Te ne sei andato
Te ne sei andato
Non osavo muovermi.
Un minimo movimento, e tutta la realtà
avrebbe ripreso a scorrere.
Perchè era così che stavo:
intrappolata in un mondo che si, si muoveva, ma senza di me.
Ero ancora li, gli occhi che fissavano
il corpo senza vita di un ragazzo precocemente strappato alla vita.
Strappato da me.
Avete presente l'espressione “piegata
in due dal dolore”?
Ecco, io non ero piegata in due, ma ero
piegata in mille.
Come un enorme foglio piegato e
ripiegato, e più diventa piccolo più è dolorante.
Sono li, in mezzo alle ragazze
francesi, che si guardano tra di loro inorridite.
Negli spalti cade un silenzio, poi vedo
Amos gettarsi sul tuo corpo.
Come è potuto succedere?
Cosa è successo?
Chi ha fatto una cosa del genere?
Perchè?
Tu non hai mai fatto nulla di male, non
te lo meriti.
Mi cedono le ginocchia, così mi
accascio a terra. Josh di fianco a me cerca di sostenermi, ma anche
lui sembra aver perso le forze.
Sei sempre stato con noi, dal primo
giorno di scuola.
Tu e lui vi siete conosciuti sul treno,
mentre entusiasti vi scambiavate figurine e speranze.
Io e te ci siamo conosciuti il mio
primo giorno, appena entrata nei tassorosso. Tu, ragazzo del secondo
anno, disinvolto ti eri avvicinato e presentato.
Da li siamo diventati inseparabili.
Una ragazza dovrebbe avere una migliore
amica. Io avevo te. Solo te.
E ora? E ora cosa farò?
Ancora non riesco a concepire il
presente senza te... figuriamoci il futuro.
Le lacrime mi rigano il viso.
Leggere scendono sulle guance, come a
ricordarmi che questo dolore è reale, che non è un incubo.
Che tu sei li, morto.
Sento i lamenti di Amos.
Sento i pianti degli studenti sugli
spalti.
Sento i singhiozzi della professoressa
Sprite.
Un enorme coro di dolore.
Eppure nessuno sembra fare caso alle
mie urla che stonano.
No, come potrebbero.
Io non sto urlando.
Il mio dolore va oltre anche a quello.
Non riesco a parlare, non riesco ad
urlare, non riesco a capire.
Alzo gli occhi, che da quando sono a
terra fissano solo quell'erbetta fresca che tante volte ci ha visto
giocare su questo campo, ormai trasformato in un arena mortale.
Quante volte abbiamo giocato a
Quidditch, quante volte ci siamo allenati, quante volte...
Mai più.
Mai.
Te ne sei andato, e con te anche i
nostri sorrisi.
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