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alla Caccia alle Uova su FanWorld.it, prompt 15!
Ed è lui: il mitico Haruka san! Quando era vivo, nel pieno
della giovinezza, nel pieno del suo splendore. E per come lo vedo io
è un personaggio secondario che, oltre ad apparire poco nel
manga, non compare quasi mai nemmeno nelle ff.
L'albero di ciliegio
Haruka Doumeki camminava, lo sguardo basso, perso nei suoi pensieri.
Si trovava in una strada di quartiere, una zona in cui si era recato
raramente.
Continuava a pensare al sogno che aveva fatto quella notte.
Davanti a lui vi era un immenso ciliegio, si poteva capire
anche solo alla prima occhiata che doveva essere veramente vecchissimo
e l'aura che emanava aveva un profumo capace di inebriarlo.
Ma i suoi fiori, quei piccoli meravigliosi boccioli rosa, cadevano. E
lo spettacolo di quella pioggia gli strinse il cuore.
I fiori non oscillavano fino a terra portati dal vento, no: piombavano
inesorabilmente al suolo, come fossero pesanti, come fossero privi di
un qualsiasi tipo di linfa vitale.
L'intero albero era avvolto da scuri tentacoli che, avvolgendosi al
tronco, ai rami ed in profondità alle radici, lo soffocavano.
Nell'aria si sentì d'improvviso un pianto e quando il
custode del tempio si voltò, cercandone la fonte, una voce
di bimba risuonò in quella rovina.
-Salvalo, ti prego...-
Arrivato ad un crocevia il giovane esorcista si fermò
alzando di scatto lo sguardo, riconoscendo davanti a sé il
triste protagonista del suo sogno.
Il ciliegio si levava maestoso alle spalle della diramazione delle
strade, l'aria malata di un albero troppo vecchio.
Ma Haruka sapeva che era solo apparenza: la vita del vegetale era stata
accorciata dallo spirito che l'aveva attaccato.
Bramosia di potere.
Questa era la motivazione.
Gli incroci sono luoghi magici ma ormai la gente iniziava a
dimenticarlo con troppa facilità. L'albero che era cresciuto
in quel luogo aveva intrecciato la magia alle proprie radici e, guidato
dallo spirito buono dentro di sé, era divenuto il guardiano
di quel crocevia, spargendo la propria buona fortuna sui passanti,
proteggendoli dagli incidenti e dalle cattive scelte, dalle sbandate
che potevano prendere scegliendo una strada al posto dell'altra.
Probabilmente aveva sorvegliato in silenzio quel luogo per molto tempo,
fino all'arrivo di quello spirito oscuro.
Il nuovo arrivato che desiderava controllare il crocevia era di una
specie fortunatamente in via di estinzione.
Non c'era un nome preciso col quale venissero conosciuti ma tutti
sapevano quale fosse la loro peculiarità: trovavano il luogo
adatto, vi si insediavano, aspettavano il passaggio di altre creature.
E si cibavano della buona fortuna del malcapitato.
Il custode del tempio slegò il panno che proteggeva
ciò che aveva portato dalla sua dimora con sé.
I raggi del sole si fecero strada tra le nuvole di quella fresca
mattina ancora umida di rugiada, illuminando un arco e delle frecce,
frecce particolari, da esorcismo.
Haruka Doumeki prese attentamente la mira alla base del tronco, laddove
la presenza dello spirito affamato era più forte,
più imponente.
Fece un respiro lento, buttando fuori l'aria, rilassando le spalle,
tirando la corda, quasi senza battere le palpebre, lo sguardo
concentrato sul bersaglio.
Successe tutto in pochi secondi: l'arciere rilassò le dita,
liberando la corda, scoccando la freccia, e questa compì una
lieve parabola, veloce come il vento, colpendo nel punto vitale il
mostro.
Nel momento in cui questo venne toccato dalla freccia l'aria fu
trafitta da uno stridulo grido di dolore, i lunghi tentacoli del mostro
che si muovevano appena prima di svuotarsi, come se l'interno fosse
rimasto vuoto, e rimpicciolire, raggiungendo il corpo principale.
Fu questione di pochi attimi e quello scomparve definitivamente,
esorcizzato, lasciando solo la freccia a brillare nel punto dove tutto
era successo, prima che con un leggero suono questa cadesse a terra.
E il vento riprese a soffiare, portando i rumori del resto della
città ed il profumo, finalmente leggero, di quei fiori di
ciliegio.
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