Mononoke
Quattro stagioni.
Quattro momenti
dell’esistenza umana.
Momenti sfuggevoli come le
ore di una meridiana…
Haru: Primavera
Infanzia
Nao mitashi
Hana ni akeyuku
Kami no kao*.
Scappa. Sfugge dallo
sguardo della sua tutrice.
Vuole rivederlo, sa che lui
tornerà. Sa che mai dimenticherà la sua promessa.
È il suo signore.
Il vento scompiglia la
bruna capigliatura, mentre corre sul manto erboso.
La seta del suo kimono
sfiora la tenera erba, un fruscio armonioso. Sorride felice, mentre il
cuore batte veloce nella cassa toracica.
Si ferma.
Osserva la collina dove,
una figura la aspetta. Ride contenta, mentre riprende, a correre.
È impaziente, è impetuosa
come la sua età.
È ancora una bambina.
Per lei tutto è ancora un
gioco, una scoperta.
Arriva dinanzi a lui. Alza
il viso arrossato, mentre ansima per lo sforzo della corsa. I capelli
sono tutti scomposti, il bel kimono è sciupato.
Avrebbe dovuto tenere conto
della sua persona, ma l’irruenza ha avuto il sopravento. Sorride
felice, mentre lo osserva.
-Ben
tornato Sesshoumaru-sama, Rin è molto felice di vedervi-.
Parla ancora in terza
persona, è la stessa di tre anni fa. Nulla è mutato, è pura e semplice
come, quando le ha ridato la vita…due volte…
La guarda dritta negli
occhi. I quegli occhi neri ancora puri.
-Siete
felice di rivedere Rin?-.
Si azzarda a domandare,
intanto china il capo di lato in attesa di una risposta.
Lui fa un leggero cenno con
il capo facendo ondeggiare la candida frangia.
Gradisce la sua presenza.
Una risata spezza il vento,
che leggero accarezza le due figure.
Ride gioiosa.
Saki midasu
momo no naka yori
hatsu-zakura*.
Lui la osserva ridere. È
incontaminata.
È degna di un suo dono.
L’antico servo Jaken si
avvicina portando tra le mani qualcosa.
Luccica sotto il sole di
primavera.
Soffice seta color dei
petali di ciliegio.
La bimba rimane incantata.
-È
per Rin?-.
Domanda incredula, intanto
le sue mani paffute si allungano verso quel dono.
Lui annuisce, mentre il suo
servo la riprende.
-Certo
sciocca! Il Sommo Sesshoumaru ti ha ritenuto degna di un suo dono-.
Lei di nuovo ride, intanto
accarezza la stoffa. Le piace.
-Che
impudente! Dovresti ringraziare il Padrone-.
La piccola sobbalza. Ha
sbagliato. Abbassa il visino mortificata e sussurra.
-Perdonate
Rin, Sesshoumaru-sama. Lei è molto felice del kimono ricevuto-.
-Lo
so-.
Poche parole ferme e
pacate.
Lei rialza il viso e
ritorna a sorridere.
Lei gli dona la sua
allegria.
Stringe al petto il kimono
e comincia correre intorno a lui, che la osserva.
La guarda correre
spensierata, sa che questo terminerà.
Sa che l’infanzia finirà.
-Rin-.
Lei si ferma di botto. Lo
guarda, intanto lui si volta e si allontana.
Il tempo concesso è
terminato. La piccola è triste.
-Non restate con Rin
ancora un po’?-.
Domanda tristemente.
Il vento continua ad
accarezzare quelle due figure.
Lui si ferma e risponde a
quella domanda della piccola infante.
-No-.
Riprende a camminare. La
piccola è triste, ma s’impone di non piangere.
Stringe di più tra le mani
il suo dono, ma poi impudentemente corre di fronte a lui.
Lo ferma.
China il capo, in segno di
rispetto.
-Tornerete a trovare
Rin?-.
Lui la guarda. Lei rialza
timidamente il visino paffuto e lo guarda dritto negli occhi.
Attende. Aspetta una sua
risposta.
Lui annuisce con il capo.
La piccola ritorna a
sorridere.
-Grazie
Sesshoumaru-sama, ora Rin è felice-.
China di nuovo il capo e
ritorna dalla sua tutrice che la chiama.
Lui la osserva scendere il
pendio e ritornare da quell’anziana miko.
Presto tornerà da lei, ma
la troverà cambiata…mutata.
Continua...
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Sono consapevole che ho
troppe storie in sospeso, ma questa ha qualcosa che mi lega a una
persona.
Le haiku che troverte qui,
in questa storia, fanno parte di una raccolta che mio fratello maggiore
mi regalò, quando ho compiuto 18 anni.
Ora lui non c’è più da 6
mesi e per ricordarlo ho voluto inserirle qui, in questa breve storia
di 4 capitoli. Ogni capitolo sarà una stagione di vita...
Traduzione:
Prima
haiku:
Ancora
vorrei vedere
tra i
fiori all’alba vagare
il
volto del dio.
Seconda haiku:
Tra
fiori di pesco
che
sbocciano ovunque
il
primo fior di ciliegio.
Haiku di Bashô (1644-1694)
Mononoke:
è il titolo della mia fanfiction, ma ha un significato. Infatti,
secondo la cultura nipponica chi convive con un Youkai (spettro o
demone) viene definito appunto mononoke. Però alcuni studiosi hanno
anche classificato questo termine con spirito vendicativo, per capire
meglio basta vedere il film di animazione “Mononoke Hime” tradotto in
italiano “La principessa Mononoke”.
Con questo è tutto al
prossimo capitolo Natsu: estate.
Ringrazio chi leggerà
questa pazzia ^^.
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