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Agi
*
Qualche ora prima aveva avvertito una gentile pressione
sulla fronte, ma non vi aveva dato troppa importanza e, con un grugnito poco
femminile, si era voltata ed aveva continuato a dormire beatamente, stringendo
al corpo le coperte pulite.
Adesso, mentre Shiho Hahnenfuß si metteva a sedere sul
letto, sospirò al pensiero del bacio del buongiorno che aveva ignorato
deliberatamente e guardò il posto vuoto alla sua sinistra. Un sorriso le
affiorò sulle labbra ed allungò le braccia per stringere a sé il cuscino del
suo amante, affondandovi il volto ed inalando con gioia il suo profumo
raffinato. Solo l'aroma che impregnava il suo corpo diceva tutto di lui: era
forte, penetrante e, se qualcuno ne usava troppo in una volta sola, rischiava
di rimanere stordito – a lei succedeva sempre, eppure la controindicazione non
poteva essere più appagante –, ma, allo stesso tempo, sapeva essere dolce e
carezzevole e, se si sapeva come spruzzarlo, era in grado di avvolgere nel suo
seducente e rassicurante abbraccio.
"Yzak…"
arrossì la mora, aprendo gli occhi per spiare la sua stanza. Si sentiva
un'adolescente che aveva appena perso la verginità e se il suo compagno avesse
potuto leggere nei suoi pensieri e scoprire che una cosa semplice come il suo
profumo, comprato distrattamente al supermercato, le suscitava una tale
tenerezza le avrebbe lanciato un'occhiata indefinibile, non prima di averle
sfiorato la punta di capelli ed aver fatto le medesime considerazioni sul suo
shampoo e la sua persona. Senza che lei lo sapesse, ovviamente.
Ormai era qualche mese che formavano una coppia che poteva
essere definita tale, mentre erano anni che flirtavano silenziosamente, ma
Shiho non riusciva a contenere la gioia ogni volta che si svegliava nel suo
letto con la mente ancora annebbiata ed avvolta dai ricordi della notte
precedente, sia che fosse stata passionale o semplicemente trascorsa a
chiacchierare e dormire vicini.
Senza che se ne fosse potuta accorgere, una sera Yzak le
aveva infilato un anello al quarto dito della mano sinistra e le aveva
domandato se gli avrebbe concesso l'onore di diventare sua moglie; lei, colta
di sorpresa, aveva dovuto combattere una battaglia personale e cacciare
indietro le lacrime, prima di accettare e gettare le braccia al collo del suo
innamorato.
"Lady
Hahnenfuß?"
La cameriera la trovò così, ancora in biancheria intima e
stretta al cuscino del padrone di casa mentre era persa nei suoi pensieri con
un sorriso ebete sul viso. Mannaggia a lui ed alla sua orribile abitudine di
lasciare le porte aperte.
"Sì, mi
dica."
La donna afferrò i lembi della gonna scura e fece una
graziosa riverenza. "Le auguro un buongiorno, Milady, spero che lei ed il
signore abbiate dormito bene."
"Sì,
grazie."
"Me ne rallegro.
Desidera che le serva la colazione qui, Milady, o preferisce mangiare nella
sala da pranzo?"
"Rimarrò qui,
Mrs. Rogue," annunciò Shiho, guardandola piegarsi nuovamente ed uscire
dalla stanza.
Rimpianse silenziosamente le mattine in cui si svegliavano
nel suo appartamento e lei poteva prendersi il suo tempo, oziando nel letto
fino a quando voleva, senza nessuna domestica che si sincerasse del suo stato
d'animo.
Erano proprio quegli agi che, alle volte, la facevano
sentire scomoda.
Tanto per cominciare
la camera in cui si trovava era grande quanto la sua cucina ed il suo soggiorno
ed il letto, una meravigliosa scultura in legno di ciliegio, con le sue
lenzuola di finissimo lino e le coperte di velluto scarlatto, come le tende che
pendevano dal baldacchino, costavano nel loro insieme probabilmente come l'affitto
che doveva al suo locatario in un anno.
Decise di alzarsi e roteò gli occhi quando i suoi piedi
sfiorarono il pregiato tappeto persiano. Come volevasi dimostrare.
Si stiracchiò pigramente, guardandosi intorno. Persino i
quadri alle pareti apparivano più ricchi di lei, con le generose coppe di
frutta matura dai colori sgargianti, i vasi di fiori delicati e paesaggi
utopici illuminati da una tenue luce. Sorrise, pensando alla passione per la
natura morta ed i dipinti impressionisti che condividevano.
Allungò una mano ed indossò la sua camicia candida,
il cotone di prima qualità che le accarezzava la pelle e, ancora una volta,
venne abbracciata dal suo profumo. Ridacchiò, come ogni volta che vedeva la
stoffa arrivarle a metà coscia, e derise mentalmente la sua scarsa statura.
Dopo pochi secondi, Mrs. Rogue tornò con un vassoio tra le
mani. Lo posò sul tavolo vicino all'ampia vetrata e le sorrise caldamente.
"Buon appetito, Lady Hahnenfuß. La sua uniforme è stata lavata e stirata
ed è nel terzo cassetto."
"La
ringrazio."
Shiho aspettò che la porta fosse nuovamente chiusa e si
accomodò su una sedia, portandosi alle labbra la tazza di tè. Pregiato. Scosse
il capo e guardò fuori dalla finestra, persa come sempre nei suoi pensieri.
Qualche tempo dopo la fine della seconda guerra, Yzak aveva
deciso di uscire dall'esercito e dedicarsi completamente al suo lavoro come
Consigliere. Questa sua scelta aveva influito anche sulla carriera di Shiho
che, da un giorno all'altro, era stata promossa a Comandante di Vascello,
nonché guardia del corpo personale, quando necessario, del suo fidanzato. Già
allora l'albino non era in grado di lasciarla andare così semplicemente.
Recarsi in Consiglio, comunque, era come rimanere a casa
vista l'opulenza che veniva ostentata anche nell'edificio al centro di Aprilius
One.
Finì di mangiare e si diresse in bagno, convinta del fatto
che avrebbe evitato di notare il pregiato marmo che costituiva la vasca –
idromassaggio – in un angolo o gli asciugamani morbidi e che profumavano di
pesca; la sola stanza era grande come la sua camera da letto nel suo
appartamento.
Si legò i capelli in una coda alta e si chiese se si sarebbe
mai abituata agli agi in cui avrebbe vissuto per sempre, una volta pronunciato
il fatidico sì sull'altare.
*
"Buongiorno,
Comandante Hahnenfuß!"
Shiho ricambiò il saluto e sorrise a Kira Yamato,
cordialmente. Dal suo costante sguardo spaesato poteva dire che anche lui non
era abituato alla ricchezza dei politici per cui lavoravano.
"Dopo di lei,
Comandante Hahnenfuß."
"Troppo gentile,
Comandante Yamato," rise lei, precedendolo nell'ampio corridoio del
Consiglio. Tende di broccato erano appese alle finestre e la tedesca avrebbe
scommesso il suo anello di fidanzamento che le rifiniture sul tessuto erano
d'oro non soltanto nel colore.
"È venuta a
trovare Yzak?" chiese improvvisamente il Coordinator moro, lanciandole
un'occhiata divertita.
Una volta sarebbe arrossita fino alla punta dei capelli.
Ora, però, si limitò ad annuire ed il suo sguardo s'intenerì. "Rimane, comunque,
una visita di lavoro, Comandante Yamato."
Kira si fermò e scattò sull'attenti. "Comprendo. Spero
possa avere una piacevole giornata."
Shiho lo guardò sparire dietro l'angolo, diretto sicuramente
all'ufficio di Lacus Clyne. Scuotendo leggermente il capo decise che avrebbe
fatto lo stesso, ma si avventurò alla sua destra, proseguendo sul tappeto
cremisi che copriva il parquet del corridoio. Prima che potesse bussare alla
porta sentì due braccia stringerla ed attirarla contro un corpo che conosceva
bene.
"È fortunata,
Comandante Hahnenfuß. La riunione è appena terminata ed io stavo per essere
ucciso dalla noia. È suo dovere, in quanto mia bodyguard, assicurarsi che non
mi capiti nulla di male."
Yzak la girò e le diede un rapido bacio sulla bocca, il sorriso
appena accennato.
"Spero di essere
arrivata in tempo, Consigliere Joule."
"Anche questa
volta le è andata bene. Comunque cosa ci fai qui? Sarei tornato a casa tra un
paio d'ore."
Shiho arrossì, iniziando a giocherellare con i suoi capelli.
"… volevo vederti. E portarti il lavoro che ho svolto oggi
pomeriggio."
Yzak ghignò, scuotendo il capo. "Spera solo che Dearka
non ti senta mai."
La tedesca sorrise ed annuì vigorosamente. Poteva dormire
tra lenzuola di lino, ammirare dipinti di inestimabile valore alle pareti,
immergersi con lui in una vasca di marmo colma d'acqua bollente; poteva anche
essere trattata come una regina dalle sue domestiche, ma niente al mondo
sarebbe stato tanto prezioso quanto lo sguardo affettuoso che Yzak Joule
rivolgeva solo e soltanto a lei.