1st Phase: Denial
[Something wrong in the wind]
Nel vento permeava un odore intenso.
Un tanfo acre, bruciante e pungente, che rimestava la cenere
nell’aria, facendola vorticare in silenzio. Era sufficiente
lo scroscio dell’acqua, appena più forte dello
schiocco di una pallottola, per sovrastarlo.
Una chiazza blu emergeva quasi dolorosamente fra i rivoli della
corrente.
Poco al di sotto del pelo dell’acqua, stava lei. Le maniche
sgualcite dal filo spinato, con i lunghi sfilacci di stoffa intrisi di
uno spiacevole vermiglio e l’oro delle cuciture a tingersi ad
ogni soffio di brezza di un soffocante antrace.
Ed una mano, elegantemente avvolta in un guanto bianco, pronta a
riavvicinarla a sé non appena l’acqua avesse avuto
l’ardore di trascinarla lontano dalla riva.
Roy Mustang sostava immobile, riparato sottovento, a pochi metri
dall’argine del fiume, da quella che oramai era una discreta
manciata di minuti.
Era sporco, insozzato di una cenere ancora calda che l’acqua
impudentemente tentava di mitigare.
Ed affondava poco a poco, un passo dietro l’altro, in una
corrente che sembrava in grado di spazzare via ogni cosa, tranne che
quell’insignificante lerciume che lo avvolgeva come una
seconda pelle.
Soffocante, irrespirabile in quel continuo avanzare, simile ad una nube
talmente solida da apparire compatta.
L’aria che si respirava ai confini più estremi di
Ishbal era così.
Si riempiva facilmente di strani odori, fino a gravare sotto il loro
peso, e restava invischiata addosso. Sulla pelle, impercettibile ed
incorporea, addensandosi nell’illusione di non esser
nient’altro che l’unione di insignificanti granelli
di poco conto.
Poi, però, penetrava un po’ più a
fondo, in silenzio, arrivava a sfiorare i muscoli, ed ancor
più in profondità le ossa.
Ed ancora prima che chiunque avesse modo di accorgersene si limitava a
prosciugare l'organismo, lentamente, fino a toccare il cuore.
Roy faticava ancora ad accettarlo, così ben immerso
nell’acqua, con gli ultimi brandelli della propria divisa
ancora stretti fra le dita.
Continuava a fissare un punto indefinito del fiume e sperare, con tutto
se stesso, che l’impeto della corrente fosse forte a
sufficienza da strappargli di dosso quell’insopportabile
odore.
Ma non era più la stoffa ad essere intrisa di
quel fastidioso olezzo. Non la divisa, i guanti o la
pelle delle mani, di un bianco oramai cinereo.
L’odore che gli si addensava attorno, non più
percepibile nel vento, aveva un sapore diverso.
Quasi più solenne.
…
Morte, probabilmente.
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Prima mia storia qui sul fandom. Ed è una
raccolta.
Una raccolta, capite? Una di quelle cose che se non ti prosciuga ti
rende ancor più prolissa.
* corre urlando
…
Che bello presentarsi con una solenne figura di fece.
°ç°
Ma tornando alla storia. ù_ù
E’ una raccolta, come già detto, destinata a
basarsi su “Le cinque fasi dell’elaborazione del
lutto”, ovvero Negazione, Rabbia, Contrattazione, Depressione
ed Accettazione.
A viverle, in un contesto dove la morte fa da padrona, sarà
Roy, dagli albori fino alla fine del conflitto ad Ishbal. In quella che
io considero a tutti gli effetti la sua morte.
Trattandosi di una delle mie primissime storie, per lo meno su queste
lande, inutile dire quanto commenti, critiche e consigli siano
assolutamente ben accetti.
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