Buio.
C’è
una paura condivisa da tutti i
bambini, la paura del buio
Che siano
coraggiosi e sfrontati o
timidi e titubanti basta lasciarli soli nella loro stanzetta e spegnere
la
luce. Nel giro di pochi minuti si stringono al loro peluche e si
raggomitolano
sotto le coperte del loro lettino, alcune volte iniziano anche ad
urlare.
Questo
l’ho imparato lavorando per
quasi dieci anni come balia. Tutti i bambini che ho accudito, dalla
piccola e
graziosa Angela al burbero e cocciuto Giulio avevano paura del buio ed
ero
assolutamente certa che questo fosse un lato del carattere che
crescendo tende
a sparire, ma mi sbagliavo...
Era la
primavera del 1913 e una
signora si era recata presso l’agenzia per cui lavoravo
chiedendo una bambinaia
con una certa esperienza con i bambini. All’epoca avevo
appena vent’anni e mi
ero occupata solo di due bambini, per cui ero subito stata scartata, ma
poi
Agata, la segretaria dagli enormi occhiali, cominciò a
parlare alla donna e,
non si sa come, la convinse ad assumermi.
-Beatrice-
richiamò la signora
Cantarella, ridestandomi bruscamente dai miei pensieri –Vai
alla porta, sono
arrivati.- disse spostandosi una ciocca di capelli dal viso.
Senza
risponderle andai ad aprire
la porta, sulla soglia c’era un uomo alto, dal viso affilato
e pallido: il
signor Cantarella; e al suo fianco un bambino magro e mingherlino dagli
enormi
occhi verdi.
Feci loro un
piccolo inchino per
poi spostarmi per lasciarli passare.
La giornata
trascorse lenta, feci
la conoscenza del piccolo Luca, un bambino schivo e silenzioso che
passava
tutto il tempo chiuso nella sua stanza a giocare con il suo
aereoplanino, o
almeno era quello che diceva la madre, ma non ne sono sicura. Infatti
ogni
volta che, per un motivo o per un altro, entravo nella camera di Luca
lo trovavo
sempre seduto sul letto, le tende scure tirate e
l’aereoplanino sulla mensola
della piccola libreria. I suoi occhi color smeraldo risaltavano
inquietanti nel
buio.
Un giorno, era
quasi un giorno che
lavoravo per i Cantarella, mi si accese una lampadina...
A me
m’ha sempre incuriosito questa
faccenda delle lampadine. Se ne stanno là tranquille, poi
arriva un tale e TACK
la lampadina si illumina e poi un altro TACK e
la lampadina si
spegne. È una di quelle cose che se ci pensi ci esci matto..
quando si accende
una lampadina. Quando apri il giornale e leggi che è
scoppiata la guerra.
Quando guardando un’immagine ti balena per la testa un
ricordo strano che
veloce come è arrivato se ne va. quando quel pomeriggio,
passando davanti alla
porta della stanza di Luca fui colta dall’irrefrenabile
desiderio di sbirciare
dal buco della serratura.
La camera era
buia e la luce che
fioca, filtrava attraverso le tende scure il letto sul quale era seduto
il
bambino. Assottigliai gli occhi per mettere a fuoco la figura di Luca e
mi
sorpresi nel vederlo gesticolare animatamente, le sopracciglia
corrucciate e il
viso paffuto contratto in una espressione seria che stonava con i
tratti tipici
dell’infanzia. Sembrava assorto in una impegnativa
discussione...
Cercando di
sentire cosa stesse
dicendo mi poggiai alla porta che si aprì di scatto. Mi
ritrovai stesa per
terra. Imbarazzata mi rimisi in piedi e incrociai lo sguardo verde di
Luca.
Prima che
potessi dire una parole
iniziò a strillare –Mamma! Mamma!- come un
forsennato. Dopo meno di un minuto
arrivò la signora Cantarella e il bambino le
saltò al collo cominciando a
frignare e dicendo che lo avevo picchiato. La donna non volle sentire
ragioni.
Mi diede una decina di minuti per radunare le mie cose ed andarmene.
Indignata,
presi la borsa e il
cappotto e uscii di casa. Una volta in strada indugiai alcuni istanti.
Alla
finestra della camera di Luca, due occhi verdi sbirciavano da dietro le
tende.
Dopo un
po’ di tempo venni a sapere
che la signora Cantarella aveva assunto e licenziato altre tre balie.
Mi sarebbe
piaciuto capire perché
il piccolo Luca passasse le sue giornate al buio e perché si
fosse messo a
frignare senza motivo, ma poi scoppiò la guerra e dei
Cantarella non seppi più
nulla.
Angolo
Autore:
è
priva di
senso, lo so, ma dovevo scrivere qualcosa xD
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