7-dolci lacrime salate
Rieccomi!!!! Vi posto
velocemente il capitolo, sono impegnata in un progetto sempre per
richiedere TPB2 e non ho moltissimo tempo... quindi anche per questa
volta purtroppo saltano i vari ringraziamenti... do solo un GRAZIE
generale a tutti!
Buona lettura!
7- Dolci lacrime salate
Estate. Si può desiderare qualcosa di più?
Niente scuola, sole, mare e... beh, la cosa più importante: Luca in
costume. Che splendida visione.
Non che da vestito sia da meno, con
le magliette aderenti che porta... i muscoli si vedono comunque.
Però
li, davanti ai miei occhi, con le goccioline salate che ti percorrono
il corpo, così perfetto che sembri tu sia stato scolpito dagli dei,
anzi, che faresti invidia anche al più bel dio greco, con uno
sguardo da cucciolo che mi supplica di entrare in acqua con te...
beh, dire che dovrebbe essere vietato a tutte le età è poco.
-e daje! Prendo una giornata di permesso per portarti al mare e tu
nemmeno entri in acqua?-
E come faccio a dirti di no?
Anche se volessi, le lettere mi si
bloccherebbero in gola.
-mmm...- faccio io, come per pensarci su, anche se la decisione è
ormai presa.
E quando mi ricapita di averti tutto per me, senza dover
stare attenta ai miei?
-Ah! Ci devi pure pensare eh?!- dici, scagliandoti su di me,
prendendomi di peso e caricandomi su una spalla come un sacco di
patate.
Destinazione: riva.
O meglio, quello che c'è oltre la
riva...
-Luca! Mettimi giù!- urlo. Ma il cervello dice tutt'altro: “Guai a
te se molli la presa. Tienimi così per sempre!”
Ormai gli avvenimenti di questa giornata sono già scritti, o per lo
meno ciò che mi sta per capitare.
Quello è decisamente inciso nel
marmo.
Non c'è via di fuga.
Mi guardo attorno, per quanto l'essere
quasi a testa in giù permette. La spiaggia è quasi deserta. In
lontananza dei ragazzi giocano a beachvolley.
Siamo solo io e te.
E
non so perché, ma la cosa mi piace. O meglio, il perché lo so
benissimo...
Neanche dieci secondi che sono su una tua spalla, che faccio appena
in tempo a prendere un bel respiro e a tappare il naso, che mi lanci
in acqua.
Sono circondata da bollicine e non vedo nemmeno a un centimetro dal
mio naso.
È tutto bianco.
Mi sembra di stare in una bottiglia di
acqua frizzante dopo che è stata agitata.
Mi sento prendere per i
fianchi.
Per un secondo mi si ferma il cuore dallo spavento, ma
quelle mani le riconoscerei tra mille ad occhi chiusi.
Luca.
Mi
riporti in superficie.
Aria. Tanta aria.
Ho sempre odiato i tuffi. Stare in acqua no, adoro
il mare, ma i tuffi sono una cosa da evitare con me. Tutte quelle
bolle che si creano mi danno l'impressione di essere schiacciata,
compressa.
E Luca questo lo sai. Lo sai da sempre.
Mi giro lentamente verso di te, e ti fulmino.
Tu divertito mi sorridi.
-Lo so. I tuffi non ti piacciono. Però è stato forte. È uscito
bene...- cerchi di scusarsi, trattenendo le risa.
-Ah si? È stato divertente? Bene. Sono contenta che tu sia riuscito
a sfogarti... - dico sarcastica, ma allo stesso tempo divertita.
Come
faccio a tenerti il broncio?
Qualcuno mi getta dal cielo il manuale
di istruzioni per resistere a Luca?
C'è nessuno?
I need help!
Ci guardiamo un po' negli occhi, sempre con un sorriso che ci
illumina il volto.
Poi non so cosa ti prende, vedo una strana luce
nei tuoi occhi. É come se dentro di te ci fosse una lotta furiosa.
Ti fai serio.
Conosco quello sguardo.
È lo sguardo di chi sta per accorgersi che
tutta questa situazione è sbagliata.
Di chi non dovrebbe essere li
in acqua con me, con ancora le mani sui miei fianchi.
È lo sguardo
di chi sta per interrompere questa magia estiva.
Erano quasi tre settimane che non stavamo un po' insieme.
Dopo la
notte in cui mi hai ritrovata sulla spiaggia, è come se fossi stato
schivo nei miei confronti.
Ma io mi ricordo cosa hai detto. Sono
svenuta poi, ma quelle parole me le porterò in ricordo per sempre.
Mi hai risposto “anche io”.
Non ti ho chiesto spiegazioni.
So già
che ti tirerai indietro.
Ma queste due parole, mi danno la forza di
andare avanti, di non arrendermi ad una amore impossibile.
Alcuni
giorni non passavi nemmeno da casa. Mamma giustificava le tue assenze
con nonna, dicendo che era per il matrimonio finito con zia Silvia.
Nemmeno loro erano abituate a non vederti più in giro per casa. Ma
io sapevo che non era per quello. Qualcosa mi diceva che la fine di
quel matrimonio era stato un sollievo per te. In effetti, litigavate
spesso.
Anche se nessuno mi ha detto per cosa vi siete lasciati. Mah, alla
fine contava solo quello, il perché non erano affari miei dopotutto.
E stamattina, quando ho trovato quel bigliettino scritto velocemente
e lasciato sul mio cuscino, mi sono sentita quelle farfalle nelle
stomaco che da giorni non tornavano.
Mi sono sentita finalmente bene.
Sento le tue mani farsi incerte sui miei fianchi.
Non staccarle ti
prego, non adesso.
Poggio le mie sui tuoi avambracci, come a
infonderti sicurezza.
Abbassi lo sguardo.
-Sara io... -
-Lo so, ho capito... - dico, delusa dall'arrivo precoce della fine di
quel momento. -dai, torniamo in spiaggia ad asciugarci, che tra un
po' dobbiamo tornare a casa-. Stacco le mani, ma la tua presa è
ancora li, leggera e delicata, ma li, che non se ne va.
Mi guardi.
Luca, cosa c'è? Ti prego, non rovinare tutto con uno dei
tuoi discorsi sul non possiamo, non è giusto e non è sano.
Siamo qui, per un giorno, lascia fuori i problemi.
Mi guardi, e forse riesci a leggere i miei pensieri, perché con un
sospiro amareggiato, lasci la presa.
Faccio due passi verso la riva.
Non posso essere triste perché la giornata non ha raggiunto le mie
aspettative.
Devo essere felice di quel poco che c'è stato.
Rinchiudere questo bel ricordo nel mio cuore, custodirlo,
nasconderlo.
Per poi farlo tornare a galla per ricordarmi che ti amo
o per farmi scendere una lacrima in ricordo di quei giorni felici.
Un altro passo.
Da piccola odiavo camminare nell'acqua. È faticoso.
Sembra che ogni passo che fai ce ne sono dieci pronti a spingerti
indietro e il tuo corpo lotta per non perdere quel poco di terreno
guadagnato.
È come con te Luca. Con te, è come camminare nell'acqua del mare,
puntando i piedi nella sabbia.
Dei giorni il mare è calmo, e fatico
poco. Ma altri giorni le onde sono alte e le correnti forti mi
stremano.
Ma sono testarda, si sa. E non mi arrendo.
Sarebbe come
ammettere che il mare, quell'enorme distesa d'acqua che tanto mi
piace, fosse all'improvviso mio nemico. E tu non sei il mio nemico.
Sei la cosa più bella della mia vita.
Un altro passo.
Mi afferri il polso destro.
Un altro passo.
Un piccolo passo.
E poi altri cinque indietro.
Mi hai preso dal dietro, per la vita.
Mi hai attirato a te, e hai
circondato il mio corpo con le tue braccia da palestrato, accostando
la tua guancia alla mia.
Sto li, impietrita dal gesto, o forse dalla
paura che un semplice movimento possa far cessare tutto.
E non
voglio.
Non so perché, ma i miei occhi si fanno lucidi, e le lacrime
cominciano a scendere delicate e veloci sulle guance.
É il sale... sono sicura che è il sale...
Mi do della stupida.
Perché devo sempre raccontarmi delle balle,
solo per non accettare il fatto che tu riesci a farmi piangere anche
con un semplice abbraccio?
Ma poi, sento qualcosa di caldo toccarmi lo zigomo, e non è una mia
lacrima.
È la tua.
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