ATTENZIONE!
La fanfiction il giorno 21/05/2012 è stata revisionata
completamente
dall'inizio, e molte scene sono state modificate e tagliate.
Questo poichè molti concetti espressi non facevano
più parte del mio modo di
concepire alcune situazioni e personaggi di bleach.
Tutte le relazioni secondarie alla ByaYoru non sono più
presenti in quanto, se
ho intenzione di completare questa fanfiction, voglio dedicarmi solo e
per bene
alla coppia principale.
Grazie per l'attenzione.^^
E grazie anche a chi mi ha recensita in questo grande frangente in cui
ho
smesso di aggiornare. Non prometto di continuarla, ma volevo almeno
apportare
tali modifiche.
Farò comunque il possibile per scrivere presto o tardi dei
capitoli conclusivi.
CAPITOLO 10.
La notte passò velocemente.
La quiete era riuscita ad entrare in quella casa oltre le due di notte,
dopo
una giornata già molto pesante.
Per cui tutti si erano addormentati molto stanchi, tanto da non
riuscire a
godere di quelle poche ore di riposo, che fecero largo al mattino in un
batter
ciglio.
Byakuya mosse leggermente le palpebre.
Non aveva voglia di aprire gli occhi.
Era ancora profondamente stanco.
In realtà, nonostante l’ora tarda in cui era
riuscito finalmente a coricarsi,
aveva faticato a prendere sonno. Colpa di tutti i pensieri che aveva
accumulato
la sera prima.
O piuttosto era il fatto di aver rievocato alla mente Hisana, sua
defunta
moglie.
Erano passati più di cinquant’anni.
Aveva superato il lutto abbondantemente.
Realizzare che non sarebbe più stata al suo fianco, dopo
aver lottato così
tanto, per stare assieme solo cinque anni del resto, gli bruciava
dentro in
maniera ancora così forte da sentire ardere il suo corpo, il
suo spirito…che
sprofondava sempre di più in un oblio insostenibile ed ormai
incolmabile.
Ma non rimpiangeva nessuno di quegli anni in cui era stato con lei, e
nessuno
di quelli che aveva passato successivamente ancora rintanato nel suo
ricordo.
Agli occhi degli altri si era riuscito a rimanere come tutti si
aspettavano di
vederlo: aristocratico, inscalfibile, rigoroso.
Pienamente padrone di se.
Ma chi lo conosceva, aveva letto dentro di lui l’amarezza e
la delusione verso
quell’ infausto destino che crudamente aveva portato via una
creatura che lui
amava così tanto.
Ancora di più se in un amore non consumato come il loro.
Ricominciare sarebbe stato difficile.
Ma il lavoro, l’arrivo di Rukia, le sue
responsabilità, nonché le innumerevoli
battaglie che aveva affrontato, l’avevano aiutato a
distendersi, e col tempo a
conservare quella fetta del suo cuore in un cassetto.
A chiudere quella porta.
Questo tipo di ricordi, però…
…rievocati sapevano fare ancora male, e avrebbero fatto male
per sempre.
Non si poteva sperare di guarire.
Non si poteva dimenticare.
Ci si poteva solo rassegnare di fronte alla realtà: Lei
non c’era più. E non
sarebbe tornata.
Tutti i giorni avrebbe dovuto fare i conti con la realtà e
sapeva di doversi
alzare, e guardare dritto a testa alta.
Perché nonostante tutto, la sua strada sarebbe continuata.
E da quel giorno, aveva continuato già per
cinquant’anni…e in qualche modo ce
l’aveva fatta.
Alzò una mano per proteggersi dai raggi solari che
picchiavano sui suoi occhi.
Dalla leggera brezza che girava per la casa, dedusse che Yoruichi
doveva aver
lasciato il balcone aperto.
Si guardò attorno.
Le luci tinteggiate di colori
sull’arancio gli fecero
capire che doveva essere appena l’alba.
Aveva
faticato molto per prendere sonno,
e nonostante necessitava riposo, i suoi occhi si erano aperti
ugualmente
rifiutando di tornare a richiudersi.
Allontanò quindi la
coperta da se.
Aveva
dormito a terra quella notte,
questo perchè aveva lasciato il divano a Yoruichi.
Non ricordava quando lei fosse
rientrata nella stanza.
Era stata fuori al balcone per
così tanto tempo dopo
la loro breve conversazione, che aveva avuto il tempo di addormentarsi.
Così si
alzò in piedi, piegando intanto sul braccio
il lenzuolo, e i suoi occhi vitrei si posarono sulla figura di
Yoruichi,
accoccolata sul divano dove si aspettava di vederla.
Riposava
profondamente.
A differenza sua, il sonno era
stato più gentile.
L’espressione del
suo volto era rilassata,
completamente abbandonata sul bracciolo del divano. Tanto che la sua
bocca era
anche leggermente aperta.
Quella visione talmente pura,
scaturì in lui una
sensazione di dolcezza che deformò le sue labbra in un
sincero e tenero sorriso
che probabilmente pochi gli avevano mai visto.
Corrucciò la fronte
sorprendendosi lui stesso di quei
strani sentimenti che lo stavano travolgendo.
Posò le dita
sull’imboccatura del naso, un movimento
che gli veniva meccanico quando voleva ritornare in se. Si chiedeva
talvolta
cosa ci fosse dietro la spavalderia e l’arroganza della bella
stregatta, ma
ogni volta che si avvicinava a scoprirlo, puntualmente faceva un passo
indietro.
Forse perché era
più che consapevole che conoscere
per davvero Yoruichi lo avrebbe coinvolto a tal punto da non sopportare
più la
sua lontananza, ancora una volta.
Forse
solo allora comprese che il suo
rifiuto era dovuto probabilmente proprio a questo.
Affezionarsi
a lei significava anche
essere pronto a perderla.
Perché lei era
fatta così. Fuggente, elegante…la Dea
del lampo, Yoruichi
Shihoin.
Ed in
quel momento l’idea della perdita
era un qualcosa che rifuggiva.
Meglio piuttosto rifiutare
direttamente qualcosa che
si sarebbe perso comunque, cosa che era già accaduta in
passato e che nulla
negava che si sarebbe ripetuto.
Nonostante non lo pensasse sul
serio, il suo cuore
gli chiedeva di non soffrire.
Si
sedette accanto a lei. Lei non si
svegliò.
La sua bocca parlò
da sola, come se in realtà non
fosse lì per davvero.
La sua bella Yoruichi
addormentata lo mise completamente
a suo agio, tanto da indurlo a parlare senza pensar troppo, cosa che
solitamente non era neppure immaginabile per uno come Byakuya.
“
Non credevo ti avrei rivisto. Non
posso quasi credere che, nonostante il tempo, tu abbia saputo
presentarti
davanti a me in quello stesso modo irritante col quale sono sempre
stato solito
ricordarti.”
Fece
una pausa.
“Avrei
voluto non rivederti mai più.”
Disse e i suoi occhi si abbuiarono.
“Però… d’altro canto, non so
perché sei
riuscita in qualche modo a ritagliarti uno spazio dentro di me. Eppure
ti ho
detestato. Davvero!”
Aggiunse,
questa volta facendo un
sorriso che lasciò intendere il contrario di ciò
che aveva detto.
Infatti, i suoi occhi si
fecero più dolci, in
contrapposizione col fatto che aveva detto di averla odiata.
Sì,
perché l’aveva odiata…ma
l’aveva
anche desiderata.
L’aveva odiata,
eppure non l’aveva mai dimenticata.
Byakuya
ebbe la tentazione di
accarezzarle il viso, ma le sue dita si bloccarono e non
riuscì ad avvicinarsi
a lei.
Ripensò
improvvisamente al loro piccolo bacio, che
lei gli aveva dato qualche sera prima. Stranamente lo
ricordò con piacevolezza.
Se ne sorprese persino lui.
Ma fu quel pensiero stesso che
lo fece desistere
nello stabilire un contatto fisico di qualsiasi genere con lei, di
qualunque
tipo.
Perché
una volta varcata quella soglia,
non avrebbe saputo come avrebbe reagito.
Improvvisamente
vide la ragazza muoversi
nel sonno.
Ella aprì
debolmente gli occhi e sembrò ricambiare il
suo sguardo per un istante. Il ragazzo deglutì, ma si
rilassò notando che
invece di svegliarsi, lei si riabbandonò fra le coperte.
A quel punto lo shinigami si
alzò.
Si affacciò al
balcone e si lasciò accarezzare dalla
fredda brezza del primo mattino.
Pungente,
eppure piacevole ed armoniosa
sulla pelle.
Chiuse gli occhi.
“Nobile fratello?”
Byakuya si girò e vide dietro di
sé la sorella adottiva, Rukia.
La guardò appena, poi tornò al paesaggio di
fronte a se.
“Io vado. Ringrazia la signorina
Yoruichi per me.”
“Non aspetti?”
“No, preferisco andare. Credo che
Renji mi stia aspettando, e
poi…ci sono molte cose che devo fare. Giacchè
è così presto passerò anche a
casa. Se hai bisogno di qualcosa, magari di..”
Byakuya la interruppe.
“Vai pure.”
Rukia si azzittì. Sapeva quando non
era il caso insistere. Così si
inoltrò verso la porta d’ingresso per uscire. Si
voltò un’ultima volta verso
Byakuya.
“Fratello… se, vuoi,
porta Yoruichi in camera sua. Io…insomma, è
stata gentile a dormire lei sul divano.”
“Ah…” disse a
stento il ragazzo dai capelli neri, pensando fra se
che era stato lui a “sacrificarsi” quella notte
dormendo a terra. Nonostante
sembrasse disdicevole agli occhi di Rukia aver fatto dormire Yoruichi
sul
divano, il suo caro Nobile Fratello invece dormiva abitualmente
lì. Sorrise
impercettibilmente quasi divertito nell’immagine cosa avrebbe
pensato Rukia se
lo avesse saputo. La giovane Kuchiki, abituata a vivere con il ragazzo
da
cinquant’anni, piegò la testa di lato sbarrando
gli occhi. Ai suoi occhi, fu
evidente che…avesse sorriso! Byakuya se ne accorse,
così si ricompose
velocemente e le diede le spalle.
“Buon lavoro, dunque.”
Disse asciutto. “Tuttavia non affaticarti
più del dovuto. Non appena farò rientro alla Soul
Society, mi occuperò io degli
affari di casa.”
Rukia sorrise apprezzando le premure di suo
fratello. “Grazie.
Allora…buona giornata anche a te.”
Così uscì.
Byakuya si ritrovò ad essere
nuovamente il solo ad essere sveglio
in casa.
Alzò le spalle, poi tornò a guardare Yoruichi. Si
piegò vicino a lei e si
chiese se doveva davvero riportarla nella sua stanza da galantuomo. In
realtà
non ci stette a pensare troppo. Portò un braccio della
ragazza attorno al suo
collo e le cinse la schiena. Poi le sollevò le gambe con
l’altro braccio, e si
mise in piedi.
Stette attento a camminare lentamente, in modo da non svegliarla. Il
suo
sguardo si posò nuovamente su di lei.
Yoruichi era molto leggera fra le sue braccia. La sua testa,
abbandonata sulle
sue spalle, faceva appena intravedere il viso beatamente addormentato.
Prese a salire le scale e mentre era a metà della rampa,
vide la ragazza
muoversi.
Dal canto suo Yoruichi sentì
letteralmente i suoi piedi
galleggiare per aria. In pochi secondi, riemergendo dal mondo dei
sogni, prese
consapevolezza di non essere sul suo divano, ed invece di essere
sospesa. Presa
dall’agitazione, si mosse in modo irruento, non accorgendosi
nemmeno di essere
fra le braccia di Byakuya che dovette faticare per mantenere
l’equilibrio.
“Smettila, mi farai
cade….reee…!”
“AHHHH!”
Byakuya e Yoruichi rotolarono per le scale e
si ritrovarono al
piano inferiore.
Lo shinigami era a testa in giù, col capo sul pavimento e il
corpo sdraiato
sulle scale, in posizione supina.
Addosso, una Yoruichi irruenta appena svegliata.
La ragazza mugugnò qualcosa, sollevò poi la testa
sprofondata nel suo petto e
lo rimproverò sonoramente.
“A…ahi!! Si
può sapere che è successo?! Diavolo!”
disse ancora
frastornata.
Byakuya sollevò il capo, dolorante.
“Volevi forse spezzarmi
l’osso del collo?” disse irritato.
“Cosa?”
Yoruichi sembrò accorgersi di lui
solo allora. Sbarrò gli occhi
rendendosi conto della posizione nella quale erano. Mise
così le mani a terra e
con uno scatto si mise in piedi. Guardò il povero Byakuya a
terra e strinse i
denti non trovando le parole giuste da pronunciare.
“Ah….ehm….stai…bene?”
disse appena, ma fu prontamente risposta da
un Byakuya fuori di se.
“Ti sembra che io stia
bene?”
“Ugh!” balzò
lei. Poi si giustificò. “Che ne potevo sapere? Io
reagisco così quando qualcuno mi sveglia
bruscamente!”
“Veramente hai fatto tutto da
sola…”
Il ragazzo si mise in piedi e
massaggiò la testa, invocando la
pazienza che sembrava non essere mai abbastanza con lei.
Yoruichi girò lo sguardo. Byakuya si sorprese di
quell’atteggiamento. Era
sicuro avrebbero litigato, invece lei…lo stava ignorando
palesemente.
La gatta prese a camminare per la casa, poi si diresse in cucina
annunciando
che avrebbe mangiato qualcosa.
Lui rimase impietrito.
Yoruichi intanto rimase turbata da quel
risveglio. Questo perché
non aveva ancora dimenticato la discussione avuta la sera prima. Era
come se
non si sentisse più a suo agio dopo le parole che si erano
detti a proposito di
sua moglie e della vita di Byakuya che lei non conosceva. Bevve del
latte tutto
d’un sorso sperando di scacciare via quei pensieri, ma per
tutta la giornata
non le venne che deviare Byakuya.
Lui entrava nella stanza e lei usciva. Se lui doveva combattere qualche
hollow
lei lo faceva fare non insistendo per venire come faceva solitamente.
Anzi, ne
approfittava per starsene sola, e se poteva, usciva proprio di casa.
Così si ritrovarono a vivere fra le stesse quattro mura di
sempre, ma senza
incontrarsi mai.
Capitava di scambiare poche parole, ma che rimanevano asciutte e prive
della
solita vivacità che caratterizzava le loro conversazioni.
Byakuya si rese perfettamente conto di quella situazione. Avrebbe
dovuto
esserne felice, tuttavia non riuscì a mandare giù
quello stranissimo
atteggiamento.
Verso sera, all’incirca verso le nove, si ritirò
dopo l’ennesima caccia
all’hollow. Attraversando la porta d’ingresso, vide
Yoruichi sul divano intenta
a leggere. La guardò accigliato, percependo chiaramente che
lei facesse finta
di essere assorta nella lettura. Così le si parò
davanti e le chiuse con forza
quel volumetto che aveva fra le mani.
“Ehi!” esclamò
Yoruichi.
“Nonostante nulla dovrebbe
allietarmi di più del tuo tanto
agognato silenzio, mi sento alquanto sconcertato.”
“Che?”
Byakuya sospirò profondamente.
“Intendo, cosa ti è successo?”
disse di getto, non sforzandosi di essere meno diretto.
La gatta deglutì e la sua fronte si
corrucciò nel vedere quel
Byakuya piuttosto audace.
“Si può sapere cosa
prende a te, piuttosto! Sei…strano!” disse
facendo la disinvolta e riaprendo il suo libro. Byakuya tempestivamente
glielo
prese di mano e lo mise sul comodino li di fronte.
Yoruichi sbuffò vistosamente, e
incrociò le braccia e le gambe.
“Ebbene? Che
c’è? Hai fame?” disse imbronciata.
Byakuya sbarrò gli occhi di fronte
quella risposta.
“Mi chiedi…se ho
fame?”
“Che ne so, sembri così
arrabbiato!”
“…e tu risolvi tutto col
cibo?”
Byakuya non potette credere a ciò
che aveva sentito. Portò una
mano sul viso chiedendosi perché Yoruichi si comportasse
sempre così.
Cercò di tornare padrone di se, abbassò le spalle
e si sedette accanto a lei.
La ragazza seguì il suo movimento.
Byakuya si girò e la trafisse con i suoi occhi grigi.
“Ti ho detto qualcosa?”
chiese.
Yoruichi li per li non seppe che rispondere.
Cosa avrebbe dovuto dirgli?
Che l’aveva fatta sentire una stupida? Che si era resa conto
di aver ferito più
volte i suoi sentimenti facendo battute su di lui senza ragionare sulla
vita
tortuosa che lui aveva vissuto ma che lei non conosceva?
Si sentì avvolta dalle fiamme.
Tuttavia non aveva niente da dirgli. Così si mise in piedi,
deviandolo ancora
una volta.
“No.” Rispose laconica
alla sua domanda mentendo visibilmente.
Byakuya non potette crederci ancora una volta.
Lui…che
“inseguiva” lei?
Cosa era successo? Uno scambio di ruoli?
Quasi mosso dalla rabbia, o dal semplice
sospetto che ci fosse
qualcosa dietro, le corse dietro e la prese per un braccio.
“Sto solo andando a farmi un
caffè!” urlò quasi Yoruichi. Vide il
ragazzo bloccarsi di colpo, e le si strinse il cuore. Ciononostante
aveva
ottenuto ciò che voleva. Lui aveva smesso di infastidirla.
Così girò i tacchi e
si diresse in cucina.
Byakuya strinse gli occhi.
Solo
Yoruichi in effetti era stata
sempre capace di scatenare in lui sentimenti simili.
Così
irritante, incomprensibile e
sfacciata. Eppure…
Eppure…
Anche
da ragazzino, era sempre stato
così. Se ne rendeva perfettamente conto.
Attraente, seducente, accattivante…erano tutte
caratteristiche che appartenevano
a Yoruichi Shihoin, non avrebbe potuto negarlo.
Era
una donna dalla quale si era sempre
tenuto volentieri alla larga per via del suo modo di comportarsi che
gli
sfuggiva completamente. Tuttavia lei da sempre sapeva accenderlo come
nessun’altra donna avrebbe mai saputo fare, tirando fuori un
lato del suo
carattere che neanche lui ben conosceva.
Improvvisamente sentì uno strano nodo alla gola.
Quei sentimenti così familiari cominciarono a renderlo
inquieto.
Possibile?
Possibile che lei riuscisse ancora a suscitare in lui quei sentimenti
d’inettitudine?
Non poteva certo ricordare alla perfezione ciò che provava
all’epoca verso di
lei.
Ricordava solo che era il capitano della seconda brigata del gotei,
nonché una
collega del nonno, e che per di più fosse più
grande di lui.
Anche se per età, effettivamente, no.
Però dubitava di provare già dall’epoca
sentimenti del tipo.
Era troppo giovane, e non è che pensasse tanto alle donne,
preso com’era dallo
studio.
Già all’epoca era pienamente consapevole delle
responsabilità cui sarebbe
andato incontro e quindi della maturità e serietà
che doveva raggiungere.
Per questo non poteva certo avere un qualche potenziale interesse per
lei dal
punto sentimentale.
Sbarrò gli occhi.
Stava letteralmente delirando.
Per
lei poi?
Sbirciò in direzione di Yoruichi che svogliatamente montava
la macchinetta del
caffè non curandosi di lui.
Di che natura erano i suoi sentimenti per lei all’epoca?
…E adesso?
La ragazza si girò e stranamente gli sorrise debolmente. Poi
gli diede
nuovamente le spalle.
Cosa
stava accadendo?
Perché? Perché sentiva quei sentimenti che lo
stavano lacerando? Proprio ora,
quando lei stessa sembrava mettere finalmente le distanze fra loro?
Si voltò in
un’altra direzione e cercò di concentrarsi
su qualsiasi altra cosa, sentendosi leggermente accaldato.
Stava diventando insostenibile.
Improvvisamente decise di cambaire aria. Fece così per
lasciare la casa.
Il
rumore dei suoi passi attirò
l’attenzione di Yoruichi che infatti si apprestò a
cercarlo affacciandosi nel
corridoio.
“Byakuya, dove vai?” disse.
“Devo uscire.” e si diresse presso la porta
d’ingresso.
Yoruichi intanto lo seguì e si poggiò vicino al
muro.
“Byakuya, aspetta.”
Il ragazzo si immobilizzò di colpo.
Lei abbassò gli occhi e si strofinò le braccia
fuggendo il suo sguardo.
“Scusa, non…” tentennò
imbarazzata di non sapere che dirgli. “Vai, Byakuya. Ci
vediamo poi.”
Byakuya assunse un’espressione perplessa.
Si accorse di quella nota di malinconia che man mano stava sempre
più demolendo
lo spirito vivace della ragazza, e che l’aveva resa strana
fino a tenerli
separati per tutta la giornata.
Istintivamente le si avvicinò fino ad esserle di fronte.
La guardò intensamente e sentì di nuovo smuoversi
dentro di lui quelle sensazioni
che stava reprimendo da quando era cominciata quella mattina.
La sua mente si fece inspiegabilmente annebbiata e l’unica
cosa che riusciva a
sentire era il desiderio…
Un fortissimo desiderio…
Un fortissimo desiderio di non trattenersi e di assecondare quelle
emozioni.
Quella voglia di sentire il suo corpo, le sue labbra…che lei
non faceva che
sfiorargli, fargli desiderare, per poi lasciarlo senza dargli il tempo
di
assaporarle.
Ripensò al delicato tocco delle sue labbra quella sera.
Impercettibili…
Fastidiosamente impercettibili e sfuggenti.
Voleva sentirle.
Dopo tanto tempo, voleva sentire quella sua bocca seducente premere
sulla sua,
e quella sfuriata di sentimenti passare attraverso il suo corpo mentre
le si
stringeva, cingendola e facendole sentire la sua brama di averla fra le
sue
labbra.
Così il capitano Kuchiki mosse appena le labbra piegandosi
verso di lei, quasi
come se non fosse padrone del suo corpo in quel momento.
Yoruichi aveva ancora uno sguardo perso, e quando si accorse che la
distanza
tra lei e Byakuya stava diminuendo, alzò il viso.
Indietreggiò leggermente, non capendo, ma si
bloccò immediatamente quando sentì
il muro dietro di sé.
Spalancò gli occhi confusa e, senza avere neanche il tempo
di ragionare, si
sentì avvolgere dalle sue braccia che la strinsero con una
forza inaspettata.
Mosse appena le mani imprigionate sul suo petto quando lui le
serrò la bocca
con le sue labbra.
Sentì la bocca di Byakuya muoversi violentemente e la sua
lingua esplorare al suo
interno, spingendosi sempre più violentemente dentro di lei.
Impreparata a quel contatto, sentì tutto in una volta il
fiato abbandonarla,
così cercò di schiudere le labbra appena un
po’, ma Byakuya era vincolato a lei
con una forza tale da non permetterle alcun movimento.
Quel gesto così improvviso e passionale li portò
a sbattere contro il muro,
tuttavia lui continuò a baciarla, muovendo le mani sulla sua
schiena e
facendole scorrere man mano anche sui capelli.
Il suo cuore batteva fortissimo e Yoruichi non riuscì a
sbattere le palpebre
neanche per un secondo.
Sentiva il fiato di Byakuya soffiarle sul viso, facendole chiedere
quanta aria
avesse in corpo per riuscire a starle attaccato per così
tanto tempo.
Il suo viso cominciò ad accaldarsi.
La ragazza cercò di dimenare il viso, sgomentata, per
allontanarsi da quella
morsa, ma quella bocca la stava devastando e per un attimo la pervase
una
scossa di piacere che la invitò a condividere quel bacio
appassionato.
Mosse poi le mani e in qualche modo, nonostante fosse ancora in balia
di quella
forte stretta, riuscì a raggiungere le braccia dello
shinigami.
Le afferrò e istintivamente premette con forza con le dita
per trattenerlo,
presa dal panico.
Fu un attimo.
Un secondo in cui, scostandosi finalmente, i loro occhi si incrociarono
e si
guardarono immobili, fermi, incapaci di spostarsi.
Erano ancora a pochissimi centimetri di distanza.
Yoruichi sentiva le sue labbra pulsare fortemente, quasi come se
volessero di
nuovo raggiungere quelle del ragazzo.
Ma rimasero così. Fermi.
Uno strano rimescolio la fece irrigidire fino a impedirle addirittura
di
respirare, nonostante fosse ancora ansimante.
Poi…un batter ciglio.
Nel momento nel quale chiuse le palpebre, per poi riaprirle, Byakuya si
era già
allontanato da lei, recuperando le loro abituali distanze.
La gatta così riprese lentamente a respirare.
La sua mente era confusa, incapace di ragionare, e sentiva il collo
intirizzito
assieme al resto del corpo.
Osservò lo shinigami, che sembrava sgomentato quasi quanto
lei.
Il suo petto si gonfiava e si sgonfiava seguendo il ritmo dei suoi
respiri, con
un movimento che quasi le impedì di guardare altrove.
Velocemente però lui aprì la porta e
uscì di casa.
Il rumore della porta che si chiudeva le provocò un insolito
sollievo, che le
fece sentire le gambe così molli da non riuscire quasi a
tenersi in piedi.
Appoggiò le mani sul muro, sul quale era ancora attaccata,
ed emise un profondo
sospiro che la costrinse a piegarsi sulle ginocchia.
Portò le dita sul viso e la tensione che aveva accumulato
cominciò a farla
tremare.
Cosa… cosa stava facendo Byakuya…?
Si era probabilmente accorto del suo stato di confusione, e per questo
si era
fermato.
E se invece non lo avesse fatto…allora…
Si pietrificò.
Che situazione difficile! Accidenti!
[...]
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