- La signorina
è mia ospite – puntualizzò Masumi con
voce severa.
Gli inservienti
trasalirono e, dopo un rapido inchino, si allontanarono velocemente.
Lo sguardo penetrante
del presidente della Daito si addolcì mentre si posava sul
volto sorpreso della ragazza.
Notò il
rossore diffuso sulle gote e piegò le labbra in un sorriso
ironico.
- Sono sorpreso di
trovarti qui, ragazzina – disse, simulando
un’impassibilità che era bel lungi dal provare.
- Volevo incontrare la
signorina Shiori – farfugliò, interrompendosi
bruscamente.
Rifletté su
quanto poteva svelare a Masumi senza provocare la sua ira. Strinse la
borsa con forza, cercando una scusa plausibile.
- Desideravo chiarire
con la sua fidanzata gli equivoci sorti durante il nostro ultimo
incontro – aggiunse, infine, con un sospiro – mi
dispiace di aver rovinato il suo vestito, ma non l’ho fatto
intenzionalmente. Non so neppure come l’anello di
fidanzamento sia finito nella mia borsa, la prego di credermi signor
Hayami – concluse agitata.
- Calma, ragazzina. Sono
io che devo scusarmi con te – alzò le mani in
segno di resa – mi sono lasciato guidare dalla collera senza
permettere che tu ti spiegassi - scosse la testa, ricordando
chiaramente le accuse pesanti che le aveva rivolto alla vista
dell’anello di Shiori – sei una persona
dall’animo nobile e non potresti mai compiere azioni tanto
spregevoli, per quelle ho io la prerogativa – si
schernì, liquidando l’argomento con un gesto della
mano.
Volse lo sguardo verso
la città, ammirando la nitida sagoma dei grattacieli nella
luce rossastra del sole al tramonto.
Assaporò
pienamente l’emozione di avere Maya accanto a sé,
riflettendo su un evento, tanto inatteso quanto gradito, che gli
concedeva l’opportunità di potersi riconciliare
con lei.
- La nave è
salpata – asserì laconico – e non
attraccherà prima di domani all’alba.
Maya arrossì
imbarazzata ed, incapace di replicare, abbassò lo sguardo.
Un cameriere si
avvicinò alla coppia e, tossicchiando, interruppe la
conversazione - signor Hayami, la cena sarà servita a breve
nel salone. Se lei e la sua ospite volete seguirmi, vi accompagno al
vostro tavolo.
Una mano calda avvolse
la sua. Maya sgranò gli occhi per la sorpresa, ma si
lasciò guidare da Masumi.
Un brivido sconosciuto
le corse lungo la schiena, causandole un aumento improvviso dei battiti
del cuore.
- Andiamo a cena,
ragazzina? – propose pacato.
All’interno,
il lusso eccessivo del salone, unito alle voci concitate degli altri
passeggeri, la misero a disagio.
Come un automa si
accomodò sull’elegante poltrona che Masumi aveva
scostato dal tavolo, bisbigliando un timido ringraziamento.
- Desideri che ordini
anche per te? – le chiese mentre consultava la carta dei vini.
L’impercettibile
cenno di assenso della ragazza lo indusse a sorridere.
Mentre era concentrato
sul menu, Maya si concesse la libertà di osservarlo con
attenzione. Gli sfarzosi lampadari del salone producevano bagliori che
illuminavano i capelli di Masumi rendendoli ancora più
chiari. Era bello, senza ombra di dubbio.
Soggiogata dal suo
fascino, Maya riusciva a stento a rimanere impassibile. Si mosse a
disagio sulla sedia, giocherellò con le posate, poi si
strinse nervosamente le mani.
Si chiese se avesse mai
trovato il coraggio di confessargli che era a conoscenza
dell’identità dell’ammiratore delle rose
scarlatte. Il timore di dover affrontare una realtà scomoda
e dolorosa, che avrebbe frantumato i propri sogni, le impediva di
rivelargli che aveva, da tempo, scoperto il suo segreto.
L’amore che
provava per lui si era rafforzato nel tempo e dubitava di riuscire a
nascondergli ancora a lungo i propri sentimenti.
Si accarezzò
le labbra con un dito, incantata dal luminoso sguardo azzurro.
Trasalì
all’udire il tono ironico della sua voce.
- Nervosa?
- Che cosa? –
farfugliò, arrossendo vistosamente..
- Sembri immersa nei
tuoi pensieri, ragazzina – sollevò il calice e
bevve un sorso di vino – stai forse pensando alla tua Dea
scarlatta?
- Le prove sono
impegnative ed il signor Kuronuma è molto esigente
– replicò asciutta, evitando di tradirsi.
Masumi la
studiò con interesse, chiedendosi quali fossero i suoi
pensieri più intimi.
- Sei di poche parole
questa sera – scosse il capo, pensieroso – di
solito sei agguerrita e mi contrasti vivacemente. Che cosa ti succede,
ragazzina?
- E’ solo un
po’ di stanchezza – sbuffò costernata
– è difficile identificarsi in Akoya, ma
troverò la mia Dea.
Masumi non
replicò, limitandosi a sorseggiare il vino.
- Non riesco a
comprendere pienamente i sentimenti che Akoya nutre per Isshin
– continuò Maya, meravigliandosi delle sue stesse
parole – l’amore che provano l’uno per
l’altra non è un sentimento comune, ma le emozioni
che albergano nei loro cuori sono ancora un mistero per me.
- L’amore che
unisce due anime gemelle … – mormorò
Masumi socchiudendo gli occhi con aria assente – esiste
davvero un sentimento così completo e coinvolgente da
annullare qualsiasi differenza di ceto e di età?
Maya posò lo
sguardo su di lui. Era affascinante ed irraggiungibile.
Cercò di mantenere una apparente imperturbabilità
mentre il cuore le batteva furiosamente.
Ricordava con estrema
chiarezza la straordinaria magia vissuta nella valle dei susini ed il
desiderio di poter ripetere quella meravigliosa esperienza si faceva
ogni giorno più intenso.
Doveva evitare di
crearsi illusioni e speranze, Masumi era fidanzato con una donna
bellissima e sofisticata e prossimo alle nozze.
Allontanò
bruscamente una ciocca di capelli dagli occhi – tutto
sembrava possibile nel paese natale della Dea scarlatta –
sussurrò infine – ma la realtà
è qui, in questa città, nella vita che viviamo
tutti i giorni.
Un penetrante sguardo
azzurro scivolò su di lei percorrendone senza fretta il
volto e la curva delicata del seno fino a raggiungere le mani che
stringevano tremanti il calice di vino.
Un brivido improvviso le
corse lungo la schiena. Si raddrizzò sulla sedia cercando di
rimanere impassibile sotto quel lento e sensuale esame.
- Il cinismo non ti si
addice, Maya – la contraddisse sollevando un sopracciglio
– si adatta molto di più all’affarista
senza scrupoli della Daito. Tu sei un’attrice, dovresti
credere nei sogni e perseguire i tuoi ideali. La passione per la
recitazione ha liberato tuo innato talento, grazie al quale ora sei
candidata al ruolo della Dea scarlatta – tornò a
fissarla negli occhi – non puoi scoraggiarti proprio adesso.
- A dispetto delle mie
convinzioni, signor Hayami, il nostro ruolo è quello di
essere antagonisti – puntualizzò con tono vibrante.
- Ruolo? Intendi dire
che noi due stiamo recitando? – la fissò,
incredulo.
Rimase composto cercando
di non farsi prendere dalla collera. Possibile che Maya stesse cercando
di provocarlo?
Si passò una
mano tra i capelli, sospirando lievemente. Non riusciva a trovare le
parole per cambiare il corso di quella conversazione. Maya non si
fidava e lui non poteva certo darle torto.
- Lei vuole i diritti di
rappresentazione della Dea scarlatta ed io farò quanto mi
è possibile per vincere la competizione con Ayumi
– replicò – come vede ci troviamo,
oggettivamente, su fronti opposti.
Il gelido silenzio che
seguì la fece rabbrividire. Si chiese dove avesse trovato il
coraggio di sfidarlo apertamente. Le tornarono alla mente le parole di
Shiori che rimarcavano il bruciante desiderio di Masumi di entrare il
possesso dei diritti dell’opera di Ozaki e di come lei
rappresentasse un ostacolo all’obiettivo del suo fidanzato.
Non era sua intenzione
essere aggressiva, ma un’improvvisa frustrazione
l’aveva spinta a provocarlo.
- Credi che io possa
agire in modo scorretto? – le chiese impassibile –
potresti avere ragione, ragazzina. A quanto pare, mi hai già
condannato in nome del mio passato.
- Ha sempre affermato di
volere i diritti della Dea scarlatta a qualsiasi costo, in questo
è stato onesto, glielo concedo – sostenne,
chiedendosi se il coraggio, o meglio l’incoscienza, con cui
lo stava affrontando le derivasse dal troppo vino bevuto –
per quale motivo dovrei ritenerla capace di comportarsi altrimenti?
Comprese immediatamente
che la sua provocazione, decisamente infantile, stava travalicando il
buon senso. Cosa pensava di ottenere? La confessione di Masumi di
essere l’ammiratore segreto?
- Mi scusi, signor
Hayami – mormorò, infine, mortificata.
- Perché
scusarti, ragazzina? Non nego di volere i diritti della Dea scarlatta o
almeno un contratto in esclusiva con la vincitrice –
replicò tranquillo – ma il tuo odio diminuirebbe
se ti assicurassi che agirò correttamente?
Maya trasalì
– io non la odio affatto, ormai dovrebbe saperlo.
- Davvero? –
le sorrise compiaciuto – quindi, se vincerai la sfida con
Ayumi posso sperare di convincerti a stipulare un contratto con me?
– le chiese con disinvoltura.
Arrossì
vistosamente, mentre la sua impertinenza scompariva sotto lo sguardo
ardente di lui.
Chinò il
capo, consapevole di avere perduto. Non sarebbe mai riuscita ad
allontanare Masumi dal proprio cuore.
L’espressione
imbarazzata di Maya lo commosse. Avrebbe desiderato prenderla tra le
braccia ed assicurarle che si sarebbe preso cura di lei per sempre.
Era pienamente cosciente
di essere prigioniero di una vita che altri avevano stabilito per lui,
ma non riusciva ad ideare un modo per sottrarvisi senza rischiare di
danneggiare la persona a lui più cara.
Nonostante cercasse di
mantenersi razionale, la speranza che Maya potesse, un giorno,
ricambiare i propri sentimenti non lo abbandonava. Sempre
più indizi lo portavano a credere che lei fosse innamorata
del suo ammiratore segreto, pur non avendolo mai incontrato.
Che cosa sarebbe
accaduto se lei avesse scoperto la sua vera identità? Lo
avrebbe odiato oppure gli avrebbe concesso il perdono tanto agognato?
Scosse la testa in preda
al dubbio e si alzò dalla sedia.
- Vogliamo uscire?
– disse, rompendo un silenzio che era durato troppo a lungo.
L’aria della
sera, fresca e frizzante, le accarezzò il viso accaldato. Lo
sguardo venne di nuovo attratto dall’alta ed elegante figura
di Masumi.
Le parve di scorgere
tenerezza in quegli occhi penetranti fissi su di lei e tremò
per l’emozione.
- Hai freddo?
– le chiese, posandole la giacca sulle spalle.
Le mani indugiarono per
un istante sulla sua schiena - le luci della città
nascondono le migliaia di stelle nel cielo, così come le
paure celano i veri sentimenti del nostro animo – le
rammentò con voce profonda.
Maya sorrise, cercando
di nascondere il proprio turbamento.
Un’impalpabile
carezza le sfiorò il viso. La mano di Masumi era calda e
rassicurante.
Senza riflettere,
sollevò una mano e posò dolcemente le dita sulla
piccola cicatrice che aveva sulla fronte.
- Non l’ho
ancora ringraziata per avermi protetta dall’aggressione di
quei malviventi – gli disse, rabbrividendo al ricordo.
- Tu sei importante,
Maya. Non potevo permettere che ti facessero del male – si
avvicinò e le sollevò il mento fissandola nei
profondi occhi scuri – sai, mentre ero privo di
sensi ho sognato Akoya.
Maya si
scostò e trasse un profondo respiro – non ero
presente, signor Hayami – mentì, ricordando come
Shiori l’aveva cacciata via malamente.
Masumi trasse dalla
tasca interna della giacca un fazzoletto sporco di sangue e le sue
labbra si piegarono in un sorriso ironico.
Maya sgranò
gli occhi per la sorpresa ed il cuore prese a batterle furiosamente.
Mosse un passo indietro, cercando di allontanarsi da lui.
- Suppongo che questo
sia tuo - le disse afferrandola per un braccio – eri tu
accanto a me, ragazzina, erano tue le parole che ho udito, erano tue le
labbra che mi hanno sfiorato – affermò cingendole
la vita.
Maya smise di lottare e
nascose il volto sulla sua spalla lasciando che il caldo e possessivo
abbraccio di Masumi la conducesse alla soglia dell’oblio.
Continua
|