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L’autobus procedeva lentamente
in salita, percorrendo un sentiero immerso nel bosco; mi ci sarebbero voluti
dieci minuti, un quarto d’ora al massimo, per raggiungere il capolinea.
Guardai fuori dal finestrino,
annoiata come non mai; una volta ero entusiasta di questo percorso, adoravo
stare appiccicata al vetro, era una delle poche strade in cui gli alberi ai lati
della carreggiata fossero stati risparmiati, adoravo aprire il finestrino ed
essere pervasa dal profumo della fabbrica di biscotti subito sotto di noi,
adoravo sorridere come una bambina durante tutto il tragitto, adoravo pensare a
quando avrei preso il 64 per andare a scuola…
Già, una volta…
E invece da quel momento in poi
non avrei dovuto pensarlo più.
Strinsi al petto la cartellina
con tutti i documenti già pronti per l’iscrizione al mio liceo, quegli
insignificanti pezzi di carta che avrebbero deciso la mia vita, cambiandola
radicalmente; i tre anni delle medie erano ancora impressi nella mia mente come
un tatuaggio indelebile, marchiato a fuoco e non mi sentivo pronta per dare
l’addio a tutti quelli che mi erano stati vicini, eppure sapevo che avrei dovuto
farlo.
Scesi dall’autobus, percorsi
tutte le scale e mi ritrovai a fissare l’ imponente struttura davanti a me,
affiancato dallo Stadio di Marassi; lessi lentamente quelle parole scritte a
caratteri cubitali davanti alla doppia entrata, come per non dimenticarmele mai:
Istituto Tecnico per Turismo e Geometri.
Entrai correndo appena finito di
leggere; strano come quelle parole mi spaventassero! Mi fiondai nella prima
stanza a destra, in segreteria, che il quel momento era aperta, e mi preparai
un sorriso stampato in faccia; per quanto finto che fosse, la segretaria non si
accorse di niente, limitandosi a chiedermi sbrigativamente il mio nome e
cognome.
- Christine… Minutoli Christine.
-
- Devi essere accompagnata dai
genitori per fare l’iscrizione, però. - fece notare, fulminandomi con gli occhi
attraverso le lenti sottili degli occhiali e inarcando un sopracciglio.
- I miei sono venuti l’altra
volta… Quel giorno avevamo già compilato tutto, ma una sua collega ci aveva
fatto notare che mancava ancora un documento… Sono venuta a portarglielo… -
Le porsi la cartellina rossa,
che lei mi strappò di mano senza tanti complimenti, facendomi un cenno d’assenso
con la testa e restituendomela velocemente, come se scottasse, tenendosi i fogli
che le servivano.
- Benissimo… I primi di
Settembre torna a scuola per vedere in che classe sei stata messa, così puoi
prenderti la lista dei libri. Le lezioni inizieranno il 13. Buona giornata. -
disse, con tono incolore.
Mi congedai senza discutere
oltre, uscendo dalla segreteria e voltando la testa alla mia destra; lì vidi una
lunga fila di persone che chiacchieravano allegramente mentre aspettavano il
proprio turno.
-Quella è la segreteria per gli
iscritti al corso dei Geometri.. – mi dissi mentalmente, notando una mia amica
conosciuta a pallavolo che mi salutò con la mano.
Sorrisi amaramente: un’altra via
che si divideva.
-Alessia!!! Dai, muoviti!!!Se
non ti sbrighi lo porto io il tuo documento!!!-
Mi alzai dai divano in silenzio
andando a prendere il documento che mia madre mi porgeva e le annuii con un
cenno della testa. Sorrisi, un sorriso forzato, e uscii di casa trascinando i
piedi senza dire una parola; uscendo dal palazzo sbattei il portone e
incominciai a correre con gli occhi lucidi: non avevo intenzione di fermarmi
fino alla fermata dell’autobus… ma fu più forte di me e arrivando davanti a
quelle scale mi arrestai di colpo con uno strano sorriso amaro dipinto in volto.
Scendendo le scale accarezzai
la ringhiera pian piano, senza tralasciarne neanche un pezzo, neanche una
singola scritta lasciata da qualche mio compagno con un pennarello indelebile.
Mi fermai davanti al cancello con il volto schiacciato tra le sbarre di quest’ultimo.
Con la mente arrivai fino alla
mia classe, la 3D, in un normalissimo giorno di lezione in cui pasticciavo il
banco in attesa della campanella e che ora non avrei più vissuto, o almeno non
lì o con quei compagni; volai ancora verso il bagno, sulla porta centrale, fra
le tante scritte, ne ricordai una, indelebile nei miei ricordi:
ALE+MARZIA+CHRIS=GEMY X SEMPRE.
Scossi la testa allontanandomi
dal cancello, poi guardai l’orologio e, accorgendomi di essere in ritardo per
l’autobus, incominciai a correre salendo le scale fino ad arrivare alla rotonda.
Presi il 64 per un pelo e mi
sedetti nell’ultimo sedile infondo dimenticandomi, tra l’altro, di timbrare il
biglietto. Sospirai appoggiando la faccia al finestrino mentre in paesaggio
esterno scorreva veloce…già, anche le medie sono scappate via troppo
velocemente, e ora le vedevo scorrere davanti a me insieme al paesaggio… prima
media… seconda media e…terza media, l’anno che preferivo di più era stato quello
in cui erano successi più… casini.
Sorrisi, questa volte non
amaramente, lasciandomi cullare dai ricordi a cui tenevo così tanto.
Una lacrima mi rigò il volto,
la asciugai sempre sorridendo mentre l’autobus si fermava. Mi guardai intorno
cercando di capire a che fermata fossi, poi poco prima che il 64 ripartisse, mi
gettai sull’uscita capendo che era la MIA fermata.
Attraversai la strada di corsa
passando fra aiuole e grosse querce: non avevo tempo da perdere, prima arrivavo
e prima me ne andavo…anche se fra qualche mese quel luogo sarebbe stato una
vista giornaliera.
Arrivai all’ingresso e mi
fiondai sul portone, sbattendoci contro e notando con amarezza che…
-CAZZO!!!(scusate il gergo ma è
proprio quello che ho urlato ^^” ndombra) È CHIUSO!!! Chefacciochefaccio? Eppure
non sono in ritardo! Mancano ancora pochi minuti alla chiusura!!!-
Poi con stupore e un sospiro di
sollievo notai un campanello, suonai una, due, tre volte e finalmente mi
aprirono. Entri di fretta mentre accanto a me c’era un cartellone con scritto:
LICEO SCENTIFICO LEONARDO DA VINCI.
-Già…al liceo…-
Trasalii sentendo il rumore del
portone che sbatteva e mi lasciai sfuggire un: ops… quando una donna ne giovane
ne anziana mi si avvicinò sbraitando:
-Cosa diavolo succede qui?-
-Mi scusi, io… io stavo
leggendo e non mi sono accorta del portone…-
-Ah, eri tu quella che ha
suonato insistentemente poco fa? Cosa vuoi?-
-ehm…si…io, beh, devo
consegnarle un documento che serviva per il completamento del mio modulo di
iscrizione… sono Frulli… Frulli Alessia.-
-Ah, si mi ricordo. Dai a me,
ci penso io. Torna a settembre per vedere il resoconto dei sorteggi e
riprenderti questo.-
Annuii in silenzio e me ne
andai, il volto chino fissando il pavimento mentre quelle parole mi scorrevano
ancora davanti agli occhi…mentre varcavo il portone sussurrai:
-Il liceo…già, a chi non piace?
E poi è un nuovo inizio… ma che segna la fine, la fine di un amicizia speciale…-
-Cosa stai dicendo?- mi
interruppe la portinaia.-
-Niente, arrivederci… - storsi
la bocca chiudendo gli occhi. - ottimo, un'altra via che si divide.. -
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