2.
~Houston,
abbiamo un problema.
-
Lo specchietto laterale destro serve a qualcosa, Gwen. Non è
un
ornamento, sai?
-
Lo so, difatti lo sto guardando!-
La
rapida successione di eventi che si verificò dopo queste
ultime
funeste parole gettò nello sconforto il povero Kevin, che
assistette
impotente a ciò che credette essere La Catastrofe: la
Challenger
urtò in retromarcia spedita l'alto gradino del marciapiede,
vi salì
sopra, ripiombò a terra con un tonfo che fece cigolare le
già
provate sospensioni e infine completò l'opera con un
discreto
poggino sul parafango della vettura posteggiata dietro di loro.
Gwen
non ebbe neanche il tempo di rendersi conto di cosa fosse
effettivamente successo che Kevin si era già catapultato
fuori, dopo
essersi riappropriato delle chiavi levandole bruscamente dal quadro e
aver tirato il freno a mano con una tale veemenza che lei, per un
attimo, si era chiesta se non stesse cercando di estirparlo. Con fare
concitato e borbottando come una caffettiera controllò
accigliato
gli eventuali danni, sospirando di sollievo nel constatare che sulla
carrozzeria - di entrambe le auto, ma soprattutto della SUA - non
c'era nemmeno un graffio, salvo una piccola incrinatura del tutto
trascurabile a uno dei suoi due fanali di coda. Decise che su quello
poteva anche passare sopra, in fondo si trattava pur sempre di Gwen,
e sapeva fin troppo bene che non riusciva né ad avercela con
lei, né
a negarle mai nulla.
Comunque,
si disse, grazie al Cielo la Catastrofe era stata scongiurata, ma per
quanto ancora sarebbe durata quella portentosa fortuna? Non era
saggio continuare a sfidare la sorte, e poi la tensione lo stava
logorando: erano passati solo venti minuti
dall'inizio dell'esercitazione, ma gli sembrava fossero trascorse
ore. Sarebbe stato di gran lunga meglio rimanere ad azzuffarsi con
Tennyson.
-
La bimba sta bene? - Ironizzò Gwen quando, rientrando
nell'abitacolo, lui le rivolse uno sbuffo e un'occhiata esasperata.
- Avresti dovuto iniziare a sterzare il benedetto volante prima di
finire sul marciapiede, ti pare? Prega che non ti facciano fare
qualche parcheggio a esse, o prenderai la patente nell'Anno del Mai.
Senti, finiamola qui, non ho la forza per reggere oltre.
Non
avrebbe voluto essere così ruvido, ma - tra l'altro
– uno squisito
mal di testa lo stava uccidendo da quando avevano cominciato quello
stillicidio. Prese a massaggiarsi le tempie, finché un
silenzio
oltremodo inquietante lo indusse ad alzare gli occhi verso di lei.
Come
previsto, lo stava squadrando a braccia conserte con un broncio da
manuale.
Di
fronte a cotanto scazzo, e involutosi ormai nella costernazione
poiché non aveva nessuna voglia di litigare,
ripescò con un sospiro
le chiavi dalla tasca e gliele lanciò.
-
Non te la prendere, non dicevo troppo sul serio...Ti do qualche
dritta per l'esame, vuoi?
Gwen,
urtata da quel “troppo”,
le afferrò al volo e lo guardò di sbieco
stringendosi nelle spalle,
invitandolo a proseguire con un gesto della mano equivalente
più o
meno a un “su,
sentiamo, se proprio devi”.
Mantenendo una vaga aria indolente, lo ascoltò mentre le
sciorinava
pazientemente quel racconto di vita vissuta: come prima cosa le
avrebbero fatto fare una verifica delle condizioni dell'auto,
consistente nello salire in macchina, allacciarsi la cintura,
sorridere all'esaminatore, regolare gli specchietti, sorridere alla
vita, provare le frecce, sorridere un altro po' e infine dare una
controllatina a luci e freni, ricordandosi però che in
quella fase
il motore andava tenuto rigorosamente spento. Da lì in poi
sarebbe
cominciato l'esame vero e proprio, che, a sentire lui, era a prova di
idiota. – Basta eseguire gli ordini e in un quarto d'ora
avrai la
tua patente, garantito. Stai tranquilla. -
-
Io sono tranquillissima, sei tu che ti alteri per un nonnulla!
Rilassati, non ho intenzione di distruggere la tua piccola –
Affermò lei, indirizzandogli uno sguardo insofferente -
...E,
comunque, quel commento acido di poco fa riguardo ai parcheggi a esse
potevi risparmiartelo.
-
E perché? Mica ti ho detto niente di nuovo, dovresti saperlo
che non
sono il tuo forte! Se ti dovesse capitare nella prova almeno spera di
avere un esaminatore clemente, che chiuda un occhio... - Si
interruppe un attimo e poi riprese - ...due
occhi
sul fatto che tu ci sia proprio negata. E' per questo che ti ho
consigliato di sorridere a oltranza anche a costo di farti venire una
paresi, col tuo bel faccino magari lo ammorbidirai al punto che
lascerà correre.
Kevin
si augurava che dopo la sua esauriente spiegazione le fosse passata
la voglia di guidare, tanto le aveva chiaramente lasciato a intendere
che per il suo tallone d'Achille c'era poco da fare se non auspicare
nella buona sorte, e invece lei, come galvanizzata, dichiarò
stoicamente di voler continuare a provare. Tanto prima o poi le
sarebbe riuscito un parcheggio decente, no?
No,
pensò lui afflitto, coprendosi il volto con una delle sue
mani
enormi. Un pomeriggio del genere rischiava di fargli apparire la
guerra di trincea come un modo delizioso per passare il tempo.
Sempre
restando in tema di cose deliziose, in quel frangente Gwen, senza
preavviso, gli saltò al collo e lo baciò
fugacemente sulla guancia,
bisbigliandogli un soffice “grazie” all'orecchio
che gli fece
venire la pelle d'oca.
Turbato
da quell'inaspettata manifestazione d'affetto, a Kevin riecheggiarono
nel cervello le parole di Ben. Già, e lui quand'è
che avrebbe
concluso qualcosa? Quel nano fetente non aveva mica tutti i torti,
doveva riconoscerlo. La loro pseudo-relazione vegetava a uno stadio
primordiale dall'alba dei tempi.
Rimase
pietrificato come una colonna di basalto mentre si dava del cretino,
pensando che avrebbe voluto stringerla a sé per ricambiare
quel
bacio casto con un altro un po' meno casto. Quando si decise a
poggiarle almeno una mano sulla schiena – così,
giusto per non
fare la figura della statua di sale -, rimase col braccio sospeso a
mezz'aria perché nel frattempo lei si era già
ritratta e, tutta
contenta, aveva rimesso in moto l'auto.
-
Ok, dolcezza! Allacciati la cintura, si parte!
In
risposta all'entusiasmo di Gwen arrivarono soltanto un sibilo e uno
schiocco di lingua.
Seguiti
subito dopo da un boato apocalittico proveniente dall'avantreno e da
un agghiacciante urlo beduino di Kevin.
✪✪✪✪
Ed eccoci
anche al secondo e penultimo capitolo di questa bislacca fanfic.
Ringrazio
sentitamente tutti coloro che hanno letto, in particolare le due
anime pie che mi hanno lasciato una recensione, ossia Blackhorse96,
che
ne ha scritto una davvero esauriente e l'ha anche messa nelle
favorite (!), e SakuSasu92,
che mi ha gentilmente fatto sapere cosa ne pensa, riempiendomi di
immane gaudio.
Donne,
you made my day xD
Grazie
mille *O*
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