Quando Alessia tornò
a casa dalle vacanze, si ritrovò dentro una nostalgia come mai era accaduto
negli anni precedenti.
Quell’anno, infatti, oltre ai suoi parenti che abitavano in Calabria, aveva
incontrato anche i suoi zii e i suoi cugini che abitavano a Roma. Non li vedeva
da quasi due anni, ed era stato bello condividere anche con loro quei giorni di
relax e divertimento, quell’aria di festa, la sensazione di essere in famiglia,
tutti insieme.
Adesso stava tornando a casa in macchina, dall’aereoporto. Abbassò il
finestrino. Faceva caldo, d’altra parte si era in piena estate. Lasciò che
l’aria secca le scompigliasse i capelli.
La prima cosa che fece Alessia, il giorno dopo, fu chiamare Bianca e uscire con
lei.
Dopo una passeggiata piuttosto breve, si ritrovarono a prendere un gelato al
solito bar.
“Ho sentito Fabio.” disse Bianca, non appena si furono sedute. “Dice che sta
bene. Non ce l’ha con te, stai tranquilla... Se è per questo che mi hai
chiamato.”
“No, assolutamente!” disse Alessia. “Era solo per aggiornarti un po’ su come
procedono le mie riflessioni, e poi... Per ringraziarti” aggiunse, scrollando le
spalle.
Bianca rise. “Non ce n’è bisogno.”
“Come no? In fondo ci conosciamo appena...” disse Alessia.
“Beh...” Bianca si passò una mano fra i capelli biondi. “Mi sei stata simpatica
da subito. E poi ti conosco, in un certo senso. Dai racconti di Fabio.”
Alessia sorrise.
Un cameriere venne a ordinare. Alessia prese un cono alla vaniglia: non c’era
bisogno di cioccolato in cui affondare la depressione, ormai. Bianca, invece,
scelse caffè.
“Allora, come va con le riflessioni?” scherzò Bianca.
“Sai, le vacanze fuori casa fanno sempre bene a questo genere di cose. Credo di
essere pronta a perdonare Matteo, ma ho solo paura.”
Bianca annuì, seria. Alessia guardò verso la strada.
Non credeva ai suoi occhi.
Di nuovo quella.
“Perché fai quella faccia?” disse Bianca, quasi scioccata.
“Oh, scusa. C’è una persona che sta venendo verso questa direzione. Anzi, viene
proprio verso di me.”
Francesca chiese di prendere posto al tavolo di Alessia. La ragazza acconsentì,
e guardò Bianca.
“Volete che me ne vada?” chiese Bianca.
“Oh, no. Resta pure.” disse Alessia.
Francesca era il tipo di ragazza capace di fare sentire tutte le altre una
nullità. Ma non perché forse bella sul serio, pensava Alessia. Solo perché era
tutta trucco e push-up e si dava un sacco di arie senza motivo.
Non avrebbe fatto sentire una nullità anche lei.
“Cosa devi dirmi?” esordì Alessia.
Francesca sembrava quasi agitata.
“Beh... Sai chi sono, no?”
Alessia annuì.
“Bene. Sai, non so da dove cominciare” disse la ragazza. Alessia deglutì.
“Io... Come sai, ho avuto una storia con Matteo. Cioè... Storia è eccessivo. E’
successo questa primavera.”
Alessia annuì. Se ne ricordava.
“Ammetto che ho anche voluto riprovarci. Ecco perché sono stata qui, questi
giorni. Per stare vicino a Matteo e... Beh, sì, per cercare di riconquistarlo.”
Alessia si sentì torcere le budella. Bianca fece una smorfia.
E adesso cosa le avrebbe chiesto? Di stare lontana da Matteo?
“Ma non ce l’ho fatta.”
Francesca assunse un’aria seria.
“Perché lui ha te, nella testa.”
Arrivarono i gelati che avevano ordinato.
“E allora, vuoi uccidermi?” scherzò Alessia.
“Non sto scherzando. Io... Ho lasciato perdere, anche perché ho capito che non
mi interessa sul serio. Ma questo è un altro discorso. Quello che voglio dirti è
che ho avuto modo di... Ascoltarlo a fondo, in questi giorni.”
Alessia annuì, chiedendosi dove volesse andare a parare.
“Lui ti ama sul serio.”
Alessia guardò Francesca, che sostenne a sua volta lo sguardo.
“E con questo voglio dire che, anche se lui ti ha tradito... Merita un’altra
possibilità. So per certo che lui non ti tradirà di nuovo.”
“Oh!” sbottò Alessia. “E chi sei tu per dirmelo?”
Francesca scosse la testa.
“Gli ho chiesto sfacciatamente di tornare con me, l’altro giorno. E lui mi ha
detto che amava te. Gli ho detto che in fondo eri impegnata, ma lui mi ha detto
che non gli importava un bel niente, e mi ha chiesto di farmi i fatti miei. Beh,
a parte questo...” disse Francesca, ravviandosi i capelli lisci biondo cenere.
“Quello che voglio dirti è che lui ha bisogno di te. Non avere paura di
perdonarlo, Alessia. Fidati di lui.”
Alessia rimase in silenzio, e così Bianca.
“Bene... Adesso devo andare...”
Francesca si alzò, e fece per andarsene.
Alessia la chiamò.
“Grazie” disse con un sorriso.
Francesca fece spallucce e se ne andò così com’era venuta.
Alessia rimase in silenzio. Il gelato alla vaniglia si stava sciogliendo. Prese
a mangiarlo, piano.
“Che ne pensi?” chiese Bianca.
“Penso che è sempre più simpatica di Tamara.”
Bianca scoppiò a ridere.
“Cosa farai, adesso?” chiese la sua amica.
Alessia scosse la testa, sorridendo.
“Secondo te?”
Alessia camminò lentamente per quella strada che conosceva bene. Il portone era
aperto.
Salì le scale, piano, gradino per gradino.
Sorrideva.
Suonò il campanello.
Matteo le aprì la porta.
Notò una serie di pacchi ammassati sul fondo della stanza. Uno era al centro, ed
era pieno a metà.
Doveva essere nel bel mezzo dei preparativi per il trasloco.
Alessia lo guardò negli occhi. Matteo abbassò lo sguardo. Fece entrare Alessia,
e poi chiuse la porta.
Rimasero ancora in silenzio. Dalle serrande abbassate penetravano alcuni raggi
del caldo sole estivo.
Non era un silenzio imbarazzante.
Semplicemente non c’era bisogno di parole.
Alessia tentò comunque di dire qualcosa.
“Ti disturbo?”
“Oh... No” disse Matteo, deciso.
Alessia sorrise. Si guardò intorno.
“Se vuoi posso darti una mano...”
“No, non c’è bisogno. Ormai sono abituato a tutti questi traslochi” spiegò
Matteo, allargando le braccia. Si sedette sul solito divano.
“E’ molto diverso da... quel giorno, vero?”
Alessia pensò al loro primo bacio. Pioveva, e Matteo non stava traslocando. Il
divano era foderato, e gli scaffali e i mobili erano pieni di oggetti e vestiti.
Provò una strana tenerezza. Allora non conosceva ancora Matteo del tutto. Non
avrebbe mai immaginato come sarebbero andate a finire le cose.
“Quante cose sono accadute...” mormorò Matteo, quasi leggendole nel pensiero.
“Sono venuta qui per... Parlarti” disse Alessia.
Matteo rimase in silenzio, aspettando che la sua amica prendesse parola.
“Riguarda quello che è successo. Tu... Mi avevi detto che non dovevo negare, se
non me la sentivo. E io ti avevo detto che non sapevo cosa fare.”
Matteo la guardò, con uno sguardo a metà fra il sorpreso e l’interrogativo.
Seguì Alessia con gli occhi, mentre prendeva posto accanto a lui sul divano.
“Adesso però lo so.”
Sorrise.
Matteo continuava a guardarla, quasi senza capire. Aveva paura di capire
qualcosa di sbagliato, forse.
“Prima avevo paura, ma sono stata una stupida. In fondo io mi fido di te.”
Alessia fece una pausa, fissando il disegno delle mattonelle. Poi spostò di
nuovo lo sguardo su Matteo.
“Come hai potuto pensare che non ti avrei perdonato?”
Matteo sospirò. Si morse il labbro. Alessia lo abbracciò.
“Ti voglio bene” disse affettuosamente la ragazza.
“Ti amo” rispose Matteo.
Sorrise di nuovo.
“Anch’io.”
Alessia sentiva che non si sarebbe mai pentita di quello che stava facendo.
Matteo aveva gli occhi lucidi. Lo baciò piano sulla fronte.
Le serrande erano abbassate, e non si vedeva il cielo. Ma Alessia poteva
immaginarlo, azzurro e terso.
“Troveremo un posto per noi, Matteo” gli disse Alessia, sicura, scostandogli un
ciuffo di capelli dalla fronte. “Oltre le nuvole.”
E
così, questo era l'ultimo capitolo :)! Spero di non aver deluso le aspettative di nessuno... Un forte GRAZIE! a tutti coloro che hanno
letto e commentato... Presto, sotto richieste pressanti, aprirò uno shrine su
Oltre le nuvole ù_ù a chi interesserebbe visitarlo, suggerisco di andare sul mio
blog ogni tanto (il link è nella mia pagina principale). Presto tornerò con
qualche altra storia... Per cui, stay tuned! Nel frattempo, mi raccomando è_é,
recensite in massa Oltre le nuvole è_é! |