DraHermBlaise
Spazio autrice
Sono tutta la sera lavorando a questa shot, ne sono molto contenta in
realtà, era da un po' che volevo fare una Draco/Hermione ma che
ci fosse di mezzo Blaise, personaggio che personalmente amo moltissimo
seppur poco utilizzato dalla zia Row (un vero peccato).
Disclaimer: i personaggi e i
luoghi qui citati non sono miei e non mi appartengono, non scrivo per
scopo di lucro ma solo per divertimento mio e di chi legge (spero).
Spero che questa oneshot (incredibilmente lunga) vi piaccia, fatemi sapere e grazie a chi arriverà alla fine! *Inchino*
_Lily_
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«Blaise.»
«Mh?»
«Credo di aver combinato un casino.»
Kiss error
«Hai fatto cosa?!»
La voce, incredibilmente alta di Blaise Zabini risuonò per tutto
il dormitorio maschile e femminile, comprendendo persino la sala comune
dei Serpeverde. Draco Malfoy, migliore amico del ragazzo, si
sotterrò nel suo letto, coprendosi il viso con il cuscino dalla
consueta fodera verde argento, intonata alla coperta del letto a
baldacchino del caposcuola.
«Non urlare, Blaise, ho mal di testa.» Rispose pacatamente
il biondo Serpeverde, senza scomporsi più di tanto per la
scenata dell'amico.
«Avrai anche un occhio nero se il duo dei miracoli scopre che hai baciato la Granger!» replicò, agitato, il moro.
Draco Malfoy strinse la presa sul cuscino, cercando inutilmente di
soffocarsi con esso, come se quel gesto potesse risolvere il casino che
aveva combinato quel pomeriggio.
«Come se me ne importasse qualcosa.» Borbottò il
biondo, senza muovere un solo muscolo dalla posizione in cui era.
Blaise sospirò rumorosamente, massaggiandosi le tempie, con
fare nervoso. Stette per qualche minuto in silenzio, cercando di
riordinare le idee ma più i minuti passavano più il
casino, combinato dal suo migliore amico, sembrava grave. Anzi, non sembrava lo era. Il moro si avvicinò silenziosamente al letto dell'amico, sedendocisi sopra a gambe incrociate.
«Ok, Dra. Ne verremo a capo.» Disse, come se stesse
cercando di consolare il ragazzo, senza riuscirci tra
l'altro.
«Non voglio venirci a capo, Blaise.» Replicò,
isterico, il biondo, togliendosi il cuscino dalla faccia e lanciandolo
all'amico senza troppa forza.
Blaise afferrò l'oggetto con una mano, comprimendolo con
entrambe. Osservò qualche piuma uscire fuori dal cuscino sotto
la sua stretta ferrea. Sospirò, subito dopo, lanciando
un'occhiata al biondo caposcuola, proprio accanto a lui. Guardava il
soffitto, assorto in chissà quali pensieri... anche se, Blaise,
un sospetto su chi fosse il centro di quei pensieri ce l'aveva. Eccome se ce l'aveva.
«Perché hai baciato la Granger, Dra?» Domandò flebilmente il moro.
Draco abbassò gli occhi verso di lui, per poi rialzarli nella
medesima posizione di prima. Sbuffò, come se quella domanda
potesse distruggere anni di corazza che s'era costruito col tempo e, in
effetti, era proprio così.
«E' stato uno stupido errore» replicò, a bassa voce
«un errore che non capiterò mai più.»
Aggiunse sempre più lievemente tanto che Blaise faticò a
sentirlo.
Il moro lanciò il cuscino in faccia al suo migliore amico che
non reagì minimamente, anzi, strinse l'oggetto talmente forte da
strapparlo in più punti. Quella storia stava diventando
ridicola, andava sistemata immediatamente. E Blaise aveva intenzione di
farlo, oh sì.
«Ti piace.» E questa volta, quella del moro, non era affatto una domanda.
Draco Malfoy non rispose, stando in rigoroso silenzio. Era inutile
mentire al suo migliore amico, lo conosceva nei minimi dettagli, da
ogni movimento, da ogni tono, sapeva precisamente quando mentiva e
quando no. E in quel caso, se anche avesse risposto "no, non è
vero", Blaise avrebbe capito immediatamente che stava mentendo. Tanto
valeva rimanere in silenzio.
Blaise sospirò, alzandosi in piedi con leggiadria.
«Vedrai, Dra, si risolverà tutto. Presto.» Disse,
dandogli una passa sul ginocchio.
«Come fai a saperlo?» Domandò, il biondo, con voce
roca e quasi incazzata. Blaise fece spallucce, alzandosi in piedi con
un espressione furba in volto.
«Se ho ragione io mi passi un compito di pozioni perfetto, voglio
l'eccellenza.» Sussurrò ridacchiando, per poi avviarsi
velocemente verso la
porta.
Nell'uscire, il fruscio delle coperte spostate fece capire a Blaise che
Draco lo stava guardando e, anche se non poteva vedere la sua
espressione, sapeva perfettamente che aveva le sopracciglia inarcate e
un espressione curiosa.
Una curiosità che Blaise avrebbe soddisfatto presto, molto presto.
***
Non so
perché sto scrivendo questo pezzo di carta. Probabilmente lo
brucerò ancor prima di spedirlo ma, forse, scriverlo mi
farà sentire meglio.
Voglio sapere perché, Malfoy. Voglio sapere perché mi hai
baciata, oggi pomeriggio. Proprio tu che in questi anni mi hai sempre
insultata, disprezzata e denigrata. Voglio avere una spiegazione,
Malfoy, la voglio oggi e oggi soltanto e, se non verrai nel luogo che
t'indicherò, io dimenticherò tutto senza che sia mai
successo niente tra noi. Vieni stasera a mezzanotte alla torre di
astronomia, sarò lì ad aspettare te e le tue parole.
H.G
Draco Malfoy, questa volta l'aveva combinata grossa. Baciare
Hermione Granger in biblioteca, quel pomeriggio, non era stata una
mossa astuta, tutt'altro. S'era comportato da stupido, aveva messo a
repentaglio la sua reputazione di bastardo senza cuore ma,
ancora più incredibile per lui, s'era lasciato andare ad un
istinto umano, passionale, che da un po' di tempo nutriva verso quella
ragazza che, col tempo, era cresciuta diventando una donna
splendida, dai raffinati boccoli castani, gli occhi ambra e le labbra
sottili ma invitanti che lo tormentavano ogni giorno di più da
quasi sei mesi. Quel pomeriggio l'aveva seguita fino in biblioteca,
senza farsi vedere ovviamente, e per qualche ora l'aveva osservata
sfogliare le pagine di diversi libri, mordersi le labbra e
attorcigliarsi i capelli, con fare nervoso. Non riusciva neppure lui a
credere di essere rimasto per minuti interi a fissarla senza
distogliere lo sguardo nemmeno per un secondo. Poi, improvvisamente,
lei aveva alzato gli occhi verso il suo nascondiglio, incrociando i
suoi occhi e osservandoli con interesse. S'era alzata leggiadramente e,
prima che lui potesse nascondersi da qualche altra parte, lo aveva
interrogato sul motivo per cui la stesse osservando da così
tanto tempo. Draco aveva osservato per tutto il tempo le sue labbra
muoversi, leggermente umide a causa del fiume di parole che fuoriusciva
da esse. S'era chinato, senza fare quasi rumore, e aveva bloccato il
suo monologo, appropriandosi della sua bocca, assaporandone la
consistenza e il sapore. Lei non si era ritratta, era stato lui,
riprendendosi, ad allontanarsi delicatamente ma, una volta incrociati
nuovamente gli occhi ambra e argento, lei aveva sgranato gli occhi ed
era corsa via, lasciando addirittura tutti i suoi libri, le sue piume e
la sua cartella esattamente nel luogo in cui li aveva poggiati
inizialmente. Draco, solo dopo s'era resa conto di ciò che aveva
fatto ed era immediatamente corso da nella sala comune dei Serpeverde,
cercando il suo migliore amico per parlargli. Blaise sapeva ascoltare e
dava ottimi consigli e lui, in quel momento ne aveva un assoluto
bisogno.
Ora però, la situazione si stava facendo più complicata
del previsto. Aveva intenzione di dimenticare tutto, l'indomani sarebbe
andato dalla Granger e le avrebbe detto di scordarsi della faccenda
quanto lui ma quella lettera l'aveva messo in agitazione e gli aveva
scombussolato tutti i piani. Alla fine aveva deciso di presentarsi ma
senza dubbio la questione si sarebbe chiusa quella sera stessa senza
avere un seguito.
Era mezzanotte spaccata ed era appena arrivato alla torre di
astronomia. Il suo stomaco stava facendo le capriole da quando aveva
ricevuto quella lettera, tanto che quella sera non aveva nemmeno
toccato cibo, alla cena in Sala Grande. Inspirò profondamente,
aprendo la porta della torre. Era vuota, la Granger era in ritardo.
Il biondo espirò, quasi si fosse tolto un peso dallo stomaco.
Più che l'arrivare prima era il fatto che non dovesse incrociare
immediatamente i suoi occhi ambra a renderlo nervoso. Arrivando prima
di lei, avrebbe potuto essere lui a metterla sotto pressione anche se
sapeva benissimo che era una stupida illusione.
Lei non si faceva mettere sotto da nessuno, tanto meno da lui. Non
l'aveva fatto per sette anni, non l'avrebbe fatto neppure in quel
momento.
Il ticchettio dei passi sulle scale della torre lo distrassero, facendo
battere il suo cuore freddo più velocemente del normale. Erano i
suoi passi, li avrebbe riconosciuti fra mille.
Trattenne il respiro quando la porta della torre scricchiolò,
aprendosi lievemente. Il capo riccio della giovane ragazza entrò
nel suo campo visivo mentre lei cercava di adattare i suoi occhi chiari
alla luce soffusa della luna. Quando l'ambra si fuse con l'argento,
entrambi sentirono un lieve balzo all'altezza dello stomaco ma tutti e
due non dissero nulla.
Si limitarono a squadrarsi per qualche secondo finché Hermione
Granger non alzò un foglio che teneva stretto nella mano destra.
«Che significa questa?» Domandò flebilmente,
cercando di staccare il contatto visivo con gli occhi del ragazzo ma
era inutile.
Draco Malfoy fu il primo a distogliere le iridi da lei, seppur con
fatica, guardando il pezzo di carta fra le mani della giovane donna.
Inarcò le sopracciglia, riconoscendo qualche parola, in fondo
alla pagina, fra cui il suo nome. Il ragazzo gliela strappò, non
troppo gentilmente, di mano, leggendone le scritte assorto, mentre
un'idea sempre più vivida gli sorgeva nella testa.
Non so perché sto scrivendo questo
pezzo di carta. Probabilmente lo brucerò ancor prima di spedirlo ma,
forse, scriverlo mi farà sentire meglio.
Voglio capire perché, Granger. Voglio capire perché ti ho
baciata, oggi pomeriggio. Proprio io che in questi anni ti ho sempre
insultata, disprezzata e denigrata.
Voglio carpire una spiegazione, Granger, la voglio oggi e oggi
soltanto
e, se non verrai nel luogo che t'indicherò, io
dimenticherò tutto senza
che sia mai successo niente tra noi. Vieni stasera a mezzanotte alla
torre di astronomia, sarò lì ad aspettare te e le
tue parole.
D.M
Strinse quel foglio tra le mani, voltando la testa verso la luna con un
sorriso denigratorio sulle labbra diafane. Aveva capito cos'era
successo e specialmente chi c'era in mezzo a quella storia di lettere e incontri.
«Blaise.» Sussurrò lievemente, porgendo il foglio alla ragazza davanti a lui.
Lei lo afferrò, guardandolo curiosa. Draco si passò una
mano fra i capelli, cercando di spiegare il tutto senza intoppi. E
senza perdere il filo per colpa dei suoi occhi sfavillanti e per la sua
pelle così dannatamente invitante.
«Quella lettera non l'ho scritta io.» Disse, prendendo poi
la sua dalla tasca dei pantaloni per poi darla ad una Hermione sempre
più confusa «E suppongo che questa non l'abbia scritta
tu.»
Lei scuoté la testa, mentre i suoi occhi vagavano sulla lettera, incuriositi.
«E' stato Blaise» spiegò, mentre alzava gli occhi
verso di lui «gli ho parlato del... della situazione. Credo
volesse aiutarmi.» Concluse, passandosi nuovamente la mano fra i
capelli biondi.
«Beh, visto che siamo qui potresti darmi spiegazioni. Ho giusto
intenzione di sapere il motivo del tuo gesto.» Rispose, diretta
con una minima traccia di rossore nelle guance rosee. Draco la guardo
con interesse, mentre il suo stomaco si chiudeva dall'agitazione e
dall'emozione. Draco Malfoy emozionato? Risultava incredibile anche a
lui.
Tirò fuori dalla tasca un pacchetto di sigarette, portandosene
una alle labbra cercando in qualche modo di accenderla ma il tremolio
alle mani gli impediva di far schioccare anche una sola scintilla
dal piccolo accendino babbano che Blaise gli aveva regalato per Natale,
qualche mese prima. Hermione si avvicinò con passo lieve ma
deciso, prendendo dalle mani del ragazzo, l'oggetto. Con un colpo il
fuocherello si accese, e Draco avvicinò il viso alla
fiammella per accendere la sigaretta ma, anche e specialmente, per
fissare da vicino quegli occhi color ambra che, alla luce
dell'accendino, sembravano ancora più luminosi.
O forse era lei ad essere particolarmente bella, quella sera.
«Dimmi perché Malfoy.» Non era propriamente una
domanda sembrava più un ovvio ordine a cui qualcuno doveva dar
motivo. Hermione alzò gli occhi verso il ragazzo, in un
moto di coraggio e schiettezza: anche lei come lui voleva sapere cosa
fosse successo quel pomeriggio perché anche il comportamento di
sé stessa era un mistero. La domanda di entrambi era:
perché diavolo era successo?
Draco inspirò una profonda boccata prima di rispondere, le
parole di Blaise ancora nel cervello e una voglia matta e contrastante
di andare ad uccidere quel bastardo del suo migliore amico e di
baciare nuovamente la ragazza che aveva davanti.
Un ghigno gli si dipinse sulla labbra a quel pensiero. Era incredibile,
aveva giurato a sé stesso che non sarebbe più successo ma
se solo fosse stato per lui avrebbe afferrato Hermione per le spalle,
l'avrebbe sbattuta al muro freddo della torre e l'avrebbe baciata con
foga.
«Dimmi perché mi hai baciato, Malfoy.» Ripeté
la Grifondoro, strappando dalle labbra del ragazzo, la sigaretta e
buttandola a terra quasi con rabbia. Dai suoi occhi si poteva capire
solo una cosa: voleva una risposta e la voleva in quel preciso momento.
Draco Malfoy capì che non poteva ignorare la questione ancora
per molto. Lei non gliel'avrebbe permesso. Incrociò le braccia
al petto, raccogliendo dentro di sé tutta l'energia di cui
disponeva e tutto l'orgoglio di mancato Grifondoro. Era un Serpeverde,
certo, ma sarebbe potuto benissimo essere un Grifone e il coraggio di
certo non gli mancava. Sospirò, guardandola dritta negli occhi
con le iridi diamantine che lampeggiavano dall'orgoglio e dal desiderio
che nutriva verso di lei e quello era il momento giusto per
dimostrarglielo, a costo di spaventarla e farla andare via a gambe
levate, cosa che quasi sicuramente sarebbe avvenuta.
«Mi piaci, Granger. Tutto qui.»
Schietto, diretto, orgoglioso Serpeverde che per la prima volta diceva
la verità ad una persona che non fosse il suo migliore amico
Blaise ma nessuna recriminazione. Era giusto così e questo lo
sapevano entrambi.
Hermione sgranò di poco gli occhi, arrossendo furiosamente come
non aveva mai fatto davanti a lui. Non si aspettava di certo che lui le
avrebbe confessato un sentimento così forte verso di lei, era
sicura che avrebbe ritrattato tutto o piuttosto si sarebbe buttato
dalla torre di astronomia. Eppure, Draco Malfoy, le aveva confessato di
provare qualcosa per lei che andasse oltre al disprezzo e all'odio che
aveva sempre provato per lei.
«I-io... ti piaccio?» Domandò, indietreggiando di
qualche passi come se la distanza fra lei e il ragazzo fosse troppo
poca per potersi trattenere dal fare qualcosa di stupido.
Il ragazzo fece spallucce, senza aggiungere molto altro. Si sentiva
stranamente potente in quel momento, si sentiva leggero, libero, come
raramente lo era stato in tutti quegli anni. Liberarsi di un sentimento
così forte e non rinchiuderlo più in sé stesso ma donarlo alla ragazza per cui quel sentimento batteva nel suo cuore, un tempo di ghiaccio, lo faceva sentire stranamente bene.
Hermione arrossì ancora di più, guardandosi i piedi un po' a disagio.
«Non voglio una risposta, Granger» aggiunse, vedendo
l'espressione pensierosa della ragazza «mi sembrava solo
giusto che tu lo sapessi.»
Senza aspettare una sua risposta la oltrepassò elegantemente,
senza aggiungere altro, intenzionato ad uscire dalla torre e a tornare
nel suo squallido buco nell'ombra. Probabilmente non avrebbe dormito
quella notte: avrebbe ripensato a ciò che era successo in
quell'alta torre di Hogwarts, al rossore dolce sulle guance della
ragazza che era riuscita a distruggere il muro alto e impenetrabile che
con gli anni aveva costruito e ai suoi occhi che tanto l'avevano
incantato.
Era impossibile che una persona con cui aveva sempre battibeccato
avesse potuto rubargli il cuore in quel modo, faticava ancora a
crederci.
«Se ti dicessi che vorrei provare a conoscerti... tu cosa risponderesti?»
Draco si fermò davanti al portone d'ingresso della torre,
voltando la testa indietro per vedere una quanto mai imbarazzata
Hermione torcersi le mani e giocherellare con i capelli già di
per loro ribelli. Il cuore batté più forte quando, sulle
labbra della ragazza, si dipinse un sorriso che gli rivolse quando i
suoi occhi diamantini si fusero con quelli caramello della ragazza.
Stava davvero succedendo?
Il ragazzo si voltò completamente verso di lei, infilandosi le
mani in tasca con sensualità innata che fece arrossire ancora di
più la ragazza.
«Direi che sei una pazza, Granger» rispose sincero
«che Potter e Weasley mi uccideranno» aggiunse poi, facendo
una lieve pausa per fissare l'espressione ansiosa della ragazza per poi
aprirsi in un piccolo sorriso «e che ci sto.»
Hermione sorrise apertamente, avvicinandosi al ragazzo. Si alzò
in punta di piedi e gli diede un lieve bacio a fior di labbra,
assaporando il contatto del ragazzo quanto più le era possibile
mentre lui cercava in tutti i modi di trattenere i suoi istinti e non
stringerla fra le sue braccia come avrebbe voluto fare.
La Grifondoro si allontanò, sorridendo imbarazzata. Diede una
lieve spinta al petto del ragazzo, come se fosse un saluto e lo
oltrepassò, sussurrandogli che le avrebbe fatto piacere se il
giorno seguente avessero fatto colazione insieme, in barba a tutti
quanti. Draco ghignò di divertimento e, strano a dirsi, di
emozione, pensando alla scena che sarebbe avvenuta il giorno seguente:
loro che entravano nella Sala Grande, le mani intrecciate, che si
sorridevano a vicenda sotto gli occhi di tutti e che mangiavano alla
stessa tavola lasciando tutti quanti a bocca aperta.
Il ragazzo la osservò di sottecchi, scendere dalle scale della
torre quasi di corsa per tornare al suo dormitorio, probabilmente per
parlare con quella piattola della Weasley, e anche lui non tardò a tornare dal suo
migliore amico. Per spaccargli la faccia e per ringraziarlo, ma,
quest'ultimo, solo dopo.
***
«Blaise?» Lo
chiamò il biondo appena entrato nel suo dormitorio, dieci minuti
dopo l'incontro con Hermione Granger sulla torre di Astronomia.
Blaise, ancora perfettamente sveglio, sollevò gli occhi dal
giornale che stava leggendo, un sorriso divertito sul volto e gli
occhiali magici che gli svolazzavano intorno. Aveva un'aria gioiosa,
molto più di Draco, come avesse già saputo che il suo
piano era andato in porto.
«Bentornato Dra. Com'è andata con la Granger?» Domandò, ridacchiando.
Draco Malfoy si lanciò sul suo letto, lanciando addosso al suo
migliore amico il cuscino in piume, facendolo ridere ancora di
più.
«Sei un coglione, Blaise.» Borbottò il biondo,
nascondendo il viso fra le coperte verde argento del suo letto.
«Un coglione a cui devi un compito di pozioni perfetto, mio
caro!» Gli ricordò il moro, lanciandosi sul suo letto
quasi di peso.
Draco Malfoy quasi soffocò, quando il suo migliore amico gli
piombò addosso come un sacco di patate ma gli venne quasi da
ridere al pensiero che, se non fosse stato per lui, probabilmente mai e
poi mai avrebbe fatto in modo di parlarle, piuttosto avrebbe preferito
dimenticare tutto e continuare a trattarla come aveva sempre fatto in
tutti quegli anni.
«Blaise...» Lo chiamò, il biondo mettendosi in posizione eretta.
Il moro gli lanciò un'occhiata, con un sorriso a fior di labbra,
come se tutto il male che aveva sempre attanagliato i loro cuori,
almeno per quella sera, avesse deciso di prendersi una vacanza e
lasciarli un po' tranquilli.
«Prego, Dra.» Lo anticipò, dandogli una pacca sulla
spalla in maniera affettuosa. Il biondo sorrise lievemente, senza
aggiungere altro.
Con Blaise non ce n'era mai bisogno, ogni sua parola sembrava gli
scorresse sulla fronte e, ormai l'aveva capito, il suo migliore amico
aveva il potere di leggerle.
Il moro si alzò in piedi, recuperando qualcosa da sopra la sua
scrivania. Draco notò l'aria quasi vittoriosa del ragazzo ma non
domandò niente perché Blaise lesse, quella che sembrava
una lettera, senza aspettare neanche una sua frase. Sembrava stesse
aspettando solo quello da un bel po' di tempo.
«"Caro Zabini,"» iniziò il ragazzo, imitando la voce
della Granger
«"non ti ho mai scritto una lettera e dopo questa dubito che lo
farò di nuovo però ci tenevo a ringraz-"»
Draco Malfoy saltò sull'amico talmente veloce che se non fosse
stato per i riflessi naturali e felini di Blaise Zabini, sarebbero
sicuramente caduti a terra entrambi.
«Dammi quella stupida lettera, Blaise!» Ringhiò il biondo, rincorrendo l'amico per tutta la stanza.
«Scordatelo Dra, è la mia ricompensa da parte della Riccia!» Rise lui, correndo via dalle grinfie del caposcuola Serpeverde.
Draco e Blaise non dormirono quasi nulla quella notte, troppo impegnati
a giocare, ridere, scherzare fra loro come avevano sempre fatto, con
una felicità, però, strana e quasi inebriante a cui
non erano abituati ma da cui si lasciarono trasportare più che
volentieri, almeno per quella notte, comportandosi come due semplici
ragazzi della loro età che iniziavano a sperimentare la vita
come avrebbero dovuto fare anche molto tempo prima e che gli era stata
negata per altrettanto.
Entrambi non sapevano cosa sarebbe accaduto il giorno dopo ma, quella
notte, non importò a nessuno dei due né tanto meno ad una
riccia Grifondoro che, quando tornò nei suoi dormitori dopo
essere stata in guferia, sognò per la prima volta un biondo
Serpeverde che avrebbe fatto parte della sua vita per tanto, tanto
tempo in futuro.
Caro Zabini,
non ti ho mai scritto una lettera e
dubito che lo farò di nuovo però ci tenevo a
ringraziarti. Sapevo fin dall'inizio che eri stato tu a scrivere quel pezzo di carta, ti ho visto mentre andavi alla guferia (non credere di essere
così furbo come pensi, io lo sono più di te) e ho subito
capito che Malfoy ti aveva parlato di ciò che era successo. Ti
chiedi perché sia andata comunque all'incontro, vero? E ti stai
anche chiedendo perché non gli ho subito detto che la lettera
(che sicuramente è arrivata anche a lui) l'avevi scritta tu.
Perché volevo capire quanto lui cosa significasse quel bacio. La scarica elettrica che ho provato non era certo di
disprezzo... un'emozione che non ho mai provato quando Ron o Krum mi
baciavano. Un'emozione che volevo capire cosa fosse e ora l'ho capito.
Per questo ti ringrazio. Non sono sicura di come andrà a finire
questa storia ma di sicuro non avremo rimpianti né io né
lui. Non m'interessa andare contro la gente, contro Harry o Ronald,
contro ogni pregiudizio possibile. Non m'importa, in realtà,
ciò che diranno le persone e, a quanto ho capito, nemmeno a
Malfoy interessa e questo non può che farmi piacere. Bene, credo
di non aver nient'altro da dire. Volevo solo ringraziarti per averci
messo lo zampino, Zabini. Non sei così male come pensavo. Ci si
vedrà molto presto, credo, ora che frequento il tuo migliore
amico.
Ps. lo so che ti vanterai di questa lettera con Malfoy, siete così prevedibili voi Serpeverde *risata*.
H.G
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