Oltre il Vetro

di stellysisley
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Oltre Il Vetro


Siete mai stati in un reparto di neuropsichiatria?

I ricoverati stanno dietro una porta blindata, attraversata da un vetro: la loro unica finestra sul resto del mondo.

E finisci per pensare che quel vetro, poi, se lo portino dentro, come schermo sul resto del mondo.

Per la maggior parte dei visitatori, quella porta blindata resta chiusa.

Pochi l'hanno oltrepassata, pochi hanno visto le finestre inchiodate in ogni camera, in ogni corridoio, i prolungamenti di ferro a lato dei letti, le porte di ogni stanza blindate, forate solo da uno spioncino.

Ma non serve andare oltre quella porta: l'angoscia del reparto di neuropsichiatria si percepisce appena varcata la soglia dell'atrio.

Lì si respira la disperazione.

I ricoverati nascondono un dolore troppo grande per loro, nei loro occhi leggi un disperato grido di aiuto, che divora loro l'anima, il cuore, le speranze.

Un dolore che molti medici tentano di soffocare negli psicofarmaci, che molti psicologi credono di esorcizzare restando seduti dietro un tavolo a prendere nota di tutto quello che il malato dice, per poi psicoanalizzarlo.

Fanno paura, quei ricoverati.

Ricordano a tutti quelli che li guardano che non c'è nessun motivo particolare per cui sono loro a ritrovarsi lì: lì, potrebbe finirci chiunque.

A chiunque potrebbero venir meno le forze nel momento più importante, nella testa di chiunque potrebbe entrare il seme del dolore, della rabbia, del non sentirsi amati, chiunque potrebbe cedere.

E' un reparto per casi disperati, ma tu, che entri da persona libera, da semplice visitatore, ti chiedi come possano guarire in quel carcere.

Come possano guarire davvero, se quel vetro diventa sempre più spesso.

Se nessuno tenta di stabilire un sincero contatto con loro.

Solo chi sa andare oltre il vetro può sperare di ottenere qualcosa, di salvare realmente una vita.

Agli altri, seppur dottori laureati con il massimo dei voti, sfugge qualcosa.



Angolo dell'Autrice

Penso che la mia ultima creazione si spieghi da sola... è nata spontanea, senza pretese, come tutto quello che scrivo.

Una sola precisazione: non intendo dire che tutti i medici e tutti gli psicologi che lavorano in reparti come questo sono degli incapaci, altrimenti non si spiegherebbero le due frasi conclusive.


* Stelly *





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