≈ Untouchable.
...little taste of heaven
Il pendolo
dell'orologio battè le undici, e come ogni sera, puntuale,
l'uomo sgattaiolò fuori dalla sua stanza, guardandosi con
circospezione attorno. Un leggero vociare proveniente da non poco
distante lo avvisò della presenza di alcuni studenti, non
ancora rientrati nei loro dormitori ma, per una volta, non ebbe voglia
di andare a sottrarre punti a chissà quale Casata.
Girò a destra, e poi a sinistra, e salì le scale,
ancora e ancora, raggiungendo una stanza silenziosa, a cui nessuno
faceva mai caso.
Con un sospiro,
Severus Piton salutò quella che oramai era diventata la sua
droga quotidiana, quella a cui - volente o nolente - non sapeva dire
no, non sapeva dire basta.
Si avvicinò
a una parete, sulla quale vi era appeso qualcosa di coperto. Con
delicatezza - premura quasi - tolse il panno che impediva la visuale di
ciò che c'era al di sotto della stoffa, e immediatamente, un
sorriso gli si dipinse sulle labbra sottili.
«Ciao,
Lily»
Nello specchio vi
erano riflesse due figure: un uomo, grigio e scuro, ma con un viso
sereno, e una giovane donna dai lunghi capelli rosso scuro, che gli
sorrideva gioviale.
«Mi sei
mancata, sai» sussurrò «Mi manchi
sempre. Continui a mancarmi, incessantemente»
La donna nello
specchio piegò lievemente la testa di lato, continuando a
sorridere. Severus sospirò, passandosi una mano tra i
capelli. Vide l'immagine di se stesso, e si vide come non avrebbe mai
potuto essere. Felice.
Normalmente, rughe
troppo pesanti per la sua età gli affaticavano il volto,
mentre una costante espressione impenetrabile ne irrigidiva i tratti.
Aveva imparato a nascondere il suo dolore, col tempo. Era sempre stato
abituato al dolore, lui, da piccolo. Da quando i suoi genitori non
facevano altro che litigare, e puntualmente le discussioni terminavano
con sua madre che veniva brutalmente picchiata da suo padre. Aveva
conosciuto un'infanzia spenta, cupa, fino a quando non era arrivata lei. Lei, la sua
stella, la sua fata, il suo angelo. Lily Evans. L'amore
di una vita, l'amore di un'esistenza buttata al vento. E ora che lei
non c'era più, veniva ad osservarsi nelle Specchie delle
Brame, ogni sera, per godere ancora un po' della sua vista. Della vista
di loro due insieme.
«Tuo figlio
ha preso un bel voto in Trasfigurazione, oggi, me l'ha detto la
McGranitt. Credo che saresti molto fiera di lui, sai Lily? Ti somiglia.
Ma è anche così uguale a... quel Potter. Ed
è giusto che sia così, suppongo. Lui è
suo padre. Tuo marito»
La donna si
avvicinò impercettibilmente all'uomo accanto a lei, che le
cinse la vita.
Severus si sedette per
terra, aggiustando il mantello dietro di sè, a gambe
incrociate, come un ragazzino, rimanendo a parlare con il riflesso
della donna che aveva amato. Osservava rapito il viso - etereo, quasi -
di Lily, che brillava come sempre aveva fatto, come se fosse dotata di
luce propria. Ogni notte, Severus si ritrovava in quel sogno che mai
avrebbe potuto realizzarsi, perchè si era infranto ancora
prima di cominciare, ed era come se un milione di stelle sussurrassero
il nome della ragazza, mentre lei sorrideva gentilmente, come un essere
non umano, ma divino.
«Dove sei,
Lily, dove sei?» mormorò l'uomo, prendendosi la
testa tra le mani, mentre le lacrime cominciavano a pizzicargli gli
occhi. Niente di nuovo, infondo. La tristezza che lo accompagnava
sempre era un peso da tempo, era una tristezza così grande
da fargli provare dolore, una maledizione eterna che si era meritato.
Avrebbe potuto piangere in qualsiasi momento, in qualsiasi giorno:
bastava pensare agli occhi di smeraldo di lei.
Si alzò in
piedi, avvicinandosi ancora allo specchio. «Ti amo,
Lily» sussurrò, mentre la figura sorrideva
mostrando i denti, bianchi come perle, facendogli un cenno con il capo.
Le labbra di Severus si piegarono in un minuscolo sorriso, mentre una
mano andava a sfiorare il viso della donna. Vetro. Solo vetro. Il
sorriso morì, congelandosi immediatamente, e una lacrima gli
solcò la guancia, scendendo sul mento, e poi precipitando
oltre.
Lei era finta.
Lei non c'era
più.
Lily Evans era morta.
Eppure, continuava ad
ardere, più splendente del sole stesso, e nonostante non
fosse reale, vicino a lei Severus si sentiva sempre sciogliere. Lui era
completamente preso da lei, ora come in passato. Come in futuro. Come
sarebbe sempre stato.
«E'
così triste senza di te»
Di nuovo, la figura si
mosse, si portò una ciocca di capelli rossi dietro
l'orecchio, mentre la dolcezza era evidente in ogni lineamento. Era
così buona, lei! Così buona, così
coraggiosa, così intelligente. Piaceva a tutti,
perchè era una persona meravigliosa. E lui si era sempre
sentito così fortunato, perchè lei voleva stare
con lui, lo considerava il suo migliore amico. Lo preferiva ai suoi
compagni di Casa, gli parlava male di loro, spesse volte. "Sono
così stupidi e infantili!" ripeteva "Non sono come te, Sev.
Tu sei maturo e brillante", e lui arrossiva di piacere, ad essere
definito così da lei,
e si sentiva in pace con il mondo. La amava più di se
stesso, eppure, aveva rovinato tutto. L'aveva persa. L'aveva vista
farsi di ghiaccio, e poi scomparire. L'aveva vista con James Potter, il
Grifondoro stupido e infantile che era riuscito a rubare il suo cuore,
alla fine, come lui, maturo e brillante, non aveva mai saputo fare.
«Ti
amo» ripetè, come un mantra. Se lo ripeteva
numerose volte, dentro sè, per darsi forza, per andare
avanti. Per diventare una persona migliore, anche se lei non avrebbe
più potuto apprezzarlo.
«Oh,
Lily...» mormorò, mentre un'altra lacrima gli
scendeva sul viso. Di nuovo, provò a sfiorare la figura, e
di nuovo, non sentì altro che freddo vetro sotto le dita.
Lei era intoccabile,
come un distante cielo di diamanti. Intoccabile, come una creatura
divina. Intoccabile, come solo lei sapeva essere. Eppure, rimaneva il
suo piccolo assaggio di paradiso.
«Ti amo.
Sempre stato, sempre sarà»
Come se avesse
realmente udito le parole, il sorriso della donna si
allargò, mentre i suoi occhi si colmavano di dolce perdono.
Quel perdono che Severus non avrebbe conosciuto mai.
Tea Corner: buonasera a tutti (: credo che
questa shot sia la più triste che abbia mai scritto,
personalmente io vedo Severus Piton come un uomo che convive
costantemente con la tristezza, senza separarsene mai. Se non si fosse
capito, è ambientata al primo anno di Harry Potter a scuola.
E' la prima volta che scrivo su questo personaggio, nonostante sia uno
dei miei preferiti, e su Lily Evans. Ieri sera sono capitata non so
come a vedere dei fanvideo su di lui, ed è nata questa
storia, ispirata alla canzone "Untouchable", di Taylor Swift
(testo&traduzione - ascolta). Il sentimento che nutre Piton per Lily è quello
che io considero il vero amore,
perchè nonostante lei non lo ricambiasse, nonostante
avessero litigato, nonostante lei avesse sposato un altro, nonostante
lei avesse avuto un figlio, nonostante lei fosse morta.... lui ha
continuato ad amarla. Spero vogliate lasciare un commento, per farmi
sapere cosa ne pensate, lo apprezzerei davvero tanto ♥
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