La luna piena era avvolta da una leggera foschia pallida, che rischiarava
appena un poco di cielo attorno ad essa, mentre tutt’attorno migliaia di stelle
brillavano a intermittenza, senza seguire un ritmo se non quello che la natura
aveva stabilito. Yuna abbassò lo sguardo da quella visione affascinante e seguì
il volo di alcuni petali rosati che avevano volteggiato davanti al suo viso,
sospesi dal vento e che senza riuscire a posarsi a terra, furono portati via dalla
brezza rinfrescante di quella notte. Allora la ragazza si voltò verso la
direzione da cui erano provenuti e si trovò di fronte ad un imponente albero i
cui rami erano carichi di foglie, ma soprattutto di fiori di un rosa violetto
che oscillavano al vento. Incantata dalla bellezza di quella pianta si avvicinò
lentamente, con l’intenzione di sedersi sotto le sue fronde per rilassarsi
contemplando lo spettacolo che la natura le stava offrendo. Ma quando arrivò a
pochi metri da essa scorse un’ombra appoggiata al tronco che sembrava guardare
nella sua direzione. Sembrò che si fosse accorta della presenza di Yuna, e
allora avanzò verso di lei. Dopo alcuni passi, uscì dall’ombra dei rami e la
fioca luce della luna illuminò la figura: un ragazzo biondo, gli occhi
cristallini che esprimevano dolcezza, i tratti familiari alla ragazza,, che si
avvicinava sempre di più. Il cuore di Yuna si fermò all’improvviso alla vista
del giovane, ma riprese a battere quando avvertì il rumore dei suoi passi
sull’erba, e più lui si avvicinava, più accelerava il ritmo. Quando Tidus la
raggiunse batteva talmente veloce che le sembrava di sentirlo rimbombare
nell’aria, mentre le parole le morivano in gola prima di poter uscire dalle sue
labbra e i pensieri si affollavano confusi come le emozioni dentro di lei. Vide
le braccia del ragazzo alzarsi, le sentì posarsi su di lei e catturarla in un
abbraccio atteso da tanto tempo, al quale si abbandonò completamente, cercandovi
la pace, la serenità, l’amore che le erano mancati così a lungo. Udì una frase
uscire dalle labbra di Tidus, che raggiunse il suo orecchio come un soffio di
vita nuova: “Sono tornato, e resterò per sempre con te.” Lacrime di felicità e
di commozione si spinsero fuori dagli occhi di Yuna, scivolando sulle sue guance
lasciando una scia calda e bagnando la maglia del ragazzo contro la quale lei si
stringeva, mentre un leggero sorriso affiorava sulle sue labbra…
Yuna aprì gli occhi, la vista offuscata dal pianto. La sua tenda le apparve
in un’immagine sfocata. Mosse leggermente la testa e sentì la stoffa bagnata
premerle sulla guancia: il cuscino era zuppo delle sue lacrime, che si stavano
trasformando rapidamente in gocce cariche di disinganno, tristezza, dolore.
Ancora una volta quel sogno non le aveva dato tregua, ancora una notte aveva
vissuto quella scena e di nuovo aveva creduto che tutto fosse reale, che tutto
fosse tornato come una volta, che lui fosse veramente di nuovo al suo fianco.
Altre lacrime si unirono a quelle che prima di esse avevano bagnato il cuscino.
Per alcuni minuti non riuscì a fermarle, poi si arrestarono da sole, lasciando
solo più un segno umido sul suo viso. Allora Yuna decise di alzarsi e uscire a
prendere una boccata d’aria. Lasciò il villaggio e raggiunse la spiaggia. Mentre
percorreva la via delle cascate, mille ricordi le sfiorarono la mente: ricordò
il giorno in cui era diventata Invocatrice, quel giorno in cui lo aveva
incontrato … lui … Tidus … si era preoccupato per lei senza sapere nemmeno chi
fosse … era corso nel tempio quando aveva saputo che lei poteva essere in
pericolo, aveva superato le prove del chiostro nonostante venisse da un altro
mondo, dove i tempi non esistevano, aveva raggiunto il naos e avrebbe violato le
regole entrandovi se Yuna non fosse comparsa proprio in quel momento. Ricordò lo
stupore del ragazzo quando l’aveva vista evocare il suo primo Eone. Ricordò la
strana felicità che l’aveva pervasa quando aveva saputo che lui sarebbe partito
insieme a loro, l’effetto dei suoi sentimenti che ancora non aveva scoperto, ma
che già si insinuavano nel suo cuore per poi sbocciare in tutta la loro purezza
una notte nella Fonte Sacra di Macalania.
Guardò il mare limpido di Besaid, quel mare dal quale, a quanto le avevano
raccontato, era comparso lui.
Le tornò alla mente una delle promesse che le aveva fatto: se avesse
fischiato, ovunque fosse stato l’avrebbe raggiunta. Si portò due dita alla
bocca, come le aveva insegnato, e soffiò. Ma nessuno accorse al suo richiamo: il
fischio si perse nell’aria immobile della mattina che stava spuntando, lasciando
Yuna da sola con un unico pensiero …
Ti troverò, Tidus.
THE END