_You are not my Savior
«Tu non sei il
mio salvatore.»
Vorrei
dedicare questa one shot a tutti coloro che si sentono male dentro,
ripensando a stupidi motivi, quali litigi o incomprensioni, che hanno
distrutto un amicizia o un amore.
Un augurio di buona Pasqua a tutti.
Salute e Pace.
Se non stesse già piovendo, Malik avrebbe sperato che
nevicasse.
Ogni singola goccia che cade dal cielo graffia la pelle delle spalle
come la lama di un rasoio; poi scivola via sul petto e traccia una scia
argentata che si mescola a tutte la altre, continuando la sua discesa
verso il basso. Su di sé non ha vestiti, non ha protezioni.
Le gambe, per metà immerse nell’acqua nera del
lago, non le sente già da un pezzo. I piedi nudi affondano
tra i ciottoli e la sabbia del fondale. L’orizzonte si
è nascosto dietro una fitta coltre grigiastra, la natura
è fuggita all’abbraccio di quest’inverno
pungente che comanda ai muscoli di attaccarsi alle deboli ossa. Il
corpo umano, la macchina perfetta, è fragile e impotente
dinnanzi alle forze inarrestabili del mondo che lo circonda. La furia
della tempesta, che sfoga su di lui tutta la sua collera, quasi lo
trascina in avanti, esortandolo incontro alle correnti impetuose del
lago.
Sul suo volto, mentre tutt’attorno esplode la disperazione,
Malik ha dipinta una lieve smorfia, concentrato nella contemplazione
del mondo che gli offre i suoi ultimo omaggi.
Basta.
È la parola che gli riecheggia in testa da giorni.
Basta al
supplizio e all’ingiustizia di mille doveri tralasciati.
Basta
all’insofferenza e alla collera altrui.
Non c’è più spazio per nessuna di
queste cose. Riposo, l’eterno riposo, è un
battesimo della mente al cui torpore è impossibile
sottrarsi, una droga della quale si ha bisogno.
Male che vada, se non potrà saldare il debito della morte di
suo fratello col sangue del responsabile, allora usufruirà
del proprio, senza ripensamenti, schiavo della stessa determinazione
che lo distingue dalla massa.
Quell’unico braccio che gli resta è rigido e teso,
le dita sono strette sull’impugnatura decorata di una lama
d’argento. La benda che ricopre l’arto amputato
sembra alleggerirsi, come desiderando di sfilacciarsi adesso che non
c’è più bisogno di bloccare
l’emorragia, nonostante la ferita possa dirsi rimarginata.
Malik socchiude gli occhi e con piccoli passi si accompagna verso il
centro del lago, dove giunge a nuoto con la sola forza delle gambe.
Lotta contro l’inarrestabile intemperia della natura, quando
tutto ciò che lo circonda non ha più importanza
ormai. Il destino che il Maestro ha scelto per lui è carico
di onore e rispetto, ma non c’è da parte sua la
minima intenzione nel trascorrere il resto della sua vita chiuso in una
Dimora.
Prima di infliggersi un profondo affondo in petto,
all’altezza del cuore, Malik rievoca gli ultimi ricordi
luminosi che ha di suo fratello, e prega perché egli sia
già nell’aldilà ad attenderlo.
Ma la lama di quel pugnale non arriva mai a scalfire la viva carne,
strusciando solo in superficie quando, per la sorpresa nel sentirsi
sfiorare alle spalle da un corpo estraneo, Malik abbandona
l’impugnatura. La lama si perde negli abissi, mentre il
ragazzo tenta disperatamente di riafferrarla. Rinchiude il respiro
nelle guance e per un breve tratto s’immerge alla cieca sotto
la superficie dell’acqua, ma la presenza costantemente al suo
fianco lo risolleva prima che riesca a toccare il pugnale con un dito.
Sgrana gli occhi, e un cumulo di bollicine bianche fende
l’oscurità degli abissi venendo dalla sua bocca, i
cui denti sono serrati dall’indignazione.
L’unica ed ultima opportunità che aveva
è andata persa per sempre, e si allontana sempre
più dalla sua portata, trascinata dalle correnti verso il
fondo del lago.
Una presa calda, a contrasto col freddo intenso che gli carezza tutto
il corpo, lo afferra per il polso e lo accompagna dolcemente verso la
superficie.
Malik chiude gli occhi. Non può star a guardare quella
disgrazia un minuto di più. Al contempo un flebile sollievo
gli accende di poca luce una candela nell’animo.
In pochi, brevi istanti è di nuovo in grado di toccare con
le ginocchia il fondale di sabbia e ciottoli, mentre il suo
non Angelo Custode lo
conduce sulla costa.
Il graffio che Malik è riuscito a farsi sul petto gocciola
sulla pelle assieme all’acqua della pioggia, che assieme a
quella del lago l’ha inzuppato fino al midollo. I capelli
sono piatti sulla testa, che gli ricade in avanti sopraffatto dalla
rassegnazione: ancora una volta il suo io più profondo
è stato violato dallo stesso essere che gli ha salvato la
vita.
Malik non ha bisogno di voltarsi per riconoscere il volto che si cela
sotto quel cappuccio, oltre il quale ( per quanto ricordi ) si sono
spinti solo i suoi occhi, ora socchiusi.
La benda che ricopre il braccio amputato, mentre discretamente
Altaïr lo accompagna sulla riva, cede e si sfilaccia
nell’acqua. Il sangue va a mescolarsi col nero inchiostro del
lago.
Piccole goccioline viola gli solleticano la pelle alla base del collo,
e ricadono maliziosamente lungo il petto e gli addominali scolpiti da
vent’anni di massacranti addestramenti.
Potevo trovare la pace,
e tu me l’hai tolta…
Altaïr lo avvolge dei suoi vestiti che ha trovato gettati
sulla riva del lago. Il baratro tra i sentimenti contrastanti che
lottano in lui si è fatto così ampio, che ora
Malik precipita nell’oscurità dello stesso, privo
di forza, privo di sensi.
Tu non sei il mio
salvatore.
Angolo
d'Autrice:
Breve sclero
commemorativo, tutto incentrato su un presunto suicidio di Malik.
Diciamo che, dopo una
prima lettura, può sembrarvi il lavoro di una E.P.F.D.T.
(Ovvero Emo Psicopatica Fuori Di Testa). Ebbene… psicopatica
pure pure, ma Emo proprio no! XD
L’idea nasce
dopo aver beccato quell’immagine su tale fan forum: http://our-power.forumfree.it/
Anche se non ho idea a
chi appartengano i diritti d’autore della fan art
<.< che non so se rientra in una collezione di DeviantArt.
Ma tornando a noi. U.U
850 parole
tutte dedicate a Malik Al-Sayf e al suo immenso dolore per la morte di
Kadar, il suo fratellino.
Spero di non avervi
depresso troppo <.<
Chiarimenti:
1. Sì, Malik
si fa il bagnetto tutto gnudo :3
2. Lo sapevo che lo
sapevate che Alty l’avrebbe
salvato! XD
3. La
pioggia… sì, potevo anche
risparmiargliela. Ma come sono cattiva! *Muahahah!*
4. Le vicende si svolgono in un periodo ipotetico
prima che Malik si trasferisce a Gerusalemme per fare il Rafiq. (Con la
"Q" mi raccomando!!)
5.
Recensite :D e non è un optional, ma un ordine
è__è
6. LOL