Avvertendo il lugubre
cigolare della porta che scivolava sui cardini, il becchino
increspò le labbra in un sorriso che stonava sgradevolmente
con l’atmosfera cupa della sua dimora. «
Benvenu… »
Sebastian sorrise d’un cortese sogghigno beffardo alla sua
espressione, d’improvviso mutata in sorpresa. « Vi
prego di perdonarmi l’intrusione, signor becchino, ma ho
bisogno dei vostri servigi » disse, spingendo con un piede il
battente affinché si chiudesse silenziosamente alle sue
spalle.
Il sorriso di Undertaker si accentuò sino ad apparire come
l’ombra d’un ghigno. « È la
prima volta che venite a farmi visita senza il caro conte, signor
maggiordomo: sono molto curioso di sapere in che cosa può
essere utile un umile becchino qual sono io ad un servitore impeccabile
come voi » commentò. « Immagino non
riguardi la commissione d’un feretro per il conte »
aggiunse, con un impercettibile cenno di sincero dispiacere.
« Non esattamente, ad essere onesto »
confermò il demone, sarcasticamente derisorio, avvicinandosi
di qualche passo. « Vi dispiacerebbe…? »
Ammiccò in direzione del tavolo, occupato da una moltitudine
d’oggetti sistemati alla rinfusa.
« Assolutamente no » rispose gentilmente lo
Shinigami.
Sebastian caricò il braccio sinistro del peso che sino ad
allora aveva sostenuto con entrambi gli arti e con il destro
sgombrò il ripiano di legno delle ampolle vuote e
traboccanti d’un liquido verdastro nel quale galleggiavano
organi umani, di enormi libri polverosi e Cinematic Record presi in
prestito dalla Biblioteca degli Dei della Morte e di cosmetici per
adornare gli ospiti del cimitero.
« Sono passati diversi anni dall’ultima volta che
questa stanza è stata tanto in ordine »
osservò il becchino, accostandosi al maggiordomo mentre egli
distendeva delicatamente il corpo che aveva portato sulla superficie
ruvidamente lignea.
« Potete darmi delle informazioni su di lui per conto del
signorino? » chiese il demone.
Undertaker si chinò a studiare intensamente la salma
immobile e fredda. Tese un braccio e ne tracciò i lineamenti
del volto con l’estremità dell’unghia
affilata, strofinandola poi contro le altre dita per saggiare la
consistenza della materia con la quale era venuta a contatto.
« Dubitavo che mi aveste regalato un falso cadavere senza un
motivo divertente, signor maggiordomo » commentò,
deliziato, ritraendosi. « Tuttavia, voi lo sapete bene, il
mio aiuto vi costerà… »
« Ma certamente » assentì Sebastian,
quando lo Shinigami l’interruppe.
« Le mie informazioni per le vostre, questa volta »
offrì, allungandogli una mano. « Mi piacerebbe
davvero sapere perché il caro conte mi ha portato questo
burattino ».
Il demone degnò appena d’un’occhiata il
braccio che gli veniva porto per sancire l’accordo
–
troppo
diverse per toccarsi, le mani del demonio e del divino.
« Come desiderate » accettò, piegandosi
in un aggraziato inchino.
Il becchino sogghignò, divertito, spostando
l’indice ad indicare il corpo. « Voi siete molto
giovane, signor maggiordomo, e forse non ne siete a conoscenza,
tuttavia, un tempo, angeli, demoni e Dei della Morte avevano imparato a
riconoscere l’uno l’odore degli altri, quando il
Grande Conflitto Celeste tra angeli e demoni era all’apice
della violenza » raccontò con il suo singolare
tono a metà fra il canzonatorio ed il solenne. «
Erano centinaia di anni che non mi accadeva di sentirlo, ma non potrei
mai non avvedermi del profumo di angelo che questa marionetta esala
».
« Profumo di angelo… » ripeté
Sebastian, assorto, aggrottando la fronte. « Capisco
» disse infine, rischiarando con un sorriso
l’espressione torbida. « Adesso suppongo che
dovrò tener fede alla mia parte del patto: ebbene, ne so ben
poco, tuttavia da quel che mi avete detto ho ragione di sospettare che
un angelo voglia la morte del mio padrone ».
« Oh, il conte è sempre invischiato in situazioni
oltremodo interessanti » commentò Undertaker,
accompagnandosi ad una risatina. « Spero che non ne venga
soffocato » proseguì, mentre la risata sfumava in
un sorriso lugubre. « Sarebbe ingiusto per coloro che tanto
ardentemente ne desiderano l’anima, non credete? »
« Sono perfettamente d’accordo, signor becchino
» ghignò il maggiordomo, abbottonando il lungo
impermeabile nero. « Vi sono molto grato del tempo che mi
avete concesso: il signorino trarrà sicuramente beneficio
dai vostri cortesi servigi. Sarebbe molto maleducato da parte sua
chiedervi l’ultimo favore di tenere con voi il burattino?
Fatene quel che desiderate: consideratelo un dono del conte di
Phantomhive ».
« Sarà un piacere per me accettare questo generoso
regalo » rispose lo Shinigami. « E, ve ne prego,
ricordate al conte che l’aspetto per il the ».
« Ovviamente. Perdonatemi ancora l’intrusione,
signor becchino, ed arrivederci ». Il demone si
esibì in un inchino di congedo prima di sparire oltre la
soglia, lasciando dietro di sé soltanto l’aroma
del suo sorriso sensualmente irrisorio.
Il becchino prese una teiera dallo scaffale ove Sebastian aveva
ordinatamente sistemato le ampolle vuote che fungevano da servizio da
the, vi versò dell’acqua e la pose a riscaldare
sui fornelli, canticchiando a mezza voce una canzone sulle bare.
« Lo sai, il signor maggiordomo non ha voluto rivelarmi tutto
ciò che sapeva poiché tu non sei ancora
totalmente morto » esordì allegramente.
« Vorresti raccontarmi qualcosa tu? Uno dei due
dovrà pur rispettare la sua parte di accordo: sarebbe molto
sgarbato altrimenti, non credi? »
« I-il mio… padrone… »
rantolò la marionetta, guardando il soffitto con i suoi
occhi oramai vuoti ed incapaci di vedere realmente. Paglia e termiti si
erano sparse attorno al suo capo spaccato da un lungo taglio obliquo
che gli attraversava la fronte ed il ponte del naso e
s’interrompeva all’angolo della bocca e le corde
vocali artificiali faticavano a modulare i suoni che la mascella si
contraeva cigolando a riprodurre come parole intelligibili.
« Dunque anche tu sei un maggiordomo? Molto curioso
». Undertaker curvò le labbra in un sogghigno
divertito. « E dimmi, chi è il tuo signore?
» Sollevò il coperchio della teiera per gettare
alcune foglie da the sulla superficie dell’acqua, aggiungendo
con noncuranza: « Posso offrirti del the? »
« Il si-signore… io… i-il
conte… » farfugliò il burattino,
tentando invano di dare un senso compiuto al suo illogico balbettare.
« Non… sarà…
contento… L’ospite non ha… gradito la
visita… e ha portato via l-la bambola… »
« Immagino che tu non abbia sete » rispose a se
stesso lo Shinigami. « Devi essere un’anima che la
divisione degli Dei della Morte londinese ha smarrito e che
quell’angelo ha imprigionato in questo corpo di legno:
purtroppo, in questa condizione penosa non puoi nemmeno entrare a far
parte della nostra famigliola ».
« A-angelo… » ripeté la
marionetta. « I-il mio padrone… Ash…
»
« Oh, credo che il conte troverà questa
informazione molto interessante » osservò il
becchino, travasando la bevanda contenuta nella teiera in
un’ampolla vuota scelta dalla mensola. « Qual
è il tuo colore preferito, burattino? »
« Mi… dispiace… molto… Non
sono stato u-un buon… servitore… » egli
disse, ignorando –
forse
non potendo udire? – quanto gli veniva
domandato. Poi parlò ancora, tuttavia dalla sua bocca si
elevò solo lo stridore del legno contro legno, sino a che
gli ingranaggi che gli consentivano la parola si fermarono
definitivamente.
« Oh, che peccato che tu non abbia potuto trattenerti per il
the » commentò Undertaker, sorseggiando dalla sua
tazzina improvvisata. « Può darsi che
prenderò in prestito il tuo Cinematic Record dalla
Biblioteca: non si può mai sapere di quante altre cose
divertenti il tuo signor Ash potrebbe averti messo a parte, malgrado
fossi soltanto un servo di legno e paglia ». Le sue labbra si
aprirono in un cupo ghigno compiaciuto. « Ma prima ti
costruirò un bel feretro, viola come i tuoi occhi di vetro:
è quel che il signor demone ha richiesto, dopotutto.
È esilarante, invero, quanto si stia affezionando alla sua
posizione di
perfetto
maggiordomo, tanto da voler prestare soccorso ai suoi
colleghi ».
Potrei quasi ammettere
che non mi dispiacete, se non mi aveste sottratto l’anima del
conte.
Quello non è
stato molto gentile, sapete, signor Sebastian?
Voi non volete sapere che
canzone stesse allegramente cantando Undertaker. So che non volete, ma
io inserirò ugualmente il testo:
Un cadavere si dondolava
sul coperchio della sua bara
e ritenendo la cosa molto lugubre andò a chiamare un altro
cadavere.
Due cadaveri si dondolavano [...]
L'ho inventata mentre terminavo la fanfiction, prendendo
spunto dagli elefanti sul filo della ragnatela XD.
A parte ciò, io credo sia plausibile che Sebastian "abbia
prestato soccorso" a un suo "collega" portandolo da un becchino,
perché in fondo prende molto a cuore - se ne avesse uno - il
suo lavoro di maggiordomo, inoltre portare Drozell da Undertaker gli
avrebbe fruttato maggiori informazioni sul padrone del burattino,
perciò...
Il titolo è ispirato a London
Bridge is falling down, se non si fosse capito <3,
mentre nel titolo del capitoli, dove l'ho tradotto, ho scritto
"costruiscila" e non "costruiscilo" perché mi riferivo alle
bambole che Drozell creava.
Bon, non è che abbia tanto da dire, solo che è
colpa di Aphrodite se è nata questa cosina. Picchiate lei
<3.
Chu.