Sono
arrivata alla conclusione che presto non
riuscirò a scrivere nemmeno più due righe. Forse
meglio così…
Una
dichiarazione d’amore, mista al disincanto
della convinzione che tutto stia tragicamente per finire: Edward non ha
mai
saputo essere un bravo bugiardo, Roy un buon amante.
Tutto
finisce prima o poi, e ritardare le cose
serve solo ad allentare i sensi di colpa…
Buona
lettura.
*
A small piece in my huge life
Esisti solo nella
mente, come una macchia scura ed ostinata, assorbita
fin dentro il ventre della vita, così penetrante da divenire
indelebile.
Col tuo blu
deciso, a volte un po’ scolorito e negli occhi una gaia
sorpresa di vedere come -nonostante tutto- i miei occhi siano nei tuoi
e non
distrattamente rivolti altrove. Essi, quegli specchi di riflesso, sono
ciò che
cerco nel vuoto di una stanza dalle pareti chiare, una stanza composta
come la
tua persona, decisa come la tua camminata fiera.
E al centro tu,
dietro la tua scrivania di disillusa potenza, dietro
una maschera che non dice niente, ma che non parlando esprime tutto
quello che
il silenzio ha da dire.
Eppure ti ho
amato come le giornate malinconiche in cui, con rammarico,
mi avvolgevo fra le coperte, mi nascondevo dal mondo...dal luogo che
contemplava i nostri addii, l’impossibilità di
amarci...
Ancora
l’odio perverso che scaturisce dal non poterti avere rode
come
veleno nelle viscere, e nel momento in cui mi accorgo di aver protratto
le
braccia verso di te, in uno slancio di lussurioso desiderio, mi rendo
conto che
è già troppo tardi per far finta di provare un
qualche sentimento.
Oh, ma io ti ho amato.
Ti ho amato
così tanto da perdere la ragione, da ossessionarmi, da
abusare della tua presenza, da usarti come mezzo di una perfezione non
mia,
equivalente estetico di una fantasia a pezzi, logora, bistrattata.
Ma tu, tu eri
semplicemente un uomo.
Per questo...
...mentre ti
immaginavo ad abbracciare il mio mondo tutto, eri
soltanto un piccolo frammento nella mia enorme esistenza.
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