-Autore:
XShade-Shinra
-Titolo:
Killers - witnesses that keep silent are accomplices
-Citazione
dall'Antico testamento:
Il mio orecchio aveva sentito parlare di te, ma ora l'occhio mio ti ha
visto. [Giobbe 42:5]
-Citazione dall'Opera di
Shakespeare: Il manto della notte mi nasconde ma se non mi
ami lascia che mi trovino. Meglio che il loro odio mi tolga la vita e
non che la morte tardi senza il tuo amore. [Romeo e Giulietta]
-Fandom:
D.Gray-man
-Paring:
Tyki x Allen [poker pair],
Mana + Allen
-Rating:
Arancione
-Genere: Dark, Sentimentale
-Avvertenze:
Shounen-ai/Yaoi, Non per stomaci delicati, E se...
-Capitoli: 2
-Note dell'autore:
Questa fanficion è stata pensata per essere una one-shot,
ma, vista la lunghezza, ho preferito dividerla in due capitoli. E’ una
FF ambientata pochi giorni dopo che
Allen viene adottato da Mana - siamo quindi in periodo di capodanno -
ed è una “E se…” e non ho
volutamente specificato il futuro dei due protagonisti (sia per quanto
riguarda la FanFiction, che per quanto riguarda la storia del manga) ,
quello lo lascio all’immaginazione del lettore. In questa FF
esistono sia gli Esorcisti sia i Noah, con poteri annessi; Allen non
è ancora un Esorcista e ha il caratterino scontroso e poco
educato di cui faceva sfoggio quando lavorava come garzone al circo.
-Disclaimer:
Tutti i personaggi di
questa storia sono maggiorenni e comunque non esistono/non
sono esistiti realmente, come d’altronde i fatti in essa
narrati. Inoltre questi personaggi non mi appartengono (purtroppo...),
ma sono proprietà dei relativi autori; questa storia
è stata scritta senza alcuno scopo di lucro ma solo per puro
divertimento.
-
Killers - witnesses who keep
silent are accomplice -
- Circus -
Anche quella sera gli spalti
erano gremiti di gente, come al solito. I
biglietti per quello spettacolo notturno erano stati venduti tutti in
pochi minuti dall'apertura, e ciò non faceva altro che
preoccupare un certo clown dai capelli castani, decisamente restio a
farsi truccare da un secondo pagliaccio più grande di lui.
«Perché cacchio devo esibirmi insieme a te anche
stasera, Mana?» domandò scontroso, mentre il
collega sbuffava e cercava di mettergli per bene il rossetto nero.
«Perché sei un ottimo clown e ti voglio al mio
fianco per il nostro sketch comico.» spiegò
l'altro, facendogli un segno verticale passante per l'occhio sinistro
«Abbiamo preparato diversi spettacolini e sono tutti
grandiosi!»
«Bah...» sbuffò, legandosi i capelli in
una codina alta «Non mi sembra di essere tanto
bravo...» borbottò, guardando in basso
«Ieri ho sbagliato le battute, non le ricordavo
più.»
«E solo per questo ti demoralizzi?» chiese Mana
«Allen, ricorda che ci sono io ad aiutarti!»
«Lo so, ma voglio essere in grado di cavarmela da solo! Devo
solo studiare di più e...» ma l'altro lo
interruppe:
«No, devi solo applicarti, e si impara sul palco.»
sorrise, battendogli una mano sulla spalla, cercando di trasmettergli
un po' di positività e sicurezza «Oggi proviamo lo
spettacolo con il pallone.» disse, alzandosi per andare
davanti allo specchio a rifinirsi il cerone.
«Va bene...» soffiò il ragazzo,
guardando tristemente il pesante tendone rosso che li separava
dall’arena.
Fino alla settimana prima, Allen, orfano, aveva lavorato come garzone
presso un circo, ma da circa una settimana aveva avuto la fortuna di
incontrare Mana Walker, un pagliaccio che lavorava nel suo stesso luogo
di lavoro e che aveva deciso di adottarlo, donandogli il proprio
cognome e la propria compagnia. Così, i due si erano
spostati in un nuovo circo, cominciando a lavorare in coppia.
Per Allen, sempre tenuto in disparte a causa della sua mano sinistra
deforme, era un po' difficile stare sotto i riflettori davanti a tutti
quelli sguardi, ma Mana lo aiutava sempre, correggendo gli errori del
ragazzo in modo da sembrare che facesse tutto parte della messinscena.
Dopo pochi minuti, i due sentirono distintamente la voce del direttore
del circo che annunciava a gran voce i clown, seguito da uno scroscio
d'applausi di incoraggiamento. Allen ingoiò a vuoto e Mana,
appena tornato dal camerino facendo rimbalzare una palla grande due
volte lui, gli posò una mano sulla testa, spettinandolo
appena.
«Non preoccuparti, Figliuolo.» disse con voce bassa
e avvolgente «L'importante è divertirsi. Se noi ci
divertiamo, anche il pubblico farà altrettanto, quindi
ora... andiamo!» esclamò, correndo verso gli
spettatori che li attendevano in trepidante attesa.
«Ehy!» si lamentò il giovane, correndo
per raggiungerlo. Se non avesse avuto il trucco, tutti avrebbero visto
il suo rossore: Mana era l'unica persona al mondo che lo avesse mai
trattato bene, ricevere quei gesti d'affetto era cosa piuttosto nuova
per lui.
"Mana è sempre il solito..." pensò contrariato,
uscendo da dietro il sipario e venendo quasi accecato dalle forti luci,
dalle quali si schermò con un braccio.
Per fortuna, il Clown più grande gli prese l'altra mano e lo
condusse al centro dell'arena, dove si inchinarono con un bel
sorrisone.
Cominciava il loro spettacolo.
L'inizio fu un susseguirsi di battute con un sottile "umorismo
all'inglese", molto educato e composto, poi i due passarono alle mani,
fingendo di combattere utilizzando dei palloncini che gonfiavano ed
assemblavano di volta in volta, creando battaglie con le spade e delle
lotte clandestine tra cani. Arrivarono presto alla scena finale: Allen
doveva rincorrere Mana utilizzando il pallone portato nell'arena,
mentre l'uomo doveva costruire un ombrello sempre utilizzando i
palloncini; questa era una figura molto complessa, che quindi
richiedeva parecchi minuti, e i due avevano studiato lo stratagemma del
pallone per poter così intrattenere il pubblico in quel
tempo morto.
«Ahah!» rise Mana, iniziando a correre e gonfiare
quanti più palloncini possibile mentre li annodava ed
applicava le giuste torsioni per costruire la forma d'ombrello che
desiderava. Come minimo a fine spettacolo sarebbe svenuto per mancanza
d'ossigeno!
«Non scappare!» urlò il ragazzo, salendo
con un balzo ben calibrato sulla palla, che oscillò
pericolosamente.
Sembrava che Allen fosse riuscito nel solito esercizio che compiva
sempre senza problemi, ma non fece nemmeno in tempo a fare due passi su
quella sferica superficie che sentì la palla incontrare un
ostacolo a terra, e rimbalzarvici contro, facendogli così
perdere il ritmo e l’equilibrio.
Mana non poté fare niente per lui, stavolta: il ragazzo
cadde rovinosamente a terra, slogandosi la caviglia. Non
riuscì a trattenere l'ansito di dolore che gli
uscì dalle labbra quando sentì lo schioccare
dell'articolazione ed avvertì il dolore alle ginocchia che
si erano contuse e sbucciate, facendolo finire lungo disteso a terra,
davanti agli occhi critici ed impietosi del pubblico. Si capiva lontano
un miglio che non faceva parte dello spettacolo...
Il ragazzo dai capelli castani, ormai sciolti, si guardò
intorno, notando una smorfia di disgusto in ogni volto sul quale
posasse lo sguardo. Quello era un circo rinomato e molto popolare, il
pubblico non voleva certo vedere degli scartini!
Alla fine dello sketch con la palla, avrebbero dovuto simulare l'inizio
di un acquazzone e Mana avrebbe invitato Allen sotto il proprio
ombrello, ma il ragazzo avrebbe fatto finta di schizzarlo con una
pozzanghera e sarebbe corso via dietro il sipario, seguito a ruota dal
genitore: questa era la scaletta. Però, le cose non erano
andate come stabilito e Allen sapeva che, a causa del suo
errore, ne
sarebbe andato di mezzo anche Mana; probabilmente non avrebbero
mangiato l'indomani e non era da escludere che avrebbero decurtato loro
qualcosa dalla paga giornaliera.
«Mana... Cacchio...» soffiò appena il
ragazzo, abbassando lo sguardo a terra, stringendo il grosso tappeto
con un pugno.
Sapeva di non essere pronto e non voleva che ci andassero di mezzo
altre persone, non voleva dare questo genere di dispiaceri a Mana. Ecco
perché non si sentiva pronto per fare gli spettacoli con
lui.
Scuotendo appena la testa, espirò piano, pronto a cercare di
mettersi in piedi e poter così zoppicare fino all'uscita con
le orecchie basse, ma qualcosa catturò la sua attenzione.
Era un piccolissimo rumore, ma in mezzo a tutto quel silenzio quasi
innaturale, lo sentì come un boato: alzò lo
sguardo e vide che un giovane uomo in mezzo al pubblico, vestito con un
elegante abito nero completo di tuba, si era alzato e aveva iniziato a
battere le mani, applaudendo per la performance del pagliaccio.
Allen restò paralizzato a quel gesto che non si aspettava
minimamente. Inizialmente pensò che fosse una presa in giro,
ma, quando vide il bel sorriso che l'uomo aveva sulle labbra e che
stava indirizzando proprio a lui, ogni dubbio gli si dissipò
dal cuore e comprese che quello spettatore dalla carnagione abbronzata
voleva solamente incoraggiarlo e fargli capire che lo spettacolo gli
era piaciuto ugualmente - almeno, fino a quel punto. Nonostante fosse
solo, il moro continuò ad applaudire, lasciando Allen senza
fiato.
Arrossendo appena, il ragazzo notò che Mana lo guardava
preoccupato - era in pensiero più per la caviglia del figlio
che per la loro futura punizione -, poi tornò ad osservare
le mani guantate del moro, senza mai incrociare il suo sguardo.
All’improvviso, come un fulmine a ciel sereno, guardando
quelle mani, gli venne un'idea. Sorrise e si rimise in piedi a fatica,
facendo un profondo inchino al pubblico, poi salì sui sacchi
che dividevano l'arena dal pubblico - così da recuperare
qualche decimetro d'altezza - e risalì sulla grande palla,
lasciando perplessi tutti i presenti, soprattutto il padre.
Molti degli spettatori iniziarono a commentare il fatto che Allen,
ormai, non avrebbe potuto più continuare lo spettacolo -
visto che la caviglia si stava ingrossando, cominciando a diventare
violacea -, ma, con immensa sorpresa, l'inglesino si issò
sulle braccia e fece la verticale sul pallone, continuando lo
spettacolo e iniziando a rincorrere Mana movendo il pallone con le
mani. L’uomo lo guardava sorridendo, fiero del proprio
ragazzo.
Nonostante l'incidente, i due riuscirono a terminare lo sketch nel
migliore dei modi, prendendosi come premio un applauso da tutto il
pubblico, mentre uscivano di scena. Dietro le quinte, Mana si
caricò Allen in spalla e corse con lui nuovamente al centro
dei riflettori, per poter godere di quel gesto da parte degli
spettatori.
«Sei stato bravissimo.» lo lodò il clown
più grande.
«Grazie, ma il merito non è solo mio.»
disse al genitore, mentre entrambi continuavano a sorridere e ad
agitare le braccia.
«L'applauso di quell'uomo ti è stato
d'aiuto?»
«Sì.» rispose, posando lo sguardo nel
posto dove era seduto l'elegante moro, incrociando per la prima volta
lo sguardo con il suo e perdendosi in quelle due pozze dorate, che vide
distintamente nonostante la distanza che intercorreva tra i due.
«Viene tutte le sere.» lo informò Mana,
facendo un inchino.
«Davvero? Come lo sai?» chiese il ragazzo, facendo
a sua volta una riverenza.
«Sei ancora nuovo di questo mondo, ma io ricordo bene il
volto delle persone presenti agli spettacoli. Li guardo per captare le
loro emozioni.» spiegò, tornando con il figlio
dietro il sipario «E sappi che il suo sguardo è
sempre su di te! Hai un ammiratore, Allen!» a quelle parole,
il ragazzo arrossì palesemente. A causa della caduta, molto
trucco gli si era pulito via dal viso, lasciandogli le guance scoperte.
«Imbecille!» urlò, dandogli un pugno in
testa.
Nonostante ciò, l'inglesino si girò un'ultima
volta indietro, ed il cuore gli si strinse nel vedere il posto del
giovane uomo ormai vuoto. Se ne doveva essere andato via... Eppure
mancavano ancora diversi spettacoli prima della fine...
«Non preoccuparti, tornerà domani!» rise
il genitore «Sicuramente se n'è andato a causa del
killer che sta girando queste notti proprio in questo quartiere, e non
vuole fare tardi!»
«Non mi importa di lui...» si imbronciò
il neo-clown, gonfiando una guancia e girando di lato il viso.
"Dici davvero, Allen?" gli chiese mentalmente Mana, portando il figlio
dal dottore perché gli fasciasse il piede.
§Continua§
XShade-Shinra
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