Aaaaallora…
è la primissima volta che scrivo una ff con un personaggio di Naruto
o.0 , spero che non sia poi troppo un pastrocchio dai ;) comunque siate
schietti nelle recensioni, non mi offendo giuro :P
In questo
periodo mi sono affezionata parecchio al personaggio di Killer Bee (
specialmente da quando l’ho visto bambino… trrrooooooppo tenerello
*w*)( adesso è sexy :Q__) cooomunque u_u’ tornando a noi
>_> secondo me Bee nonostante la sua forza di volontà
invidiabile, un momento di vacillamento deve averlo avuto ,quando tutti
hanno cominciato ad odiarlo era solo un bambino e se vogliamo nella sua
storia c’è più drammaticità che in quelle di Gaara e Naruto, che sono
nati circondati dall’odio, lui prima era amato e amico di tutti, e ad
un certo punto tutto questo gli è stato strappato via, per questo in
questa Fanfiction mi sono impegnata a descrivere quel momento e la sua
forza nel superarlo.
L’orgoglio
di una Forza Portante.
Era la prima
volta, da quando gli avevano sigillato dentro il demone dell’Ottacoda,
che poteva uscire dall’ospedale di Kumogakure e non vedeva l’ora di
rivedere i suoi amici e raccontargli tutto quel che era successo. La
luce fuori dall’edificio lo accecava, si era dimenticato di mettersi
gli occhiali da sole, sfilò dalla tasca esterna dei pantaloni il suoi
paio preferito e si mise in cammino.
Camminando per
la strada del villaggio incontrò parecchie facce conosciute che
sembravano molto impegnate, tanto che nessuno parve notarlo, l’aria era
permeata di tensione ma lui non ci fece molto caso, inoltre aveva una
gran fretta e gli tornò molto comodo che nessuno lo salutasse
facendogli perdere tempo prezioso.
Finalmente
arrivò al campo dove lui ed i suoi amici usavano radunarsi per giocare
insieme.
Un gruppetto
di ragazzini giocava con le biglie a terra,Bee si avvicinò in silenzio
per non disturbare la concentrazione dei giocatori, rimase un po’ ad
osservare la partita e dopo una mossa molto ben riuscita si lasciò
sfuggire un’esclamazione di apprezzamento, come molti atri ragazzi, ma
quando riconobbero la sua voce tutti si girarono a guardarlo.
Lui si
sorprese molto e per distrarre l’attenzione dal suo gesto fece i
complimenti al giocatore vincitore porgendogli il pugno, ma l’altro lo
guardò spaventato, in silenzio.
Tutti
sembravano diventati di pietra, delle statue con gli occhi sbarrati dal
terrore.
Bee cominciava
a spazientirsi.
:- Ohi! Si può
sapere che state facendo? Vi conviene parlare mi sto spazientendo! …
Yo!-
I ragazzi si
ritrassero e dopo essersi scambiati sguardi di complicità, fuggirono
via senza nemmeno raccogliere le biglie da terra.
Bee rimase in
piedi in mezzo al campetto polveroso guardando le impronte lasciate
durante la fuga, si sedette a terra e provò a ragionare. Perché mai
erano fuggiti? Che aveva fatto di male?
Sentì una
presenza vicino e si girò di scatto, uno dei suoi amici camminava lungo
la strada poco lontana, cercando di non farsi vedere, quando
capì di essere stato scoperto, cominciò a correre anche lui. Bee si
stava arrabbiando come non mai, si alzò in piedi e corse dietro al suo
amico, saltò sul tetto di un edificio e quando ebbe intercettato il
fuggitivo gli saltò davanti, facendogli arrestare improvvisamente la
corsa. Il ragazzo cadde a terra e vi rimase, immobile, guardando
spaventato Bee.
:- Non farmi
del male! Ti prego non uccidermi!-
Bee rivide
negli occhi atterriti dell’amico tutti i momenti passati insieme,
quando si era sbucciato un ginocchio e lui lo aveva guarito, quando lui
si era dimenticato di fare i compiti e glieli aveva prestati, le
giornate passate insieme a combinare guai e tutte le risate che si
erano fatti.
:- Vattene.-
Il ragazzo non
se lo fece ripetere e corse via.
Bee era di
nuovo solo con se stesso nello stretto, squallido vicolo, gli stava
venendo freddo, nonostante Kumogakure fosse caldissimo in quella
stagione, si accorse che stava stringendo i pugni talmente forte da
conficcarsi le unghie nella carne. Si voltò e ricominciò a camminare,
percorse qualche viottolo interno e presto si ritrovò nella strada
principale del villaggio che come al solito pullulava di persone,
quando Bee entrò nella visuale di tutti, il fermento generale si
arrestò e il ragazzo si accorse che tutti lo guardavano o comunque lo
tenevano d’occhio. Una sensazione orribile, come di un pugno nello
stomaco, lo colpì, gli salì il groppo in gola per la rabbia e
l’indignazione, lanciò uno sguardo rancoroso a tutti i presenti che
trattennero il respiro, cominciò a correre e si infilò in un’altra
stradina parallela al corso ma molto poco trafficata, adesso la sentiva
la tensione, adesso avvertiva a pelle l’odio dei suoi concittadini
assalirlo.
Corse fino a
restare senza fiato e si trovò vicino al fiume che passava vicino
Kumogakure e ai pochi spazi verdi del villaggio, occupati dai giochi
per i bambini più piccoli. Quei piccoletti giocavano gioiosi e
spensierati mentre lui si sentiva un reietto, rifiutato ed odiato da
tutti. Sentì ribollire dentro di se una profonda invidia. Camminava
tranquillamente vicino al parco giochi quando gli saltò all’occhio il
movimento di una delle madri che si avvicinò ai suoi bambini e li
abbracciò stretti a se e gli sussurrò qualcosa nelle orecchie.
:- Quel
ragazzo che sta passando adesso è la nuova forza portante … ricordate
che non dovete mai e poi mai avvicinarvi a lui o rivolgergli la parola.
Avete capito?-
I due bambini
si voltarono a guardarlo e i loro occhi, prima pieni di ingenuità,
mutarono in uno sguardo spaventato, si strinsero forte al petto della
madre in cerca di protezione.
Sempre più
sfiduciato, Bee cercò un posto isolato dove poter stare in pace,
lontano da tutto quell’odio che gli entrava in testa, ferendolo
dall’interno, disgustandolo, uccidendolo.
Trovò un
inospitale cunicolo in un ammasso di pietre aguzze, si sedette al
riparo lì e cercò di sgombrare la mente da quegli orribili pensieri.
Gli sguardi e
la tensione provate al villaggio gli erano rimaste addosso, gli
sembrava di aver toccato qualcosa di disgustoso e poterne sentire
ancora sulla pelle l’orrida sensazione, come quando si tocca per
sbaglio una ragnatela, ritrai immediatamente la mano, la pulisci, ma
sentì ancora lì la sua vischiosità.
Lui che era
sempre stato amico di tutti al villaggio, lui che da tutti era stimato
e amato, all’improvviso si era ritrovato solo, contro tutti, odiato e
temuto da tutti. Il peso degli avvenimenti di quelle ultime ore lo
schiacciava e la consapevolezza che non fosse solo un incubo gli faceva
perdere le speranze riguardo al suo futuro. Sapeva che le forze
portanti erano molto temute, non solo nel suo villaggio, ma in tutto il
mondo dei Ninja, ma non pensava che quelli che prima erano suoi amici
gli avrebbero voltato le spalle.
Le forze
portanti passate avevano finito tutte col morire, sopraffatte dal loro
demone, e si erano sempre portate dietro una gran quantità di vittime
innocenti. Questo temeva il suo villaggio.
Erano tutti
terrorizzati al pensiero che potesse fare quel che avevano fatto tutti
gli altri prima di lui.
Non si
fidavano di lui e non riponevano in lui la minima fiducia.
Ma perché poi.
Perché non
credevano in lui. Il fatto che così tanti altri prima di lui avessero
fallito miseramente non significava per forza che dovesse fallire anche
lui, non era come gli altri, non voleva essere come gli altri.
Se non si
fidavano di lui, li avrebbe fatti ricredere, se lo temevano, si sarebbe
fatto amare.
Avrebbe
imparato a domare la bestia che era dentro di lui per il suo villaggio,
sarebbe diventato un Ninja leggendario e avrebbe guadagnato il rispetto
di tutti.
Voleva che
tutti vedessero quanto si stavano sbagliando, non importava quanto lo
avrebbero disprezzato, preso in giro, ripudiato, temuto,odiato, si
sarebbe impegnato sempre di più trovando nel disprezzo di quelli che lo
odiavano la motivazione per dare il massimo.
Gli avrebbe
fatto vedere l’orgoglio di una forza portante.
Da quel
momento in poi niente riuscì mai a fermare Bee, gli insulti gli
scivolavano addosso, la tensione diventò sua compagna costante, il
ripudio lo faceva ridere e l’odio gli dava più forza di qualsiasi altra
cosa. Il momento trionfante della sua rivincita contro il villaggio
sarebbe arrivato prima o poi.
Bee sorrise
sempre, preservando intatto dentro di se il suo orgoglio e pregustando
l’attimo in cui tutti lo avrebbero riconosciuto come l’Eroe di
Kumagakure.
Fine
Ditemi che ne
pensate mi raccomando =) Grazie della lettura.
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