regret
Autore: namidachan
Titolo: Regret
Coppia: ShinoXShiho
Canzone: Scivoli di nuovo di Tiziano Ferro
Luogo: Lampione
Personaggi: Shino / Shiho
Genere: Sentimentale, Drammatico, Triste
Rating: Verde
Avvertimenti: AU, One-shot
Introduzione: Shiho deve affrontare il senso di vuoto e i rimpianti lasciati dalla partenza di Shino.
Nota dell’autore: premetto
che scrivere qualcosa su questi due personaggi è stato
devastante e che è la prima fic triste che scrivo.
Sapeva d’amaro. Il tè che per abitudine prendeva con
almeno tre cucchiaini di zucchero, adesso era ciò che di
più amaro potesse assaggiare. A dir la verità,
tutto aveva quel sapore ultimamente. Dopo quella serata, ogni cellula
del suo corpo sembrava essersi mutata, si sentiva come se fosse stata
catapultata in un mondo diverso, un mondo in cui non poteva esserci
più niente di dolce, un mondo dove lui non poteva starle
affianco. Quella serata pareva essersi portata via anche la sua
capacità di provare calore. Quel tè bollente poteva
sentirlo scorrere giù per la gola irritata dai singhiozzi, ma
non riusciva a darle il minimo sollievo.
il suo corpo non riusciva a smettere di rabbrividire ora che la fonte
di luce e calore della quale era divenuta dipendente se ne era andata.
Già, luce… Anche quella le era stata portata via, ovunque
guardasse non vedeva altro che ombre. Viveva nell’oscurità
da una settimana: dal momento in cui si erano detti addio sotto quel
lampione.
…Torni a sentire
gli spigoli di quel coraggio mancato
che rendono in un attimo
il tuo sguardo più basso
e i tuoi pensieri invisibili…
-Devo trasferirmi in America. Mi è stato offerto un posto a New York… Verrai con me?
Shiho era rimasta lì, con gli
occhi bassi e il cuore che minacciava di scapparle fuori dal petto.
Come poteva andare con lui? Lei che era una buona a nulla non sarebbe
mai stata alla sua altezza. Sarebbe stata solo un peso…
Alzando lo sguardo, poté
osservare come la luce giallastra del lampione non facesse niente per
scalfire l’ebano dei suoi capelli. Niente del suo aspetto
risentiva degli elementi esterni: la sua solita felpa a collo alto che
arrivava a coprirgli mezzo volto era talmente chiara che sembrava
essere, essa stessa, una fonte luminosa, così come la pelle
diafana del suo viso. Solo i suoi occhiali da sole neri, dal quale non
l’aveva mai visto separarsi, riflettevano l’illuminazione
artificiale.
Shino aspettava una risposta, lo sapeva e sapeva anche quale sarebbe stata:
-Non posso. Lo sai, tutti qui si
aspettano molto da me, il capo ha detto che mi offrirà una
promozione molto presto …
Scuse!
-…potrei anche prendere il suo posto tra qualche anno, è quello che ho sempre desiderato in fondo…
Bugie!
-…quindi tu dovresti semplicemente dimenticarti di me e diventare la persona importante che ti meriti di essere.
Stava sorridendo. Anche se
pronunciare tutte quelle assurdità le era costato uno sforzo
immenso, non poteva far trapelare nulla, soprattutto non poteva lasciar
andare le lacrime che le pungevano insistenti gli occhi. Non poteva
permettere che per una vigliacca come lei, quella persona stupenda
perdesse la sua occasione.
Il ragazzo era muto, non che per lui
fosse raro restare a lungo in silenzio, ma quello era sicuramente una
pausa più pesante del solito. Sentì il proprio corpo
tremare sotto il peso di quelle parole non dette.
…Conti precisi per ricordare quanti sguardi hai evitato
e quante le parole che non hai pronunciato
per non rischiare di deludere…
Desiderava raccogliere nei suoi
polmoni tutta l’aria che potevano contenere e poi rilasciarla in
un solo grido: “Certo che verrò con te”. Avrebbe
anche potuto avanzare di pochi passi e buttargli le braccia al collo
per sussurrarglielo all’orecchio, ma non fece nessuna delle due
cose, restò dov’era, con i suoi desideri, le sue lacrime
non versate, le sue gambe tremanti e il suo sorriso finto.
-Io andrò. Potrei non tornare mai più.
Shiho annuì, se avesse aperto
la bocca, quella lingua traditrice avrebbe agito contro la sua
volontà, pronunciando quelle parole che non poteva in alcun modo
lasciarsi scappare.
-Allora, addio.
Sentì quelle ultime due parole
in maniera ovattata, come se fossero pervenute da una distanza
irraggiungibile. Sembrò che Shino nel momento in cui le aveva
pronunciate, si trovasse già in America.
L’aveva osservato allontanarsi
dall’alone di luce proiettato dal lampione, finché era
sparito nell’oscurità dalla quale Shiho non riusciva
più a liberarsi.
Il tè ora era diventato freddo come il suo corpo, dalle persiane
chiuse non trapelava un solo raggio di sole. Era notte,
l’ennesima passata sveglia, a pensare, a ricordare.
…torni a contare i giorni
che sapevi non ti sanno aspettare
hai chiuso troppe porte
per poterle riaprire
devi abbracciare
ciò che non hai più…
Una settimana persa a non vivere…
Se lui fosse stato lì in quel momento, non sarebbe stato felice
di vederla in quel modo. Lei stessa sapeva che era inutile continuare a
comportarsi casiì, piangersi addosso adesso che non poteva
più tornare indietro non sarebbe servito proprio a niente. Ma
nonostante lo sapesse, si pentiva di quelle bugie, in una settimana non
aveva fatto altro che rimpiangere di averle dette: se le fosse stato
permesso di tornare indietro, sarebbe stata capace di pronunciare
quelle parole che non era riuscita a far uscire quella sera.
-Certo che verrò con te.
Lasciarsele sfuggire ora, era un’altra delle cose inutili fatte
quella settimana. Senza Shino lì a sentirle non avevano alcun
significato.
Appoggiò la testa al tavolo della cucina al quale era seduta da
chissà quanto tempo e mentre le lacrime ricominciavano a
scenderle da sotto le palpebre chiuse, il sonno le annebbiò la
mente facendole riecheggiare sfocati nella testa, i ricordi
dell’uomo che non aveva avuto il coraggio di seguire.
Nel momento in cui si lasciava andare esausta, comprese che al suo
risveglio, un nuovo giorno di rimpianti, lacrime e ricordi, sarebbe
iniziato, e ciò sarebbe successo finché lei non fosse
stata capace di trovare dentro di sé il coraggio e la forza di
ricominciare a vivere senza di lui.
c'è un mondo di intenti
dietro gli occhi trasparenti
che chiudi un po'.
Che chiudo un po'.
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