Il Quadro di Villa Coltrane

di Fred Halliwell
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Era una bella donna, solo questo sapeva. La vedeva da lontano, ridere e scherzare con due bambine dai capelli biondi. La vedeva allegra, sorridente e in cuor suo avrebbe voluto vivere la sua vita. Correva in un campo pieno di papaveri verso un enorme casa in stile gotico. Già da quella distanza si notava che doveva appartenere ad una qualche famiglia nobile. Le lucide colonne corinzie in marmo nero riflettevano la luce del sole con strani giochi di luce. E lei rideva,  non poteva esserci al mondo qualcuno di più felice di quella donna. Uscire da quella favola all’acuto suono del cellulare fu un duro trauma per Faith quella mattina. Si stiracchiò stropicciandosi gli occhi molto lentamente cercando di ignorare quel fastidioso suono, ma inutilmente. Infine si decise a prendere il telefono, sul display luminoso lampeggiava a lettere cubitali un nome “leggermente” familiare. << Ti sei decisa a rispondere? >> urlò una ragazza dall’altro capo del telefono.

<<  Buongiorno anche a te Phoebe  >> disse assonnata la ragazza.

<<  Non me lo dire … stavi ancora dormendo? >>

Faith, sempre molto lentamente, prese l’orologio dal comodino e mise a fuoco i numeri segnati. << Phoebe … ma ti rendi conto che sono solo le 5:47 del mattino? Mica sono come una mattiniera di mia conoscenza … io! >>

<< Donna inutile! Ma ti rendi conto tra 13 minuti dovresti essere su un pullman diretto a Penterville!? >>

<<  Oh caz … scusami tanto Phoebe ma ora devo proprio prepararmi ho un pullman che mi aspetta! >>

E mentre stava per abbassare il telefono sentì solo un “molto divertente!”





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