Come
in un sogno ∞ Like a Dream
«
No James... Non posso proprio farlo! »
«
E dai Rem! Almeno per una volta... Dammi una mano! Solo per questa
volta... »
«
James, ti ho già detto di no. E' una mia amica, non posso
farle una cosa del genere. »
«
Ti prego, ti prego, ti prego, ti prego, ti prego, ti
prego, ti prego, ti prego, ti prego!!! »
Erano
le 23h50 del 17 maggio 1976, e nella sala comune dei Grifondoro non
era difficile scorgere due ragazzi parlare tra loro. Il primo, magro,
sciupato, il suo viso era stanco, segnato da numerosi, piccoli
graffi; i capelli di un chiaro biondo cenere; gli occhi celesti
esprimevano tutta la sofferenza provata dal ragazzo in quel momento,
a causa dell'amico. Il secondo, alto, magro, con un fisico scolpito;
i suoi profondi occhi nocciola imploravano l'altro giovane di dargli
una mano, e mentre cantilenava per l'ennesima volta la stessa frase
(ti prego, ti prego, ti pre..........) si passava
distrattamente una mano tra i folti, disordinati, indomabili capelli
neri.
Il
primo, Remus John Lupin, era abituato alle frequenti e pressanti
richieste dell'amico, così ascoltava svogliatamente e
distrattamente i suoi “geniali” piani, leggendo un libro
di sole 950 pagine nel frattempo.
Il
secondo, James Potter, invece, si era infervorato spiegando
all'amico il suo astutissimo stratagemma per fregare (di nuovo) la
Evans. Mentre parlava i suoi dolci occhi nocciola si illuminavano,
scintillavano, dando modo a tutte le ragazze della sala di sospirare
rumorosamente in coro a ogni minimo bagliore. Il giovane però
non ci badava, poiché i suoi sospiri erano tutti, dal primo
all'ultimo, senza eccezione, riservati alla ragazza che sedeva su una
poltrona vicino al fuoco, immersa nella lettura di un libro, e che
mai avrebbe sospirato guardandolo. James la osservava con la coda
dell'occhio, e la vedeva sollevare lo sguardo dal libro per ridere
alle battute di un'amica, per legarsi i folti e ribelli capelli
rossi, per fare una carezza al suo inseparabile gatto...
Fortunatamente, proprio
in quel momento un affascinante Sirius Black uscì sbadigliando
da una stanza, la cui porta d'ingresso recava l'inconfondibile
scritta
I
Malandrini: Lunastorta, Ramoso, Felpato e Codaliscia
vi
danno il benvenuto.
[Chiunque
abbia buone intenzioni, è pregato di sparire all'istante.]
che
era stata evidentemente modificata da più persone a più
riprese.
Appena
vide Remus appollaiato su una poltrona, con le mani fra i capelli, e
James saltellargli intorno per convincerlo (la quasi infallibile
tattica di quest'ultimo era infatti prendere le persone per
sfinimento), capì che forse era meglio intervenire.
«
EHI, REM, JAMIE... CHE DIAVOLO FATE? »
Urlò nel bel mezzo della sala comune. Sapeva che la Evans li
avrebbe sentiti e avrebbe rimediato lei ai danni di James, prima
ancora che lui potesse farne.
Infatti...
«
BLACK! POTTER! Per Godric come vi viene in mente di urlare a
quest'ora della notte?? Ci sono i più piccoli che dormono,
persone che leggono! Un po' di rispetto diamine! »
Sbraitò lei, alzandosi rapidamente dalla
poltrona.
«
Veramente, Lily, a me sembra che sia tu ad urlare... »
Ghignò Sirius.
«
Black, fai del sarcasmo? Non mi sembra il caso, sono prefetto ti
ricordo. »
Rispose prontamente Lily, «
E vedi di far sparire in fretta quel sorrisino odioso dalla tua
brutta faccia, perché guarda che sono capace di toglierti un
sacco di punti, sai??? »
Si affrettò però ad aggiungere.
«
Ok, sentite. »
Si intromise Remus, che sembrava l'unico ragionevole. «
Non mi sembra il caso di urlare uno sull'altro... Non serve a nulla.
Lil, non te la prendere così! Li conosci, no? »
Alla fine della frase le sorrise, e la ragazza si accorse di aver
esagerato, quindi rispose:
«
Hai ragione Rem... Potter, Black, ringraziate Godric per avere un
amico come lui... Io vado a letto ora, se vi sento urlare un'altra
volta però, giuro, nessuno mi eviterà la soddisfazione
di togliervi dei punti. »
Gli
sfavillanti occhi azzurri di Sirius ebbero un guizzo, il suo piano
aveva funzionato. Quelli di James, invece, si spensero. Appena aveva
visto Lily avvicinarsi, aveva smesso di fare il cretino, non era in
vena di litigare con lei. Aveva lasciato parlare i suoi amici,
sperando così di evitare la collera della giovane. Lei invece
lo odiava così tanto da incolparlo anche per le cose con le
quali non c'entrava niente.
«
D'accordo... Grazie. 'Notte Lil. »
Disse Remus, con un sorriso riconoscente sulle labbra e uno sguardo
disperato nei profondi occhi chiari.
Lily
rise davanti all'espressione del suo migliore amico, riferita agli
altri due ragazzi della sala. Poi sorrise e rispose:
«
Notte Rem... »
Poi a mo' di saluto fece un cenno del capo in direzione
di James e Sirius, e aggiunse, acida:
«
Black, Potter... »
.
I tre la guardarono
salire. Remus pensieroso, James sognante e Sirius ghignante.
[Lily
PoV]
Stavo
salendo le scale del mio dormitorio, mentre riflettevo a come Remus
potesse essere amico di quei due... due... Ebeti? Buzzurri? Neanche
riuscivo a definirli! Potter era un cretino. Black un deficiente.
Remus invece era il mio migliore amico da più di un anno. Dal
giorno in cui avevo scoperto, all'inizio del V anno, che saremmo
stati Prefetti insieme. Anche se, a dir la verità, quel giorno
eravamo diventati soltanto buoni amici. Rem aveva in realtà
preso “la qualifica” di migliore amico, pochi giorni dopo
che io ebbi litigato con Sev... Ma in quel momento neanche ci volevo
pensare. Arrivai in dormitorio, poggiai il libro sul letto, e mi
chiusi in bagno. Raggiunsi in pochi passi il lavandino, appoggiai
entrambe le mani sulla sua superficie liscia e bianca, e poi alzai
tremante il capo, incontrando gli occhi del mio riflesso nello
specchio. Avevo dei profondi occhi color smeraldo, caldi,
rassicuranti, sinceri. Erano l'unica cosa di me che mi piaceva.
L'unica parte del mio viso, del mio fisico, che avrei mai voluto
trasmettere a qualcuno... Chissà... Magari un figlio. Fin da
piccola volevo con tutta me stessa un bambino, ma tanto sapevo che
mai mi sarei sposata. Non sarei stata in grado di convivere con
qualcuno che non fosse una mia amica, o i miei genitori al limite...
Non avevo mai creduto nel Vero Amore.
Odiavo
con tutta me stessa guardarmi allo specchio, eppure lo facevo spesso.
Forse un po' troppo. Odiavo specchiarmi, essenzialmente per due
motivi:
Significava
vedermi,
osservare i miei lineamenti, troppo somiglianti a quelli di mio
padre, ma contrariamente ai suoi duri, contratti... Significava
vedere la maschera che da anni indossavo.
Voleva
dire essere al centro dell'attenzione. Patetico, ma vero. Lily Evans
è troppo timida per essere al centro della sua stessa
attenzione... Detto così e comico, ma è la verità.
Chi, da fuori, avrebbe mai potuto credermi timida, fragile?
In
tutti i casi, mi specchiavo spesso. Perché era l'unico modo
che avevo per ritrovare, almeno ogni tanto, la vera me. Quella coi
lineamenti di papà, gli occhi e i capelli di mamma, il
carattere di papà, la fermezza di mamma... Un mix perfetto tra
i miei due genitori. Volevo loro un bene dell'animo.
Continuai
a scrutare il mio riflesso.
Mi
sciolsi la coda, osservando i miei lunghi boccoli rosso fuoco cadermi
sulle spalle. Odiavo anche loro: erano parte di me. Rosso. Un colore
che mai avrei sopportato. Rosso
fuoco.
Un colore troppo vivo per assomigliarmi. Quei capelli mi si
addicevano soltanto nei momenti durante i quali ero furiosa. Ma a
quel punto diventavo tutta rosa, non solo i capelli.
Credevo
che mai nessuno avrebbe potuto amarmi per quella che ero veramente.
Solo i miei. E be', le mie amiche... Ma loro erano un caso a parte.
Dovevo ancora capire se con loro indossavo o meno la mia maschera...
Ci dovevo riflettere.
Puntai
lo sguardo sulle mie gote. Lattee, pulite. Segnate solo da poche,
timide lentiggini che mi facevano assomigliare ancora di più a
una Anna
dai capelli rossi
troppo cresciuta... Avevo 16 anni, diamine!
L'unica
cosa di cui andavo fiera, riguardo a me stessa, era il mio rendimento
scolastico. Tutti eccellente, e qualche ottimo... Prefetto. E speravo
anche di diventare Caposcuola, l'ultimo anno.
Mi
distrassi dai miei pensieri quando sentii la voce di Alice chiamarmi
dalla stanza.
«
Lily, tutto ok? É una vita che sei chiusa lì dentro...
Ti senti male? »
Alice...
Anche a lei volevo molto bene. Era la persona più dolce che
conoscessi.
«
Sì, Ali... Tutto ok, non ti preoccupare, arrivo. »
Mi
lavai rapidamente i denti, misi il pigiama, e uscii sorridente dal
bagno.
Mi
sedetti sul mio letto, facendo segno ad Alice di venire accanto a me.
Lei mi raggiunse, si sedette a sua volta sul materasso, incrociando
le gambe. Io la imitai e poi, con un colpo della bacchetta chiusi le
tende, in modo da non disturbare le nostre compagne di stanza.
«
Che hai fatto fino a così tardi in Sala Comune? »
«
Leggevo. »
«
Mmh... »
Sorrise.
«
Poi ho sbraitato contro Potter e Black... E sono salita. »
Sorrisi a mia volta.
Lei rise.
«
Ah ah ah... Non cambi mai! »
Mi
accorsi che voleva parlarmi, così la incoraggiai, guardandola
negli occhi, con un'espressione dolce dipinta sul volto. Lei,
rassicurata, cominciò il suo discorso, che io sapevo sarebbe
stato lunghissimo.
«
Oh... Lily! »
Sbottò.
«
Avanti, ti ascolto... Frank oggi...? »
Fece una smorfia
divertita per la mia velata battuta e, arrossendo, prese a
raccontarmi di come, quel giorno, Frank l'avesse guardata durante
Trasfigurazione, ma di come poi la McGranitt... Risparmierò di
riportare il tutto parola per parola... L'importante è dire
che rimanemmo sveglie fino a tardi, a parlare sottovoce di Frank,
fino a quando Alice non si addormentò, sfinita e spensierata,
con la testa poggiata sul mio grembo. Mi sdraiai a mia volta, finendo
nel mondo dei sogni insieme a lei.
[James
PoV]
Lily...
La
guardai salire decisa e infastidita le scale. Non mi era mai stato
davvero chiaro quello che provavo nei suoi confronti. L'avevo sempre
presa in giro, sempre beffeggiata... Eppure quando mi accorgevo che
qualcuno le faceva del male (con le parole o fisicamente), diventavo
improvvisamente protettivo. Non so come avrei reagito se avessi visto
un altro ragazzo baciarla, stare insieme a lei...
Sia
chiaro, Lily Evans non mi piaceva.
Certo,
aveva dei bellissimi, profondi, espressivi occhi verdi.
Degli
ondulati capelli rossi che valorizzavano i suoi dolci lineamenti.
Un
fisico mozzafiato... Ma non mia piaceva. Non potevo negare che non
fosse bella però.
«
Pronto? Terra chiama James... Dai segni di vita fratello! »
Sirius
mi riscosse dai miei pensieri. Distolsi lo sguardo dal punto in cui
era sparita Lily e mi voltai di scatto verso di lui, furioso.
«
Felpato! »
Urlai a bassa voce, poiché avevo incontrato lo sguardo
fulminante di Remus prima ancora di poter emettere un qualunque suono
troppo alto.
«
Mi dica, messere. »
Sirius fece un piccola reverenza, togliendosi dal capo un capello
immaginario. Sirius... Mio fratello, il mio migliore amico, la
persona al mondo alla quale volevo più bene... Insieme a Rem e
Peter, chiaramente.
«
Ok, senti... Ti perdono per aver fatto andar via Lily ad una sola
condizione. »
Dissi, soffocando una risata.
Remus
sospirò, capendo le mie intenzioni. Sirius invece alzò
un sopracciglio e grugnì. Sì, grugnì proprio...
Vi assicuro, non è esattamente piacevole sentirlo grugnire...
non ve lo auguro.
Lo
presi per una manica, tirandolo dentro il nostro dormitorio. Poi,
prima di richiudermi la porta alle spalle mi girai verso Lunastorta,
che non si era mosso di un millimetro. Sentendosi osservato alzò
lo sguardo su di me. Io lo guardai e dissi:
«
Devi esserci anche te! Andiamo Rem... »
Lui
sbuffò, poi mi sorrise stancamente ed entrò con me nel
dormitorio.
«
Benissimo! »
Iniziai.
«
Sediamoci, va... sento che questa sarà una luuunga notte... »
rise Rem, seguito a ruota da Sirius che si sedette con lui sul mio
letto. Si misero comodi e io continuai il mio discorso.
«
Dunque, come Rem ben sa, come Sirius avrà capito e come
Peter... Peter... Dove diavolo è Peter? »
«
E' uscito qualche ora fa... Credo sia nelle cucine. »
Rispose Sirius, ghignando.
«
Va be', peggio per lui. Dicevo. Come ben sapete... »
«
Jam... Lascia perdere le cose inutili... Vai al sodo! »
«
Ok, ok... voglio organizzare uno scherzo alla Evans. »
«
Ancora? »
«
Sì! Ma questo sarà diverso... Sarà il peggiore
per lei, e il migliore per me. Ma mi serve il vostro aiuto. »
«
Io ci sto! »
Sirius, come al solito, non mi deluse.
«
Io andrò a dormire. Non posso fare a Lil una cosa del genere
James, scusa... Ma questo è davvero troppo.
Però
vedi di non metterci una vita a spiegare il piano a Sirius, non come
hai fatto con me... Domani devo alzarmi presto, ho un compito di
Pozioni da finire. »
«
Godric, come sei noioso Rem! Comunque ok, due persone bastano. »
Ghignai e presi il posto del mio amico sul letto. A gambe incrociate
mi sedetti davanti a Sirius, cominciando a spiegargli il mio piano.
«
Allora... vorrei ….. »
Angolo
Autrice:
Scusatemi
se in questo mio primo capitolo ci sono sia il prologo che il
capitolo 1... Mi devo ancora abituare a questo sistema! =)
Comunque, spero che fin qui la FanFiction vi sia
piaciuta! Perché non so se continuarla o meno... E' la mia
prima FanFiction, ma anche una delle primissime cose che scrivo... E
non vorrei facesse pena! Secondo voi che dovrei fare? Perché
mi toglierebbe un sacco di tempo dalla scuola ecc... E non sono
sicura che ne valga la pena, quindi ditemi voi! XD
Se a qualcuno piace, continuo, altrimenti la lascio
incompleta, così com'è! =S
Quindi lasciatemi un commento, per favore... Anche
solo per dire: “Fa schifo”
oppure “No continua”,
:D
Grazie =)
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