Sogno
“Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri a
Bell-”, fermai
con un gesto della mano la mia amica – vampira, che nel
parcheggio
della scuola non la smetteva di canticchiare quell'orribile canzone.
Okay, era il mio compleanno, ma non ne doveva farne una notizia di
Stato! Dopotutto io odiavo i compleanni!
Alice
s'imbronciò “Oh,
Bells! Diciotto anni non si festeggiano tutti e giorni! E questa sera
ci sarà una super festa a casa Cullen!” Un fischio
d'approvazione
arrivò vicino a me, da Emmett non me lo sarei mai aspettato.
Lo
trafissi con lo sguardo.
La fissai incerta
“U-na... c-osa?” No,
questo ero un incubo. Un terribile incubo. Mi girai, supplicando Edward
con lo sguardo. Infondo lui non amava i festeggiamenti, proprio come
me. In risposta alzò le spalle, fregandosene amaramente.
Chissà come
era riuscita a ricattarlo quel piccolo e perfido folletto.
“Su su,
non te la prendere. Ci divertiremo, ci sarà una bellissima
cena e i
regali”. Divertimento. Regali. Bellissima cena. “E
sarei io la cena?”
Tutti scoppiarono in una fragorosa risata, entrando nel grigio e tetro
edificio. Edward passò una un braccio intorno alle mie
spalle,
spingendomi verso l'interno. “Ti prego”, sussurrai
impercettibilmente,
sicura che mi avesse sentito.
“Amore, mi
dispiace, ma accontentala.
E' poco più di un secolo che non festeggia un
compleanno”, il suo viso
si incrinò in una strana smorfia “e l'ultimo e
stato proprio il mio”
finì, entrando nell'aula di biologia con me al seguito.
“Che
c'entra? Ho diciott'anni, e sono... vecchia!” Mi era costato
molto
dirlo, ma c'ero riuscita. Un triste sorriso comparve sulle labbra del
mio vampiro.
“Vecchia?”
Annuii.
“Tu hai
diciassette anni, io
diciotto! Non posso stare con un ragazzo più piccolo di
me!” Edward
rise sommessamente “E cosa aspetti a lasciarmi?”
Gli diedi una leggera
pacca sulla spalla, anche perché mi sarei fatta male io. E
in quel
momento di pausa presi in considerazione l'idea. Come sarebbe stata la
mia vita senza Edward? Nah, nemmeno ci dovevo pensare. Sarebbe stata
buia, e senza uno spiraglio di luce. Mi girai, beccandolo a fissarmi
“Ti Amo”, due parole, che mi erano uscite
così spontanee.
Il sorriso che fece
quasi mi accecò “Anch'io. Per sempre”.
Il
momento tanto atteso era arrivato, ed ora eravamo tutti a casa Cullen,
mentre una sadica Alice si avvicinava a me. “E' l'ora dei
regali”
cantilenò, trascinandomi verso un tavolo poco lontano da
dove ero io.
“Questo
è da parte di Emmett!” Con un cenno del capo lo
ringraziai, aprendo il
pacchettino celeste. Mah, bello scherzo! Era vuoto!
“Bellina, non
ti
preoccupare! E' un'autoradio, e ho avuto la premura di installarla
nella tua macchina”. Lo ringraziai nuovamente, passando al
secondo
pacchettino, molto più fino e corto.
“E questo
è da parte di Esme e
Carlisle”, lo stavo aprendo, quando successe tutto
così velocemente.
Nemmeno mi ero resa conto di essermi tagliata, finché non
trovai Jasper
dinnanzi a me, con la bocca aperta e quei... canini. Non gli avevo mai
visti, nemmeno a Edward. In una frazione di secondo venni scaraventata
dall'altra parte della stanza, rompendo con il braccio un vaso di
cristallo. Alzai la testa, e Jasper non c'era più. Nella
sala eravamo
io, Carlisle e Edward. Fissai quest'ultimo con aria implorante. Forse
volevo farmi perdonare, per essere così, umana. A ridestarmi
dai miei
pensieri fu l'ordine di Carlisle “Edward, vai fuori. A Bella
ci penso
io”. E così rimasi sola, in quella stanza. Sola,
senza nessuno.
Infondo
il braccio non doleva molto, Carlisle aveva applicato qualche punto di
sutura, e la ferita si era rimarginata quasi subito. La notte era
trascorsa nel peggior dei modi. Non avevo chiuso occhio, e Edward non
c'era. Aveva detto che doveva andare a caccia, e parlare con Jasper.
Anche la mattina dopo a scuola non si era presentato, e io fui
costretta a prendere il mio Pick – Up. Chiusi in malo modo la
portiera,
sussultando, udendo quelle parole “Ciao”. Edward
era lì, dinnanzi a me
e sembrava così... diverso. Risposi con uno stupidissimo
gesto del
capo. Allungò una mano, prendendo la mia “Vogliamo
fare una
passeggiata?” Annuii incerta, guardando il cielo. Il tempo
quel giorno
non era dei migliori – non che a Forks ci fosse il sole -, e
stava
calando la sera. Ci eravamo inoltrati nel bosco, quando spazientita
presi parola “Edward, che succede?”
Lasciò repentinamente la mia mano,
voltandosi verso di me. “Bella, stiamo per
andarcene”, sgranai gli
occhi, ed elaborai meglio la sua frase. Cosa avrei detto a Charlie?
Okay, ero pronta ad un trasferimento, ma non pensavo che fosse
così
presto. “Dammi il tempo di spiegarlo a Charlie. Di
inve-” non finii.
No, non riuscii a finire. Se ne andava, senza di me.
“Chi?” Domandai,
con la voce incrinata dalle lacrime che stavano per scendere.
“Io e la
mia famiglia. Non possiamo restare a Forks. Carlisle dovrebbe
dimostrare dieci anni in più di quelli che ha, e le persone
stanno
iniziano ad insospettirsi. Non possiamo rimanere”. Carlisle.
La mia
famiglia. Non aveva parlato di me. Io non facevo parte di tutto
ciò.
“Vengo con te”, non ero mai stata così
sicura in tutta la mia vita. Ma
quella sicurezza se ne andò, quando udii la sua risposta
fredda e
distaccata “No”. Non potevo piangere, non adesso.
“Tu... tu non mi
vuoi?” Anche questa risposta non tardò ad arrivare
“No”. Strinsi le
mani a pugno, fino a sentire dolore. “Non mi ami”.
E quella non era una
domanda, ma una constatazione. “No Bella. Non ti
amo”. E davanti ai
miei occhi si pararono le immagini di due giorni prima. “Ti
Amo. Per
sempre”. L'aveva detto, solo per prendermi in giro. E io come
avevo
potuto credergli? Idiota. Ero stata un'idiota. Lui, un vampiro perfetto
come poteva stare con un'umana come me? Un'insulsa umana... Lacrime
lente iniziarono a solcare sul mio viso, il respiro era affannato, e la
vista iniziava ad annebbiarsi...
“Bella!
Bella!” Con un grande
respiro riempii i polmoni d'aria. “Bella!” Aprii
gli occhi. Edward era
lì, dinnanzi a me, che mi sorreggeva la schiena.
“Io... tu... Te ne sei
andato!” E continuavo a piangere, senza sosta. Edward
asciugò le mia
lacrime. “Bella, calma. Era soltanto un incubo. Tu sei qui.
Io sono
qui. Non ti lascerò”. Il respiro pian piano
iniziò a regolarsi, e presi
il viso di Edward tra le mie mani, a coppa. “Non mi
lascerai”.
Continuavo a ripetere quelle tre parole, come una drgoata.
“Non ti
lascerò”. Quando finalmente fui del tutto calma,
Edward depositò un
dolce bacio sulle mie labbra. “Ah. Auguri, amore
mio”.
COME PROMESSO ECCO A VOI LA
ONE-SHOT CHE HO SCRITTO PER IL CONTEST XD PURTROPPO NON HO VINTO
ç_ç PERò VI POSTO I RISULTATI, PER
FARVI SAPERE COME SONO STATA GIUDICATA:
VOTO COMPLESSIVO: 7.8
CHE VE NE PARE? IO -
ANCHE SE NON HO VINTO - SONO SODDISFATTA DEL MIO LAVORO :) SPERO CHE VI
SIA PIACIUTA *-*
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