Enjoy
:)
I
personaggi di questa storia, scritta senza scopo di lucro, non mi
appartengono, eccetto quelli da me creati.
A
winter night
A Jessy, la sola che
apprezza ogni mia
parola.
Grazie.
La
neve scendeva candida. Lentamente si posava sul prato davanti casa
sua, leggiadra, immacolata.
Era
la prima nevicata, e il cielo non sembrava essere clemente. Tutto era
talmente bianco da accecarlo, sembrava così...puro.
Per
Tom Kaulitz la purezza non era altro che una semplice illusione, una
di quelle cose che ti dicono da piccolo al corso di catechismo, un
po' come il coniglio che esce dal cilindro. Tutto alla fine si
sporca, ogni cosa perde di valore, cessa di essere pura.
Affondò
il naso nella tazza di the che stava cercando di ingoiare da più
di un'ora. Bill l'aveva messo in infusione, ma poi l'aveva
dimenticato sul tavolo quando, stanco, era andato a letto.
Era
diventato freddo ormai, ma Tom poteva ancora sentirne il calore.
Buttò un occhio all'orologio sbadigliando. Erano appena le
nove, e lui ancora non riusciva a disfarsi degli orari del tour
appena finito. Bill aveva orari impensabili, la mattina si svegliava
tardi e la sera andava a letto presto, probabilmente a recuperare
tutte le ore di sonno che avevano perso.
Ma
lui ancora non ci riusciva, a dormire, sentiva l'adrenalina ancora in
corpo; scrutava fuori dalla finestra, osservando la neve cadere
copiosa dal cielo.
A
malapena notò una figurina nera muoversi nella strada davanti
casa, non era poi così insolito che qualcuno facesse una
passeggiata alle nove di sera.
Guardava
in alto, e il cappotto nero si riempiva di piccoli fiocchi. Forse era
come Tom, assorta nei suoi pensieri, preoccupata per l'indomani,
magari.
La
notò solamente quando si voltò verso di lui, il volto
nascosto dal cappuccio. Tom sorrise, anche se lei, o lui, non poteva
vederlo da quella distanza.
Distolse
lo sguardo, finalmente aveva finito quell'orribile the alla cannella
che piaceva tanto a Bill. Andò in cucina a sciacquarla, ma non
fece in tempo ad aprire l'acqua che il campanello suonò,
rompendo la quiete della casa.
Tom
non pensò neanche alla figurina incappucciata che aveva visto
l'attimo prima, con quanta gente vedeva nel suo lavoro tutti erano
diventati uguali.
Quando
aprì la porta, invece se la trovò davanti,
completamente coperta di neve, dalla testa ai piedi. Era una ragazza
graziosa, di bassa statura, con una frangetta nera che le copriva
dolcemente la fronte e grandi occhi castani. Tom guardandola non potè
fare a meno di pensare che sembrasse pura, come la neve che aveva
addosso. Gli occhi, che si guardavano attorno spauriti, sembravano la
porta di un abisso, ed erano di un colore che Tom giudicò
magnetico.
-Mi
dispiace disturbarla a quest'ora, ma ho il cellulare scarico, e mi
sono persa. Può gentilmente farmi chiamare un taxi per
favore?-
La
sua voce, che rimbombò nell'atrio, era morbida e tremava
leggermente. Tutto di lei appariva fragile, fragile come la neve che
continuava a coprire Amburgo quella sera.
-Certo,
entra pure. Togliti il cappotto, è bagnato.- senza neanche
pensarci Tom passò subito al tu. La sua voce baritonale
risuonava nella casa vuota e sembrava così sicura rispetto a
quella di lei.
La
ragazza si tolse il cappotto, liberando dal cappuccio lunghi capelli
mossi che le caddero leggeri sulle spalle. Tom attaccò il
cappotto all'attaccapanni nell'ingresso e le fece strada verso il
salotto. Lei lo seguiva incerta, i passi riecheggiavano lungo
l'anticamera, e le sue scarpe da ginnastica, probabilmente troppo
leggere per quel tempo, facevano uno strano rumore sul pavimento di
cotto.
Le
porse il cordless nero e lei fece rapida il numero.
-Buona
sera, volevo un taxi a...- guardò interrogitiva Tom. Non
sapeva dove si trovasse, era arrivata lì per caso, camminando
per Amburgo.
-Hugo
Straße 234- le sussurrò lui di rimando.
-...a
Hugo Straße 234.-
Tom
la osservava curioso. Era piccola, ma ben proporzionata, formosa, ma
non grassa, né troppo magra. Era quella via di mezzo che a Tom
piaceva, perché si sa, le donne vere hanno le curve. La vide
sbarrare gli occhi mentre si portava la piccola manina, con unghie
corte ma curate, alla bocca.
-Come
sarebbe a dire il servizio è interrotto fino a questa mattina
alle 5?- gli occhi divennero lucidi e Tom provò un moto di
incomprensibile protezione nei suoi confronti.
Si
vedeva, era terrorizzata da quella situazione, e non sapeva cosa
fare.
-Va
bene, la ringrazio.-
chiuse
la chiamata e porse il cordless a Tom.
-Sono
Tom, piacere.- disse lui porgendo la sua mano. Lei lo guardò
interrogativa, e lui sorrise.
-Se
devi restare qui fino alle cinque di mattina, sarà meglio
cominciare da qualche parte, no?-
*
|