Special chance {Ballo d'inverno}
- Zero! Zerooo! -.
Quella voce così
allegra, eccitata e dannatamente familiare, per quanto in un certo
senso gli facesse piacere udirla, lo costrinse a fermarsi e voltarsi:
Yuki stava correndo verso di lui agitando in aria una mano a mo’
di saluto, gli occhi sfavillanti di eccitazione.
La osservò avvicinarsi finché non gli fu dinanzi.
- Che c’è, Yuki? - chiese, senza minimamente preoccuparsi di celare l’irritazione che trapelava dal tono.
Lei parve non accorgersene neppure.
- Zero, papà mi ha
detto di ricordarti che stasera ci sarà il ballo d’inverno
- si spiegò lei, senza spegarsi tuttavia affatto.
- E allora? - chiese infatti lui, senza abbandonare quel suo tono irritato.
- Papà ci tiene che tu partecipi, soprattutto vestito in modo carino! - continuò Yuki.
Zero distolse lo sguardo, puntandolo al suolo, poco distante da lì.
- Certo... - replicò in tono vago e affatto convinto.
- E soprattutto... ricorda
che ci sarà anche la Night Class! In qualità di Guardians
dobbiamo assolutamente presenziare! - proseguì la ragazza,
infervorandosi.
Zero le lanciò
un’occhiata di sbieco, cogliendo sulle sue guance un accenno ben
evidente di rossore che lo infastidì alquanto: era chiaro come
il sole il collegamento tra Night Class e il suo perenne chiodo fisso,
il capodormitorio Kaname Kuran.
- Zero, tu con chi andrai
al ballo? Hai già invitato qualcuna, vero? - gli domandò
Yuki, al colmo della curiosità.
Tutta presa com’era
dal discorso, non si era neppure accorta del lieve disagio e
dell’irritazione che si erano fatte più marcate nella
postura e nell’atteggiamento del suo interlocutore.
Quest’ultimo si
limitò semplicemente a tacere: dirle che non aveva interesse ad
invitare qualcuna che non fosse lei era assolutamente fuori discussione.
Ancora una piccola parte di
lui sperava che Yuki lo invitasse a partecipare al ballo assieme a lei,
ma ormai era una speranza vana: in fondo, lei aveva Kaname.
Perché mai avrebbe dovuto interessarsi a lui, dato che lo considerava praticamente alla stessa stregua di un fratello?
Era proprio vero: la gelosia era una brutta bestia, con la quale Zero quotidianamente doveva avere a che fare.
- ... no - rispose infine, notando il silenzio e l’attenzione della ragazza, che ancora lo fissava con assoluto interesse.
- Oh... - mormorò
poi, quasi mortificata - Be’, ma Zero! Almeno oggi prova a
trovare un’accompagnatrice! Hai tempo fino a stasera! - aggiunse,
cercando così di rincuorarlo, ottenendo tuttavia, a sua completa
insaputa, l’effetto contrario: l’allusione ad
un’accompagnatrice diversa da lei era come una pugnalata al cuore
per Zero, il quale continuava ad ostentare un certo distacco.
- Tu con chi vai? - domandò poi, senza alcun preavviso.
Yuki lo fissò per
alcuni attimi, totalmente spiazzata dalla richiesta, poi un nuovo
rossore, stavolta d’imbarazzo, le imporporò le guance,
togliendo il fiato al ragazzo.
- Non mi ha ancora invitata
nessuno... - disse, abbassando gli occhi - Chissà, forse entro
stasera qualcuno... - lasciò volutamente a mezzo la frase,
lasciando intendere all’altro la fine - Tu, invece, faresti bene
a trovare una ragazza con cui andare: ti aiuterebbe a socializzare un
po’ di più con gli altri studenti - continuò.
In un modo o in un altro, anche se involontariamente, riusciva a ferirlo.
Non gl’importava,
finché fosse stata accanto a lui, ma al vederla svalvolare ogni
volta che nei paraggi c’era Kuran, diventava intrattabile e il
dolore che si teneva dentro esplodeva tutto a un tempo.
- Sì, certo... - mormorò lui, lasciando correre.
Lei si mise le mani sui fianchi in una deliziosa imitazione di madre in fase di rimprovero.
- Uffa, ma perché
sei sempre così... scorbutico?! Dovresti cercare di essere
più aperto anche con gli altri studenti e non solo con me! Certe
volte ho come la sensazione d’essere veramente l’unico
oggetto delle tue attenzioni... - sbuffò, quindi fece
dietrofront e se ne andò, lasciandosi alle spalle uno Zero
quanto mai basito, per non dire estremamente esterrefatto: aveva
ipoteticamente colto nel segno.
E dire che certe volte
riusciva a comprendere le cose più oscure con una
facilità e un’ingenuità spaventose.
Rimase lì inchiodato
in mezzo al corridoio alcuni minuti, ad osservare il profilo di Yuki
che si allontanava sempre più, prima di realizzare dove fosse e
cosa stesse facendo.
Si riscosse dal torpore in cui era stranamente caduto e riprese a camminare.
Era deciso: o avrebbe invitato Yuki, o sarebbe andato da solo.
Dato che la prima opzione era da scartare a priori causa orgoglio personale, sarebbe andato da solo.
Triste destino, ma se non altro si sarebbe risparmiato la scottante umiliazione di dover invitare lei.
Be’, avrebbe sempre avuto modo di vederla al ballo e forse, di convincerla a danzare...
*****
Uscì nella fredda brezza serale con nonchalance.
Molte delle studentesse
della Day Class si fermavano a sospirare, adoranti, vedendolo passare,
ma lui le ignorava, come aveva sempre fatto: una sola, quella notte,
avrebbe conquistato tutta la sua attenzione.
Nell’aria percepiva
già l’odore di migliaia di sfumature diverse di sangue
umano, segno che già molti studenti si erano riuniti nella
mensa, l’unica sala abbastanza grande da poter ospitare un ballo
per tutto il corpo studentesco, sia diurno che serale.
Procedeva a passo
sostenuto, sguardo impassibile come sempre, vestito con un insolito
smoking bianco che marcava di molto l’eleganza naturale del suo
portamento, cosa che faceva letteralmente sciogliere le studentesse che
lo vedevano passare.
Insomma, Kaname Kuran era certamente lo studente della Night Class più ambito da tutte, senza pari.
Sulla porta della mensa, notò una presenza a lui decisamente familiare.
- Anche i Guardians possono partecipare al ballo? - chiese, rivolto a Zero.
Quest’ultimo lo fulminò con un’occhiataccia.
Nel suo smoking nero con la
camicia fuori dei pantaloni e la cravatta con il nodo lento, Kiryu dava
esattamente l’impressione di un “elemento pericoloso”
e forse era proprio quella l’immagine di sé che voleva
dare.
Eppure nel suo scarso interesse per l’abbigliamento riusciva ad essere a suo modo elegante.
- Kuran... - sibilò
a denti stretti - Sarà bene che tu e i tuoi simili vi
comportiate secondo le regole stasera... - aggiunse in tono severo e
velato di minaccia.
Kaname si accigliò appena.
- Non preoccuparti: seguiremo le regole. Dopotutto... non vogliamo creare disordini proprio stasera, vero? -.
E sì, in quella
mezza promessa di non nuocere a nessuno, Zero carpì una velata
allusione a ciò che si sarebbe scatenato in seguito al suo
intervento in caso di guai con i vampiri.
Kaname Kuran sapeva
senz’alcun dubbio imporsi sui suoi simili, perciò le
possibilità di disordini diminuivano drasticamente,
ciononostante non mancava mai di fargli notare quanto uno sgarro da
parte di un vampiro o un intervento a sproposito da parte sua potessero
nuocere in ugual maniera ai rapporti tra Night e Day Class.
Zero tacque.
Kaname si limitò ad un breve accenno d’inchino, quindi entrò.
Il Guardian lo
scrutò mentre si addentrava nella folla di studenti e
studentesse, le quali inziarono a voltarsi verso il vampiro in
un’inquietante imitazione dell’effetto domino.
Zero si girò verso
il corridoio: non era lì per controllare quante ambissero a
trascorrere cinque secondi della loro vita al fianco di Kuran.
- Zero! ZERO! -.
La sua voce.
Si trattenne a stento dal
ricercarla freneticamente con lo sguardo e ne fu premiato: Yuki si fece
largo tra gli altri studenti fino a raggiungerlo.
Era la prima volta che la
vedeva con indosso qualcosa di più formale della classica divisa
della Day Class e più elegante del suo bel pigiamino con cui
amava girare per i loro appartamenti.
Era strano, ma non gli dispiaceva affatto.
- Come sei elegante! Stai
aspettando la tua accompagnatrice, eh? - esclamò la ragazza,
squadrandolo con espressione sinceramente meravigliata e compiaciuta,
quasi.
“Sì, stavo
aspettando te!” gli venne spontaneo di risponderle, invece disse:
- No, stavo controllando quelli della Night Class -.
Lei parve perplessa.
- Ah, allora la tua
accompagnatrice è già dentro... - azzardò,
spostandosi appena nel chiaro tentativo di scorgerla.
- Sono da solo - spiegò lui, vagamente irritato.
- Oh... - mormorò
lei, quasi delusa - Be’, anch’io - ammise poi, riuscendo a
cogliere di sorpresa il suo interlocutore.
- RAGAZZEEE! - sentirono esclamare poco distante, al che sobbalzarono ambedue - IDOL È QUAAA! -.
- Sta’ zitto, idiota... -.
Aidoh e suo cugino Kain erano arrivati e... be’, non si poteva dire che la cosa fosse passata sotto silenzio.
Un disarmonico e
assolutamente caotico coro di studentesse in crisi si levò dalla
folla, riecheggiando nell’intera sala.
Una moltitudine di ragazze iniziarono a spintonare per cercare di raggiungere il vampiro.
- Credo sia ora
d’intervenire - esclamò Yuki, dirigendosi verso la folla,
lasciando Zero sull’uscio, leggermente disorientato.
E così neppure lei
era riuscita a trovare un cavaliere, alla fine, non che a lui la cosa
dispiacesse: se non altro non avrebbe dovuto contendersela con altri
per un innocuo ballo.
Be’, non proprio...
La guardò mentre
cercava di riportare un po’ d’ordine e decise di andare ad
aiutarla: almeno così si sarebbe messo in buona luce.
- Nobile Kaname... -.
Kaname si volse sentendosi chiamare, incontrando lo sguardo di un’altra vampira.
- Sì, Ruka...? - chiese, con estremo garbo.
- Mi concederebbe
l’onore del primo ballo...? - replicò l’altra in
tono molto formale nel quale lui percepì anche un certo disagio.
Si rese conto solo in quel
momento che c’era la musica, una melodia dolce e quasi
melanconica, perfettamente adatta al ballo in coppia.
- Certamente - rispose,
prendendo delicatamente la mano che la vampira gli porgeva e piegandosi
in un gentile baciamano, come galateo imponeva.
Si diressero allora verso il centro della sala, dove era stato lasciato uno spazio vuoto adibito a pista da ballo.
Già altre due
coppie, composte da vampiri, volteggiavano quietamente in essa, come
circondate da un’aura di perfezione.
Kaname e Ruka si unirono.
Zero e Yuki, intanto, erano riusciti a reprimere la folla e acquietare la massa di aspiranti spasimanti.
- Ah, grazie Yuki! - esclamò Aidoh, rivolgendo un sorriso alla ragazza.
- Sei venuta con Zero? - chiese poi, con assoluta innocenza.
Lei arrossì fino
alla punta dei capelli e lui si curò di distogliere lo sguardo
per celare eventuali tracce di intenti omicidi ai danni del vampiro,
allontanandosi un poco.
- No, sono sola - rispose lei, nella voce un velo d’indignazione.
- Allora, vuoi ballare...? -.
Zero, tranquillamente
intento a sorseggiare un bicchiere di ponche, poco mancò che si
strozzasse con la bibita al sentire la richiesta.
Iniziò a tossire.
- Hm...? Zero, che c’è? Stai male? - chiese Yuki in tono innocente ma preoccupato.
Lui scosse la testa, cercando di riprendersi un po’.
- Allora, Yuki? Vuoi ballare con me? - insistetté Aidoh, senza badare più di tanto al ragazzo.
- Ecco, io... non sono capace - mormorò lei, a disagio.
- Non importa: ti insegno io... -.
Dicendo ciò il
vampiro le prese dolcemente la mano e la condusse via, verso la pista
da ballo, dove le coppie impegnate nelle danze aumentavano.
Vederla ballare con un
altro, un vampiro per giunta. Fino a quel momento avrebbe scommesso la
testa di non riuscire a sopportare quella vista.
In effetti, gli rodeva
terribilmente il vederla lì, a danzare, il viso acceso di gioia
ma anche di vergogna, in compagnia di un succhiasangue. Lui sarebbe
stato migliaia di volte meglio.
Quando la musica
cessò, Yuki fece per tornare da lui, il quale già si
stava preparando interiormente a chiederle di ballare, cosa non
così semplice o banale come poteva sembrare.
Poi, all’improvviso, Yuki fu raggiunta da Kaname.
Inutile dire che lei
andò letteralmente in brodo di giuggiole e Zero in mille piccoli
pezzi: venir fregato da ben due vampiri nella stessa notte! Da non
credere.
Rimase immobile a
monitorare la situazione, vuotando pian piano un bicchiere di ponche
dopo l’altro, quasi fosse quello la risposta a tutti i suoi
problemi, o più semplicemente ciò che gli impediva di
irrompere a mano armata sulla pista da ballo e riempire il petto di
Kuran di piombo.
Sì, quell’idea lo allettava parecchio: una delle favorite, al momento.
Quando anche la sessione di ballo con Kaname fu terminata, il vampiro si accinse a chiederle di poter ballare ancora.
Diamine, ma chi si credeva di essere?!
Fu allora che Zero si mosse, automaticamente, quasi senza esserne cosciente, dirigendosi a passo sicuro e svelto verso i due.
- Yuki - chiamò, deciso a non darla vinta a Kuran una seconda volta.
- Sì, Zero? -.
Lui esitò alcuni istanti.
- Possiamo... ballare? - chiese infine e non senza palesare imbarazzo e disagio.
Yuki parve sinceramente sorpresa di una simile richiesta, soprattutto se considerato chi ne era l’artefice.
Seguirono attimi di pesante silenzio in cui Zero quasi rimpianse quel briciolo di coraggio che l’aveva spinto a parlare.
- Okay... - replicò lei, un po’ incerta, accostandosi a lui.
Kaname rimase dov’era, scrutando il suo rivale.
- Kiryu... ti senti bene? - domandò all’improvviso, spiazzando ambedue.
- Che vai dicendo?! Certo! - esclamò Zero, indignato.
Kaname si limitò a fissarlo, quindi aggiunse: - Allora... divertitevi -.
Se ne andò: non gli
sembrava molto corretto avvisare il suo avversario di possibili effetti
collaterali causati dalla bevanda alcolica che aveva ingerito.
Almeno, non corretto verso sé stesso: in fondo... Zero era solo un intralcio per lui.
Perché, dunque, aiutarlo?
Fu verso la fine del ballo,
tuttavia, che Zero ipotizzò a cosa stesse alludendo il vampiro:
iniziava a girargli la testa e ad avere la nausea.
Inoltre, si sentiva terribilmente accaldato.
Si fermò ai bordi della pista, traballando.
- Ehi, Zero, tutto okay? - gli chiese Yuki in tono apprensivo.
- Non preoccuparti, ho solo bisogno di una boccata d’aria - rispose lui, allontanandosi a malincuore.
Quasi a tentoni raggiunse la porta e uscì poi nel corridoio, dove non c’era quasi anima viva.
Le tempie gli pulsavano
dolorosamente e camminare gli riusciva sempre più difficile;
inoltre, il senso di nausea aumentava.
Si lasciò cadere seduto a terra, respirando forte: che diamine gli stava accadendo?!
- Come stai, disciplinare...? -.
La voce di Kaname gli
rimbombò nella testa amplificata migliaia di volte, non
contribuendo affatto a farlo sentire meglio.
Alzò debolmente il viso a guardare il vampiro, del quale riuscì a cogliere solo il confuso profilo.
- Che mi hai fatto... Kuran? - domandò, stremato: adesso gli era difficile anche scandire le parole.
Il vampiro si limitò a fissarlo.
- Io non ho fatto niente,
disciplinare: è stata colpa dell’alcool... - spiegò
semplicemente il capodormitorio della Night Class.
Zero digrignò stancamente i denti: perché non ci aveva pensato prima?!
Non aveva affatto considerato possibili ripercussioni dopo aver bevuto tutto quel ponche.
Davvero patetico da parte sua.
- Meglio se vai a dormire, hai una brutta cera e... non preoccuparti: informerò io Yuki del tuo malessere... -.
Detto ciò, Kaname svanì oltre la soglia.
Zero fece per rialzarsi e
andargli dietro, ma una vertigine improvvisa seguita da un conato di
vomito gli impedì di farlo.
Suo malgrado, era costretto
a seguire il suggerimento del vampiro: non aveva quasi più
neppure le forze per reggersi in piedi e da un momento all’altro
temeva di rimettere sul serio.
Lentamente si rialzò
e, camminando a ridosso della parete, si avviò verso la sua
camera: e così anche quella possibilità di stare con Yuki
si era dissolta e neppure per colpa di Kaname, bensì della sua
totale imbecillità.
Gli sembrava troppo ingiusto, ma in fondo... quando mai gli era andata bene con lei?
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