Fandom: Doctor Who/Sherlock Holmes;
Pairing/Personaggi: Holmes/Watson, Dottore;
Rating: Pg;
Prompt: 02 –
Lente d’ingrandimento;
Genere: Comico,
Romantico.
Warning: Crossover, Flash-fic, Relazione
implicita, Slash;
Beta: Narcissa63;
Summary: Holmes e
Watson stanno studiando uno strano oggetto “piovuto dal cielo” ed, all’improvviso, una cabina blu compare nel loro salotto.
(Scritta per la 221B,
Baker Street Table di holmes_ita e per “A tutto campo!” del Marauders Archive).
Note: Scritta per
221B,
Baker Street Table di holmes_ita (il resto della mia
tabella è qui),
partecipa alla challenge “A
tutto campo!” del Marauders Archive.
Dedica: Questa
cosina è una sorpresina per la dolcissima xel1980, che ha realizzato per me questo bellissimo header *__* tesoro, è una cavolata, ma spero che ti
piaccia >__<
L’Enigma della Cabina Blu
Attraverso la lente d’ingrandimento, Sherlock Holmes studiò
minuziosamente il bizzarro oggetto che aveva di fronte. Gli era stato
consegnato quella sera da un’elegante cliente, che asseriva che fosse “piovuto
dal cielo” nel suo giardino e non riusciva a comprendere di cosa si trattasse.
Il manufatto era di forma sferica, ma era sfaccettato, rosso
e brillante come un rubino. Aveva una consistenza vitrea, eppure – come il mio
amico aveva scoperto, picchiettandolo con un martelletto – era duro come il
marmo. A prima vista poteva sembrare un qualche tipo di cristallo, ma non c’era
minerale al mondo che potesse essere tanto grande; era infatti
della misura di un pallone da rugby.
Lo stavamo analizzando da ore, eppure non riuscivamo a capirne
la provenienza. Avevamo perfino ipotizzato che fosse un meteorite, ma non
c’erano tracce di bruciature all’esterno dello stesso.
Il mio collega lo stava scrutando per l’ennesima volta,
cercando qualche segno sulla sua superficie e borbottando fra sé, quando venimmo distratti da uno strano rumore. Ci voltammo verso un
angolo del soggiorno, da cui proveniva quel suono sconosciuto e, increduli,
vedemmo apparire davanti ai nostri occhi una strana cabina blu. Quest’ultima si
aprì e da essa venne fuori un uomo dall’aspetto singolare: alto e longilineo, con
folti capelli castani ed arruffati, vestito di un
completo marrone, portava un paio di occhiali dalla montatura scura ed
impugnava una bacchetta metallica.
«Molto bene!»*
esclamò, fermandosi al centro della stanza e guardandosi intorno, poi, non
appena notò la nostra presenza snocciolò: «Oh,
buonasera! Immagino siate i padroni di casa. Una dimora davvero deliziosa. Le
dispiace se do un’occhiata a quello?» e, prima ancora
che potessimo reagire, lo sconosciuto prese posto affianco a Holmes e cominciò
a passare quella sua strana bacchetta sull’oggetto appartenente alla nostra
cliente.
«Scusi signore, ma lei chi sarebbe e come è
entrato in casa nostra?» ribatté l’investigatore, squadrandolo severamente.
«Con la cabina blu. Non si
preoccupi, sono un dottore» asserì il nostro ospite,
senza degnarci di uno sguardo.
«Adesso abbiamo una chiara visione dell’ovvio» replicò il mio coinquilino.
«Un collega, quindi. Ha detto di
essere il dottor…?» chiesi io.
«Il Dottore, solo il Dottore»
rispose lui «E voi siete?» domandò poi.
«Il dottor Watson, e questi è il mio amico Sherlock Holmes»
feci le presentazioni, giacché fui il primo a cui tese
la mano.
«Il dottor…» incespicò lui, fissandoci allibito, come se ci
vedesse solo in quel momento «Il dottor Watson e Sherlock
Holmes… oh, ma certo! Dev’essere colpa del brillamento solare, tutto torna!
Il TARDIS mi ha portato qui seguendo la traccia dell’uovo, che era stato
sbalzato in un universo parallelo e, se non mi sbaglio di grosso…» blaterò,
controllando uno strano bracciale, che mi parve simile ad
un orologio da taschino «ce ne sarà un altro esattamente tra… trenta secondi!
Perdonatemi signori, è stato un vero piacere! Questo viene con me, ho due
genitori molto preoccupati e pronti ad invadere la Terra per riavere il loro
piccolo. Arrivederci!» si congedò precipitosamente, portandosi via la pietra
“piovuta dal cielo” e gettandosi a capofitto sulla sua cabina al grido di «Allons-y!» Pochi secondi dopo, sia lui che
quella scatola blu erano scomparsi.
Rimasi a guardare esterrefatto il punto in cui erano spariti
ed avrei dubitato della mia sanità mentale, se il mio
amico non avesse assistito agli stessi fatti. Fu proprio lui a riscuotermi da
quella contemplazione.
«Vecchio mio, quando ci concederemo
un nuovo momento d’intimità in questa stanza ed io non vorrò immediatamente
seguirla in camera da letto, la prego, mi sussurri cabina blu all’orecchio e le prometto che ci ritireremo subito per
la notte» mi assicurò, prima che entrambi ci concedessimo una risata scioccata.
FINE.
*“Molto bene!” è in corsivo perché il Dottore, pur parlando
inglese – dato che in quel momento si rivolge a due
inglesi –, lo pronuncia in italiano.