NON VOLTARTI
Era
un tiepido pomeriggio di
inizio primavera Hermione Granger se ne stava seduta sotto la grande
quercia in
riva al Lago Nero un grosso tomo di trasfigurazione avanzata poggiato
tra le
gambe, e lo sguardo perso nel vuoto; non riusciva a concentrarsi sullo
studio,
fissava i giochi di luce sulle increspature dell’acqua
assorta nei suoi
pensieri. Un fruscio leggero alle sue spalle la ridestò
dalle sue
elucubrazioni, torse leggermente il busto per vedere chi fosse, ma una
voce e
due mani forti, decisamente più grandi del suo viso scesero
delicate ma ferme a
coprirle gli occhi impedendole di vedere e la bloccarono.
-
Non voltarti –
Conosceva
quella voce, anche
se non l’aveva mai sentita rivolgersi a lei come in quel
momento, scevra da
ogni sfumatura di scherno o ribrezzo, aveva imparato a non temere il
ragazzo
alla quale questa apparteneva, ma nonostante tutto un brivido di
agitazione la
percorse, non poter vedere il suo nemico la metteva in una posizione di
estremo
svantaggio. Senza quasi rendersene conto la mano corse veloce a cercare
la
bacchetta che teneva sotto il maglione rosso e oro della sua casata, ma
sempre
tenendole ferma la testa e gli occhi coperti con una mano,
l’altra mano del proprietario
di quella voce scese ad immobilizzarle il polso
-
ferma non voglio farti del
male -
-
allora perché non mi lasci
andare e mi permetti di guardarti in faccia -
-
perché se lo facessi te ne
andresti, e non è quello che voglio –
-
E cosa vuoi allora? –
-
Che resti qui, come se non
sapessi chi sono -
- Ma so benissimo chi sei
Malfoy -
-
dimenticalo per un attimo -
-
non potrei, non si possono
cancellare anni di insulti ed umiliazioni nemmeno per un attimo
–
Il
suo tono era addolorato,
nonostante non lo desse a vedere le parole di lui spesso la ferivano in
profondità. Fece per divincolarsi dalla sua presa, ma le
parole di lui ed il
tono con cui venivano pronunciate la bloccarono
-Ti
prego Hermione, non
voltarti …-
L’aveva
chiamata per nome,
non Granger o peggio mezzosangue, semplicemente Hermione,
restò immobile, in
attesa, incuriosita. Il movimento dietro di lei le disse che il ragazzo
si era
seduto alle sue spalle, poi improvvisamente la mano che aveva sugli
occhi
scivolò via e si sentì cingere la vita in un
abbraccio delicato, sentì il petto
di lui aderire alla sua schiena e la sua voce accarezzarle i capelli,
-
….per una volta restiamo in
silenzio -
Hermione,
stupita da quanto
stava accadendo non si voltò, dimentica al contatto tra i
loro corpi, delle
parole che le erano salite alle labbra. Il calore del torso di lui
sulla sua
schiena, la delicatezza del suo tocco nel cingerle la vita le
provocarono un languore
intenso.
Rimasero
così in silenzio
finché il sole tramontò incendiando il bianco
delle cime delle montagne
all’orizzonte. Iniziava a scurire e la temperatura si era
abbassata, il corpo della
Grifondoro fu scosso da un piccolo brivido di freddo, lui strinse di
più
l’abbraccio, avvicinò le labbra al suo orecchio e
le sussurrò qualcosa che non
si sarebbe mai aspettata.
-
Salvami Granger… -
Poi
si sciolse da lei, si levò in piedi e si
allontanò; sentì
il fruscio dei passi di lui sull’erba, si alzò di
scatto, pronta a corrergli
dietro, voleva un a spiegazione, ma non appena superò
l’albero dietro al quale
erano rimasti gran parte del pomeriggio lo trovò
lì, fermo ad aspettarla, una
mano tesa verso di lei e nello sguardo tutte le risposte che cercava.
|