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La
Scelta
Scorpius, più biondo e svogliato che mai, se ne
stava
stravaccato su di una delle eleganti poltrone in velluto nero che
contribuivano a rendere l'arredamento del salotto tanto ricercatamente
oscuro quanto era stimatamente adeguato all'abitazione d'un Malfoy.
Posto di traverso, aveva
una gamba che, addossata ad un bracciolo,
ciondolava giù di lato in un'oscillazione costante, e un
braccio
piegato contro lo schienale, le dita che scomparivano fra i propri
capelli.
Quel magro, appuntito
quattordicenne era, suo malgrado, la
personificazione stessa della noia, della pigrizia e della sfaccendata
negligenza, tutte caratteristiche che di solito esibiva con un certo
orgoglio.
Ma non è
detto, in effetti, che acciottolato in quella comoda posa, il nostro
novizio del Male non stesse riflettendo.
Di cosa, come
trovar un incantesimo da scagliare contro i pivelli
del primo anno senza finire in punizione o di quanto avrebbe voluto
spulciar fra la paccottiglia che il Professor Paciock custodiva alle
serre e mettergli tutto a soqquadro, non ci è dato saperlo.
Finora.
Benedetta fu allora
l'apparizione della signora Malfoy, sua madre, che
in un danzante svolazzar di tulle nero, gli si pose innanzi e, dopo
avregli lanciato una losca occhiata di biasimo per la sua inerzia,
così si rivolse al figlio:
"Avanti, Scorpius,
dà un consiglio a tua madre. Sono disperata:
ho già dovuto licenziare tre esperti in cerimonie e
festeggiamenti, uno più inetto dell'altro. Se mi son fermata
dallo scagliargli contro, quelle tre o quattrocento volte che ne ho
sentito l'impulso, un Cruciatus è perchè quel
dannato...".
Ma a quel punto Scorpius
aveva smesso di ascoltarla, lasciando che il
monologo sulla "decaduta era dell'oro per la Magia Oscura" fosse
sciorinato per l'ennesima volta in sua presenza.
Si sintonizzò
nuovamente su quel che Astoria stava spiattellando imbufalita
all'incirca a questo punto:
"Ed io voglio, voglio
festeggiarglielo questo compleanno. Lo so che tuo
padre non è d'accordo, che dice che non gli servono feste
alla
sua età, men che meno feste in grande stile e con esuberanti
fiori ad adornar la casa, ma lo dice solo perchè
è
così vanitoso da non voler accettare il passar del tempo per
quel minuscolo, quasi invisibile principio di calvizie, che peraltro lo
rende ancora più -".
Grazie al cielo aveva
distolto l'attenzione in tempo, prima che sentisse da sua madre quanto
ancora attraente fosse suo padre.
Odiava quel genere di
allusioni fra i suoi genitori. Erano stomachevoli.
Sua madre venne al
punto, tirando fuori dalla veste due fotografie,
all'interno delle quali per magia si agitavano al vento due piante
diverse.
"... così ho
eliminato le ipotesi più sfarzose, quindi
quelle più appariscenti, quelle più solenni. Via.
Via
tutti i fiori e le piante più sontuosi e spettacolari,
Tranello
del Diavolo compreso".
Sembrava stizzita la
signora Malfoy. Evidentemente aveva dovuto
scartare le alternative per lei più godibili, per volere del
tronfio marito, beccato in flagranza di crisi di mezza età.
"E quindi non son
rimaste che queste... queste insulse e plebee possibilità".
Fu un sospiro a porre
fine al suo concitato discorso. Porse al figlio le foto.
"Scegli". Lapidaria e
rassegnata.
Scorpius gli diede
un'occhiata. Le due immagini recavano entrambe
un'etichetta, sicchè sotto la prima era scritto,
nell'ortografia
curata e floreale dei libri sulle piante, FRESIE. Sotto la seconda invece stava
la parola ROSE.
Un sorriso
spontaneo gli fiorì sul volto pallido, mentre l'indice
passava sulla seconda delle etichette.
Dei
capelli rossi, ricci, che volteggiano in aria, mentre lei piroetta...
Scosse il
capo, d'un tratto allarmato, d'un tratto teso, d'un tratto diverso.
"Rosss... se", gli ci
volle qualche istante per completare la parola, e
anche così la sua voce risuonava strozzata. Se la
schiarì, tese nuovamente le fotografie alla madre e
ripetè: "Rose. Le, voglio dire. Le rose. Vanno bene.
Cioè... è perfetta-", un istante di panico, "come
scelta,
intendo. Di fiori. Come scelta di fiori...".
Per sua fortuna sua
madre, soddisfatta d'aver finalmente raggiunto il
risultato di quel sondaggio, per quanto poco condiviso quel risultato
fosse, s'era già congedata per dar ordine ai numerosi elfi
domestici che erano alle loro dipendenze di acquistare mazzi e mazzi di
rose.
Lontano da quel
trambusto domestico, Scorpius rimase seduto lì,
sulla poltrona. Ma in posa diversa, più tesa, più
disciplinata, le spalle dritte, il mento sollevato, le braccia lungo i
fianchi.
Un accennato sorriso sul
volto.
Eh sì, tante
cose avrebbero dovuto cambiare. Tantissime, in effetti. In lui c'era
tutto da rifare.
Ma c'è
speranza per tutti.
Aveva raddrizzato la
schiena, bastava farlo con la testa adesso.
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