8) As perfect As coffee
- Allora? Ha fatto sapere niente Henkka?- Chiese Janne mentre cercava
di stappare (con non poca difficoltà) l’ennesima
bottiglia di Jack Daniel’s
- No, mi ha mandato un messaggio dopo che è atterrato
dicendomi che non era precipitato, ma che si trovava ugualmente in
paradiso. Quel ragazzo è proprio strano- Gli rispose Alexi
togliendogli la bottiglia di mano, aprendola e bevendone un lungo sorso
- Magari è l’effetto del jet lag, comunque quella
bottiglia era mia-
-Ma se non riuscivi neanche ad aprirla-
- Beh, tu ci sei riuscito solo perché io avevo
già allentato il tappo-
- Si certo, come no- Un altro sorso
- Vuoi smetterla? Me la finisci così! Prenditene
un’altra!-
- Prendila tu, o forse non vuoi farlo perché non ce la
faresti ad aprirla?- Lo provocò Alexi
- Ma lo sai che sei veramente un bambino quando ti comporti
così? Mah, lasciamo perdere che è meglio- Disse
buttandosi su una poltrona
- Che fai ti arrendi? Lasci perdere così, senza neanche
tentare? Guarda che non è difficile, basta che con una mano
tieni la bottiglia e con l’altra sviti il tappo con un
po’ di forza, se vuoi ti faccio vedere-
- La finisci? Non sei divertente. È che mi hai fatto passare
la voglia di bere-
- Tutte scuse. Il povero, piccolo Janne non riesce ad aprire una
bottiglia di Jack, uueeee uueeeeeeee continuò
l’altro imitando il pianto di un bambino
L’ingresso di Jaska nella sala interruppe il battibecco tra i
due.
-Ehi bella gente! Mi ha appena chiamato Mr. Blacksmith, mi ha detto che
l’incontro con i ragazzi de Death Scream è stato
rimandato a domani. Oggi vuole stare tutto il giorno insieme alla sua
nuova ragazza. Dovevate sentirlo! È proprio cotto!-
- La sua nuova ragazza?- chiese Roope che era stato fino a quel momento
sotto il tavolo a dormire abbracciato a una bottiglia di birra
(rigorosamente vuota) come se fosse il suo orsacchiotto
- E tu dov’eri?-
- Sotto il tavolo, stavo dormendo-
- Ah quindi eri tu quella cosa molliccia a cui davo i calci!-
- Si Alexi, ero io. Ehi! Io non sono una cosa molliccia!- rispose,
realizzando in un secondo momento l’offesa del cantante
- Lascialo perdere, oggi è in vena di offese- Gli disse
Janne, mentre gli altri se la ridevano di gusto
- Comunque- Riprese Jaska –Non mi ha detto come si chiama, ma
è la chitarrista della band-
- Cazzo, dovevo andarci io a parlare con loro! Infondo sono il frontman
no?-
- Tralasciando il fatto che qui abbiamo tutti la stessa importanza, e
che Henkka è il più adatto a cose tipo riunioni e
cazzate varie, tu sei fidanzato- disse Roope
- Già, e Dana non ti avrebbe mai fatto andare, almeno non
senza di lei- aggiunse Janne
Alexi in risposta borbottò qualcosa, attaccandosi subito
dopo al vecchio, fidato Jack
- Si però che palle! Lui è a Los Angeles a
spassarsela mentre noi siamo qui a grattarci le palle-
Esclamò Roope dopo un po’
- Ma tu ti stai grattando le palle!- gli rispose accigliato
Jaska, che nel frattempo si era stappato una bottiglia di Jack
Daniel’s sotto lo sguardo infastidito di Janne e quello
divertito di Alexi
-È un modo di dire! Significa che stiamo qua a fare niente!
Non mi stavo grattando le palle! Davvero!- esclamò mentre
gli altri lo guardavano con un sopracciglio alzato
-Basta che ti lavi le mani prima di toccare le chitarre-
- E non avvicinarti alla batteria-
-O alle tastiere-
Nel frattempo a molte miglia di distanza…
-Sei bellissima, te l’ho mai detto?- sussurrò
Henkka che alla fine aveva deciso di stare nella camera di Evelyne,
anche perché quella degli ospiti era più lontana
dall’ingresso, e non aveva intenzione di perdere tempo a
cercare la porta giusta.
- Soltanto un centinaio di volte nell’ultima ora-
Rispose lei, facendosi abbracciare.
Dopo essersi allontanati dall’aeroporto erano andati subito a
casa sua, e come era prevedibile, non si erano di certo persi in
chiacchiere. Evelyne aveva fatto il possibile per rimandare
l’incontro con la band al giorno successivo, in modo di poter
stare un intera giornata insieme ad Henkka, con la scusa della
stanchezza del volo e del jet lag, ma gli altri ragazzi non si erano
mostrati entusiasti della cosa, insistendo per poterlo incontrare
subito. Alla fine avevano trovato un accordo: si sarebbero incontrati
in serata a casa di Eve per cenare e discutere insieme. Avevano deciso
che quella sera avrebbero comunicato ai membri dei Death Scream la loro
storia, e soprattutto il piccolo segreto di Evelyne, che poi tanto
piccolo non era.
- A che pensi?- chiese Henkka, accarezzando la schiena nuda di lei
- Non riesco ad immaginare come prenderanno la cosa. Il fatto che
conosco da tutta la vita i loro idoli e non gliel’ho mai
detto sarà dura da fargli digerire, ma quello che mi
preoccupa di più è come si comporteranno con
Alexi. Idolo o no, loro mi vogliono veramente un mare di bene, e non
esiterebbero un momento a metterlo al rogo, se solo glielo chiedessi-
- Beh, allora tu non chiederglielo. Comunque, non preoccuparti troppo,
magari non andrà così male. Voglio dire,
c’è pur sempre la speranza di una pace tra voi
due- Eve lo guardò scettica – Ah, già..
Dana. Mi era passato di mente che ci sarà anche lei. Ma non
credo che starà sempre appiccicata ad Alexi, soprattutto
dopo i concerti, quando siamo tutti sudati fradici e puzziamo come
capre in decomposizione! Potrai approfittare di quei momenti per
parlargli-
-È una possibilità, anche se neanche a me fa
piacere parlare con uno che puzza di capra in decomposizione- disse con
faccia disgustata
- Ma poi ci laviamo eh! A proposito di lavarsi.. io credo che sia il
caso di farsi una doccia. Sono quasi le sette, e devi anche preparare
la cena-
- Già.. non ne ho voglia! E se ordinassimo una pizza?-
- Una pizza? Io mi faccio non so quante miglia in aereo, mangiando
quegli schifossissimi snack e tu per cena mi proponi una pizza? Mi
spiace, ma dovrai metterti a lavoro in cucina. Ho bisogno di un pasto
completo. Sennò come faccio a crescere?-
- Crescere? Un altro mezzo centimetro e mi verranno i complessi di
inferiorità! Non è il caso che tu cresca ancora-
- Non è mica colpa mia se sei alta un metro e una vigorsol
di piatto-
Eve lo guardò stupita
-Una vigorsol di piatto?-
- No, dai scherzavo, non intendevo offenderti! Sei meravigliosa
così come sei!- rispose lui trattenendo le risate di fronte
allo sguardo fintamente minaccioso di Evelyne
- Tesoro, sei pefetta.. proprio come il caffè!-
- Il caffè?-
- Si…. ristretto!-
MI scuso per l’enorme ritardo, ma sapete
com’è l’ispirazione va e
viene… comunque, spero che possiate perdonarmi. Immaginatemi
in ginocchio davanti a voi ad implorare il vostro perdono
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