winry, con il
sorriso un pò più tenue, fissava l'orizzonte.
-Anche io penso spesso al nostro passato-
Affermò, sempre senza guardarlo.
Ed spalancò un attimo gli occhi, capendo di essere stato
colto in fallo, poi inarcò il sopracciglio destro.
-Pensavo che farlo fosse da idioti-
Disse digrignando un pò i denti, memore dell'offesa ricevuta
poco prima.
Winry socchiuse le iridi cobalto e accentuò il suo sorriso.
-No, ho detto che tu sei scemo-
Puntualizzò, sentendo all'istante il corpo di Ed
irrigidirsi, ma lei non voleva litigare.
-Pensare a ieri non è da idioti, perchè ieri
è un passato che non dobbiamo dimenticare-
Edward continuava a guardarla, sempre più confuso.
-Che vuoi dire?-
Winry chiuse gli occhi e si strinse forte a lui.
-Non dobbiamo dimenticarci di ieri, ma non dobbiamo pensarci come se
fosse qualcosa di brutto o qualcosa di cui preferiremmo fare a meno,
perchè ciò che abbiamo fatto ieri è
tutto
ciò che siamo oggi-
C'è da dire che Edward ne rimase piuttosto sorpreso, ma
è
anche vero che non dubitò neanche per un istante di quelle
parole.
Rafforzò la presa sul corpo di Winry e le sfiorò
la testa
con le labbra, mentre la brezza estiva soffiava dolce su di loro Non
poteva e non voleva dimenticare il passato,
perchè era solo
grazie a Ieri se oggi aveva lei.
Angolino dell'autrice
^ç^
L'ho finita!!!!! *^* Sono così contenta di essere riuscita a
portarla a termine, avevo una paura tremenda di non riuscirci O.O
Oh ragazzi e ragazze, sn troppo felice! Io vi adoro, lo sapete??!
Dedico questa raccolta a tutti coloro che hanno seguito questa mia
piccola creazione e che con i loro commenti bellissimi mi hanno aiutato
ad andare avanti e a non mollare mai *^*
Se sono riuscita a finirla è solo grazie a voi! *^*
Spero con tutta me stessa di essere riuscita a salutarvi decentemente
con questo mio ultimo capitolo! Ero indecisa se farlo triste o allegro
o romantico o piccante, alla fine ho optato per un pò di
tutto,
anche se di piccante c'è niente e poco XD Non ce l'ho fatta,
è ancora presto XD
Però le intenzioni del nostro caro Ed si capivano eccome U.U
Un ultimo invito a commentare da parte di chi ha seguito questa fic e
non l'ha mai fatto, mi farebbe tanto piacere sapere anche il vostro
parere, soprattutto ora che la fic è finita ^^
Purtroppo, di nuovo per il problema di linea e per il poco tempo a
disposizione non posso proprio rispondere alle recensione dello scorso
capitolo, mi dispiace tantissimo ç_ç Dannato pc!
ç_ç Perdonatemi!
Dopo le brutte notizie, con la speranza che non verrete a casa mia x
linciarmi viva XD, vi ringrazio di cuore, a tutti, e spero di rivedervi
presto in una mia prossima fic^^
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