-Smallville!-, lo chiamai entrando in casa.
Possibile che non ci fosse nessuno? Il suo pick-up era parcheggiato
proprio lì fuori.
Nessuna risposta. La casa era buia, le finestre ancora chiuse. Non
poteva essere lì.
Attraversai l’ingresso arrivando in cucina.
Era tutto così perfettamente in ordine, come se non ci
vivesse nessuno da qualche giorno, eppure era sempre venuto al lavoro
regolarmente. Anzi! Aveva anche trovato il tempo di darmi buca la sera
prima. Eppure adesso sembrava sparito, dissolto come una nube. Al
cellulare non rispondeva, in casa non si trovava e nemmeno da Chloe si
era fatto vedere. Dove diavolo poteva finire un contadino, non poteva
essersi perso in una balla di fieno. Nonostante tutto decisi di andare
a controllare nel fienile.
-Clark!-, lo chiamai ancora, riuscendo ad avere in risposta solo il
rumore della paglia sotto ai miei stivali.
Anche lì tutto nella normalità. Il trattore era
al suo posto, poggiai la mano sul cofano blu, un poco usurato.
Era freddo, nessuno l’aveva usato.
Non volava una mosca, tanto che perfino respirando mi sembrava di
inquinare quella quiete.
Il colmo per un
contadino? Piantare tutto e non tornare mai più.
Beh, incredibile ma vero, sembrava proprio il caso di
Clark.
Come poteva una persona ordinaria come lui sparire nel giro di una
notte, senza lasciare tracce?
Salii le scale arrivando al soppalco, ogni cosa era come
l’aveva lasciata.
La coperta smessa sul divano, il libro a terra con il segnalibro che
usciva dalle pagine, il suo baule dei ricordi chiuso contro la parete
accanto alla grande finestra.
Mi ci avvicinai.
Oh beh in fondo mi aveva dato buca e non si era nemmeno fatto trovare
per farsi strillare contro, mi meritavo un rendiconto adeguato.
La curiosità,
che brutto vizio. Senza tante remore aprii il baule, ne
uscì il suo profumo. Accidenti! Dovevo ricordarmi che
quell’idiota presuntuoso mi aveva lasciata sola al monster
truck rally, dopo avermici invitata ed spudoratamente illusa.
Okay, aveva detto che non era un vero appuntamento, e la cosa mi stava
bene. L’ultima cosa di cui avevo bisogno era
un’altra storia complicata con qualcuno che mi avrebbe
spezzato il cuore. Il mio era già pericolante a sufficienza,
non aveva bisogno di un’altra scossa, si sarebbe sgretolato.
Era già abbastanza tenere in piedi un’amicizia con
Oliver dopo la nostra storia che lui non si decideva ad archiviare come
avevo fatto io. Una parola: impossibile. Volevo bene ad Oliver solo
che... Non eravamo fatti per stare insieme.
Quando invece Clark aveva aperto bocca, in ospedale, invitandomi ad
uscire, delle farfalline che non credevo di avere si erano mosse
mettendomi in subbuglio lo stomaco.
“Smallville”. Chi l’avrebbe mai detto? Io
no di certo.
Ahhh Lois!
Smettila, è un ordine. I filmini mentali non fanno per te.
Allungai le mani, la prima cosa che mi trovai tra le mani era la sua
maglia rossa della divisa da football. Non feci in tempo a
riappoggiarla che un rumore da sotto il soppalco mi fece scattare come
una molla.
Ciao a tutti!
Sono nuova in EFP, ma
non posso dire di essere nuova alla scrittura.
Alla fine del 2008
è stato pubblicato il mio primo romanzo, nonostante tutto
devo dire che di fanfiction non ne ho mai scritte, quindi ho deciso di
fare un tentativo (che spero non farà avere ripensamenti a
quelli che hanno deciso di leggere il mio romanzo ahah :P)
Con questo prologo provo
a cominciare una storia che coinvolge Lois e Clark ( coppia che
letteralmente adoro :))... e speriamo in bene!
Aspetto di vedere con
qualche commento, di altri amanti e non di questa coppia, se la storia
vi piace.
Premetto che l'ho appena
buttata giù di getto e per ora non ho la più
pallida idea di come potrebbe andare a finire.
bacioni!
Anna
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