Sold
my Soul to stop the Pain,
Hoping
Yuo’d send me Free!
(Prologo: Say that everything
is over,
tell me ‘I'm fine’)
Bert
Pov
Altro
giro, altra corsa.
Così
mi piace vivere, di emozioni.
Sempre
in una città diversa, ma sempre con le stesse persone.
Sono
uscito fuori, su questo piccolo balcone di cemento da un paio di ore ormai.
Nessuno è ancora venuto a cercarmi…
ormai sto sulle palle a tutti.
Perché
mi isolo, cerco sempre nuovi modi per stare in disparte. Possibilmente solo.
Perché
ogni volta che lo guardo penso solo che vorrei prenderlo fra le mie braccia…
stringerlo… baciare quelle sue labbra così belle e sorridenti.
Sorride
sempre, Quinn.
Io non
sorrido da così tanto tempo che inizio a credere di non essere più in grado di
farlo.
Si può
dimenticare come si sorride?
A
quanto pare si…. Io ne sono la dimostrazione.
Prendo
un altro tiro dalla sigaretta mentre questa dolorosa riflessione va avanti…
Riflettere
dolorosamente…. Ormai non faccio altro.
Non
vivo più.
Vorrei
essere morto.
Prendo
un sorso di birra dal bicchierone formato famiglia che ho preso al bar del
locale e sospiro. Oggi altro concerto qui, nel Nebraska. Cazzo… è l’ultimo
concerto americano prima del tour europeo… il cd The ArtWork è andato
benissimo…
Quinn…
ti sei accorto che ogni canzone parla di te? Parla di noi? Da Kissing You
Goodbye… a Sold My Soul… a ovviamente la migliore… Empty of You….
No… tu
fingi che tutto vada bene… fingi che tutto sia perfetto
Tu e
quel altro stronzetto che ora chiami ‘amore’.
Sei
felice ora? Sei felice di trasformare ogni singolo giorno della mia vita in un
incubo senza fine?
Dopotutto
la tua è una vendetta vero?
Io ti
ho lasciato… io ti ho spezzato il cuore… e ora tu lo stai facendo a me…
Ti
odio.
Ti amo
da impazzire…
Non
avvicinarti a me mai più.
Non
lasciarmi mai… nemmeno per un istante senza il tuo sorriso…
Non
parlarmi.
Non
smettere di raccontarmi tutto di te.
Non
posso se tu rimani qui…
Non
posso stare senza di te….
Mi
porto una mano sul viso sospirando.
Sono
davvero distrutto… non so come farò tra poche a suonare…
Il
sole si abbassa oltre la catena di monti davanti a me rilasciando una luce
rossa che mi ha sempre affascinato. Bellissimo il tramonto, davvero magico.
Mentre mi godo questo spettacolo meraviglioso avvero dei passi dietro di me e
una mano che dolcemente si appoggia alla mia spalla.
Mi
irrigidisco… il suo odore… è così dolce che non lo potrei mai confondere con
nessun altro.
Si
siede accanto a me, facendo urtare le nostre spalle e sta così… in silenzio.
E io
vorrei buttarmi di sotto, vedere il suo volto mentre precipito nel vuoto e mi
schianto fracassandomi in un lago di sangue.
“allora
Bert sei contento? Tra poco suoniamo…”
Ma va
a fanculo. Coglione. Suoniamo da anni ormai. Cazzo mi chiedi a fare?
“si….
Ovvio… non vedo l’ora….”
Complimenti
Bert, sei convincente come un piatto di pasta con sopra una merda di cane….
“dico
sul serio! Stasera ci sarà un sacco di gente”
Ma se non
c’è mai un cane a questi concerti fra la settimana…
“speriamo,
Quinn…”
Lui
sospira rassegnato dal fatto che io non collaboro e si alza di scatto “smettila
di fare il coglione Bert… quelli che fanno le vittime non mi sono mai
piaciuti…”
“ma
cosa cazzo vuoi, Allmann?? Io sono venuto qui per stare da solo! Levati dalle
palle! Muoviti!”
Lui mi
guarda ferito e senza aggiungere altro rientra dentro.
Bravo
Bert, complimenti, sei sempre il migliore a coglioneggiare.
Quanti
premi ai vinto ormai?? Troppi…
Sospiro
accendendo un'altra sigaretta… essì… altro giro altra corsa…
Ti amo
Quinn…
Quinn pov
Non è facile cercare di rimanere indifferente davanti a questa scena. Mi fa
incazzare il suo modo di isolarsi, come se volesse attirare su di sé
l’attenzione, come se volesse far vedere a tutti che lui è solo una vittima di
questa situazione.
Dio Bert, quanto sei patetico?
Questa situazione è patetica.
Pesto con il piede la sigaretta mezza consumata e lo raggiungo, cercando di
sorridere stringendo le mani sui pantaloni, provando a non farmi sopraffare
dall’istinto di tirargli un pugno sul quel viso che ho amato così tanto.
Poggio la mano sulla sua spalla calda e cerco di non fare caso a quel brivido
che sento tutte le volte che gli sono vicino. Sospiro e mi siedo accanto a lui,
su quel balcone di cemento e mi lascio invadere dall’odore acre del fumo della
sua sigaretta.
Guardando il suo volto mi sembra quasi di vedere dentro quei occhi azzurri
tutta quella sofferenza che a parole non riesce ad esprimere.
Perché è finita così McCracken?
“allora Bert sei contento? Tra poco suoniamo…” butto lì, dandomi subito del
cretino. Che domanda idiota. Bert rimane impassibile, fa un tiro dalla sua
sigaretta e continua a non guardarmi, perso in chissà quali stupidi pensieri
suicidi.
“si…. Ovvio… non vedo l’ora….” È la sua risposta.
Questo suo entusiasmo mi ucciderà un giorno di questi.
“dico sul serio! Stasera ci sarà un sacco di gente” rincaro la dose, abbozzando
un sorrisetto.
“speriamo, Quinn…”
Ma che cazzo gli prende?
Comincio a non sopportare quel suo visetto triste. Mi da i nervi. Mi disturba o
forse è tutta questa fottuta storia che non sopporto più?
“smettila di fare il coglione Bert… quelli che fanno le vittime non mi sono mai
piaciuti…” esclamo, stringendo le mani fino a far sbiancare le nocche.
“ma cosa cazzo vuoi, Allmann?? Io sono venuto qui per stare da solo! Levati
dalle palle! Muoviti!”
Solo.
È quello che sa fare meglio.
E io non so più come comportarmi. Nemmeno Jeph e Dan sanno cosa fare.
Dove lo porterà tutto questo?
Dove ci porterà?
Sono stanco di pensare al passato, stanco di rivederlo nei suoi occhi. Stanco
di sognare, notte dopo notte, quelle sue parole, che anni fa, mi hanno fanno a
pezzi in cuore.
Perché la colpa di tutto questo è sua.
Sua che non ha avuto le palle e il coraggio di tornare, di scusarsi. Lui che ha
saputo solo mentirmi.
Ti odio Bert…
Bert
pov.
Quando
rientro nei camerini mi trovo davanti a una scena paradossalmente cretina.
Dan ha
uno sturacessi in testa.
Esatto,
proprio una di quelle grosse ventose che servono per sturare cessi e lavandini.
E si
sta pompando la testa…
Io lo
sempre saputo. Il mio batterista è un coglione.
Sto
per entrare nella stanza ma il loro discorso mi blocca.
“… e
Bert va aiutato… basta pazzeggiare Dan, dobbiamo trovare una soluzione noi due
perché se non lo facciamo noi allora rimarrà tutto così. Loro sono troppo
orgogliosi per parlarsi…”
“e
secondo te perché tengo questa cosa in testa?? Serve per farmi uscire delle
idee!”
Mi
passo una mano sulla faccia.
Dio
Dan… che … no, non devo pensare a Dan devo concentrarmi sul discorso di Jepha…
La
cosa mi infastidisce non poco.
Vogliono
mettersi in mezzo… e loro non centrano proprio un cazzo in tutta questa
storia…. Niente!
Entro nella
stanza facendo sbattere con violenza la porta al muro.
Lui si
girano verso di me spiazzati.
“Bert
ma sei impazzito??” mi chiede il bassista mentre io mi butto sul divano
malamente.
“no,
solo volevo che mi vedeste bene, così
potevate smettere di parlare dei cazzi miei.”
Loro
si scambiano uno sguardo poi il mio batterista toglie la ventosa dalla testa
tenendola, però, stretta fra le mani “dove è Quinn? È uscito a cercarti
prima….”
Io
alzo le spalle “non lo so… gli ho detto di lasciarmi in pace e è rientrato
subito….”
“vallo
a cercare” dice duramente Jepha a Dan che annuisce e si avvia, sempre
giocherellando con quella stupida ventosa. Chissà dove cazzo l’ha presa…. Bah.
Jepha
invece si siede ai piedi del divano scansando i miei piedi “che cazzo combini
Bert?” mi chiese esasperato, sistemandosi il cappello sul capo.
Io lo
guardo senza dire nulla. È preoccupato, anzi, preoccupatissimo per me.
Sono
tutti preoccupati… ma cosa posso farci io? Sto troppo male. Non posso più
fingere che vada tutto ok….
“possiamo
parlarne se vuoi… come in passato” mi dice appoggiandomi una mano sulla gamba.
Io
scuoto la testa “non ho nulla da dire Jeph… davvero… non insistere….”
Lui si
alza ostentando un sorriso falsissimo.
Ostentando
una normalità solo apparente “ok come vuoi tu, ora preparati tra poco si
suona…”
Lo
guardo mentre si allontana da me e si dirige allo specchio per truccarsi.
Scusami
Jeph, sto davvero facendo di tutto per allentare da me le persone che mi amano.
Ti
prego non odiarmi.
Capiscimi,
non accusarmi di essere uno stronzo proprio come fa Quinn…
Ti
voglio bene Jeph….
Quinn pov
È insopportabile. Con quella sua voce arrogante e il suo viso triste e moscio.
A chi crede di far pena?
A me non di certo.
Quanto vorrei prenderlo a pugni con quella faccia che si ritrova.
L’ho lasciato solo, forse era quello che proprio voleva e quelle sue parole mi
stanno rimbombando in testa come un martello.
Fanculo.
Ho bisogno di un fottuto caffè. E ne ho bisogno ora.
La macchina del caffè mi aspetta come un miraggio e io mi appiglio ad essa
sospirando frustrato.
Mi rilasso appena il suo delizioso aroma mi solletica il naso e mi lascio
andare contro il muro sorseggiando lentamente.
Il rumore di una porta che sbatte violentemente mi fa aprire gli occhi, che
avevo chiuso nella beatitudine del momento.
Bert.
Riconosco il suo tocco “gentile”.
Mi manderà al manicomio, già lo so.
Non mi fa bene pensare a lui e non dovrei nemmeno pensarci a lui. i suoi modi,
i suoi gesti non li sopporto più.
Eppure io ne ero innamorato.
Ero innamorato di Bert e di tutto il suo essere. Lo amavo al tal punto da poter
dagli la mia stessa vita.
Ma lui?
Lui mi ha amato almeno un po’? O sono io che voglio autoconvincermi che i
giorni, i mesi, gli anni passati insieme sono stati i più veri e i più belli della
nostra vita.
O forse, solo della mia.
Mi distraggo dai miei pensieri quando il fastidioso fischiettare di Dan si
insinua nella mia testa. Ed eccolo arrivare saltellando con in testa quello che
sembra uno sturacessi.
Che cazzo ci fa Dan con uno sturacessi in testa?!
“Quinniferrrrrr!” strilla, muovendo quel coso su e giù in un modo inquietante.
“Lo so che forse mi pentirò di questa domanda, ma…” bevo un sorso di caffè per
infondermi coraggio. “Dan, che cazzo stai facendo?”
“Questo, Quinnifer, è il mio stura cervelli personale.” Risponde come se la
cosa fosse la più ovvia del mondo. E con lui solo questo ti puoi aspettare.
“Che miscuglio di anfetamina ti sei fatto per ridurti così?”chiedo. “ e non
chiamarmi mai più Quinnifer.” Aggiungo, puntandogli il dito contro.
Dan alza gli occhi al soffitto, continuando a muovere lo sturacessi. “ con
questo riuscirò a pensare a un modo per farvi tornare meno rompi coglioni e
incazzati, forse riuscirò anche a farvi fare la pace!” esclama con un tono da
poppante che mi mette i nervi.
Però non posso fare a meno di ridere.
Dan è così. Un perfetto coglione.
“Molla quel cosa cazzone, e preparati a suonare!” dico, dandogli una pesante
pacca sulle spalle.
“Io la amo.” Dice, con quello sguardo da maniaco che solo lui riesce a fare,
mentre accarezza lo sturacessi con dolcezza. “ la chiamerò Cassie.” Aggiunge.
“o Karl se è maschio.”
“Dan… ma vaffanculo!” e mollando la tazza di caffè sul ripiano di legno
trascino Dan verso il palco, pronti a suonare.
Lui è già lì con Jepha che gli parla interrottamente con una con un espressione
stranamente seria sul volto.
I suoi occhi di ghiaccio, incontrano i miei per un solo attimo.
Un attimo che mi sconvolge più di qualsiasi parola detta.
Chiudo un attimo gli occhi, prima
di salire sul palco insieme agli altri e cercare di dimenticare ogni cosa,
mentre le prime note prendono vita dalla mia chitarra.
Poi le sue mani sono su di me,
gentili, dolci.
E io vorrei solo scappare da questo
suo tocco che, cazzo, mi manca da morire e mi toglie il fiato.
Mi rende vulnerabile e docile e
ancora una volta riesce a farmi sentire solamente suo.
ti odio bert
Bert
Pov
È un
attimo.
La
pace che mi sono autoimposto con la solitudine si infrange.
Le
urla del concerto mi investono.
E per
un attimo torno a vivere….
Perché
è per questo che continuo a trascinarmi, giorno dopo giorno.
La
sola cosa che mi fa ancora sentire bene è emozionare ed emozionarmi.
Jepha
mi fa l’occhiolino mentre si prosegue, canzone dopo canzone.
Mi
sento sempre più stanco, tra una canzone e l’altra. Solo mentre canto non ci
penso.
Mi
scappa sempre da pisciare, a metà concerto.
Cazzo,
è una cosa che odio….
Lancio
degli sguardi a Quinn, mi avvicino, lo tocco, gli passo una mano tra i
capelli….
È
questo l’unico momento in cui ancora possiamo avere un contatto, in cui lui
chiude gli occhi e si lascia accarezzare da me.
Non me
lo permetterebbe mai in una circostanza diversa.
Gli
passo una mano sul viso fino al collo e la fermo sul petto. Sul cuore.
Lo
sento battere fortissimo contro il palmo. L’emozione, l’adrenalina…
Il
cuore che pompa il sangue in tutto il corpo permettendoti di rimanere vivo….
Il mio
è da tanto che non batte….
Sono
vuoto senza di te, amore mio… un bozzo privo di vita…
E
pensare che davvero mi bastava poco per sentirmi vivo… pochissimo.
Inizia
un pezzo che ho scritto solo per te, e per nessun altro…
Si
chiama ‘Sold my Soul’….
Essì…
perché dovrò vendermi l’anima per vorrò trovare pace…
Sono qui
accanto a te… ho una mano sulla tua spalla, sul tuo braccio mentre urlo nelle
tue orecchie questa parole cariche di sofferenza. Forse così le sentirai
meglio…
Sold my life to bring the rain…
Maybe to wash me clean!
Sold my soul to stop the pain
Hoping you’d set me free!
All your fear! are you sane! ?
You never took it and lay it all on me!
Lui
stringe gli occhi, allontanandosi da me…. Scambiando un paio di sguardi
sofferenti con Dan…
No,
amore mio… solo io voglio stare male… tu non te lo meriti.
Io si.
Sono
un mostro… mi odio….
E
pensare che una volta mi credevo il re del mondo.
Mi
credevo il migliore.
Perché
tu mi rendevi il migliore….
Ti
ricordi come eravamo felici, prima che io rovinassi tutto?
Lo
eravamo così tanto, Quinn…
E
erano le piccole cose a farci andare avanti uniti…
Inevitabilmente
cado in un vortice di ricordi, come
faccio sempre ormai, che mi risucchia e mi fa stare, se possibile peggio…
Una stanza di albergo piccola e
squallida.
La luce che entrava dall’ampia
finestra.
Le veneziane le facevano
entrare e lei dispettosa mi svegliò
Mi portai una mano al viso
grattandomi gli occhi irritati.
Che risveglio di merda.
La testa mi scoppiava, mi ero
ubriacato pesantemente la sera prima.
A terra, vestiti cosparci di
vomito.
Ma non sono miei… c’erano due
magliette… due paia di jeans….
Due paia di mutande…
Mi misi a sedere guardandomi
attorno ed eccoti li.
Bellissimo, un angelo
meraviglioso e biondo.
Così in pace con te stesso… così
bello….la coperta a coprirti solo da sotto l’ombelico in poi, la bocca
lievemente aperta…
Eri stupendo.
Così piccolo e innocente.
Sorrisi, abbassandomi e
baciandoti piano la guancia.
Con te ero così dolce…
premuroso quasi.
Mi sembravi un piccolo bambino,
un po’ ingenuo forse.
Tu apristi gli occhi
guardandomi un po’ confuso.
Poi apristi il tuo bellissimo
viso in un sorriso “amore… buon giorno… ma che ore sono?”
“è presto, scusami piccolo non
volevo svegliarti…”
Tu mi dicessi di no con un
gesto veloce e un po’ buffo della testa. Scoppiai a ridere mentre tu ti
stiracchiavi gemendo appena “Berty…. Ma sono quasi le due del pomeriggio”
dicesti incredulo.
E io a ridere ancora più forte.
Sembravi un bambino maldestro…
“si lo so amore…. Te lo detto
per me è presto!”
“si ma per me no! Io devo
mangiare!” dicesti alzandoti a sedere a tua volta. Un gesto veloce, tu in piedi
e le coperte a terra.
Sei sempre stato perfetto… il
tuo corpo nudo mi ha sempre tolto il fiato…
Sei sempre stato perfetto…
nella tua semplicità.
I capelli biondi erano
spettinati, gli occhi circuiti da occhiaie… ma per me non c’era nulla di più
bello….
Anche
ora lo sei….
Sei
perfetto….
Ti amo
Quinn….
Tu mi
ami?
Quinn pov
Ho ancora il fiatone, quando in fretta lascio il palco buttando la chitarra
chissà dove.
Non posso sopportare il mio cuore che batte così rapido.
E lo so che non c’entra nulla l’adrenalina, la gioia di un concerto.
È lui che ancora oggi riesce a ridurmi in questo stato.
Quanto avrei voluto allontanarlo da me, prenderlo a pugni e riversargli addosso
tutto il rancore che ancora provo verso di lui dopo quattro anni dalla fine di
quella storia che mi rendeva vivo e felice.
Ora sono felice?
Lo sono davvero o sto ancora raccogliendo i pezzi del mio cuore?
Ma ripensandoci, cosa mi rendeva felice?
Quelle finte parole sussurrate dopo aver fatto l’amore?
Quei baci e quelle carezze date sotto un vecchio piumone per riscaldarci dal
freddo dell’inverno?
O era solo la tu presenza a farmi gioire, Bert?
Cosa mi faceva così felice?
E un ricordo si insinua fastidiosamente nella mia mente trasportandomi per un
po’ in quella bolla di felicità che ora rimpiango con tutto il cuore.
Era inverno e se ricordo bene il Natale
era alle porte e io fra tazze di caffè cercavo di pensare a un regalo per Bert.
L’unico rimasto nella mia lista. Invece di pensare al suo ipotetico regalo
guardavo lui di nascosto, mentre stava chino su dei fogli stropicciati e
macchiati di keciap.
Adoravo guardarlo mentre scriveva pezzi nuovi o solo abbozzava qualche parola
su uno di quei fogli presi a caso.
Mordicchiava il tappo della penna con forza, producendo un rumore
insopportabile, ma non so perché mi faceva sorridere.
Guardarlo così immerso in chissà quali stupidi pensieri.
Mi alzai dal divano e lo raggiunsi al tavolo posandogli un bacio sul collo e
abbracciandogli le spalle con le braccia.
“Come procede?” mormorai mentre guardavo il suo volto perdersi in un dolce
sorriso, che difficilmente donava agli altri.
Era una cosa che faceva solo con me.
“Bene direi.” Risponde, annuendo con il capo.
“Bravo il mio genio!” esclamai fiero di qualunque pezzo stesse scrivendo.
“Posso darci un’occhiata?” chiesi cercando di strappargli il foglio dalla mani,
senza successo.
“Uhm... no.” Disse, facendo un piccolo sorriso malizioso.
“Andiamo amore!” cercai di convincerlo con le lusinghe e qualche nomignolo che
sapevo lo avrebbero fatto crollare. “voglio solo leggere…”
“Okay, okay…” borbottò mettendomi fra le mani il pezzo di carta.
Risi, proclamandomi vincitore di un giochetto che adoravo fare, ma quando
guardai il foglio rimasi a bocca aperta.
Su quel foglio stava la riproduzione oscena di una, Dio solo sa quale,
posizione sessuale fra gay.
E io che mi aspettavo il genio all’opera! E invece lo squallido Bert aveva
colpito ancora, riuscendo a farmi ridere fino alle lacrime.
“Sei un coglione!” Esclamai ridendo, buttandogli in faccia il foglio.
“Mi ami per questo, no?” disse, alzandosi dalla sedia per abbracciarmi i
fianchi. Non c’eravamo mai detti nulla del genere. Mi ricordo che diventai rosso
e lo baciai sulle labbra.
“Sì hai ragione.” Gli risposi, poggiando la fronte sulla sua. Mi sembrava di
vivere un sogno, perché avevo capito con quali parole avrebbe controbattuto.
“Ti amo anche io.” E mi baciò....
Tutto è ancora così chiaro nella mia mente e sembra quasi che questi quattro
anni siano stati solo un soffio di vento.
Sorrido amaramente, sfregando il mio viso stanco sulle mani ruvide di calli.
La senti quanta emozione riesci ancora a darmi, Bert?
Ma quando arriverà il giorno dove potrò guardarti in viso senza la voglia di
dirti quanto fottutamente mi manchi.
E per ora posso solo dirti che ti odio, per proteggermi da tutto quel male che
non voglio più patire.
Qualcuno mi abbraccia da dietro e sento il respiro fresco della sua bocca e il
profumo dolce del suo dopobarba.
“Sei stato eccezionale su quel palco!” dice, prima di ridacchiare e rubarmi un
bacio.
Eddy.
Daradadan!!!
Eccoci tornate!!! (chi non muore... riposta!)
Che ne pensate?
Recensite coraggio e presto avrete un altro capitolo!!
Alè!
Un bacio
Grè&Jessy