I giganti facevano sul serio e non si sarebbero arresi prima
di aver
combattuto duramente.
Surtr, al fine di limitare l'efficacia dell'alleanza
umani-dèi, decise che lo sforzo bellico sarebbe stato
intensificato.
Þrymr, l'alleato di Jötunheimr,
incontrò
il gigante di fuoco alle porte di Miðgarðr
per stabilire
con lui la strategia da seguire.
- Maestà, i nemici si coalizzano per respingerci con
maggiore forza; propongo pertanto un intervento deciso e coordinato per
imporre la nostra superiorità e far volgere definitivamente
a nostro favore lo scontro.
- Bene, Surtr, sono d'accordo. Che idee hai?
- Se non possiamo intensificare la guerra in Islanda, lo faremo
esportandola altrove.
- Intendi dire... che vorresti attaccare Miðgarðr
anche altrove?
- Certamente. Ricordate il motivo per cui attaccammo l'Islanda e non
altri luoghi? Era legato alla vicinanza di quella terra ai confini del
mondo: conquistando l'isola, ci saremmo accaparrati un'importante
avamposto per attaccare poi tutta Miðgarðr.
- Sì, ricordo. Hai dunque modificato la tua opinione?
- In parte. Continueremo lo sforzo in Islanda ma lo affiancheremo ad un
attacco alla patria di quegli stessi uomini con cui stiamo combattendo:
la Scandinavia.
- Non potrebbe accadere che, così facendo, le forze siano
troppo sparse per risultare realmente efficaci?
- Forse. Ma pensate a cosa significherebbe vedere la propria patria
invasa da noi: ci sarebbero panico, sconforto e
disorganizzazione. Questa, Altezza, è una strategia
psicologica prima ancora che bellica: lo scopo è piegare la
resistenza nemica dall'interno, fino a farla implodere definitivamente.
- Comprendo. É un piano interessante, penso valga la pena di
prenderlo in considerazione.
- Sapevo che avrei potuto contare su di voi, maestà! - fece
soddisfatto Surtr.
Non passò molto tempo perché Þrymr si
decidesse definitivamente.
Jàrnsa,
moglie di Baldrir, osservava il mare dalla piccola piazza del villaggio.
Esso sembrava sempre lo stesso, come sempre gli stessi erano gli
abitanti di quel luogo e tutto ciò che ella poteva vedere.
Tutto era uguale a prima, tranne ciò che la addolorava
allora: l'assenza del marito.
Quel mare così agitato per i forti venti pareva riflettere
lo stato del cuore in tumulto della donna, priva di notizie di Baldrir
da alcune settimane.
Cosa può
essergli successo? - si domandava in preda all'ansia,
conquistata dall'angoscia dell'incertezza. Ella era per natura una
ottimista e ciò la aveva spesso aiutata non poco, in
precedenza; eppure ora sentiva che non sarebbe più bastato.
La vita, spesso, si dimostrava ostile e Jàrnsa, che era una
persona tranquilla e felice con poco, si sentiva tradita da
quella stessa vita che, tuttavia, amava ancora.
Vita, vita,
perché mi fai questo? Io ti ho sempre amata come una figlia.
Si voltò per tornare a casa: era inutile piangere.
Percorse pochi metri, con la mente offuscata da pensieri malinconici,
quando udì grida convulse venire da svariate parti del
villaggio.
Alcuni correvano, altri gridavano senza pensare a cosa dicessero, altri
ancora si barricavano nelle abitazioni.
Sorpresa ancor più che spaventata, Jàrnsa
riuscì infine a trovare qualcuno che le spiegasse cosa
stesse avvenendo.
Un soldato, armato di tutto punto e con un'ascia di guerra in mano, le
spiegò che stava giungendo un attacco temibile sul villaggio.
- Da parte di chi, buon uomo?
- Beh... non ha importanza, ora corri a casa tua e restaci! Non uscire
per nessun motivo!
Ora la paura arrivò.
Ignorando ancora le proporzioni e la natura di quell'evento,
Jàrnsa corse finché le gambe glielo permisero,
poi finalmente arrivò in casa. Tutto intorno era deserto.
Chiuse la porta bloccandola con assi di legno e qualsiasi cosa massiva
le capitasse tra le mani; poi aprì appena una finestra per
sbirciare attraverso.
Fuori c'erano dei soldati, molti dei quali equipaggiati come l'uomo che
aveva incontrato poco prima, che correvano convulsamente, dirigendosi
verso le montagne, a nord est. Il nemico, chiunque fosse, stava
scendendo dai monti.
Rimase a guardare, più per paura che per
curiosità, infine vide delle sagome particolarmente massicce
farsi largo tra la vegetazione e arrivare nel campo vicino alla sua
casa, ove si erano radunati diversi soldati.
Quando furono abbastanza vicini, riuscì a percepire le loro
effettive dimensioni.
- Sono... giganti!
L'ultima cosa che ricordò di aver fatto, prima di svenire,
fu l'aver emesso un grido acuto e penetrante.
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