The
Other Side of Me
~Sinfonia
del Caso~
Dedica (questa one-shot era stata
pubblicata con questa dedica a luglio, nella raccolta Schegge, che ora
sto ripubblicando e riorganizzando)
Sono
di nuovo in ritardo, accidenti! Che frustrante! Se solo non avessi
avuto il ballo obbligatorio palloso e se la mia grafomania non mi
avesse presa proprio ora: una volta questa era una oneshottina senza
pretese...
Spero
di non aver scritto le stesse cose che stai scrivendo tu, socia. In
tal caso saresti libera di uccidermi e impormi di tornarmene da
Aphrodite.
Anyway,
2 mesi di matrimonio dei nostri Milo&Camus! Lo so che parte di
questa l'avevi già letta, ma è riveduta, corretta
e copiata in
bella. Il p0rnofesteggiamento dell'artropode e del ghiacciolo
arriverà con calma. Perché p0rn?
Perché in un mess tu hai messo
nella stessa frase 'Milo' e 'festeggiare'. E lui si sa come festeggia
;)
La
quercia è dedicata a te. Leggi e capirai!
Note
Frammenti
(divisi in quattro movimenti come una sinfonia, anche se gli esperti
noteranno che i quattro movimenti non hanno le indicazioni
classiche^^) dedicati a Saga ed Aiolos (se continuo a figurarmelo
così candido e dolce finirò col trasformarlo in
Shun), raccontati
in prima persona da vari personaggi, i titoli delle canzoni sono
quelli che la gentilissima modalità di riproduzione casuale
dell'i-pod (tutte tranne la canzone in francese. Se ho fatto errori
nel tradurla sentitevi in dovere di picchiarmi e correggermi) ha
proposto mentre scrivevo, ispirandomi. La parte migliore è
stata,
mentre tracciavo la a
finale di Saga (la brutta, stranamente, l'ho fatta a mano), la
comparsa di un brano intitolato The
Other Side of Me,
che parla... di uno schizofrenico!
Nel
nome della
canzone c'è il link alla musica, nel nome del gruppo il link
al
testo. Alle volte ad ispirarmi è stata una cosa, alle volte
l'altra,
altre volte semplicemente il titolo c'entrava. Ma la Riproduzione
Casuale è l'Amore. E questa fic è un'enorme spam
della musica che
amo, lo ammetto. E delle citazioni fighe. E *guarda male Notre-Dame
de Paris di V. Hugo* un eccesso di angst nel finale. Io non sono
abituata a scriverne. E sì, ci sono anche delle immagini, in
fondo.
E una formattazione che ci ho messo secoli ad ideare nella mia mente
malata e megalomane (dite che è troppo incasinata?).
C'è tuuuutto
xD
~primo
movimento,
lento
SAGA
[Gotthard
– The
Other
Side of Me]
Ti
guardo da lontano, ma non oso avvicinarmi. È come se non
volessi
rovinare un dipinto perfetto aggiungendo una tinta di troppo.
Ti
osservo spesso, sai?
Sei
così bello, così dolce quando ti chini verso tuo
fratello per
dirgli di rialzarsi dopo una caduta. Ma non lo aiuti.
Sei
molto severo con lui. Non vuoi che venga visto come un raccomandato.
Dubito che ciò accadrà: Aiolia è
ancora giovane, ma promette più
che bene e credo che otterrà molto presto l'armatura del
Leone.
Alle
volte lo invidio un po': è così sicuro di
sé e del proprio
destino, come se avesse un sentiero chiaro e deciso tracciato davanti
ai propri passi. E lo invidio anche per un altro motivo: per quanto
ti è vicino.
Noi
siamo amici, credo. Ogni tanto ci alleniamo insieme, e poi ci
fermiamo a riposare e a chiacchierare nell'arena deserta, e spesso ci
rechiamo insieme dal Grande Sacerdote per apprendere i segreti delle
stelle. Dovrei essere felice, dovrei essere grato per ciò
che ho,
eppure... Eppure come vorrei che la tua pura luce illuminasse le mie
ombre, i miei mille e terrorizzanti angoli oscuri. Perché in
fondo
io sono ancora un bambino che ha paura del buio, e vorrei solo
stringerti la mano e aspettare che il tuo sorriso scacci via ogni
cosa.
SHURA
[Judas
Priest – One
Shot at Glory]
Non
è molto che sono arrivato qui al Santuario, ma
già so che questa è
la mia casa, la mia missione, la mia patria, il mio destino e la mia
famiglia.
Tutti
gli anni di addestramento non sono serviti ad altro che a questo: ad
ottenere la Forza per difendere la Giustizia, che qui alberga.
Qualcuno
un giorno mi ha detto che finché non si ha trovato qualcosa
per cui
morire non si ha nemmeno qualcosa per cui vivere... io l'ho trovato.
Ogni
singola pietra ha delle storie da raccontare, ogni lastra del
pavimento, ogni colonna, tutto fa parte di ciò che devo
proteggere.
Questo
luogo è ciò che più amo al mondo.
[Gotthard
– Got
to Be
Love]
Ci
sono due cavalieri più grandi, Aiolos del Sagittario e Saga
dei
Gemelli, che in un certo senso si prendono cura di noi nuovi
arrivati. Oltre a me infatti sono due i cavalieri che hanno ricevuto
l'investitura quest'anno. Uno ha la mia età e sembra
simpatico anche
se secondo me non ci sta del tutto con la testa, e l'altro ha un anno
meno di noi ed è così bello che sembra finto.
Secondo me un po' se
la tira, ma tutto sommato penso che potremmo diventare amici.
Potremmo
se non fossero così appiccicati l'uno all'altro, sempre a
tirarsi
frecciatine, e se non si fossero fiondati sotto l'ala protettrice del
Cavaliere dei Gemelli. Mi vergogno un po' ad ammetterlo,
perché dopo
tutto è un Gold Saint come me, ma non mi piace affatto.
Aiolos
invece è veramente una persona stupenda. Ha anche un
fratello
minore, Aiolia. Dicono che diventerà presto cavaliere del
Leone, e
infatti mi sembra piuttosto forte per la sua età.
È anche un tipo
sveglio e vivace, ed è attaccatissimo al fratello. Anche
Aiolos gli
vuole un gran bene, solo che non è bravo come lui a
dimostrarlo.
E
infatti nemmeno Saga si accorge di quanto affetto provi per lui il
Cavaliere del Sagittario e lo guarda sempre con certi occhioni...
Però
forse dovrei farmi un po' di più gli affari miei.
È
solo che io preferisco osservare piuttosto che partecipare.
[Rhapsody
– The
March of
the Swordsmaster]
AIOLOS
[Gotthard
– Lift
U Up]
Ultimamente
ti trovo più malinconico. Più pensoso, forse.
Anche quando parliamo
mi sembra che ci sia qualcosa che non emerge in superficie. Se solo
sapessi cosa ti turba farei -o almeno ci proverei- di tutto per
sollevarti di dosso il peso che ti angustia.
Alle
volte ti osservo di sottecchi. Sei bello, e quell'espressione assorta
ti dona. Però mi fa soffrire.
[Placebo
– Twenty
Years]
Allora
cerco di tirarti su di morale come posso, ma non è
sorridendo per
farmi contento che starai meglio. Io proprio non capisco
perché non
mi parli e ti sfoghi. Se non lo fai ti ritroverai fra vent'anni
ancora a dibatterti negli stessi dubbi, nelle stesse paure.
-Saga!-
sbotto esasperato -Per la milionesima volta oggi hai la testa
altrove. Come pensi di allenarti in queste condizioni? Hai voglia di
farti riempire di botte?-
-Mi
hai colto impreparato per l'ultima volta, Aiolos del Sagittario.-
risponde, il volto finalmente affilato dalla concentrazione. E so che
stavolta sta facendo sul serio, perché quando mi chiama
così
significa che si è deciso a combattere.
-E
combattiamo, allora, Gemini! Ma non credere di potermi battere. Per
me i tuoi pugni sono carezze!-
SAGA
[Bruce
Springsteen – Downbound
Train]
E
per me le tue carezze sono bruciature. È come lavare il
diavolo
nell'acqua santa.
Aiolos,
Aiolos, cosa stai facendo? Lo sai a chi ti stai avvicinando?
Ma
non dico niente; taccio e poso il capo sulle pietre dei gradini
dell'arena, facendomi da cuscino con le braccia incrociate dietro la
nuca e scrutando il cielo che inizia a farsi scuro, mentre tu lasci
indugiare la tua mano un attimo di troppo fra i miei capelli, che
stavi scompigliando affettuosamente, come fai con il tuo fratellino.
Non
ci sono stati né vincitori né vinti
nell'allenamento di oggi.
Eppure io sento che saremo presto sconfitti entrambi, Aiolos. Stiamo
camminando su una china dalla pendenza leggera, che pian piano ci
porterà giù fino a farci sprofondare... ma che
dico?! Sarò io solo
a sprofondare, mentre tu ti librerai in alto sulle tue ali dorate.
Ogni
cavaliere è fiero della propria armatura, ma tutti ammirano
quelle
ali, simbolo di forza e purezza.
~secondo
movimento,
allegro non
t roppo
Charles
Dubé – Un
Ciel
pour
le
Soleil
AIOLOS
Amo il sole fra i
tuoi capelli
Amo la tua bocca e
i tuoi occhi
Sento la tua risata
nelle orecchie
Tu sei il cielo per
il sole
|
J'aime le
soleil dans tes cheveux
J'aime ta
bouche et tes yeux
J'entends
ton rire dans mes oreilles
T'es le
ciel pour le soleil
|
Mi
dici, lasciando sfuggire alle tue labbra orgogliose un complimento
che forse non volevi pronunciare, che i miei capelli rivaleggiano in
splendore col sole stesso.
Io
rido. -Blasfemo.- ti prendo in giro -Apollo ti punirà. E poi
tu
esageri... gli amici non dovrebbero essere sinceri?-
Ti
osservo, ti stuzzico. Sei veramente mio amico, Saga? Solamente
mio
amico?
Uno
sbuffo, una risatina leggera che ti nasce in gola. La tua solita aria
di saperne di più. Di più su cosa, poi, sciocco?
Non sono tanto
preso nel mio ruolo di Eroico Cavaliere da non conoscere i
sentimenti, da non poter ammirare, per esempio, i tuoi occhi blu e i
tuoi capelli dello stesso colore, come un cielo alla sera, che,
chissà perché, mi danno sempre l'impressione di
un vento leggero
che ci passi attraverso.
La
tua risata mi solletica le orecchie come solo i tuoi -rari,
purtroppo- scoppi d'ilarità sanno fare. Sembra che una mano
invisibile pizzichi le corde del mio cuore e poi gli faccia il
solletico.
-Ma
io sono sincero!- protesti. Ora che ti sei lasciato andare ad una
lode, la difenderai fino alla fine, e non ammetterai mai di avermi
fatto un complimento quasi banalmente poetico. Testardo.
-Mh-mh...
E io sono un Cavaliere di Bronzo.-
-Potrebbe
essere.- mi rispondi indispettito.
L'ho
già detto che sei testardo? E meravigliosamente orgoglioso.
-Avanti,
sarebbe stato gentile da parte tua dirmi semplicemente una cosa
carina. Così invece sembra che tu abbia le allucinazioni.
No,
perché, guarda,- mi prendo fra le dita una ciocca di capelli
-non
emanano nessuna luce. Niente raggi solari o cose così.-
Ormai
non ridi nemmeno. Ringhi fra i denti. Ma sei bello lo stesso.
-Ah,
ma forse,- esclamo con un sorriso birichino -era a questo che ti
riferivi?- e, arrossendo un poco perché mi sento in colpa a
sfruttare le mie energie per un simile giochetto, ardo il mio cosmo
fino a creare una luminescenza dorata intorno a me.
Tu
distogli lo sguardo, quasi ti avessi accecato, e non dici niente.
Ora, più che offeso, sembri quasi imbarazzato. Possibile?
Proprio
tu, Saga?
Percorro
quei pochi centimetri di spazio fra noi e mi siedo proprio accanto a
te. Più vicino di quanto sarebbe opportuno, e meno vicino di
quanto
mi piacerebbe.
-Se
io sono il sole, avrò bisogno di un cielo, non trovi?- ti
chiedo,
con tutta la dolcezza che riesco a mettere nella voce per non
spaventarti. Perché per quanto tu sia forte, alle volte ho
come
l'impressione che ci sia qualcosa che tu temi a renderti fragile come
un bambino. Ma io ne ho di esperienza coi bambini. Non sai quanto mi
ha fatto penare quell'adorabile peste di Aiolia quand'era piccolo.
-Guarda.-
ti ordino, puntando l'indice verso il mare, il nostro amato Egeo.
Tu
ubbidisci con un brivido leggero. I tuoi occhi rispecchiano l'acqua,
inquieti e profondi.
-E,
come il sole, ho bisogno anche di un mare dove affondare ogni sera.-
sussurro, sprofondando il volto nell'incavo della tua spalla, fra i
tuoi capelli e la tua pelle.
SAGA
Ecco, sono un po'
perduto, un po' sorpreso
Del sole nella vita
Di un cielo che
è,
Io credo, tutto blu
per me
|
Voilà,
je suis un peu perdu, un peu surpris
Du soleil
dans la vie
D'un ciel
qui se veut
Je crois
pour moi, tout bleu
|
Improvvisamente
mi perdo, perdo ogni contatto con la mia mente mentre il mio sguardo
vaga sulle onde bordate di schiuma.
È
davvero il tuo respiro quello che sento sul collo? È davvero
il tuo
naso quello che mi sta sfiorando appena, timido? È davvero
il peso
del tuo capo sulla mia spalla?
Proprio
quando credevo di aver imparato a seppellire in profondità
ogni
desiderio per condannarmi sì alla solitudine, ma per non
trascinare
altri con me, ecco che un angelo sciocco mi porge la mano. Come
rifiutare? Non posso.
E
non voglio.
Alle volte la mia
vita
Diventa folle e
senza tregua
Mi lasciano credere
Che si faccia scuro
Per il mio cuore e
i miei pensieri
E per la mia
umanità
|
Parfois ma
vie
Devient
folle et sans répit
Me
laissant croire
Qu'il fait
noir
Pour mon
coeur et mes pensées
Et pour
mon humanité
|
-Ti
voglio bene, Saga.- mormori.
La
testa mi gira felicemente come fossi ubriaco. Sono i momenti come
questi, in cui tu, di solito così tranquillo,
così sensato,
mi stupisci senza darmi il tempo nemmeno di respirare, e la mia vita
diviene folle e allegra come un girotondo di bambini. Allora i miei
demoni non riescono più a lasciarmi credere di essere
perduto; nulla
possono le incorporee fantasie distorte contro la tua tenerezza.
Il
buio però non cessa di esistere anche se minacciato dalla
luce, e
io, ancora stordito e sorpreso, riesco a ricordarmelo. E vorrei in
qualche modo ricordartelo. Mi sento in dovere di farlo.
[Gotthard
– Have
a
Little Faith]
-Io
non credo di essere la persona adatta a renderti felice, Aiolos.-
balbetto.
-Non
hai nemmeno un po' di fiducia in me?- mormori, mettendo su
quell'adorabile aria da cane bastonato. -Sarò io a rendere
felice
te, Saga.--
[Blind
Guardian – Fly]
So
che forse dovrei dirti... raccontarti... di Kanon, per esempio. O di
me stesso. Ma tu mi zittisci prima che io possa cominciare posandomi
un dito sulle labbra.
-Non
voglio sapere. Non voglio sentirti addossarti tutte le colpe del
mondo. Voglio solo che tu mi prometta che farai sul serio, Saga dei
Gemelli.- termini con un sorriso malizioso e imbarazzato, dolcissimo.
Io
ti guardo, mi nascondo nella penombra rassicurante dei tuoi occhi,
sotto le tue belle ciglia, poi rotolo sulle tue morbide guance di
ragazzo e il mio sguardo fa capriole impazzite su quel volto, come lo
incontrasse per la prima volta.
Intanto
il mio cuore batte così forte che credo gli stiano spuntando
le ali
e sia pronto a volare via per la troppa gioia. Me lo immagino
proprio, il mio cuore un po' sciupato, un po' bianco e un po' nero, a
mettere delle alucce dorate per svolazzarmi in petto e non affondare
nei mari oscuri del mio animo.
E
mi rendo conto all'improvviso che non c'è niente da
raccontare,
niente da confessare ormai, ma solo una brillante speranza.
Perché
tu mi hai salvato, Aiolos.
Ah,
quanto può essere cieco l'amore. E già sapevo,
io, sapevo
ma non
ho voluto
guardare avanti.
[Roberto
Vecchioni
– Stranamore]
“Io
non farò altro che esercitarmi a dirti addio.”
Tite
Kubo – BLEACH 15
~t
erzo
movimento,
scherzo
AIOLIA
[Tobias
Sammet – Neverland,
from Avantasia the Metal Opera]
Mio
fratello è così felice che sembra aver contagiato
tutto il
Santuario. Persino Shura, di solito così taciturno e schivo
sembra
di ottimo umore, soprattutto quando è con lui. Brilla di
luce
riflessa.
Ma,
come i fiori quando cala il sole, Shura richiude la sua corolla
quando Los non è in giro, e diventa ancor più
tranquillo del
solito.
Si
è visto sin dal giorno in cui è arrivato, che
adorava mio fratello.
Me lo ricordo bene perché ero già qui, anche se
ancora non ero
Cavaliere. Mi è facile rivedere con gli occhi della mente le
immagini di quel bambino, che a me, più piccolo, pareva
già un
adulto, che tendeva la mano a Los con una certa formalità,
rigido,
curioso e guardingo. E poi si scioglieva, letteralmente. La sua aria
marziale, affascinante e un po' buffa addosso a quel ragazzino dagli
occhi scuri, era evaporata in un attimo alla sensazione di
accoglienza e di calore che Los era riuscito a trasmettergli con una
semplice stretta di mano. Lo capivo benissimo, perché sapevo
che
effetto aveva il mio fratellone sulle persone.
Io
me ne stavo lì, fiero di avere nelle vene lo stesso sangue
di
quell'angelo biondo. Stupidamente felice.
[Gotthard
– You]
Il
fatto è che io somiglio troppo a mio fratello. Se non lo
amassi al
di sopra di ogni altro, Atena esclusa naturalmente, sarei
terribilmente invidioso. Mi rendo perfettamente conto del fatto che
quando la gente mi guarda vede in me solo una copia più
giovane di
Aiolos. Quando lui mi guarda, vede in me solo una
copia più
giovane di Aiolos. Mentre mio fratello, troppo preso da Saga, nemmeno
si accorge di noi.
Eppure
non mi lascio prendere dalla tristezza. Sono contento per lui, che
non merita né la gioia né l'amore: merita
semplicemente il
paradiso.
Parole
portatrici di funesti presagi, quelle. Di sventura e morte che io
ancora nemmeno sospettavo. Poiché il paradiso attendeva
veramente
Los.
SHURA
Anche se voglio
Tutto l'amore che
si può avere in due
Dormire ancora e
sognare
Come fare per amarti
Senza perdermi,
senza distruggermi, distruggermi
|
Même
si je veux
Tout
l'amour qu'on puisse avoir à deux
Dors
encore de rêver
Comment
faire pour t'aimer
Sans me
perdre sans me briser, me briser
|
Vedere
Aiolos letteralmente raggiante dimostra che c'è giustizia
sulla
Terra. La sua gioia sembra proporzionata alla sua bontà:
immensa.
Tutti noi ne siamo rapiti, irradiati. Dagli inservienti della sua
casa al Grande Sacerdote, a nessuno sfugge quel sorriso ineffabile,
quel suo modo di donare calore che sembra amplificato, moltiplicato.
Gli
sorrido e spero che lui non veda.
Mi
alleno al suo fianco e spero che lui non
percepisca.
Lo
so, è indegno essere -dei, che schifo questa parola!-
geloso. Ma
ogni volta che guardo Saga non posso non augurarmi che sappia
prendersi cura del gioiello che il fato gli ha affidato, e non posso
non pensare a come mi sentirei io al suo posto. Dev'essere come
sentirsi il re del mondo, lasciarsi stringere da quelle braccia.
Nemmeno
nel sonno posso trovare rifugio, poiché mi perseguitano
visioni di
quell'amore sfolgorante che si vive solo in due. Nulla a che vedere
con l'aspirazione perennemente insoddisfatta, con la sete che arde
senza pace.
Ma
Atena ci ha insegnato che l'amore è sempre una cosa buona.
Dunque
devo solo imparare ad amare senza frantumarmi un po' ogni volta che
la realtà cozza contro il desiderio, ad usare ciò
che provo per
diventare una persona e soprattutto un Cavaliere migliore.
SAGA
E' certo che io
voglio sentirmi libero di esistere
Come un giorno che
si sveglia
Come un albero al
sole
|
C'est
sûr que je veux me sentir libre d'exister
Comme un
jour qui s'éveille
Comme un
arbre au soleil
|
Sembra
che il mondo sia discretamente scivolato fuori dal mio campo visivo
affinché io possa osservare meglio il volto della gioia. La
felicità
ha occhi del colore del legno, forti e decisi come querce, boccoli
dai toni del grano, il naso che pare quello di una delle celebri
statue della nostra terra, un sorriso di saggio e di fanciullo e una
voce profonda ma delicata.
E
finalmente mi sento libero davvero, libero di svegliarmi con un
sorriso colmo di futuro anziché con le guance secche di
lacrime.
Non importa cosa,
finché tu ci sei
La mia
eternità, a me
|
N'importe
quoi, tant que tu sois
Mon
éternité, à moi
|
~f
inale,
i n
c rescendo
Mozart,
Requiem
“C'è
ancora una macchia. Via, macchia maledetta! via, dico!”
W.
Shakespeare – Macbeth
SHURA
~Look
at this Blood
~Look
at this blood on
Gold
Con
una mano stringo il nastro rosso che ancora sembra tenermi legato
alla luce, mentre sull'altra vedo il sangue, ancora a distanza di
anni. Mi afferro così forte a quel piccolo ricordo di te da
conficcarmi le unghie nel palmo della mano. Ma cos'è questo
dolore
minuscolo in confronto a quello che devi aver provato tu?
Al
dolore che devi aver provato mentre ti lasciavi ammazzare. Da me.
Guarda
come stona con l'oro della mia armatura il sangue che ancora la
imbratta, guarda, Aiolos! Prima che impazzisca, perché non
vieni a
salvarmi come hai fatto con quella bambina? Oh, perché non
l'hai
usata come scudo, perché non sei stato meschino tanto da
farti
odiare, cosicché il tuo ricordo non fosse tanto doloroso?
Perché
non ti sei difeso, perché non mi hai ucciso?
Quasi
non m'importa -perdonami, se puoi, Atena- delle conseguenze delle
nostre azioni, delle mie, delle tue... se solo tu quel giorno mi
avessi ucciso, se solo mi avessi evitato questa tortura.
Ma
no, non era destinata a sporcarsi, la tua anima, del sangue di un
cavaliere tuo pari.
E
allora perché?
Perché...
traditore? Proprio tu, di tutti?
E
maledissi quella dea per la quale avrei dato la vita e per la quale
avevo versato del sangue, l'unico che però non meritava di
essere
sparso.
Aiolos
del Sagittario, il più nobile, il più fedele, il
più valoroso, il
più amato
di noi era
caduto sotto i colpi della mia Excalibur. Quella spada, mio
più
grande onore, mia gloria, avrei voluto strapparmela dal braccio.
E
maledissi me stesso per quel cuore ribelle che detestava ciò
che
avrebbe dovuto proteggere. Mille volte mi maledissi, mentre il dolore
mi torceva le budella, e prendevano a pizzicarmi con le loro tenaglie
roventi i sensi di colpa: poiché colpevole ero, e colpevole
sarei
stato in ogni caso, che avessi protetto Aiolos o che avessi protetto
la bambina.
Ma
cos'avevo fatto? Mi sembrò di aver spento una luce
anziché
ravvivarla.
Caddi
sulle ginocchia, stringendomi con la mano il polso destro, osservando
con occhi sbarrati l'umido rosso che colava fra le mie dita sui
guanti dorati dell'armatura.
Rosso
e oro, come il tramonto e il sole.
Rosso
e oro, come quella fascia fra i tuoi capelli.
Rosso
e oro, come la passione e la luce.
Improvvisamente
quei due colori presero a danzare davanti ai miei occhi stanchi,
appannati, e girarono vorticosamente in un folle caleidoscopio, tanto
da darmi la nausea.
Mi
ripiegai su me stesso, accartocciandomi. Mi sembrava di cadere in un
abisso senza fine, come solo negli incubi accade. Artigli crudeli mi
straziavano il cuore. Volevo urlare, urlare fino a squarciare il
cielo.
-Nobile
Shura, siete ferito?- chiese uno dei soldati.
-No,
sto bene.- gli risposi, facendomi forza. La più grande
menzogna
della mia vita. Infatti la mia voce, troppo abituata
all'onestà e
ancora nuova al dolore, mi uscì come un ringhio soffocato.
Ma
perlomeno uscì.
Riuscii
ad alzarmi e a dirigermi verso la mia Casa su gambe che immagino
malferme, traballanti.
Del
tragitto non ricordo nulla.
Ricordo
però, il giorno successivo, gli occhi di Aiolia. Parola
umana non è
adatta a descrivere la disperazione che esprimevano. Lo spirito
spezzato, la volontà inaridita. Il tradimento.
Il mio, quello
di Aiolos. Che cambia? La disperazione restava, e vi resta ancora, a
distanza di anni. Come una macchia su quel volto che un tempo era
bello e gioioso, e che risplendeva di fiducia, di speranza.
Atena,
non eri tu la dea destinata a portare la speranza agli uomini? Allora
perché siamo sempre sul punto di perderla? Oh, ma io la
conservo
ancora, ben riposta nel fondo del mio cuore, laddove le tenebre non
possono arrivare. Conservo la speranza di trovare un giorno qualcuno
più degno di me a cui lasciare il dono che tu mi facesti, o
dea, e
che ora, macchiato di sangue, tormenta il mio braccio come se vi
fosse davvero conficcata una lama.
AIOLIA
“E'
bello combattere per la giustizia,
E'
bello ma è triste, è così triste.
Ho
visto cadere, cadere nel fango,
Amici
e compagni di tante battaglie
Ed
ogni volta come morire.”
Ermanno
Guerini – Oh, Atena
Di
due persone che amavo, non me n'è rimasta nessuna.
Entrambi
li ho persi in una sola notte. L'uno è stato vittima,
l'altro
carnefice. Uno è morto ma vivrà per sempre nel
mio cuore, l'altro
ancora respira ma il suo cuore ha cessato di battere ed il mio non
può più amarlo.
Ma
non posso e non devo serbargli rancore.
Per
mio fratello, che non conosceva il significato di questa parola.
Per
me stesso, perché non riesco ad odiarlo.
Perché
è il suo dovere quello che ha compiuto, il suo dovere verso
la dea
che anch'io servo.
Rivolgo
lo sguardo al passato, e vorrei aggrapparmici, stringerne ancora un
brandello per non restare così solo.
Invece è il presente a
circondarmi, con le sue mura spoglie e quell'armatura vuota, spenta.
L'armatura del Sagittario, accanto ad un corpo ancor più
spento, che
mi è stato impedito di abbracciare un'ultima volta.
E
in mezzo a questo vuoto desolante, io. Io col mio groviglio di
sentimenti che rifiuta di sciogliersi, che sembra volersi fare
pianto, ma poi diventa lacrima sottile e va a seccarsi sulla mia
guancia, mentre gli occhi bruciano.
Avevo
un fratello un tempo. E avevo me stesso. Ora il suo nome è
infangato, il mio deriso.
Eri
il mio orgoglio, Los, e io speravo un giorno di poter diventare il
tuo. Di poter vedere fierezza sui tuoi lineamenti, guardando il tuo
fratello minore, il tuo allievo. Ed ora, invece? Mi hai lasciato e
sei andato a farti ammazzare. Senza un addio, senza un
perché.
Verdi,
Requiem
“Capisci?
ti amo!”
“Che
amore!”
“L'amore
di un dannato.”
Victore
Hugo – Notre-Dame de Paris
SAGA
~Look
at my Tears
Ti
sogno spesso, sai?
Sogno
di potermi lasciar andare, di poter finalmente sfogare l'amarezza che
mi gonfia il cuore -sempre che io ne abbia ancora uno- e poter
piangere come un bambino. Di poter lasciar scorrere le lacrime salate
fra le tue braccia, di poter implorare perdono singhiozzando. Alle
volte, nelle veglie solitarie e allucinate, quando il buio diventa
abbagliante, e la stanchezza si fa dolorosa mentre il sonno mi
rifugge disgustato, mi pare quasi di poter intravedere la tua ombra.
Allungo una mano, vorrei toccarti, parlarti, godere con te del dolce
pianto. Perché non mi conforti, amico diletto? Ma sono stato
io
stesso a rendermi tuo nemico. E come il fantasma di Patroclo non si
fece abbracciare da Achille, lasciandolo solo e disperato, anche tu
svanisci come fumo. Ma Achille almeno aveva Ettore sul quale
scaricare la sua furia, sul quale perpetrare la sua vendetta. Io chi
ho?
Solo
sogni e ricordi contro i quali accanirmi, coi quali dannarmi e
tormentarmi.
E
sogno di poter vedere il tuo volto sorridere ancora una volta. Una
volta sola, oh, per rivederti anche solo un istante striscerei nella
polvere e nel fango pregando ogni singolo dio, da Zeus ad Ade! Ma
purtroppo io non sono dotato della lira di Orfeo per commuovere gli
dei; ho solo i miei peccati per adirarli.
Vorrei
annegare i miei demoni a forza di lacrime, fino a non vederci
più
per non essere costretto ad assistere ogni giorno alla rovina di
tutto ciò che ho amato. Mi caverei gli occhi come fece
Edipo, e me
ne andrei a menare il resto della mia miserabile vita in solitudine,
mendicando.
Ma
le tenebre calano su di me di nuovo, e sono tenebre ben peggiori di
quelle della vista: mi schiacciano il pensiero e la volontà,
quella
volontà che è sempre stata troppo debole,
nonostante i miei sforzi,
per ricacciare il male in fondo al mio animo.
Ahimè,
quale umiliante sfacelo di me stesso... Tu sei morto, ma io sto
marcendo.
~Look
at our Angel
AIOLOS
“Va'
pensiero, sull'ali dorate,
Va',
ti posa sui clivi, sui colli,
Ove
olezzano tiepide e molli
L'aure
dolci del suolo natal!”
Giuseppe
Verdi – Nabucco
Atena,
abbi pietà di un uomo sconfitto dai suoi demoni. Chi
è costretto
alla resa da forze soverchianti non ha disonore, lui sì.
Eppure non
era così facile resistere, come credeva quello sciocco
orgoglioso e
testardo.
Atena,
abbi pietà per chi è già sepolto da
vivo, nei sensi di colpa,
nelle maledizioni avvolte come ragnatele. Avesti fiducia in lui, in
tempo. Gli donasti la sacra spada. Ora proteggilo, se puoi.
Atena,
abbi pietà per chi si crede perduto e abbandonato. Trasporta
questa
debole ombra a sostenere con le sue ali dorate il giovane cavaliere
che ora viene odiato e disprezzato a causa sua.
Atena,
conserva un pensiero per me che ti attendo negli inferi, e con
strazio ripenso al colle del Grande Tempio e alla luce del sole.
Kyrie
eleison
*Lo
so che lo sapete tutti, ma io lo metto: Edipo, dopo aver scoperto che
la donna che aveva sposato e con la quale aveva avuto dei figli era
sua madre, si cavò gli occhi per il dolore, si
allontanò da Tebe e
trascorse il resto della vita mendicando.
E
sì, eccesso di mitologia per Saga. Me lo immagino molto
ferrato sui
miti della sua terra. E per quanto riguarda la parte di Achille che
vorrebbe abbracciare il fantasma di Patroclo vi consiglio vivamente
di leggere l'Iliade. Ci sono delle parti, come quella, tutt'altro che
pallose. Anzi, lì stavo veramente per commuovermi.
Omero-sama [xD]
ha inventato lo splatter e l'angst. Su, amatelo!
Kyrie
eleison in greco significa signore pietà,
o signore, abbi benevolenza.
È una parte della liturgia della messa, e anche della messa
da
requiem, come, appunto, quelli di Verdi e Mozart linkati sopra. Anche
se non sono credente, per qualche motivo quelle due parole mi mettono
i brividi. E ci stavano dannatamente bene.
...ehm,
dite che ci sono andata giù troppo pesante nel finale?
Morti, feriti
o suicidi fra il pubblico?
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