le spire della serpe
Per chi non legge le scans il pair AyaLulu è decisamente spoiler ù.ù
Io che adoro lo Shojo ai non ho potuto non metterlo <3 E'
palesissimo, sappiatelo <3 Lo adoro quanto lo ShiroganeAkira
<3<3
Spero che comunque la lettura sia gradita :3
*Fandom: Monochrome factor
*Pair: AyaLulu
*Prompt: Le spire della serpe
Le spire della serpe
Lulu è una piccola serpe, una di quelle
ragazzine che sorridono con compiacenza in ogni istante ma aspettano
l’esatto momento della distrazione nemica per attaccare. Letale
è il veleno che circola nelle sue vene, fin troppo ipocrita il
sorriso che piega le labbra imbellettate.
Aya lo sa, lo sa fin troppo bene.
Ha fatto i conti con quella bestia immane che il suo bel faccino
nasconde, quel mostro che le deforma il petto e l’espressione
fino alla fine della battaglia.
Così mostruosa nell’istante di più grande disperazione – simile quasi agli uomini in questo.
Lo sa perfettamente, Aya, che razza di mostro è in realtà
Lulu. Ha toccato con mano la serpe che nasce dai più turpi
sentimenti.
Il problema, però, non è tanto comprendere questo punto d’inizio, quanto piuttosto regolarsi di conseguenza.
-Ma come? Non siamo forse amiche?-
Quasi seccata quella volta lo disse credendo di avere già la risposta tra le labbra.
Ovviamente sì, altrimenti non avrebbe certo guardato l’altra ragazza con un’espressione offesa a dir poco.
Aya non avrebbe osato dirle di no – anche se poco ci era voluto
davvero, a farle fare una figuraccia assurda davanti a tutti quanti.
Quella ragazzina tirava troppo la corda, e le era stata vicina da solo
una mattinata.
Stupida, se l’avesse allontanata subito non avrebbe riscontrato
più alcun problema – solo un timpano in meno da poter
usare.
E invece ora si ritrova invischiata in qualcosa che difficilmente intendeva.
Proprio come una serpe che, nel catturare la preda, la stringe tra le
sue spire fino a soffocarla per poi inghiottirla tutta intera, Lulu
avvolge candidamente le braccia attorno al suo braccio, senza lasciarla
più andare – e con quella voce fintamente innocente trama
ogni subdolo inganno.
Non sa, Aya, quanti anni ha sulle spalle quella piccola Shin. Troppi da contare.
In tutto questo tempo, come non si può credere che abbia
assottigliato la sua arte? Come si può credere che – dopo
tutti quei minuti passati – le sue intenzioni conservino ancora
qualcosa di sincero?
Traballa in cuore, pur non ammettendolo, perché sarebbe
più semplice e di sicuro più proficuo lasciarsi andare
all’affetto. Almeno fintanto che il gioco regge.
Quanto durerà il sorriso di Lulu?
Fino a quanto le sue labbra resteranno piegato in un’espressione di gentile interesse?
-Ma come? Non siamo forse amiche?-
Quale domanda più insidiosa di quella.
Rispondere una frase vuota ha segnato la condanna definitiva di Aya.
Né sì né no, una via di mezzo, una cosa che non sa
né di nero né di bianco.
Perché Lulu e Aya mescolano i colori, non sono definite in uno stampino preciso.
C’è del nero in Aya così come c’è del
bianco in Lulu – e questa è la tragedia immane, un grigio
che non sa di niente eppure di tutto.
Rimanendo semplicemente in bilico, Aya continuerà a guardare di sottecchi la giovane ragazza.
Anche quando questa piegherà il sorriso alla malizia, anche
quando si avvicinerà alle sue labbra pretendendo forse qualcosa
di più di una semplice e casta amicizia.
Perché Aya non se n’è ancora accorta – ma per
quanto tema le spire di quella dannata serpe dal volto infantile ci
è già dentro, completamente avvolta.
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