This is
the first (thing I remember)
Now it's
the last (thing left on my mind)
Afraid of
the dark (do you hear me whisper)
An empty
heart (replaced with paranoia)
Where do
we go (life's temporary)
After
we're gone (like new years resolutions)
Why is
this hard (do you recognize me)
I know I'm
wrong (but I can't help believin')
(Stockholm Syndrome, Blink 182)
Sollevo cautamente le palpebre.
È tutto calmo, silenzioso.
Niente urla e latrati, pianti e imprecazioni.
Una debole luce mi avvolge. Mi
sfiora, fredda e delicata come brezza mattutina. Gelide goccioline mi imperlano
il viso. Pioggia?
Sono salvo?
Un breve respiro e mi ritrovo
nell’abbraccio rovente delle fiamme.
Che idiota…
“Ben
svegliato, Dean. Pronto a ricominciare?”
sussurra Alastair contro il mio orecchio.
Il suo alito caldo sa di zolfo e
sangue, di casa.
Un sorriso stanco mi tende le
labbra: “Fottiti.”
Le grida riprendono, alte e
animalesche. Disperate. Inascoltate.
Alastair mi sfiora la fronte,
gentile: “Come preferisci.”
Qualcosa lampeggia fra le sue
dita, e presto la mia voce si unisce a quella degli altri.
Note:
Ficcina-ina-ina scritta per il compleanno di
una persona speciale: tanti auguri, Silvié
<3
So che l’uomo meraviglioso
e il maniaco sputacchiante sono in fondo la tua OTP e spero che la drabble ti piaccia! Ti voglio bene <3
Mia mamma dice che è troppo macabra per una storia di
compleanno, si sbaglia, vero? *fa i puppy eyes e scappa via*