Feeling

di pIcCoLaKaGoMe92
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“piccola allora sei sicura di voler partire?insomma…certo ci sono i tuoi amici ma voglio dire il Giappone è così lontano…e sarai da sola…”
“papà ne abbiamo già parlato ricordi? Infondo in linea d’aria la distanza tra Tokyo e New York è di soli 10871 chilometri e non sarò da sola..starò dalla zia, e ci saranno tutte le persone che mi vogliono bene , i miei amici, i miei parenti, non correrò alcun rischio andrà tutto bene non ti preoccupare!” Mimi pronunciò queste ultime parole con tutta la dolcezza possibile e immaginabile e allungò una mano per andare a toccare il braccio del padre dall’altra parte del tavolino, come per infondergli fiducia.
Si trovavano al bar dell’aereoporto di New York, il padre le aveva offerto l’ultima colazione che avrebbero fatto insieme per tanto tempo. Mimi si sarebbe dovuta imbarcare a breve e dire che era emozionata era poco. Un tumulto di sensazioni contrastanti la assalivano ormai da giorni. La voglia di tornare in Giappone, di poter rivedere tutti i suoi amici, di stringerli, di dirgli “sono tornata e stavolta è per sempre!” eppure c’era anche la paura di non essere più una di loro, che la magia di un tempo fosse svanita nel nulla. In effetti le parole che aveva appena rivolto al padre servivano a tranquillizzare se stessa più che altro. Così sentendo la voce metallica dell’altoparlante si ridestò dai suoi pensieri e mangiò l’ultimo pezzo di brioche alla cioccolata. Suo padre la guardò apprensivo mentre si alzava e si accingeva a prendere il suo bagaglio a mano, gli altri erano già stati inviati a casa della zia dove avrebbe soggiornato fino a che il suo appartamento non fosse stato pronto.
“Chiamami quando arrivi! E voglio tue notizie almeno due volte ala settimana! E impegnati a scuola! Non far preoccupare la zia! Non uscire tardi la sera! E anzi questa sera in particolare vaia letto presto perchè probabilmente sarai esausta dal viaggio e poi c’è anche il problema del fuso orario! E …”
“Papà ho capito! Farò la brava bambina promesso! Ma ora devo andare o perderò l’aereo!”
“va bene…” e con aria afflitta guardò la figlia prendere il biglietto da mostrare all’imbarco.
“Ti voglio bene Mimi!” e detto questo l’abbraccio. Mimi rimase molto sorpresa dal gesto di suo padre, in generale non aveva più avuto slanci d’affetto simili da quando la mamma li aveva lasciati. Non che non le volesse bene ovvio, ma lo faceva capire in altri modi, ecco tutto. Comunque nonostante la sorpresa Mimi rispose ben volentieri all’abbraccio e disse “ Ti voglio bene anche io papà!” la voce dell’altoparlante li fece separare e un po’ rossi in volto si incamminarono verso il check in.
-forza….si torna in Giappone!- questo fu il pensiero di Mimi mentre entrava nel gate… “ ricordati di chiamarmi appena arrivi!” la brunetta si girò verso il padre e sorrise come a volerlo tranquillizzare, ma subito venne richiamata da una hostess che le indicò la strada da prendere per imbarcarsi sull’aereo che l’avrebbe riportata dai suoi amatissimi amici.






ringrazio Vanille e Ellie Greene per i commenti scusatemi se vi ringrazio così velocemente ma ho davvero pochissimo tempo infatti come vedete è davvero corto come capitolo!!!vi prometto che al prossimo capitolo vi farò dei ringraziamenti come si deve!!!anche se a dir la verità è già troppo che voi leggiate anche questo secondo capitolo visto il mio tremendo ritardo!!!!!!!!!!!!!vvttttttttttttttttbeneee




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