Title: Dolores’
Angel
Author: Sarah1281
Summary: Dopo che la
Umbridge fa irruzione nel DA e porta
Harry nell’ufficio del preside per punirlo, lui scopre che il
nome all’inizio
della pergamena incriminata non è
‘Dumbledore’s Army’ ma
‘Dolores’ Angels’. Una
sola cosa da fare quindi: Spacciarlo per un fan club.
DISCLAIMER: Harry
Potter e tutti i personaggi della saga
sono di proprietà di JK Rowling e di chiunque ne possieda i
diritti. Questa
storia non ha alcun fine di lucro, né intende infrangere
alcuna legge su
diritti di pubblicazione e copyright.
ATTENZIONE: tutti i personaggi di questa storia sono
immaginari e non
hanno alcun legame con la realtà. Qualsiasi nome e
riferimento a fatti o
persone reali è da ritenersi ASSOLUTAMENTE casuale.
Nota
Necessaria della
Traduttrice: Questa storia è basata
sulle iniziali dell’ES (Esercito di
Silente, o Esercitazioni Segrete), pertanto ho dovuto lasciare quelle
originali, cioè DA (Dumbledore’s Army, o Difense
Association). Per questo
stesso motivo ho lasciato la versione originale del nome di Silente,
ovvero
Dumbledore.
Potete trovare la storia
originale qui.
Dolores’
Angel
La professoressa Umbridge camminava avanti e
indietro di fronte a Harry. Era
stato appena beccato mentre fuggiva da un incontro della sua illecita
Associazione di Difesa, e quindi era seduto nell’ufficio di
Dumbledore con solo
il Preside –che lo stava ignorando come aveva fatto tutto
l’anno- che lo
divideva da qualunque contorta forma di punizione la Umbridge avesse in
mente
per lui.
“Davvero
pensavi che non l’avrei
scoperto?” chiese la Umbridge, fermandosi improvvisamente
davanti a lui.
Harry non replicò. Ovviamente se avesse
pensato che ci fossero buone
probabilità di essere scoperto avrebbe preso delle ulteriori
precauzioni. O piuttosto,
Hermione l’avrebbe fatto.
La Umbridge sollevò la pergamena che
teneva in mano, Harry sapeva che
conteneva i nomi di tutti quelli coinvolti nel DA. “
‘Dolores’ Angels’,” lesse
lei. “Puoi spiegarlo, Signor Potter?”
Gli occhi di Harry si spalancarono e
tentò di non sembrare troppo sorpreso.
“Dolores’ Angels?” ripetè.
Avrebbe potuto giurare che tutti erano stati
d’accordo con la proposta insolente di Ginny di
‘Dumbledore’s Army’. Ma in
effetti, Hermione non era sembrata contenta di un nome così
provocatorio quando
stavano cercando di restare fuori dai guai, e quindi forse era tornata
sui suoi
passi e l’aveva cambiato. “Oh, beh, è
solo…”
“Solo cosa,
Signor Potter?”
insistette la Umbridge, sembrando piuttosto soddisfatta di averlo
finalmente
incastrato dopo tutto questo tempo.
Harry, d’altra parte, si sentiva grato
per la lungimiranza di Hermione, ma
desiderava davvero che lei avesse sentito la necessità di
spiegargli il suo
piano, così non si sarebbe dovuto inventare qualcosa di sana
pianta. Comunque,
avrebbe imparato in fretta a temporeggiare. “È
veramente imbarazzante.”
“Ti assicuro che questo è
l’ultimo
dei tuoi problemi adesso,” disse la Umbridge categoricamente.
Harry chiuse strettamente gli occhi e
sperò che avrebbe funzionato. “Beh,
come lei sa, il nostro programma di Difesa contro le Arti Oscure
è stato…
irregolare, per dire il minimo. Hermione era eccitata che il Ministero
stesse
finalmente cercando di darci un’educazione più
costante. Dato che lei ed io
abbiamo avuto alcuni problemi da quando è iniziata la scuola
ed io continuo ad
andare in punizione, mi ci è voluto un po’ per
capire che Hermione aveva
ragione.”
“Dovrebbe sapere che il Ministro non vede
di buon occhio un’armata priva-”
continuò la Umbridge prima di irrigidirsi realizzando cosa
Harry aveva appena
detto. “Scusami, cosa hai appena detto?”
“Siamo i suoi più grandi
ammiratori!” esclamò Harry in quello che sperava
fosse un tono convincente. Sperava davvero che Dumbledore avrebbe
trovato
opportuno intromettersi ad un certo punto, ma sembrava soddisfatto di
lasciare
che fosse Harry a tirarsene fuori.
“Io… questo
è…” farfugliò la Umbridge,
chiaramente disorientata. Qualunque
difesa si fosse aspettata che lui avrebbe messo in scena contro le sue
accuse
di organizzare un esercito privato –nel caso si fosse
aspettata che lui ne
avesse una- beh, questa non era di certo tra quelle. “Come
spieghi il fatto che
questo cosiddetto fan club sia un segreto, allora?”
“Ci sono un paio di ragioni, in
realtà,” spiegò Harry, cominciando a
sentirsi più sicuro nella sua bugia. “Siamo
adolescenti e ci piace usare le
nostre bacchette in classe anche se magari non è la cosa
più sicura da fare, e
dover avere il permesso per tutto –anche se per cose
ragionevoli- la rende poco
simpatica agli studenti, e perciò non volevamo aprire il
club a persone che
sarebbero venute solo per deriderlo. Draco Malfoy, per esempio, viene
per
prendere in giro ogni volta che faccio qualcosa ed è
veramente molto
fastidioso. In più, il mio coinvolgimento avrebbe deviato
l’attenzione di tutti
sulle nostre differenze politiche e non sulla meravigliosa influenza
che sta
avendo all’interno della scuola. Per non menzionare il fatto
che non volevamo
metterla in una posizione difficile.”
“A causa delle nostre… come
l’hai messa? Oh giusto. Le nostre ‘differenze
politiche’?” Era chiaro cosa pensasse la Umbridge a
proposito di quella
particolare dichiarazione.
“Beh, in parte,”
confermò Harry. “Ma per la maggior parte a causa
di come sarebbe
sembrato. Uno dei decreti educativi –ho paura di non
ricordarmi quale- ha
stabilito che gli studenti dovessero ottenere
l’autorizzazione prima che noi
formassimo un club. Se lei avesse approvato il nostro fan club in suo
onore…
beh, le persone avrebbero potuto pensare che fosse stata una sua idea e
non
volevamo che la nostra sincera
ammirazione le causasse problemi.”
“Quindi affermi che questo
‘Dolores’ Angels’ è un fan
club e non, possiamo
dire, un elaborato piano per trasformare Hogwarts in
un’accademia di assassini,
per disfarvi prima di me, poi di Cornelius e del resto del
Ministero?” La
Umbridge poteva aver posto la frase come una domanda, ma era chiaro che
ne era
già convinta.
Harry la guardò per un minuto. Anche
quello che stavano facendo veramente
era più per i GUFO che per altro. Era davvero abbastanza
paranoica, vero?
Sarebbe dovuto stare attento a questo. “No, sono piuttosto
sicuro che sia
soltanto un fan club. Hermione ha scelto il nome e penso che sia un
riferimento
ad un vecchio film babbano chiamato ‘Charlie’s
Angels’. Magari è stato un po’
audace usare il suo nome, ma ‘Umbridge’s
Angels’ suonava… strano. Spero che non
le dispiaccia,” aggiunse quasi come un ripensamento.
Veramente, qualunque
momento Dumbledore avesse deciso di intromettersi sarebbe stato
fantastico.
“Diciamo che credo a questa storia
ridicola,” cominciò la Umbridge
lentamente.
Harry sapeva che era potenzialmente in seri
problemi e che davvero non
avrebbe dovuto fare niente per aggravare la situazione, ma non
potè
trattenersi. “Potrebbe aiutare se non la chiamasse una storia
‘ridicola’,”
suggerì gentilmente. “Potrebbe darmi almeno il
beneficio del dubbio, sa!”
“Lo terrò in mente,”
disse la Umbridge aridamente. “Se questo è un
tentativo
molto bizzarro e lusinghiero di un fan club, allora perchè
la signorina
Edgecombe è venuta a dirmi che stavi organizzando un
esercito?”
Harry sembrò a disagio quando
capì cosa era esattamente successo.
Fortunatamente aveva fatto un sacco di pratica durante gli anni, o
sarebbe
stato veramente nei guai a questo punto. E perché aveva la
sensazione che
avrebbe dovuto aspettarselo? “Riguardo a
quello…”
“Forza, Signor Potter, ti assicuro che
sono più che interessata ad ascoltare
la tua spiegazione,” lo esortò la Umbridge
compiaciuta.
“Lo so. È solo che…
beh, non voglio metterla nei guai,” mentì Harry.
La Umbridge inarcò un sopracciglio.
“Non vuoi mettere lei nei
guai? Intendi la Signorina Edgecombe?”
Harry annuì. “Esattamente. Non
è mai stata molto affezionata a lei, o molto
entusiasta di essere parte del club. Però la mia ragazza non
voleva venire da
sola, quindi ha portato la povera Marietta con lei.”
“Affermi quindi che la Signorina
Edgecombe mi ha mentito?” Lo scetticismo
della Umbridge era quasi palpabile. “Perché
l’avrebbe fatto? Sua madre è una
buona ed onesta impiegata al Ministero.”
Harry sussultò. “È
qui che casca l’asino. Marietta sembra pensare che sua
madre rischia di perdere il lavoro e, dato che lei è il
funzionario del
Ministero più in vista nella scuola, naturalmente la incolpa
anche se io, per una
volta, sono ragionevolmente sicuro che non è
coinvolta.”
“Lo vedo,” disse la Umbridge
brevemente. Dietro di lei, Dumbledore mormorò
qualcosa alla sua bacchetta. “Sarebbe piuttosto infantile da
parte sua, per non
menzionare controproducente se davvero io fossi coinvolta con gli
ipotetici
problemi della madre. Se lo chiedessi alla Signorina Edgecombe, avrebbe
idea di
cosa stavi parlando?”
Harry guardò Dumbledore mentre abbassava
la sua bacchetta, dopo che quello
che sembrava un Patronus ne uscì ed attraversò il
muro. “Sono quasi sicuro di
sì,” decise.
“Eccellente,” si
degnò di intervenire Dumbledore, ora che la parte difficile
era finita. Si alzò. “Andiamo allora, sperando di
chiarire questo terribile
equivoco…”
Fine
|