Jamie Johnson e i suoi guai.

di Biancaneve
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Shakespeare e formaggi.


Jamie Johnson era un finocchio.
Era ironico,intelligente,sua madre lo definiva brillante,aveva una fluente capigliatura castana e aveva fatto un test su una rivista femminile che lo aveva piazzato nella categoria “Belli e tenebrosi”,ma restava inesorabilmente un finocchio.
Era cominciato tutto a quindici anni,quando da un giorno all’altro aveva scoperto di trovare attraenti,troppo attraenti,addirittura “fighi”,gli addominali del suo istruttore di nuoto.
Una settimana dopo il suo migliore amico Chris gli sbottava a ridere in faccia dopo la fatidica domanda,domanda che non gli avrebbe permesso di dormire serenamente per le seguenti diciotto notti,:”Oggettivamente…mi trovi carino?”
Come già detto, diciotto notti dopo Jamie ancora si arrovellava piagnucolando dalla vergogna e scalciava sotto le coperte.E ovviamente non osava più nemmeno dire un “ciao” che non somigliasse al guaito di un cane con gravi problemi intestinali al suo amico,alquanto confuso,Chris.
Povero Jamie.Povero Jamie che conviveva con una nonna secondo lui iscritta,ma mai dichiarata,al CADCAB,Comitato Amici di Dio Contro Atei e Blasfemi;povero Jamie che divideva la stanza con un fratello maggiore,con IL fratello maggiore,più BBB,(più Bravo,più Bello e più Buono)di lui,che per il ballo di fine anno aveva accompagnato la Reginetta,Bessy si chiamava,quella piccola Barbie,mentre lui se ne stava appartato in un angolo ad ubriacarsi per la prima volta con il già citato Chris.Non che la cosa gli dispiacesse poi tanto,in fondo.Ma era una questione di Principio.
Certo,anche lui aveva avuto le sue Barbie,o meglio,i suoi Ken.
Bob,per esempio,un gentile,affettato,confuso coetaneo alla ricerca,che risultò essere vana,della propria sessualità.
Jamie ancora arrossiva ricordando il suo primo,imbarazzante bacio.
Due ragazzi,due maschi,intendiamoci,vicini vicini,su una panchina in un boschetto poco frequentato,emozionati,bocche che si sfiorano appena quando…un ciclista passa di lì e li fissa come si fissano quei barboni matti che si vedono in giro ogni tanto,che parlano da soli e ti insultano,se capita;la stessa malcelata,morbosa curiosità.
Insomma,li aveva guardati così, e Jamie non aveva resistito e terrorizzato aveva preso le mani a Bob e in tono convinto aveva improvvisato un”Oh Romeo,Romeo…perché sei tu Romeo?”,per poi rivolgersi al ciclista e dire tutto sorrisi:”Proviamo la rappresentazione…,a scuola recitiamo Shakespeare.”Al che lui aveva alzato un sopracciglio in modo eloquente e aveva commentato,schifosamente sarcastico:”Oh...quindi tu saresti Giulietta.Originale.”
Il povero Jamie aveva guardato il suo Romeo e poi abbassato gli occhi.
E così finì la storia con Bob.
“Non merito uno che si vergogna di me;tanto meno uno che si spaccia per Giulietta.”Aveva detto così ,e fu allora che Jamie cominciò a sviluppare un profondo,malsano odio per la letteratura inglese.
Jamie se lo portò addosso tutta la vita,l’odio per Shakespeare;era una di quelle persone che non dimenticano mai,soprattutto le cose peggiori;se le tengono sempre dentro,pustole fastidiose,purulente,che rodono come i tarli,che puzzano come formaggi francesi che muffiscono e rimangono per mesi dentro al frigo.
Ecco cos’era Jamie:un frigo.Un frigo parecchio insicuro di sé e parecchio pieno di gorgonzola andato a male.
Jamie ora andava per i trenta;ogni giorno provava l’irrestibile impulso di comprarsi la crema antirughe…

-sa com’è,per mia moglie…capisce,no?Le donne…
-Ah già sì,le donne…mhmm…sì,sua moglie…ehm…studia ancora recitazione con quel Bob?L’appassionava tanto…


Puntualmente,crudelmente,la scena che si presentava davanti agli occhi del nostro povero frigo omosessuale era sempre questa.
Proprio il suo essere frigo gli impediva di pensare diversamente,di immaginare qualcos’altro.
I suoi guai,o meglio i fantasmi di questi, erano formaggi ormai troppo puzzolenti solo per cercare di toglierli dalla mensola;figuriamo di buttarli.
Jamie non riusciva a liberarsi dei suoi formaggi,dei suoi fantasmi.
Ma Jamie non sapeva che a volte gli altri hanno il brutto vizio di aprire frigoriferi altrui e di immischiarsi nelle groviera e Camembert che non li riguardano.




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