COME
CIOCCOLATO FUSO
Un edificio è il primo indizio che ti racconta come sono fatte le
persone che lo abitano, non credete?
E’ una cosa che penso sempre, quando cammino la sera attraverso i più
disparati quartieri cittadini.
In genere, mi piacciono gli edifici eleganti ma sobri, quelli divisi in
appartamenti adatti a gente benestante e che fa poche domande. Scapoli
in carriera, studentesse che dividono il monolocale col proprio gatto,
qualche anziana signora che guarda la TV seduta nella sua poltrona in fantasia
floreale, stile anni ’50… di solito è questo il tipo di persone che
vivono negli edifici che piacciono a me.
Non si può dire che io sia privo di buon gusto,
assolutamente! Sono piuttosto selettivo nei confronti di
luoghi, persone e circostanze in cui voglio imbattermi. Spingo sempre
perché tutto sia perfetto.
Non sono affatto poetico e nemmeno un po’ romantico, sono solo molto
pragmatico, uno a cui garbano le cose fatte a regola d’arte.
Tutto ciò che mi occorre è il cibo, proprio come ad un qualsiasi essere
umano. Mangiare è la prima regola per la sopravvivenza ed è il più
forte, il predatore in cima alla catena alimentare, che prende per sé i
bocconi più prelibati.
Io preferisco come cena una bella mora dalle curve generose, o persino
una rossa tutto pepe, possibilmente. In fin dei conti, però, il colore
dei capelli non è poi così importante. Prediligo piuttosto che abbiano
un buon odore, e quello della paura è senz’altro quello che più mi
solletica l’appetito. Credetemi, è un odore che scatena gli istinti più
bestiali.
Quando scivolo come ombra nelle stanze da letto senza produrre alcun
rumore, ho la possibilità di osservare da vicino con quanta serenità
dormano le miei giovani amiche, con le labbra schiuse in un respiro
lento e regolare che poi diviene un verso strozzato appena la
mia mano gelida tappa loro la bocca.
Avete mai provato ad ascoltare l’impennarsi improvviso del battito
cardiaco quando qualcuno passa dalla quiete assoluta alla paura? Avete
mai prestato orecchio al frusciare del sangue nelle vene, tanto da
avvertire anche lo schizzare dell’adrenalina in ogni dove? No?
Dovreste provare, è assolutamente divino! Quello significa essere vivi.
Ed è per questo che ne subisco l’attrattiva. Io sono morto, il mio
cuore è fermo e tutto ciò che mi tiene in piedi è la Volontà e la Sete.
Quelle ragazze a me piace legarle, mani e piedi, al letto e stringere i
nodi delle corde fino a che la pelle si lacera in meravigliose ferite e
abrasioni e libera fili color rubino, dall’odore ferroso e speziato
d’adrenalina.
Delizia dei sensi.
Ho ancora sulla punta delle lingua il sapore dell’ultima ragazza,
quella su cui ho disegnato con la lama di un coltello. Com’è che si
chiamava? Ah, sì, Elisa. Studentessa di scienze politiche e commessa in
una piccola libreria del centro storico. Come dimenticarla?
Era carina, delicata, con capelli ricci e scuri e due occhi castani
davvero grandi, assurdamente sgranati mentre mi fissava dal basso,
sprofondata nel letto sfatto. Il sangue le macchiava in rigagnoli
vischiosi il seno, le cosce, il ventre; scivolava giù dai polsi e dalle
caviglie strette dalle funi mentre lei si divincolava.
Goduria, pura goduria!
Ma l’estasi è arrivata quando ho affondato i denti in quel collo teso e
fragile e il sangue è schizzato nella mia gola con la furia della lava
di un vulcano. L’estasi oscura mi ha allagato le viscere quando il
sangue è scivolato sulla pelle di lei come una colata bollente di
goloso cioccolato.
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Note dell’autrice:
la storia partecipa alla “caccia all’uovo” di Fanworld.it; uovo numero
sette; prompt: “scrivere una storia che abbia come parola iniziale
edificio e quella finale cioccolato”.
Ovviamente, è una storia di vampiri. *-* Ho cercato di creare un
personaggio che, pur non avendo un nome o un aspetto definito, appaia
inquietante e deviato, oltre che sadico.
Di solito, non scrivo quasi mai storie in prima persona e quindi spero
che “l’esperimento” sia riuscito.
- Edit di agosto 2014 -
La storia ha pertecipato al contest "Un battito di ciglia" indetto da MyPride sul forum di EFP, vincendo il premio: "«FÁFNIR» PER L'AVIDITÀ E IL SADISMO DEL PERSONAGGIO".
Melian
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