4_Malattia...
~ Malattia... ~
Avevamo appena litigato,
niente di nuovo, una cosa abituale, sotto certi punti di vista, almeno
da parte mia: non ero ben sicuro che quelle che io reputavo discussioni
lui le considerasse alla stessa maniera.
Fatto stava che me ne ero andato, infuriato: ho un limite di sopportazione anche io, come tutti gli esseri umani eccetto lui.
Sfortuna aveva voluto,
però, che nel mentre girovagavo per la città, cercando di
sbollire la rabbia, avesse iniziato a piovere.
Fosse stata, poi, una
pioggerella, avrei anche capito, ma quella che era scoppiata era stata
ben più di una pioggerella: un vero e proprio nubifragio.
Nel giro di pochi,
brevissimi minuti mi ero ritrovato zuppo fino al midollo e talmente
infreddolito che a stento riuscivo a camminare, tanto mi tremavano le
gambe.
Poi, mentre ero seduto sul
bordo della fontana centrale, ecco che torna lui, sotto il suo solito
ombrello nero, chee con il suo solito sorriso inquietante e al tempo
stesso gentile stampato in faccia mi porgeva un mantello asciutto.
E ora, grazie a lui, o forse sarebbe stato più corretto dire per colpa sua, me ne stavo accoccolato sul divano, ravvolto in tre coperte invernali, i capelli che ancora mi gocciolavano sul viso.
Eppure, nonostante ciò, tremavo ancora: evidentemente non mi ero ancora scaldato a sufficienza.
Starnutii, per l’ennesima volta, e tirai su col naso.
- Gil-kun, ti porto un’altra coperta ~? -.
A quella domanda a sorpresa
nell’altrimenti silenzioso soggiorno saltai su, spaventato, e mi
girai verso l’albino alle mie spalle, il quale mi stava porgendo
una tazza di quello che innegabilmente doveva essere thé, e
anche molto caldo, a giudicare dalla voluta di vapore che vi usciva.
- Break, non arrivarmi alle
spalle così di soppiatto! - esclamai, stizzito, ma con il naso
chiuso il tono perdeva qualsivoglia nota minacciosa, difatti Xerxes
rise, cosa che mi urtò parecchio.
- Mi sembrava che tu dormissi - si giustificò.
- E verresti a svegliarmi solo per chiedermi se voglio un’altra coperta?! -
- No, ma avvicinandomi ho notato che eri sveglio e che tremavi ♪ -.
Lasciai cadere il discorso: era inutile continuare a discuterne, perché tanto non saremmo arrivati da nessuna parte.
Schiusi il confortevole,
multiplo guscio di coperte e presi la tazza che Break mi porgeva,
soffiandovi sopra e sorseggiando con calma: in fondo, avevo fretta di
andare da qualche parte?
Starnutii di nuovo, rischiando di rovesciarmi addosso il thé.
Break scosse il capo, contrariato.
- Quando hai visto che stava piovendo saresti dovuto tornare a casa -.
Abbassai lo sguardo e lo puntai da un’altra parte, a disagio.
- Non volevo vederti - replicai a mezza voce.
Xerxes tacque alcuni istanti, poi sentii il suo peso sulla mia schiena e una sua mano posarsi sulla mia fronte.
- Uhm... non sei caldo - osservò.
Gli scansai il braccio in malo modo.
- Non ho la febbre,
altrimenti sarei moribondo! - ribattei, irritato e imbarazzato da tutte
quelle attenzioni: ricordavo bene ciò che mi provocava la febbre
ed ero decisamente in salute, almeno in parte.
- Però tremi
ancora... ~ - osservò allegramente l’albino, suscitandomi
una vampata di calore in tutto il viso.
Affogai il mio imbarazzo in un lungo, lunghissimo sorso di thé.
Ad un tratto sentii la mano di Break arrivarmi ai capelli, iniziando a giocherellare con alcuni ciuffi ancora bagnati.
Sollevai il viso dalla tazza e starnutii; poi terminai il thé.
Restituii la tazza all’albino, che sparì di nuovo oltre la soglia della cucina.
Starnutii altre volte,
infine mi abbandonai sdraiato sul divano: mi sentivo improvvisamente
stanchissimo e le palpebre si erano fatte pesanti.
Stavo per cedere al sonno,
quando sentii un’altra coperta venirmi gettata addosso, azione
che riuscì a non farmi cadere addormentato.
Sbattei più volte le palpebre, cercando di chiarire la confusa visione che avevo di ciò che mi circondava.
- Gil-kun, hai sonno? - mi chiese Break.
Mi misi seduto e scossi la testa: no, non volevo andare a dormire.
Era ancora presto e io dovevo preparare la cena.
Feci per alzarmi, ma ricaddi pesantemente giù: le gambe non mi reggevano più.
- Gil-kun? -.
Sentii la mano di Xerxes
posarsi di nuovo sulla mia fronte, ma stavolta la avvertii molto
più fredda di quanto l’avevo percepita prima.
- Gil-kun, stai bruciando - constatò l’albino con un tono infantilmente sorpreso.
Tolsi la sua mano dalla mia
fronte e tentai di nuovo di alzarmi: stavolta le gambe ebbero un
tremito e cedettero, ma lui portò una mano attorno ai miei
fianchi, sorreggendomi.
- Coraggio, Gil-kun, a nanna ♥! - esclamò.
Scossi debolmente il capo.
- Insisto - replicò più duramente l’albino.
Starnutii e mi scoppiò un mal di testa tremendo.
Ecco, ora forse mi stava venendo la febbre.
A sorpresa, e prima che
potessi rendermene conto, Xerxes mi aveva preso da sotto le ginocchia e
sollevato da terra, ancora mezzo avvolto nelle coperte.
- E-ehi, che cosa stai...?! -
- E ora, a letto ~! Non sei
in condizioni di fare niente! - mi rimproverò allegramente
Break, trasportandomi verso la camera.
Quando Xerxes si mosse ebbi
un moto di paura quasi istantaneo e mi allacciai istintivamente al suo
collo, azione che fu seguita da un risolino divertito da parte di lui.
Mi trasportò fino a letto e qui mi depose, con il mio fagotto di coperte.
- E adesso dormi ♥! - esclamò, sorridendomi, per poi girarsi, facendo per andarsene.
Io, senza che neppure l’avessi fatto coscientemente, allungai una mano a trattenerlo e lui si volse di nuovo a fissarmi.
Mi sentii a disagio sotto il suo sguardo: dovevo sembrargli come un bambino che aveva paura di dormire da solo e al buio.
- Sì, Gil-kun? - mi chiese.
Tacqui alcuni istanti, imbarazzato dal momento che io avevo creato.
L’essere malato mi rendeva sempre debole, e quella ne era solo un’ulteriore prova.
Infine, dopo sconclusionate riflessioni, decisi di dirglielo: - Non... lasciarmi solo -.
Nella sua pupilla, che a
fatica distinguevo nelle semitenebre della stanza, scorsi debolmente
una scintilla di autentica sorpresa, una cosa rara da trovare nel suo
sguardo.
Ero rassegnato ad un no,
oppure ad un semplice “buonanotte” e ad essere lasciato
solo con il mio malessere, ma inaspettatamente lui mi sorrise e si
sedette sul bordo del letto, protendendo una mano a carezzarmi il viso.
- Dormi... - mi ripeté in un labile sussurro.
Non servì ricordarmelo, perché ormai ero senza più forze.
Ero già sulla soglia
del sonno, quando sentii le sue labbra appena umide sfiorarmi
dolcemente la fronte, in un piccolo e casto “bacio della
buonanotte”.
Sorrisi appena, mentre le palpebre calavano e finalmente mi lasciavo andare ad un sano “sonno ristoratore”.
- Notte... - sussurrai in ultimo, prima che il sonno mi avvolgesse del tutto.
Angolino autrice
Ed ecco il terzo capitolo! -^^-
Mi sono fatta aspettare un po', ma alla fine la dea Ispirazione mi ha graziata *-* e infatti eccomi di nuovo qui!
Ringrazio xXxNekoChanxXx per la recensione dello scorso capitolo e chi, come sempre, segue silenziosamente.
Quindi, al prossimo chappy! ^^
F.D.
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